Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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Razze autoctone di animali domestici e tutela<br />
della biodiversità<br />
La CBD Convenzione sulla tutela della biodiversità Rio de Janeiro 1992. La Ue riconosce nella tutela<br />
della biodiversità come elemento fondamentale della politica di Sviluppo e valorizzazione rurale che, a<br />
sua volta, rappresenta un pilastro della politica di Coesione sociale ed economica (Art. 130/A del<br />
trattato di Maastricht)<br />
1992 stabilisce che ogni stato in quanto soggetto giuridico in grado di assumersi gli impegni previsti<br />
dalla Convenzione è titolare di un diritto/dovere nei confronti delle risorse genetiche presenti nel<br />
territorio sul quale si estende la propria sovranità. Ogni stato è pertanto obbligato a conservare le<br />
proprie risorse genetiche<br />
I motivi che inducono a conservare la biodiversità nell’ambito delle specie animali di interesse<br />
zootecnico sono riconducibili all’esigenza di mantenere l’adattabilità della specie, una “plasticità”<br />
genetica che assicuri la capacità della specie di continuare ad essere utile per le esigenze umane anche di<br />
fronte a nuove e imprevedibili circostanze ambientali e sociali. La tutela della biodiversità lungi dal<br />
costituire un “vezzo” rappresenta un elemento essenziale per garantire il mantenimento delle condizioni<br />
che consentano alle produzioni animali di svolgere il loro ruolo. L’applicazione dei criteri della<br />
“rivoluzione industriale” all’agricoltura ha comportato una sostanziale modifica del ruolo svolto<br />
dall’epoca neolitica in poi dai processi agricoli. Anche l’agricoltura oggi contribuisce alla dilapidazione di<br />
risorse non rinnovabili e ad un inquinamento dell’ambiente che supera le capacità di autoregolazione<br />
dei cicli geo-chimici e biologici (vedi aumento di CO2). Tra le risorse che l’agricultura industrializzata<br />
sta dilapidando vi sono anche quelle genetiche. Tali risorse risultato della differenziazione delle culture<br />
agricole sotto la spinta della colonizzazione da parte della nostra specie dei più disparati ambienti<br />
terrestri si sono accumulate nel corso della lunga storia della simbiosi tra l’uomo e le specie via via<br />
entrate nell’orbita dei rapporti di domesticazione.<br />
Nel mondo sono attualmente presenti 40 specie di animali domestici di interesse agricolo; di queste,<br />
però, un numero limitato (14) fornisce il 90% della produzione zootecnica mondiale.<br />
Affrontando il tema della biodiversità animale è fondamentale rendersi conto del fatto che la diversità<br />
genetica è il risultato di un lento accumulo di questa risorsa nel corso di migliaia di anni e durante il<br />
periodo pre-industriale dello sviluppo delle società umane. Questa risorsa, però, può essere dilapidata in<br />
modo estremamente rapido. La drammaticità di questo fenomeno è evidenziata dalle seguenti dati: Il<br />
30% delle razze di animali domestiche rischia l’estinzione, 6 razze vengono definitivamente perdute<br />
ogni mese. Solo in Europa, dove le condizioni generali di una società “avanzata” dovrebbero consentire<br />
azioni di salvaguardia della biodiversità, su 1.500 razze monitorate, 200 razze sono a rischio immediato<br />
di estinzione mentre altre 600 potrebbero trovarsi a rischio di estinzione entro vent’anni (). Nel citato<br />
documento della Fao “The case for conserving farm and related animals” si afferma “...tra non molto<br />
gli animali domestici, dopo migliaia di generazioni ottenute con accoppiamenti controllati, avranno<br />
bisogno del germoplasma delle razze selezionate a garanzia del proseguimento della specie. Infatti si<br />
prevede che nel futuro le razze cosmopolite arriveranno ad un livello di omozigosi tale da<br />
comprometterne la sopravvivenza stessa”.<br />
A questa considerazione, valida sul strettamente biologico, se ne possono aggiungere altre che tengono<br />
conto anche dei crescenti vincoli di tipo normativo ed economico cui dovranno confrontarsi le<br />
produzioni zootecniche intensive nel futuro. L’esigenza di ricondurre all’interno di logiche sostenibili<br />
l’attività zootecnica e l’aggravarsi delle conseguenze della riduzione delle riserve di energia fossile ed<br />
delle stesse riserve idriche nonché dell’aumento delle emissioni nell’atmosfera e all’inquinamento da<br />
sostanze di sintesi condurrà ad una modificazione dei rapporti di competitività tra le produzioni animali<br />
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