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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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L’esperienza delle Alpi francesi, la più significativa considerando l’ampia area di presenza dei lupi<br />

e l’importanza economica e sociale della pastorizia ha messo in evidenza come, al di là dei danni da<br />

predazione diretti e indiretti (oltre alle pecore uccise e scomparse vi sono anche quelle ferite, che<br />

abortiscono e che ritornano in calore) comunque indennizzabili, vi è un impatto significativo in<br />

termini di aumento dei costi e di qualità della vita del pastore. I danni diretti sono quantificabili in 5<br />

pecore uccise e in 4 scomparse per ogni attacco (gli attacchi possono ripetersi più volte contro lo<br />

stesso gregge nella nedesima stagione perché i lupi tendono a ripetere la predazione dove ha avuto<br />

successo) mentre non è facile stimare i danni da conseguenze di ferite, aborti, ritorni in calore.<br />

Dal punto di vista dei costi vanno registrati i maggiori acquisti di foraggio legati all’impossibilità<br />

del pastore di abbandonare il gregge per recarsi a svolgere i lavori di fienagione e alla minore durata<br />

del pascolo. Quest’ultima è motivata da due elementi: il pascolo utile in presenza dei lupi è meno<br />

esteso che in loro assenza perché devono essere evitate le zone più pericolose dove l’attacco del<br />

lupo avrebbe conseguenze devastanti. Si tratta di zone che per la morfologia accidentata o la<br />

presenza di vegetazione arborea e arbustiva consentono al lupo di avvicinarsi con maggio facilità<br />

senza che la sua presenza venga avvertita o di quelle zone dove per presenza di pareti di roccia,<br />

passaggi obbligati, valloni le vie di fuga sono precluse o anche in quelle dove le vie di fuga<br />

risultano pericolose (salti e placche di roccia, burroni). Oltre alla morfologia del terreno e<br />

all’orografia conta anche un fattore stagionale. Il lupo predilige per i suoi attacchi le giornate<br />

piovose, nebbiose, ventose, quando il contatto visivo ed uditivo tra gruppi di pecore, tra le pecore e<br />

i cani, tra le pecore e il pastore e tra il pastore e i cani diventa più difficile. La maggior parte degli<br />

attacchi registati nelle Alpi francesi sono stati sferrati nel mese di settembre quando oltre alla<br />

maggiore incidenza di giornate di brutto tempo i greggi sono già scesi a quote più basse, al di sotto<br />

del limite della vegetazione arborea. Oltre a determinare una minore utilizzazione del pascolo e un<br />

maggior ricorso all’acquisto di foraggi la presenza del lupo ha spinto i pastori francesi in alcuni casi<br />

ad assumere un aiuto-pastore non solo per far fronte ad un carico di lavoro supplementare di 1.2 ore<br />

per pecora (recinzioni, spostamenti più frequenti, sorveglianza), ma anche per avere un cambio in<br />

caso di necessità di spostamento a valle. In generale la vita relazionale dei pastori, che in passato<br />

alla sera si facevano visita l’un l’altro nelle baite si è impoverita.<br />

La presenza dei predatori non può quindi non tenere conto della condizioni locali entro qui si<br />

esercitano i sistemi <strong>pastorali</strong> e in particolare dell’esigenza di consentire un loro graduale<br />

adattamento. Non tenendo conto di queste esigenze si rischia di aggiungere un nuovo elemento di<br />

difficoltà nei confronti delle pratiche <strong>pastorali</strong> con il rischio di far venir meno la loro funzione di<br />

cura e manutenzione delle aree silvo<strong>pastorali</strong>.<br />

In Trentino gli orsi introdotti dalla Slovenia sono stati muniti di radiocollare in modo da seguirne<br />

gli spostamenti e di consentire ad apposite squadre di intervenire in caso di emergenza.<br />

L’esperienza del 2000-2001 ha insegnato che gli spostamenti degli orsi rilasciati in libertà possono<br />

essere di grande entità e scarsamente prevedibili. Un soggetto ha percorso la dorsale che separa il<br />

Trentino occidentale dalla Valle Camonica ed è giunto fin sopra il Lago d’Iseo; una giovane<br />

femmina ha percorso centinaia di chilometri attraversando la provincia di Bolzano e di Belluno per<br />

poi ritornare in Trentino e finire travolta sull’autostrada del Brennero. E’stato anche messo in<br />

evidenza come i radiocollari possono anche essere persi. E’ lecito poi a mantenere un buon margine<br />

di scetticismo sulla capacità della “squadra di emergenza” appositamente istituita di intervenire in<br />

tempo per prevenire aggressioni all’uomo o al bestiame. In ogni caso la Provincia di Trento prevede<br />

rimborsi per i danni da parte di orsi non radiocollarizzati e una certa disponibilità finanziaria per la<br />

“prevenzione” (recinti elettrici). Quanto agli orsi radiocollarizzati il Parco Adamello Brenta ha<br />

stipulato una polizza assicurativa a responsabilità civile per tutta la Provincia di Trento (come<br />

abbiamo visto, però, gli orsi non rispettano il confine provinciale...).<br />

La convivenza tra le attività zootecniche <strong>pastorali</strong> estensive e quella del lupo, dell’orso e della lince<br />

devono essere valutate nell’ambito delle diverse aree. L’esperienza delle Alpi occidentali dove la<br />

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