Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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08.06.2013 Views

A B giorni 50 100 150 200 250 300 Figura – Curve di lattazione tipiche di vacche da latte ad alta produzione (A) e a duplice attitudine (B) sempre più in su il picco di lattazione grazie alla “spinta” ormonale 12 . Dal punto di vista nutrizionale e del management dell’allevamento la BLAP (la bovina ad alta produzione, nel gergo della zootecnia produttivista) richiede attenzioni particolari. Innanzitutto la densità energetica della razione deve essere molto elevata per compensare la ridotta ingestione, negli allevamenti convenzionali la quota di concentrato supera in questa fase il 50% della razione, ma questo rappresenta un vincolo massimo per gli allevamenti biologici che normalmente non possono utilizzare più del 40% di concentrati (sulla sostanza secca della razione) tranne, appunto nel primo mese di lattazione quando è consentito arrivare a 50. L’equilibrio tra tipi di fibra, tipi di amido, zuccheri, lipidi nella razione 13 diventa cruciale. Oltre a richiedere una notevole attenzione e competenza nutrizionistica l’alimentazione della BLAP è integrata da tutta una serie di additivi più o meno sofisticati proposti dall’industria (fonti di energia particolari quali glicole propilenico, propionato, lieviti, aminoacidi protetti, colture microbiche, integratori vitaminici, sali tampone, saponi e vari prodotti brevettati). Nonostante tutte le attenzioni prestate e la farmacia impiegata negli allevamenti le dismetabolie e i disturbi digestivi sono in agguato. Il periodo di transizione tra l’alimentazione dell’asciutta e quella di lattazione è estremamente delicato per le bovine ad altra produzione. Sono patologie condizionate dalla produzione elevata la chetosi, l’acidosi, la laminite, la dislocazione dell’abomaso, la sindrome della vacca grassa (vedi Approfondimento) Anche quando i disturbi metabolici e digestivi della BLAP non si presentano in forma clinica manifesta essi sono causa di perdite di produzione, cali di fertilità, maggior spese veterinarie e predispongono gli animali ad altri problemi sanitari. Le razze a duplice attitudine non presentano un picco di lattazione elevato (che richiede nella fase successiva al parto alimenti di particolare qualità, additivi e sistemi di allevamento in grado di consentire 12 La tecnica della somministrazione di rBGH o rBST (recombinant Bovine Growth Hormone) esogeno consiste nell’elevare ancora di più i livelli di questo ormone rispetto a quelli dell’ormone endogeno. Sono, però, molti altri gli ormoni implicati nella detrrminazione della secrezione lattea (ormoni tiroidei, prolattina, insulina ecc.). 13 anche l’aspetto proteico richiede attenzioni particolari perché le riserve corporee di proteina (muscoli, tessuto uterino in regressione dopo il parto) sono meno limitate di quelle lipidiche 14

una gestione e un controllo specifici degli animali in questa fase produttiva 14 ), ma sono anche meno suscettibili ai fattori di stress indotti da variazioni di tipo alimentare ed ambientale. Nelle razze non specializzate l’animale “protegge” maggiormente le proprie riserve corporee e reagisce con un calo di produzione ad una variazione ambientale laddove l’animale ad alta produzione continua a produrre attingendo prontamente alle sue riserve, ma esponendosi alle conseguenze di squilibri fisiologici e dello stress. In un contesto difficile la minor produttività dell’animale a duplice attitudine garantisce una produzione modesta ma sicura. Dal punto di vista della sostenibilità dei sistemi zootecnici nella loro dimensione territoriale va anche sottolineato che essi si integrano ai sistemi foraggeri e pascolivi locali e presentano un’intrinseca flessibiltà essendo in grado (attraverso l’attribuzione di una diversa importanza relativa alle due produzioni:latte e carne) di adattarsi alle fluttuazioni e alla stagionalità del mercato, alle variazioni di condizioni meteoclimatiche, alle esigenze aziendali (specie in relazione alle variazioni di disponibilità di lavoro famigliere e alle esigenze di altre attività aziendali). Il minor investimento in strutture e impianti, la minore rigidità organizzativa, la minore esigenza di competenze specialistiche rendono l’allevamento di animali a duplice attitudine alla portata di aziende di dimensioni contenute e pluriattive favorendo la presenza di una maglia aziendale in grado di contribuire al presidio e alla manutenzione territoriale delle aree svantaggiate e di contribuire alla vitalità economica e sociale dei piccoli centri rurali. La confusione che regna attualmente negli allevamenti di montagna: gli allevatori sono lasciati a se stessi perché i consigli e le indicazioni “tecniche” hanno troppo spesso sotteso interessi commerciali. Nella stessa mandria vi sono Red Holstein, Brown Swiss, Pezzate Rosse e incroci tra le diverse razze. Si tratta di tipi molto diversi tra loro la cui gestione in un’ìunica mandria non può determinare problemi Riassumiamo di seguito i vantaggi di un sistema di allevamento basato su bovini a duplice attitudine: • strutture più economiche; • meno attrezzature e impianti tecnologici • maggiore autosufficienza foraggere • maggiore impiego del pascolo 14 possibile dove la mandria può essere suddivisa facilmente in gruppi, dove si utilizzano sistemi elettronici di somministrazione di mangimi, dove la produzione individuale è monitorata attraverso un sistema di controllo informatizzato ecc.) 15

A<br />

B<br />

giorni 50 100 150 200 250 300<br />

Figura – Curve di lattazione tipiche di vacche da latte ad alta produzione (A) e a duplice attitudine (B)<br />

sempre più in su il picco di lattazione grazie alla “spinta” ormonale 12 . Dal punto di vista nutrizionale e<br />

del management dell’allevamento la BLAP (la bovina ad alta produzione, nel gergo della zootecnia<br />

produttivista) richiede attenzioni particolari. Innanzitutto la densità energetica della razione deve essere<br />

molto elevata per compensare la ridotta ingestione, negli allevamenti convenzionali la quota di<br />

concentrato supera in questa fase il 50% della razione, ma questo rappresenta un vincolo massimo per<br />

gli allevamenti biologici che normalmente non possono utilizzare più del 40% di concentrati (sulla<br />

sostanza secca della razione) tranne, appunto nel primo mese di lattazione quando è consentito arrivare<br />

a 50. L’equilibrio tra tipi di fibra, tipi di amido, zuccheri, lipidi nella razione 13 diventa cruciale. Oltre a<br />

richiedere una notevole attenzione e competenza nutrizionistica l’alimentazione della BLAP è integrata<br />

da tutta una serie di additivi più o meno sofisticati proposti dall’industria (fonti di energia particolari<br />

quali glicole propilenico, propionato, lieviti, aminoacidi protetti, colture microbiche, integratori<br />

vitaminici, sali tampone, saponi e vari prodotti brevettati). Nonostante tutte le attenzioni prestate e la<br />

farmacia impiegata negli allevamenti le dismetabolie e i disturbi digestivi sono in agguato. Il periodo di<br />

transizione tra l’alimentazione dell’asciutta e quella di lattazione è estremamente delicato per le bovine<br />

ad altra produzione. Sono patologie condizionate dalla produzione elevata la chetosi, l’acidosi, la<br />

laminite, la dislocazione dell’abomaso, la sindrome della vacca grassa (vedi Approfondimento)<br />

Anche quando i disturbi metabolici e digestivi della BLAP non si presentano in forma clinica manifesta<br />

essi sono causa di perdite di produzione, cali di fertilità, maggior spese veterinarie e predispongono gli<br />

animali ad altri problemi sanitari.<br />

Le razze a duplice attitudine non presentano un picco di lattazione elevato (che richiede nella fase<br />

successiva al parto alimenti di particolare qualità, additivi e sistemi di allevamento in grado di consentire<br />

12 La tecnica della somministrazione di rBGH o rBST (recombinant Bovine Growth Hormone) esogeno consiste<br />

nell’elevare ancora di più i livelli di questo ormone rispetto a quelli dell’ormone endogeno. Sono, però, molti altri<br />

gli ormoni implicati nella detrrminazione della secrezione lattea (ormoni tiroidei, prolattina, insulina ecc.).<br />

13 anche l’aspetto proteico richiede attenzioni particolari perché le riserve corporee di proteina (muscoli, tessuto uterino<br />

in regressione dopo il parto) sono meno limitate di quelle lipidiche<br />

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