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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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normalmente impiegate come substrato energetico per i tessuti muscolari e vengono usate dalla mammella per la<br />

sintesi del grasso del latte. I NEFA giungono al fegato grazie al flusso ematico e qui possono essere ossidati con<br />

risultante produzione di energia e corpi chetonici, oppure sono nuovamente esterificati in trigliceridi, i quali, a<br />

loro volta, possono essere immagazzinati oppure allontanati sotto forma di lipoproteina a bassa densità (VLDL).<br />

Il processo di allontanamento nei ruminanti avviene ad una velocità molto bassa rispetto ad altre specie, per cui -<br />

in condizioni di eccessiva produzione di NEFA e successiva esterificazione - si verificano facilmente degli<br />

accumuli che compromettono la funzionalità epatica.<br />

L’ infiltrazione di grasso nel fegato peggiora la situazione in quanto compromette sia la capacità di detossificare<br />

l'ammoniaca in urea, sia la possibilità di sintetizzare glucosio, peggiorando notevolmente il già conclamato deficit<br />

energetico tipico del postparto.<br />

Le bovine che sviluppano questo dismetabolismo sono in genere animali che arrivano al parto con condizione<br />

corporea eccessiva (bovine obese, con BCS >4), e presentano grandi accumuli di grasso omentale o<br />

sottocutaneo. I sintomi sono spesso aspecifici, come per es. aspetto depresso, anoressia, perdita di peso e<br />

tendenza al decubito per debolezza. Sono spesso presenti anche cali produttivi e scarsa motilità ruminale. Altre<br />

patologie associate a questa sindrome sono rappresentate da metriti, ritenzione di placenta, mastite, febbre da<br />

latte e dislocazione dell' abomaso. Anche la fertilità viene compromessa, a causa del maggior numero di giorni<br />

necessari alla ripresa della prima ovulazione dopo il parto.<br />

Misurare la sostenibilità dei sistemi <strong>zootecnici</strong><br />

Da diversi anni nell’ambito degli studi sui sistemi agricoli <strong>zootecnici</strong> ci si è posti il problema della<br />

traduzione dei principi della sostenibilità in criteri operativi in grado di orientare le azioni pubbliche<br />

nel campo agricolo e dello sviluppo rurale. Va subito precisato che la valutazione della sostenibilità<br />

non può non essere condotta a due livelli: quello dell’azienda agricola e quello del sistema<br />

territoriale.<br />

La valutazione della sostenibilità a livello aziendale assume una grande importanza in relazione alla<br />

direzione del mutamento della PAC che condiziona il sostegno all’azienda al rispetto di standard<br />

ambientali minimi mentre una parte specifica di trasferimenti è legata all’adesione dell’azienda a<br />

schemi che comportano impatti positivi sull’ambiente. La valutazione della sostenibilità di<br />

un’azienda riguarda l’aspetto ecosociale ( ossia il contributo dell’azienda allo sviluppo sostenibile),<br />

ma anche l’autosostenibilità. Non avrebbe significato, infatti, valutare positivamente un assetto<br />

aziendale in grado, oggi, di contribuire positivamente alla sostenibilità e allo sviluppo rurale se<br />

l’azienda non ha speranze di continuità.<br />

Secondo alcuni, quindi, la presenza di un successore alla guida dell’azienda rappresenta un<br />

elemento chiave della sostenibilità. A questo punto si apre il problema dei fattori in grado di<br />

determinare la successione. Quelli economici sono senza dubbio importanti come dimostra il fatto<br />

che i giovani che prosegono l’attività agricola, specie nelle situazioni territoriali meno favorevoli, lo<br />

fanno solo se le dimensioni aziendali sono in grado di fornire un reddito più che sufficiente per la<br />

famiglia 15 .<br />

D’altra parte il raggiungimento di un livello di reddito soddisfaciente può non rappresentare una<br />

condizione sufficiente. Sulla permanenza delle aziende agricole pesano anche fattori extraeconomici<br />

legati al grado di considerazione sociale che l’attività agricola riceve e dalla percezione<br />

di questa da parte dei conduttori e delle loro famiglie (autoconsiderazione). Le rappresentazioni<br />

dell’attività agricola nell’ambito delle comunità locali e in quelle più ampie condizionano il<br />

prestigio che gli allevatori godono nell’ambito della comunità e ciò ha evidentemente<br />

un’importanza decisiva sulla scelta di un giovane nel proseguire l’attività o di una giovane di<br />

sposare un allevatore. Da questo punto di vista redditività aziendale e considerazione sociale<br />

possono risultare almeno in parte disgiunte. L’immagine di una zootecnia industrializzata non<br />

trasmette un’immagine “amichevole” mentre, attualmente, ricevono attenzione e considerazione<br />

sociale i produttori che riescono a trasmettere attraverso i loro prodotti e i loro servizi un’immagine<br />

15 E. Montresor, p. 74<br />

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