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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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degli individui. Nell’ambito della domanda turistica complessiva sono cresciuti vari tipi di “turismi”<br />

alcuni dei quali fortemente indirizzati verso viaggi, soggiorni, escursioni caratterizzati dal desiderio di<br />

arricchimento culturale e di contatto con gli ambienti naturali. Il turismo nelle aree montane oltre al<br />

soggiorno “climatico” e alla possibilità di pratica sportiva offre rigenerazione psicofisica e occasioni di<br />

conoscenza dell’ambiente naturale. La cura e la conservazione del paesaggio assumono evidentemente<br />

un ruolo cruciale nel favorire la corrispondenza dell’offerta di determinare aree turistiche con la<br />

domanda e diviene elemento fondamentale dell’economia turistica. Se in passato il paesaggio era<br />

concepito riduttivamente come elemento di contemplazione estetica ( il bel “panorama”) da parte di una<br />

èlite di viaggiatori e turisti oggi diviene un elemento da vivere, entro cui inserirsi per la soddisfazione di<br />

bisogni fisici, psicologici e culturali dei quali la componente di effettiva fruizione sportivo-ricreativa è<br />

solo un aspetto. Il valore del paesaggio inteso come insieme di ecosistemi (e non solo come l’insieme<br />

che può essere colto dalla percezione visuale)_ non dipende solo dall’uso ma anche da alcuni elementi<br />

potenziali. Vi è innanzitutto un “valore d’opzione” (Gatto, 1988) che corrisponde al valore attribuito alla<br />

possibilità di poter usufruire ancora in futuro di un ambiente naturale o rurale con determinate<br />

caratteristiche. Sempre restando nell’ambito di una valutazione edonistica (che quindi prescinde dal<br />

valore sociale dei beni ambientali) la disponibilità del turista a sostenere delle spese per usufruire del<br />

“paesaggio” (o in modo più specifico di una riserva naturale o di un territorio rurale) dipende anche dalla<br />

soddisfazione che può procurare il solo sapere che un territorio ha mantenuto certe caratteristiche.<br />

Questo valore legato all’esistenza in sè di determinati ambienti è fondamentale al di à dell’espressione di<br />

una domanda di servizi “turistico-ambientali” anche per determinare la propensione del contribuente a<br />

sostenere il costo di politiche a favore dei beni ambientali e dello sviluppo rurale. E’ ragionevole ritenere,<br />

però, che i due aspetti: diretta fruizione turistico-ricreativa e atteggiamento del contribuente-elettore<br />

siano strettamente legati e che ben difficilmente una politica ambientale e rurale potrà trovare un forte e<br />

convinto sostegno sulla base delle sole motivazioni etiche o razionali. La fruizione diretta del’ambiente<br />

producendo una serie di esperienze emozionali e cognitive è sicuramente in grado di rafforzare il<br />

sostegno a queste politiche.<br />

Tutto ciò è però fortemente condizionato dalla effettiva qualità del paesaggio così come percepita dai<br />

fruitori turistico-ricreativi. Da ciò l’interesse non solo scientifico ma anche applicativo allo studio degli<br />

aspetti in grado di condizionare la percezione estetica della qualità del paesaggio e delle metodologie per<br />

attribuire a determinati quadri ed unità di paesaggio un determinato valore e classificare il territorio in<br />

funzione di un uso più appropriato al fine di contemperare in una prospettiva di pianificazione<br />

territoriale le esigenze di protezione ambientale, di produzione agro-silvo-pastorale e di usi ricreativi.<br />

Le acquisizioni teoriche e prtatiche in questo campo possono contribuire non poco a comprendere<br />

l’importanza del ruolo rivestito dalle attività <strong>pastorali</strong> nella formare, modellare e conservare il paesaggio e<br />

a valutare il loro contributo alla produzione di “valori ambientali”. Dal momento che l’attività pastorale<br />

sono in misura ridotta si avvantaggia degli effetti positivi prodotti attraverso la cura e la manutenzione<br />

del paesaggio sulla domanda turistica (vendita di prodotti e di servizi agrituristici) l’effetto da essa<br />

prodotta in termini di fruizione turistico-ricreativa del territorio si configura in termini economici come<br />

una “esternalità positiva” per gli altri settori economici (industria turistica) o come un’utilità sociale (per<br />

l’aspetto di tutela dell’ambiente). Al fine di riprodurre l’offerta stabile, continuativa di un paesaggio di<br />

qualità è indispensabile che oltre che a favorire l’integrazione con l’attività turistica è compito degli<br />

operatori pubblici stabilire un sistema di incentivi diretti e indiretti in grado di rappresentare una<br />

remunerazione in termini di reddito per l’utilità sociale prodotta dalle attività <strong>pastorali</strong> e non<br />

ricompensata direttamente dai meccanismi di mercato. L’importanza di valutare l’utilità prodotta<br />

consiste nel commisurare gli incentivi pubblici ad un effettivo servizio reso da chi esercita l’attività<br />

pastorale. In alternativa vi è il rischio di un assistenzailismo che risulta inefficace dal punto di vista degli<br />

obiettivi ambientali e sociali di uno sviluppo sostenibile.<br />

Vale la pena a questo punto esaminare quali sono gli elementi che determinano l’apprezzamento della<br />

qualità del paesaggio tenendo presente che in larga misura essi sono influenzati da elementi psicologici<br />

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