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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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modo da incentivare la speculazione urbanistica pronta a cogliere nel Parco una forma di promozione<br />

turistico-immobiliare. Dal punto di vista sociale i Parchi con la connessa rappresentazione della<br />

“natura incontaminata” (o quantomeno meno compromessa) hanno rappresentato nell’ultimo quarto<br />

di secolo XX anche una specie di “ammortizzatore” in grado di offrire opportunità ricreative e di<br />

“ricarica di natura” alle masse urbane non in grado di permettersi vacanze in paradisi esotici e di<br />

ritemprarsi dalle condizioni di invivibilità delle città. E’evidente in questa politica, al di là della<br />

contingenza delle operazioni politico-clientelari di basso profilo, la ricerca di un elemento di<br />

stabilizzazione e di consenso politico-sociale.<br />

Le reazioni dei contadini di un villaggio alpino francese alla creazione di un Parco Regionale nella loro<br />

valle agli inizi degli anni ’70 sono vividamente descritte dall’antropologa americana Harriet G.<br />

Rosemberg:<br />

“Nel Queyras il programma dei sussidi fa parte di un piano più ampio in cui la valle è stata designata<br />

da poco parco regionale. I sindaci dei comuni del Queyras e di Ceillac sono entusiasti del piano,<br />

sostenendo che preserverà l’unità ecologica delle regione impedendo, ad esempio, la raccolta di specie<br />

rare di fiori selvatici. Il sindaco di Abriès dice che questa attribuzione segnalerà a chi viene vhe sta<br />

entrando in un ‘territorio vergine’ dove non troverà il consumismo grossolano tipico delle grandio<br />

stazioni sciistiche. Bottegai e albergatori di Abriès sono a favore del parco perché pensano che porterà<br />

molti turisti, specialmente coloro che sono appassionati di <strong>alpini</strong>smo, di sci di fondo, della natura e<br />

delle bellezze architettoniche della valle. Questa designazione, tuttavia ha reso furibondi gli agricoltori.<br />

Non sono stati consultati quando il progetto è stato presentato e, ora che il parco è ormai costituito,<br />

non hanno alcun potere circa la sua gestione. Sono stati nominati ‘amici del parco’, un ruolo soltanto<br />

consultivo. Alcuni pensano che il parco sarà come le riserve indiane canadesi di cui hanno sentito<br />

parlare, e che saranno visti come animali strani proprio nella loro terra, Raccontano di un vecchio<br />

contadino di Saint Vérain che per 50 centesimi organizza visite in casa sua. Sulla facciata ha messo un<br />

cartello. ‘ La casa del passato’. Gli abriesi considerano questa attività disonorevole. Gli agricoltori<br />

sostengono anche che la creazione di un parco regionale non porta loro alcun vantaggio economico e<br />

potenzialmente può portare diversi svantaggi. Hanno paura che per proteggere alcune specie<br />

botaniche, in tutti i pascoli sia impedito il pascolo degli animali. Hanno anche paura che quando il<br />

parco assumerà i custodi, gli abitanti saranno esclusi perché non hanno le licenze che il governo<br />

immancabilmente richiede. Molti nativi di Queyras sostengono che il progetto del parco trasformerà la<br />

valle in un museo e perpetuerà l’idea che loro sono pittoreschi e diversi dagli altri francesi. Sono anche<br />

contrari al regolamento urbanistico del parco che, per quanto riguarda il restauro delle case, impone<br />

l’uso di materiali tradizionali, come l’ardesia, che adesso sono estremamente costosi. Il progetto del<br />

parco prevede anche la costruzione di tre impianti (che gli agricoltori considerano costosi) per il<br />

trattamento dei rifiuti e di un laboratorio di ricerca dell’Università di Marsiglia. Gli abitanti hanno<br />

accolto questa notizia con grida e fischi: quale beneficio possono mai avere da un laboratorio<br />

universitario?”<br />

In Francia la realtà del radicato dirigismo e la mentalità tecnocratica hanno indubbiamente pesato<br />

negativamente sull’istituzione dei Parchi; in Italia, a volte la costituzione di aree protette è partita<br />

effettivamente “dal basso” ma anche qui la società rurale si è vista calare dall’alto delle iniziative che,<br />

almeno nella prima fase di vita dei Parchi, parevano apportare solo svantaggi alla società rurale locale.<br />

Dagli anni ’70 ad oggi fortunatamente molte cose sono cambiate. Rispetto ai progetti di sviluppo<br />

turistico e di “parchizzazione” calati dall’alto si attribuisce molta più importanza al coinvolgimento<br />

delle popolazioni locali e i progetti di sviluppo locale (ruolo delle attività di animazione sociale e<br />

culturale, Gruppi di Azione Locale).<br />

La descrizione di presta ad alcune interessanti considerazioni: il disporre di un territorio in modo<br />

dirigistico senza riguardo per le forme tradizionali di utilizzazione agro-silvo-pastorale con la pretesa di<br />

una gestione “scientifica” naturalistica rappresenta una sorta di un nuovo paternalismo autoritario (le<br />

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