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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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Elementi di bioclimatologia<br />

Nei sistemi di produzione zootecnica estensivi e <strong>pastorali</strong> il clima esercita una influenza determinante<br />

sulle condizioni fisiologiche e nutrizionali degli animali e quindi sulle loro performance produttive e<br />

riproduttive. In alcune specie di animali domestici la durata del periodo di illuminazione diurna<br />

condiziona in modo sensibile la riproduzione nello stesso modo degli animali selvatici. Bovino ed<br />

equino presentano entrambi una gravidanza lunga e per poter partorire nel momento dell’anno<br />

favorevole (primavera) doveono riprodursi nel periodo privaverile-estivo; sono specie pertanto in cui la<br />

riproduzione è stimolata dall’allungamento del fotoperiodo (giorni lunghi); delle due, però solo l’equino<br />

è condizionato in modo evidente dalla stagione dal momento che dall’estate cessa la produzione di<br />

spermatozoi e l’ovulazione mentre nel bovino il condizionamento della stagione è quasi del tutto<br />

scomparso. Ovini e caprini e suini sono invece specie a “giorni corti” anche se nei suini e in alcune<br />

razze di ovini questa caratteristica si è in larga misura attenuata. Nelle diverse specie domestiche<br />

l’adattamento delle razze ai diversi ambienti ha modificato le caratteristiche delle diverse razze.<br />

Mentre le capre tranne all’equatore presentano sempre una riproduzione in condizioni di accorciamento<br />

della durata della luce, gli ovini, che hanno più profondamente subito una differenziazione genetica<br />

sotto l’influsso della domesticazione, presentano situazioni molto differenziate. Nel Nord Europa le<br />

razze ovine presentano un estro stagionale autunnale come le capre, ma già nell’ambito del<br />

Mediterraneo (comprese le Alpi) e gli altri massicci montagnosi dell’europa centro-meridionale, molte<br />

pecore presentano un estro primaverile che determina una doppia stagione riproduttiva e di parto con<br />

“code” che in alcune razze e in grossi greggi (come è il caso della pecora Bergamasca) consentono di<br />

avere nascite distribuite lungo quasi tutto l’anno (pur se con punte autunnali e primaverili). Rispetto agli<br />

altri fattori (stimolazione delle presenza di individui dell’altro sesso, condizioni nutrizionali) il fattore<br />

fotoperiodo ha una importanza prelalente seguito per importanza dalla temperatura dell’aria.<br />

Tabella. Durata dell’anaestro nelle diverse razze ovine o caprine del mondo (da Chemineau)<br />

Zona specie/razza durata dell’anestro<br />

Europa del Nord<br />

Bacino del<br />

Mediterraneo<br />

Trapico<br />

(giorni)<br />

fonte<br />

Mountain Blackface 226 Hafez, 1952<br />

Border Leicester 234<br />

Welsh Mountain 232<br />

Ile-de-France 215 Thimonier y Mauléon, 1969<br />

Cubras Alpinas 259 Chemineau et al., 1992a<br />

Préalpes du Sud 131 Thimonier y Mauléon, 1969<br />

Rasa Aragonesa 91 Abecia, 1992<br />

Chios 101 Avdi et al., 1988<br />

Barbarina 123 Khaldi, 1984<br />

Tadmit 51 Ammar-Khodja y Brudieux, 1982<br />

Criolla de Martinica<br />

Barbados<br />

0 Mahieu et al., 1989<br />

Come in tutti i mammiferi l’impulso luminoso è percepito dalla retina; attraverso la connessione<br />

nervosa retino-ipotalamica l’informazione è trasmessa ai nuclei soprachiasmatici e paraventricolari<br />

dell’ipotalamo prima di passare per il ganglio cervicale superiore e di qui all’ipofisi. L’ipofisi<br />

sintetizza e secerne nel circolo sanguigno la melatonina, ma solamente durante la notte. E’<br />

probabile che attraverso la durata di questa secrezione gli animali siano in grado di percepire la<br />

durata della notte e, di conseguenza, del periodo luminoso. La melatonina modifica la retroazione<br />

negativa degli estrogeni sull’attività neuroendocrina (Karsch et al., 1984)<br />

La melatonina agisce probabilmente sulla porzione medio-basale dell’ ipotalamo. E’ probabile che<br />

esitano dei sistemi neuronali intermediari (como quelli della dopamina, noradrenalina o serotonina)<br />

tra la melatonina e i neuroni che producono LH-RH (Malpaux et al., 1993). Come noto il LH-RH<br />

(ormone stimolante la produzione dell’LH) agisce sull’ipofisi che oltre a LH produce FSH.<br />

Entrambi gli ormoni agiscono sulle gonadi (testicolo e ovario) che a loro volta aumentano la<br />

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