Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini
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La difesa dal caldo è attuata attraverso meccanismi a volte speculari a quelli utilizzati per resistere al<br />
freddo (vasodilatazione superficiale, riduzione dell’ingestione di alimento, decubito, riduzione<br />
dell’attività muscolare). I meccanismi specifici con i quali gli animali cercano di aumentare la perdita di<br />
calore in condizioni di elevate temperature consistomo nei mezzi evaporativi. Gli animali provvisti di<br />
abbondanti ghiandole sudoripare si affidano al sudore ( continuo o discontinuo) mentre gli altri devono<br />
affidarsi ad un aumento della respirazione (è tipico il caso del cane).<br />
Uno degli aspetti che devono essere considerati attentamente nell’ambito dei sistemi di produzione<br />
animali estensivi consiste nella diversa capacità di adattamento ai rigori climatici in funzione dello stadio<br />
fisiologico e di sviluppo degli animali. I neonati e gli animali nelle prime fasi di sviluppo sono<br />
particolarmente vulnerabili sia per la ridotta massa corporea rispetto all’adulto che per la mancanza di<br />
riserve adipose e di altri mezzi di difesa. La temperatura critica negli ovini è di 32-37 °C nel neonato e<br />
scende a 22-26 dopo 24-36h. Queste considerazioni inducono a considerare quale importanza rivesta,<br />
nell’ambito dei sistemi estensivi di produzione zootecnica e nei sistemi <strong>pastorali</strong>, la stagionalità dei parti<br />
che rappresenta un elemento cruciale del sistema dovendo tenere conto oltre che dei fattori climatici<br />
anche della disponibilità alimentare, del mercato ecc.<br />
Le diverse specie animali e, al loro interno, le razze e le popolazioni ecologiche, presentano una grande<br />
varietà di forme di adattamento al clima.<br />
I ruminanti, grazie alla grande quantità di calore prodotta con le fermentazioni sono in grado, a parità di<br />
altre condizioni, di proteggersi meglio dal freddo dei monogastrici. Anche nell’ambito dei ruminanti,<br />
però, il rapporto tra la massa corporea e il volume dei prestomaci può variare. Il bovino che, oltre alla<br />
notevole massa corporea presenta anche un elevato volume ruminale relativo è senza dubbio più<br />
resistente al freddo di una capra. Nell’ambito dei piccoli ruminanti l’ovino appare maggiormente in<br />
grado di adattaresi al clima rigido in ragione del vello lanoso che lo protegge ma anche della<br />
distribuzione dei depositi adiposi che, in questa specie, sono prevalentemente sottocutanei mentre nel<br />
caprino si localizzano di preferenza nella cavità addominale. Nell’ambito degli ovini è interessante<br />
l’adattamento al clima delle così dette razza “a coda grassa” presenti nel bacino mediterraneo. La<br />
necessità di superare periodi di siccità con scarsa disponibilità alimentare ha determinato in queste razze<br />
la localizzazione dei depositi adiposi nella coda. Differenze morfologiche molto evidenti tra le razze<br />
adattate ai climi freddi e quelli caldi si possono osservare anche nel caso dello sviluppo del padiglione<br />
auricolare che, attraverso la forte vascolarizzazione superficiale consente una forte dispersione di calore<br />
nei climi caldi, e, sopratutto nelle fibre prodotte dai bulbi piliferi dell’epidermide. Nell’ovino si possono<br />
osservare razze tropicali e subtropicali prive dei vello lanoso coperte da pelo corto e rado, razze a vello<br />
lungo e aperto che presentano una buona capacità di sgrondo dell’acqua meteorica (anche grazie alla<br />
presenza della lanolina che svolge azione idrorepellente) ma che resistono male al forte vento e razze a<br />
vello chiuso (tra cui le pregiate Merinos) che resistono bene al freddo e al vento ma non alla pioggia che<br />
tende ad inzuppare il vello e a determinare forti perdite di calore per l’evaporazione a contatto della<br />
superficie corporea. Questi ultimi esempi indicano come ler azze di animali domestici si siano<br />
specializzate per colonizzare vari tipi di ambienti che differiscono, dal punto di vista climatico, non<br />
solo per quanto riguarda la temperatura, ma anche la piovosità e la ventosità<br />
La differente capacità da parte di alcune razze di sopportare i rigori climatici spiega perché nel contesto<br />
di sistemi di allevamento estensivi le razze meno produttive, sviluppatisi in ambienti caratterizzati dal<br />
clima rigido (montagne, altipiani) risultino spesso maggiormente in grado di fornire risultati produttivi<br />
ed economici superiori a quelli delle razze selezionate per conseguire livelli produttivi elevati in<br />
condizioni di ambientali (nel senso zootecnico) ottimali.<br />
Uno degli aspetti più evidenti del rapporto tra meccanismi di adattamento climatico e produttività dei<br />
sistemi di produzione animali estensivi è legato alle perdite per neomortalità che si verificano nei sistemi<br />
di produzione di ovina e che condizionano il risultato economico dell’allevamento. Si tratta di un<br />
problema che interessa i sistemi di produzione ovina della Highland scozzesi ma anche i sistemi<br />
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