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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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L’aspetto principale del “sottosviluppo” legato alla “modernizzazione” è proprio nel carattere<br />

dell’imposizione dall’esterno di un modello di razionalità che non ha presupposti e riscontro negli<br />

interessi economici, sociali, culturali della comunità rurale. Tale modello che si presenta come<br />

indiscusso e “superiore” viene assunto in modo subalterno dagli stessi operatori agricoli con il rischio<br />

che finiscano per scambiare la loro identità e i loro interessi con quello che è stato invece il frutto di una<br />

“catechizzazione” per nulla disinteressata e innocente.<br />

Attrattività dell’attività zootecnica per donne e giovani: l’economicismo non è tutto<br />

Ragionare in termini strutturali (dimensioni economiche, reddito comparabile, unità minima colturale<br />

ecc.) è importante ma la sopravvivenza dell’agricoltura specie in zone di montagna e comunque<br />

“difficili” è legata anche ad altri aspetti di natura culturale e psicosociale. In passato un allevatore con<br />

una mandria numerosa non aveva difficoltà a trovare moglie. La continuità aziendale non era messa a<br />

rischio dalla possibilità che un giovane abbandonasse l’attività agricola con la prospettiva di disporre di<br />

un reddito inferiore a quello garantito in azienda. Le esigenze di socializzazione, di garantirsi un certo<br />

prestigio nell’ambito della comunità, di riconoscimenti non solo economici da parte dei vicini e della<br />

“società” oggi pesano sulle scelte delle donne e dei giovani spesso più che le considerazioni<br />

economiche. Quindi se è vero che gli investimenti e i miglioramenti materiali e una certa dimensione<br />

economica sono ancora importanti è anche vero che possono non risultare determinanti: In alcuni casi<br />

la specializzazione, l’industrializzazione, l’intensificazione produttiva spingono l’azienda verso una<br />

forma di isolamento dal contesto sociale laddove l’azienda meno “imprenditoriale” può mantenere più<br />

contatti con l’ambiente locale e con i turisti. Anche quando l’attività agrituristica e agrididattica sono<br />

affiancate alle attività agricole convenzionali quali nuovi “reparti” dell’azienda sorgono una serie di<br />

conflitti tra le esigenze delle due componenti e in definitiva quello che viene presentato ai turisti e agli<br />

utenti è una “facciata” poco coerente con l’identità produttivistica dell’azienda. Se nuovi elementi di<br />

prestigio e di riconoscimento sociale vengono dal rispetto dell’ambiente, delle tradizioni agricole e di<br />

trasformazione, da un blasone di qualità riconosciuto all’azienda è evidente che la disaffezione<br />

dell’elemento femminile e giovanile può trovare rimedio in una riconsiderazione dei modelli aziendali<br />

dove l’elemento redditività sia bilanciato da altri aspetti.<br />

Il ritorno dell’importanza simbolica dell’attività agricola<br />

Coinvolgere in un progetto di sviluppo locale le forze locali significa far tornare l’attività agricola e<br />

quelle ad essa integrate al centro dell’interesse delle piccole comunità rurali. Mantenere l’identità del<br />

paesaggio e un grado minimo di fruibilità del territorio è una delle primarie funzioni sociali<br />

dell’agricoltura. In questo essa assolve ad un ruolo materiale ed anche ad un ruolo simbolico<br />

mantenendo un equilibrio e uno scambio regolato tra uomo e natura.<br />

“Nel vecchio modello simbolico la gente univa le proprie energie per strappare alla terra quel poco di cui vivere e per<br />

sorvegliare le forze caotiche della natura. Alla luce di questo modello il passaggio all’economia moderna è stato un evidente<br />

fallimento. I boschi avanzano, molti prati non sono più falciati e vi sono anche indizi di un possibile ritorno degli orsi.”<br />

Esisteva l’orgoglio dell’autosufficienza e dell’indipendenza, della capacità di strappare alla terra le risorse<br />

necessarie sorvegliando le forze caotiche della natura, della capacità di solidarietà e cooperazione contro<br />

le tendenze disgregatrici dell’invidia e dell’individualismo. A prezzo di grandi sacrifici la comunità rurale<br />

alpina aveva sviluppato con successo un modello di equilibrio con le proprie risorse. Oggi<br />

quest’orgoglio non c’è più l’inserimento nel mondo moderno è su una base di inferiorità e subalternità<br />

(chi siamo noi? Una periferia metropolitana? 58 ), il senso della comunità è indebolito dalla cultura<br />

dell’affermazione individuale e dalla ricerca del massimo profitto economico. La comunità definita in<br />

precedenza sulla base di rapporti di solidarietà e di cooperazione finalizzati all’esercizio delle attività<br />

58 Fausto Gusmeroli L’urlo di pietra<br />

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