Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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Musei all’aria aperta/Agricoltura storica All’interno di queste aziende agricole (auspicabilmente sempre meno “musei” e sempre più centri di iniziative didattiche, culturali e scientifiche propositive) gli animali rivestono un ruolo enorme in quanto possono rappresentare il centro di raccolte di razze autoctone del territorio dove all’attività di conservazione si associa quella didattica. In queste aziende gli animali possono fornire anche la forza di trazione (dimostrazioni di trasporti e lavorazioni con bovini o equini). Ecomusei Sono caratterizzati da una tematicità. Possono essere focalizzati su una razza o un prodotto. Anche in questo caso il ruolo mussale più tradizionale può essere integrato con ruoli didattici e direttamente produttivi. Nella Valle del Bitto di Gerola è in fase di realizzazione un progetto dove alla casera di stagionatura del Bitto “Valli del Bitto” si affiancherà un museo del Bitto e della capra di Valgerola (Orobica) nonché un centro turistico per i visitatori. In un ecomuseo la sede fisica può essere limitata ad un Centro di “interpretazione” mentre del museo possono fare parte aziende agricole, pascoli, strutture di trasformazione, fabbricati rurali sparsi e lo stesso “paesaggio”. In un museo all’aria aperta o in un ecomuseo si organizzano dimostrazioni con animali dal vivo (mungitura, tosatura) e degustazioni guidate dei prodotti nonché laboratori didattici. L’ecomuseo comprende materiale didattico: audiovisivi, guide, tabelle informative, percorsi tematici che si snodano sul territorio, eventi periodici: mostre, feste, rappresentazioni. In Piemonte è in corso di realizzazione l’ecomuseo della pastorizia in Val Stura (tema la pecora Sambucana). A differenza degli eventi che vedono protagonisti gli animali zootecnici specie nel contesto di azioni e di dimostrazioni che hanno per scenario le vie e le piazze di città e paesi (con forte contenuto di spettacolarizzazione), i percorsi ecomuseali ed ecoturistici rappresentano iniziative di prevalente valenza educativa e didattica. “Zoo-fattorie” Prendono questa denominazione quelle iniziative che sulla scorta di esperienze nordeuropee e specialmente inglesi presentano il rischio di banalizzazione e riduzione a “parco divertimenti tematico” in contrasto con criteri di una educazione ambientale e alla ruralità che preveda standard di coerenza culturale ed ecologica. Turismo equeste Attività sportiva che fa capo all’ANTE (associazione nazionale turismo equeste). Le aziende agrituristiche, ma anche altre aziende zootecniche, possono avere un ruolo in percorsi come punti tappa in grado di fornire assistenza (alimentazione, ricovero, cure). Trekking con asini e muli Il trekking someggiato rappresenta una proposta di ecoturismo che può integrarsi molto bene con attività agricole tradizionali. Asini e muli sono tutt’oggi utilizzati (per esempio per trasportare il formaggio prodotto sulel alpi pascolive a valle e per rifornire le alpi stesse con materiali). L’utilizzo multifunzionale dei quadrupedi someggiati per trekking e il servizio agli alpeggi (oltre che per la produzione di carne e la gestione conservativa di superfici a copertura erbacea) rappresenta un esempio stimolante di multifunzionalità. Oltre al trasporto di tende e altri materiali i quadrupedi (asini e muli) possono prestarsi come supporti per attività sportive quali canoa e deltaplano potendo percorrere gli 210
accidentati sentieri che raggiungono le cime o costeggiano i corsi d’acqua di montagna. In Piemonte è attiva l’Associazione valorizzazione asino e mulo. Il ruolo educativo, pedagogico, terapeutico degli animali agricoli Al di là di un una finalità turistica, ricreativa, sportiva e genericamente didattica il rapporto con gli animali che si può realizzare nell’ambito di inziative sviluppate da aziende zootecniche con specifico indirizzo assume anche valenze propriamente educative pedagogiche e sinanche terapeutiche. Nei confronti dei bambini il rapporto/contatto con gli animali domestici assume alcuni ruoli ben precisi: • stimolo emozionale • meccanismo ludico • valenza educativa (approccio ai cicli biologici, responsabilizzazione e self control) • facilitazione sociale L’importanza di attività educative in ambito scolastico e agricolo sul tema degli animali è legata agli sviluppi, per alcuni aspetti rapidissimi dell’attuale civiltà tecnologica che vede i bambini immersi fin dall’infanzia in una serie di relazioni in cui il referente è costituito da strumenti tecnologici, fatto che rischia di tradursi in una virtualizzazione della realtà e in rapporto distorto con la vita reale. Per sopperire in parte alla deprivazione di un indispensabile rapporto con la realtà organica si moltiplica il consumo di una natura “in pillole” fatta di audiovisivi. Nel migliore dei casi nel tentativo di recuperare una fisicità della dimensione naturale e specificamente animale, il pet sostituisce molto spesso entro le mura domestiche l’animale di peluche. Sicuramente positivo dal punto di vista del contatto con la realtà organica (anche con i suoi aspetti meno piacevoli) nonché per la responsabilizzazone del bambino che deve imparare a prendersi cura di un soggetto in larga misura dipendente, per la possibilità di manipolazione, relazione, affettività, espressività ludico-emotiva acc., il pet in quanto surrogato di un contatto con la natura e della possibilità di conoscenza e scoperta del mondo animale può diventare un fattore che limita e distorce il rapporto con il mondo animale. Un tempo le occasioni per le esperienze del mondo animale erano molto più frequenti, nella cascina, ma anche solo nel giardino, nel campo di periferia, durante le visite ai parenti in campagna. Oggi anche durante le vacanze il bambino ha scarsa possibilità di scoperte e osservazioni autonome in località ormai spesso fortemente urbanizzate dove è più o meno costante la sorveglianza da parte dei genitori L’animale domestico diventa oltretutto il surrogato di carenze relazionali affettive (genitori impegnati nel lavoro o separati e quindi, assenza di altri parenti nella famiglia mononucelare, scarsa possibilità di frequentazione di coetanei al di fuori della scuola ....) che arriva ad assegnare al pet il ruolo (oneroso) di guardiano-baby sitter-tutore. Tutto ciò non può mancare di riversare sull’animale di casa una serie di aspettative che rischiano di restare deluse. Il rapporto con l’animale è condizionato negativamente anche dalla mancanza di dimestichezza con gli animali (risultato delle deruralizzazione) rende difficile cogliere le esigenze dell’animale domestico, capire manifestazioni etologiche e manifestazioni fisiologiche, percepite come anormali e fastidiose. Il risultato di tutto ciò è l’antropormorfizzazione dell’animale, la difficoltà di comunicazione, dall’eccesso di attenzione al disinteresse, la riduzione ad un giocattolo che quando non diverte più o disturba troppo o crea problemi di convivenza con i condòmini o i vicini diventa un “problema” (di qui abbandono, richieste di soppressione, cessione). Non solo l’animale ma anche il bambino e i proprietari soffrono frustrazioni da quest’insieme di relazioni zooantropologiche reso problematico dalla perdita di una consuetudine con il mondo maturale e animale e con il tentativo di surrogarlo assegnando all’animale pet un ruolo unilaterale e precostituito, 211
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attiva l’Associazione valorizzazione asino e mulo.<br />
Il ruolo educativo, pedagogico, terapeutico degli animali agricoli<br />
Al di là di un una finalità turistica, ricreativa, sportiva e genericamente didattica il rapporto con gli<br />
animali che si può realizzare nell’ambito di inziative sviluppate da aziende zootecniche con specifico<br />
indirizzo assume anche valenze propriamente educative pedagogiche e sinanche terapeutiche.<br />
Nei confronti dei bambini il rapporto/contatto con gli animali domestici assume alcuni ruoli ben<br />
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• stimolo emozionale<br />
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L’importanza di attività educative in ambito scolastico e agricolo sul tema degli animali è legata agli<br />
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rischia di tradursi in una virtualizzazione della realtà e in rapporto distorto con la vita reale.<br />
Per sopperire in parte alla deprivazione di un indispensabile rapporto con la realtà organica si moltiplica<br />
il consumo di una natura “in pillole” fatta di audiovisivi. Nel migliore dei casi nel tentativo di<br />
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spesso entro le mura domestiche l’animale di peluche. Sicuramente positivo dal punto di vista del<br />
contatto con la realtà organica (anche con i suoi aspetti meno piacevoli) nonché per la<br />
responsabilizzazone del bambino che deve imparare a prendersi cura di un soggetto in larga misura<br />
dipendente, per la possibilità di manipolazione, relazione, affettività, espressività ludico-emotiva acc., il<br />
pet in quanto surrogato di un contatto con la natura e della possibilità di conoscenza e scoperta del<br />
mondo animale può diventare un fattore che limita e distorce il rapporto con il mondo animale.<br />
Un tempo le occasioni per le esperienze del mondo animale erano molto più frequenti, nella cascina,<br />
ma anche solo nel giardino, nel campo di periferia, durante le visite ai parenti in campagna. Oggi anche<br />
durante le vacanze il bambino ha scarsa possibilità di scoperte e osservazioni autonome in località<br />
ormai spesso fortemente urbanizzate dove è più o meno costante la sorveglianza da parte dei genitori<br />
L’animale domestico diventa oltretutto il surrogato di carenze relazionali affettive (genitori impegnati<br />
nel lavoro o separati e quindi, assenza di altri parenti nella famiglia mononucelare, scarsa possibilità di<br />
frequentazione di coetanei al di fuori della scuola ....) che arriva ad assegnare al pet il ruolo (oneroso) di<br />
guardiano-baby sitter-tutore.<br />
Tutto ciò non può mancare di riversare sull’animale di casa una serie di aspettative che rischiano di<br />
restare deluse. Il rapporto con l’animale è condizionato negativamente anche dalla mancanza di<br />
dimestichezza con gli animali (risultato delle deruralizzazione) rende difficile cogliere le esigenze<br />
dell’animale domestico, capire manifestazioni etologiche e manifestazioni fisiologiche, percepite come<br />
anormali e fastidiose. Il risultato di tutto ciò è l’antropormorfizzazione dell’animale, la difficoltà di<br />
comunicazione, dall’eccesso di attenzione al disinteresse, la riduzione ad un giocattolo che quando non<br />
diverte più o disturba troppo o crea problemi di convivenza con i condòmini o i vicini diventa un<br />
“problema” (di qui abbandono, richieste di soppressione, cessione).<br />
Non solo l’animale ma anche il bambino e i proprietari soffrono frustrazioni da quest’insieme di<br />
relazioni zooantropologiche reso problematico dalla perdita di una consuetudine con il mondo maturale<br />
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