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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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indispensabile scendere al livello territoriale e chiedersi se questa vocazione trovi corrispondenza a<br />

livello regionale e come i sistemi agricoli territoriali lombardi ne risultino influenzati.<br />

La Lombardia a dispetto di luoghi comuni duri a morire è una regione a forte vocazione agricola e<br />

turistica. Prima regione in Italia in quanto a produzione agricola in ragione del grande sviluppo degli<br />

allevamenti (da sola contribusice per un terzo alla produzionde di latte e per il 40% alla produzione di<br />

carne suina) è anche la regione che attira il maggior numero di turisti dopo il Veneto.<br />

Se è vero che l’importanza turistica della Lombardia è legata al ruolo di Milano e al grande volume di<br />

turismo d’affari legato alle manifestazioni fieristiche e della moda 51 è anche vero che Milano si sta<br />

affermando come una città turistica anche nel senso tradizionale (legato agli eventi culturali, alla visita<br />

alle pinacoteche e ai monumenti) e che la provincia di Brescia da sola rappresenta il 30% del turismo<br />

lombardo grazie all’importanza del grande polo turistico rappresentato dal Lago di Garda. Le previsioni<br />

indicano un forte potenziale di espansione per l’industria turistica lombarda che rappresenta un<br />

elemento fondamentale della nuova caratterizzazione terziaria della regione. Le potenzialità del turismo<br />

in Lombardia sono legate al supera dell’identificazione –ancora diffusa nell’ immaginario turistico- del<br />

turismo lombardo con la regione dei laghi. In effetti la “bassa” e la montagna (che rappresenta il 42%<br />

del territorio e fa della Lombardia una delle più importanti regioni alpine). Le identificazioni del turismo<br />

e della montagna alpina con la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige (avvalorata dai mezzi di<br />

comunicazione ed in primis dal “servizio pubblico” radiotelevisivo) così come quella del turismo<br />

enogastronomico e rurale con le zone collinari della Toscana e del Piemonte sono il risultato non solo<br />

di “vocazioni” intrinseche al territorio ma della capacità di promuovere l’immagine turistica di queste<br />

regioni attraverso aggregazioni di interessi, coordinamento di iniziative, strategie di comunicazione.<br />

Fenomeni come il “Brunello di Montalcino” o la nascita di Slow Food nel Piemonte sud-occidentale<br />

spiegano la non casualità di certi successi turistici e d’immagine; mostrano anche come al di là delle<br />

campagne promozionali e della partecipazione alle manifestazioni espositive del settore conta per la<br />

promozione turistica di una regione la capacità a livello locale (ossia di precisi “distretti”) di<br />

aggregazione degli operatori pubblici e privati comprendento tra questi ultimi, gli operatori turistici ma<br />

anche quelli commerciali, agricoli, culturali.<br />

Gli elementi di forza dell’industria turistica lombarda sono identificabili nei seguenti:<br />

• facile accessibilità dall’europa centrale e centro-orientale;<br />

• buono standard di servizi, infrastrutture, sicurezza, qualità complessiva della vita (specie se<br />

confrontato all’Italia centro-meridionale);<br />

• grande patrimonio artistico-monumentale suscettibile di migliore conoscenza e valorizzazione<br />

(specie rispetto ai “circuiti d’arte” tradizionali);<br />

• grande varietà di situazioni climatiche e di ambienti naturali e culturali con conseguente<br />

diversificazione di proposte turistiche per tutte le stagioni dell’anno;<br />

• qualità e varietà dell’offerta enogastronomica legata alle produzioni tipiche (la Lombardia tra le<br />

prime tre regioni in Italia per il numero di prodotti agroalimentari tipici).<br />

Contrariamente ad un’opinione diffusa qualche decennio orsono l’industria turistica (dove<br />

l’innovazione e la professionalità, oltre che la disponibilità di supporti infrastrutturali e di servizio a<br />

livello territoriale, contano sempre di più) non appare destinata a svilupparsi nelle situazioni “arretrate”<br />

caratterizzate dall’abbondanza di mano d’opera, ma nelle aree più evolute. Ciò vale anche per il turismo<br />

rurale. E’evidente che la presenza di una ruralità in parte “sommersa” e poco presente nell’immaginario<br />

turistico (regionale ed extraregionale), ma caratterizzata da risorse molto interessanti e tutte da scoprire,<br />

51 in base alla definizione dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo si intende per “turismo” l’effettuazione di un<br />

viaggio che comporti il pernottamento per una o più notti lontano dalla dimora abituale; rientra nel turismo oltre a<br />

quello d’affari, quello congressuale, per cure ecc. Le escursioni giornaliere con rientro alla usuale dimora non sono<br />

comprese nel fenomeno turistico.<br />

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