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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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ma vulnerabile in numero di maschi superiore a 20 ma inferiore a 100<br />

prospettiva<br />

Razza<br />

diffusione<br />

a limitata Il numero di femmine è compreso tra 5.000 e 10.000<br />

Razza sconosciuta Tutte le razze per le quali non esista una documentazione ufficiale che<br />

ne comprovi l’esistenza<br />

Nella definizione delle categorie di rischio si tiene conto oltre che della consistenza numerica “statica”<br />

anche del trend della popolazione e della percentuale si fecondazioni delle femmine in grado di<br />

riprodursi con riproduttori maschi di altre razze. Quest’ultimo parametro rimanda ad uno dei principali<br />

fattori di rischio l’erosione genetica. Si tratta di un processo che minaccia frequentemente le razze con<br />

popolazioni di ridotte dimensioni ed è determinato da circostanze che riguardano le strutture<br />

zootecniche (dimensione e dispersione degli allevamenti), ma anche i fattori commerciali, economici,<br />

sociali e normativi che favoriscono la presenza e la diffusione di razze alloctone in grado di porsi<br />

concorrenzialmente nei confronti della residua popolazione locale.<br />

Per una comprensione approfondita della razza a rischio e quindi per stabilire l’approccio più efficace<br />

alla sua salvaguardia al di là delle esigenze classificatorie è importante disporre di informazioni<br />

organiche sui seguenti aspetti:<br />

• grado di incrocio della popolazione;<br />

• parametri riproduttivi (fertilità, fecondità, prolificità) ed intervallo generazionale, il basso tasso<br />

riproduttivo pone la razza in condizione di maggior rischio rispetto ad una popolazione di pari<br />

dimensione ma con parametri riproduttivo più elevati, un ridotto intervallo generazionale può<br />

consentire un recupero più rapido della razza - aumentando le possibilità di conservazione- ma può<br />

anche -in presenza di una gestione non corretta degli accoppiamenti- aumentare il grado di<br />

consanguineità;<br />

• peculiarità del sistema produttivo (intensivo, estensivo, nomade), possono condizionare la possibilità<br />

di gestione e controllo degli accoppiamenti e la stessa riproduzione in purezza della razza;<br />

• andamento della popolazione nel passato e trend presente, fornisce indicazioni circa la vitalità della<br />

razza e concorre ad individuare le cause della sua contrazione ..........i fattori che possono aver agito<br />

in corrispondenza dei periodi di inizio del declino o della sua accentuazione;<br />

• isolamento geografico, dispersione o concentrazione della razza, l’isolamento geografico protegge la<br />

razza dall’erosione genetica ma se corrisponde alla presenza della razza in un ambiente limitato la<br />

espone ai rischi di epizoozie, cambiamenti climatici, economici, sociali, politici.<br />

• grado di organizzazione degli allevatori<br />

Concorre a definire la collocazione della razza nella scala di rischio l’esistenza, al di là della presenza di<br />

soggetti maschili e femminili in grado di riprodursi, di materiale genetico (sperma, oociti, embrioni,<br />

sequenze di Dna) e l’attivazione di schemi di conservazione in grado di integrare queste risorse<br />

genetiche crioconservate con la popolazione in vivo.<br />

Razze a limitata diffusione ovvero non aspettare quando è troppo tardi ...<br />

Al di sopra dei limiti convenzionali fissati dalla linee guida della Fao (1000 femmine adulte) vi sono<br />

numerose razze locali che meritano di essere monitorate perché esposte a un rischio di contrazione<br />

numerica e di riduzione della diversità genetica tale da condurre la razza nella situazione di pericolo. La<br />

Ue nell’ambito delle misure agroambientali attivate mediante il Reg. 92/2078 Misura D2 (oggi 99/1750)<br />

ha introdotto delle misure di salvaguardia delle razze di animali domestici “a rischio” che tiene conto di<br />

limiti nettamente più elevati di quelli di “pericolo” ampliando il concetto di tutela del rischio di<br />

estinzione ad azioni ti tipo preventivo. Può infatti risultare più efficace e meno costoso intervenire su<br />

razze a limitata diffusione prima del loro ingresso nell’area del “pericolo”. Le misure agroambientali si<br />

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