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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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economiche. Il prezzo è relativamente basso in ragione dell’importazione da paesi con costi di<br />

produzione molto contenuti. Esso non è mai stato oggetto di sostegno dal momento che i paesi del<br />

Mec prima e della CE dopo erano fortemente deficitari e non vi era un consistente allevamento<br />

interno da difendere. L’unico prodotto che ha uno spazio di mercato è il puledro da latte (da non<br />

confondere con il puledro che può avere fino a due anni di età). Il lattone è svezzato a sei mesi<br />

sfruttando la buona attitudine materna delle fattrici (che possono produrre sino a 15 l di latte al<br />

giorno). Dal momento che nell’equino la stagione di monta è limitata alla primavera il puledro e la<br />

madre sfruttano in genere i pascoli estivi e il pulendro è venduto in quando la stagione di pascolo<br />

finisc. L’allevamento del puledro può essere conveniente solo dove si dispone di abbondante<br />

pascolo per un lungo periodo dell’anno; in tal caso esso può usufruire di una seconda stagione di<br />

pascolo estivo ed è venduto al secondo autunno. Il pascolo brado è praticato nell’Appennino dove i<br />

cavalli possono restare a lungo sui pascoli sfruttando anche zone collinari e di bassa montagna oltre<br />

ai pascoli più alti in estate. L’allevamento brado del cavallo consente di ridurre i costi e di ottenere<br />

un’elevata fertilità mantenendo lo stallone nel periodo primaverile con le giumente. Laddove,<br />

invece, le cavalle sono poche e devono essere portate ad una stazione di monta (o fecondate<br />

artificialmente a domicilio) la fertilità è sempre molto bassa (circa 50%) a causa del lungo periodo<br />

estrale e della difficoltà di individuare il momento favorevole per l’accoppiamento. Nelle Alpi la<br />

disponibilità di pascoli in quota non più utilizzati da altro bestiame consente di praticare per una<br />

parte dell’anno un allevamento semibrado del cavallo anche se non risolve il problema<br />

dell’alimentazione invernale; il cavallo a parità di peso vivo consuma sensibilmente più foraggio<br />

dei ruminanti a causa di un utilizzo meno efficiente della cellulosa. Se alla produzione del puledro<br />

da latte si aggiungono altre utilità (trasporti, lavori agricoli, agriturismo) il cavallo può però ancora<br />

oggi trovare una sua collocazione nell’azienda agricola di montagna. La razza equinba più utilizzata<br />

in Italia sia nelle Alpi che sugli Appennini è la razza Haflinger originaria di una località nei pressi<br />

di Merano (Bz).<br />

Attualmente le macellazioni di asini sono in crescita a causa dell’aumento della presenza di questa<br />

specie grazie alle importazioni da paesi dell’Est e dalla Spagna di soggetti a basso costo che<br />

rispondono alle esigenze di allevatori amatoriali o comunque accessori interessati a un uso<br />

“multifunzionale” dell’asino (mantenimento di superfici erbacee e limitata produzione di carne). Gli<br />

allevamenti professionali puntano, invece, oltre che sulla carne, anche sulla vendita delle fattrici. La<br />

ripresa dell’allevamento asinino –entrato in crisi alcuni decenni orsono per la sparizione delle<br />

piccole aziende contadine che lo utilizzavano per i trasporti e per la sua sostituzione con mezzi<br />

meccanici- è condizionata dal costo dell’alimentazione invernale. L’asino per quanto meno esigente<br />

del cavallo richiede anch’esso interventi di mascalcia, vaccinazioni e la disponibilità di superfici<br />

asciutte.<br />

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