08.06.2013 Views

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

La difesa dal caldo è attuata attraverso meccanismi a volte speculari a quelli utilizzati per resistere al<br />

freddo (vasodilatazione superficiale, riduzione dell’ingestione di alimento, decubito, riduzione<br />

dell’attività muscolare). I meccanismi specifici con i quali gli animali cercano di aumentare la perdita di<br />

calore in condizioni di elevate temperature consistomo nei mezzi evaporativi. Gli animali provvisti di<br />

abbondanti ghiandole sudoripare si affidano al sudore ( continuo o discontinuo) mentre gli altri devono<br />

affidarsi ad un aumento della respirazione (è tipico il caso del cane).<br />

Uno degli aspetti che devono essere considerati attentamente nell’ambito dei sistemi di produzione<br />

animali estensivi consiste nella diversa capacità di adattamento ai rigori climatici in funzione dello stadio<br />

fisiologico e di sviluppo degli animali. I neonati e gli animali nelle prime fasi di sviluppo sono<br />

particolarmente vulnerabili sia per la ridotta massa corporea rispetto all’adulto che per la mancanza di<br />

riserve adipose e di altri mezzi di difesa. La temperatura critica negli ovini è di 32-37 °C nel neonato e<br />

scende a 22-26 dopo 24-36h. Queste considerazioni inducono a considerare quale importanza rivesta,<br />

nell’ambito dei sistemi estensivi di produzione zootecnica e nei sistemi <strong>pastorali</strong>, la stagionalità dei parti<br />

che rappresenta un elemento cruciale del sistema dovendo tenere conto oltre che dei fattori climatici<br />

anche della disponibilità alimentare, del mercato ecc.<br />

Le diverse specie animali e, al loro interno, le razze e le popolazioni ecologiche, presentano una grande<br />

varietà di forme di adattamento al clima.<br />

I ruminanti, grazie alla grande quantità di calore prodotta con le fermentazioni sono in grado, a parità di<br />

altre condizioni, di proteggersi meglio dal freddo dei monogastrici. Anche nell’ambito dei ruminanti,<br />

però, il rapporto tra la massa corporea e il volume dei prestomaci può variare. Il bovino che, oltre alla<br />

notevole massa corporea presenta anche un elevato volume ruminale relativo è senza dubbio più<br />

resistente al freddo di una capra. Nell’ambito dei piccoli ruminanti l’ovino appare maggiormente in<br />

grado di adattaresi al clima rigido in ragione del vello lanoso che lo protegge ma anche della<br />

distribuzione dei depositi adiposi che, in questa specie, sono prevalentemente sottocutanei mentre nel<br />

caprino si localizzano di preferenza nella cavità addominale. Nell’ambito degli ovini è interessante<br />

l’adattamento al clima delle così dette razza “a coda grassa” presenti nel bacino mediterraneo. La<br />

necessità di superare periodi di siccità con scarsa disponibilità alimentare ha determinato in queste razze<br />

la localizzazione dei depositi adiposi nella coda. Differenze morfologiche molto evidenti tra le razze<br />

adattate ai climi freddi e quelli caldi si possono osservare anche nel caso dello sviluppo del padiglione<br />

auricolare che, attraverso la forte vascolarizzazione superficiale consente una forte dispersione di calore<br />

nei climi caldi, e, sopratutto nelle fibre prodotte dai bulbi piliferi dell’epidermide. Nell’ovino si possono<br />

osservare razze tropicali e subtropicali prive dei vello lanoso coperte da pelo corto e rado, razze a vello<br />

lungo e aperto che presentano una buona capacità di sgrondo dell’acqua meteorica (anche grazie alla<br />

presenza della lanolina che svolge azione idrorepellente) ma che resistono male al forte vento e razze a<br />

vello chiuso (tra cui le pregiate Merinos) che resistono bene al freddo e al vento ma non alla pioggia che<br />

tende ad inzuppare il vello e a determinare forti perdite di calore per l’evaporazione a contatto della<br />

superficie corporea. Questi ultimi esempi indicano come ler azze di animali domestici si siano<br />

specializzate per colonizzare vari tipi di ambienti che differiscono, dal punto di vista climatico, non<br />

solo per quanto riguarda la temperatura, ma anche la piovosità e la ventosità<br />

La differente capacità da parte di alcune razze di sopportare i rigori climatici spiega perché nel contesto<br />

di sistemi di allevamento estensivi le razze meno produttive, sviluppatisi in ambienti caratterizzati dal<br />

clima rigido (montagne, altipiani) risultino spesso maggiormente in grado di fornire risultati produttivi<br />

ed economici superiori a quelli delle razze selezionate per conseguire livelli produttivi elevati in<br />

condizioni di ambientali (nel senso zootecnico) ottimali.<br />

Uno degli aspetti più evidenti del rapporto tra meccanismi di adattamento climatico e produttività dei<br />

sistemi di produzione animali estensivi è legato alle perdite per neomortalità che si verificano nei sistemi<br />

di produzione di ovina e che condizionano il risultato economico dell’allevamento. Si tratta di un<br />

problema che interessa i sistemi di produzione ovina della Highland scozzesi ma anche i sistemi<br />

149

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!