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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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applicano a razze di animali domestico con consistenza inferiore alle 7.000 femmine adulte; tale limite è<br />

abbassato a 5.000 in caso di trend demografico positivo ed elevato a 9.000 in caso di trend negativo.<br />

Nel confermare i criteri previsti dal Reg. 2078 il Reg del 1999 ha stabilito che le misure siano applicabili<br />

in presenza di rischio di erosione genetica comprovato da dati scientifici approvati da organismi<br />

specializzati riconosciuti a livello internazionale. La misura prevedeva un contributo di 100 Ecu/Uba<br />

per una spesa complessiva di 709.000 Uba. L’erogazione dei contributi era condizionata all’assunzione<br />

di un impegno quinquennale (specificati nell’ambito dei programmi regionali d’applicazione) e ad alcune<br />

limitazioni (non più di 1,5 Uba/ha).<br />

L’esigenza espressa dal reg. europeo è legata alla necessità di concentrare gli sforzi nel campo della<br />

tutela della biodiversità delle specie di animali domestici limitando i sussidi all’allevamento a situazioni<br />

di reale rischio. E’ evidente che la semplice attribuzione di nomi geografici a popolazioni locali può non<br />

corrispondere alla identificazione di un tipo genetico con una propria identità e tale di contribuire<br />

maggiormente alla conservazione della diversità genetica rispetto alle azioni svolte a favore di<br />

popolazioni che prese singolarmente risultano di limitata consistenza ma che non risultino isolate tra<br />

loro e che per di più possono risultare vicine dal punto di vista filogenetico. Dal momento che<br />

nell’applicazione delle misure agro-ambientali la finalità sociale non appare distinta da quella<br />

Le strategie di conservazione<br />

Gli strumenti per garantire la conservazione di una razza possono essere molto diversi in relazione alle<br />

caratteristiche della razza stessa e del contesto socio-economico-culturale del sistema di produzione . In<br />

una situazione di emergenza gli strumenti della conservazione ex situ possono evitare una imminente<br />

estinzione con perdita del patrimonio genetico; in situazioni meno critiche gli strumenti della<br />

conservazione ex-situ possono integrarsi con programmi di recupero e valorizzazione in situ<br />

nell’ambito di un sistema di produzione territoriale. Quando una razza non è più in grado di fornire<br />

beni e servizi sul mercato perde ogni valore socio-economico e non vi è altra strada della conservazione<br />

ex-situ. In quest’ultimo caso può comunque contribuire a dei valori ecologici, estetici e storico-culturali<br />

se la conservazione è legata alla presenza all’interno di Parchi naturali che si assumono la responsabilità<br />

dell’allevamento. Nell’ambito di iniziative di conservazione in vivo al di fuori di un sistema di<br />

produzione zootecnica è comunque possibile la realizzazione di iniziative in grado di assicurare una<br />

sostenibilità economica ai programmi di conservazione. I costi dell’allevamento delle razze in via di<br />

estinzione all’interno di parchi, ecomusei ecc. possono almeno in parte essere coperti valorizzando il<br />

carattere di attrattiva turistica di queste iniziative chiedendo al pubblico il pagamento di un biglietto di<br />

ingresso o garantendo un autofinanziamento attraverso la vendita di pubblicazioni, gadget e di prodotti<br />

particolari ottenuti dagli animali stessi.<br />

La possibilità di avviare programmi di conservazione in situ (nell’ambito dei quali i soggetti della razza<br />

sono allevati nel contesto di aziende agricole private) è legata oltre alle produzioni zootecniche alla<br />

struttura dell’allevamento. La dispersione geografica e la presenza di un tessuto di piccole aziende (a<br />

volte part-time e carenti dal punto di vista della professionalità degli addetti) rappresenta un forte<br />

ostacolo all’associazionismo di razza. In assenza di quest’ultimo e quindi della capacità di azione<br />

collettiva e di rappresentanza dell’interesse specifico degli allevatori della razza l’attivazione di azioni di<br />

conservazione e valorizzazione è ostacolata dal peso sui centri decisionali e amministrativi di interessi<br />

consolidati in grado di esercitare più efficacemente la loro influenza sui soggetti della politica locale e<br />

regionale. La carente capacità di aggregazione degli allevatori locali può essere controbilanciata da<br />

associazioni di simpatizzanti che organizzatisi sulla base di una motivazione ecologico-culturale si fanno<br />

interpreti dell’interesse generale della società a tutelare le razze in via di estinzione e lo rappresentano<br />

presso i poteri pubblici.<br />

Tabella<br />

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