Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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08.06.2013 Views

OVINI Macellazioni in Italia nel 2002 Categoria Capi t p.v. p.v. medio resa t p.m. Agnelli 5.021.601 62.758 13 58,1 36.479 Agnelloni 699.338 17.219 25 52,0 8.960 Castrati 9.147 435 48 53,0 231 Pecore 608.438 25.630 42 48,7 1 2.473 Arieti 9.029 491 54 51,0 251 Totale 6.347.553 106.533 17 54,8 58.394 Gregge composto da tipi locali, Bergamasca e derivati, Suffolk e derivati; il limite di molti sistemi di produzione ovina in montagna è dato dalla difficoltà di valorizzare un prodotto allevato al pascolo per un’intera stagione d’alpeggio (agnello pesante) e non solo l’agnello da latte La produzione principale dell’allevamento ovino in Italia è rappresentata dal latte. Gli agnelli delle razze da latte non si prestano all’ingrasso e vengono macellati precocemente. La produzione di agnelloni è limitata alle razze da carne e agli incroci tra razze da latte e da carne. Tra le razze da latte la più importante è la Sarda diffusa in buona parte d’Italia seguita dalla Comisana (di origine siciliana ma con presenza anche al Centro Italia). Al Nord la produzione di latte ovino è limitata al Piemonte dove troviamo la pecora delle Langhe e la Frabosana-Roaschina. La Sarda si è diffusa anche al Nord (allevata quasi sempre da pastori sardi), nell’Appennino emiliano e ligure e persino nelle montagne venete e friulane. Le razze da carne specializzate in Italia sono la Bergamasca- Biellese, la Fabrianese (derivata dalla Bergamasca mediante incrocio con popolazioni appenniniche), l’Appenninica (derivata da varie popolazioni merinizzate e influenzata dalla Bergamasca). La Merinizzata italiana (Gentile di Puglia) in seguito alla perdita di valore della lana merinizzata europea a fronte del basso prezzo della lana australiana di migliore qualità e anch’essa come altre razze merinizzate divenuta razza da carne. Anche altre razze minori al Nord e al Sud sono divenute razze da carne. La Bergamasca grazie al sistema di allevamento transumante e alla riduzione dei costi di alimentazione che ne consegue è utilizzata per produrre prodotti tardivi (agnelloni pesanti e castrati) che in altri contesti di allevamento non trovano condizioni di 134

economicità a fronte del costo elevato dell’alimentazione invernale a base di foraggi conservati e alla concorrenza dei prodotti di origine extracomunitaria (Nuova Zelanda). Sistemi produzione carne ovina in Italia Kg p.v. Sistema allevamento razze Agnello da latte leggero 8-10 Aziende da latte Sarda ecc. Agnello da latte pesante 10-15 Aziende accessorie Razze locali non Agnello pesante 25-30 Allevamenti di diverso tipo (importante commerciale) sbocco Agnellone 30-40 Allevamenti stanziali specializzati e transumanti specializzate Castrati 50-70 Allevamenti transumanti Bergamasca Razze locali, razze da carne, incroci Razze specializzate italiane ed estere ed incroci La storia dell’allevamento ovino rappresenta un indicatore sensibile del rapporto tra attività zootecniche-pastorali e trasformazioni socio-economiche complessive. La pecora che già nell’antichità era alla base di un allevamento commerciale destinato alla produzione industriale di prodotti del lanificio nell’Alto Medio Evo assunse principalmente importanza per la produzione di latticini. Fino al XV secolo l’allevamento bovino da latte era scarsamente diffuso nella stessa pianura padana (nonostante già si producesse formaggio grana) e il formaggio più consumato era ancora quello pecorino. Dal XII secolo, però, la lana era tornata ad essere la ragione principale dell’allevamento ovino che fu alla base dello sviluppo dei grandi centri lanieri pedemontani (Biella, Borgosesia, Bergamo, Valdagno). In seguito, nonostante la crescente importanza dell’importazione di lane dall’estero il valore della lana restò sempre elevato mentre la produzione di latte ovino restava circoscritta all’autoconsumo o a zone limitate (Alta Langa, Alpi Marittime). Con l’affermazione del Mercato Comune Europeo negli anni ‘50 mentre alcuni prodotti agricoli e zootecnici strategici divenivano oggetto di una politica rigidamente protezionista la lana, che rappresentava la materia prima di un settore importante dell’industria europea, venne classificata un prodotto industriale e venne liberalizzata la sua importazione dai paesi extraeuropei produttori. In consegenza di questa opzione politica il valore delle lane europee crollò e l’allevamento ovino già indirizzato alla produzione laniera dovette indirizzarsi verso la produzione di carne peraltro sostenuta (ancor oggi) da misure di sostegno che rappresentano una non trascurabile integrazione di reddito per chi esercita l’allevamento ovino da carne secondo moduli estensivi. L’allevamento ovino da carne si adatta meglio di quello bovino a differenti condizioni ambientali e climatiche trova condizioni idonee in ampi spazi territoriali della montagna alpina e appenninica. Oltre ai sistemi transumanti, di cui si è già trattato, sono diffusi nell’ambito della montagna alpina e prealpina dei sistemi di allevamento stanziale caratterizzati dalla ridotta dimensione dei greggi (10- 30 capi) e dal carattere part-time. A volte gli allevatori di ovini da carne praticano questo allevamento come secondario rispetto a quello bovino o caprino (le pecore da carne utilizzano il fieno scartato dalle vacche da latte e, sopratutto, dalla capre da latte che sono in grado di operare una forte selezione anche sul foraggio, fresco o conservato, somministrato in mangiatoia). Altre volte gli allevatori di ovini sono pensionati o esercitano attività extra-agricole. L’aumento del numero di ovini negli ultimi anni nella montagna alpina e prealpina è legato ai seguenti fattori • utilizzo di rustici già adibiti a ricovero per le vacche da latte in seguito all’abbandono di questo allevamento, dal punto di vista dei costi questi fabbricati richiedono ridotte manutenzioni mentre il costo d’ammortamento è già azzerato; • utilizzo di superfici proprie o di altri proprietari nei “maggenghi” non più utilizzati per lo sfalcio e il pascolo bovino che rappresentano una risorsa foraggera gratuita e che, in caso di mancato 135

OVINI Macellazioni in Italia nel 2002<br />

Categoria Capi t p.v. p.v. medio resa t p.m.<br />

Agnelli 5.021.601 62.758 13 58,1 36.479<br />

Agnelloni 699.338 17.219 25 52,0 8.960<br />

Castrati 9.147 435 48 53,0 231<br />

Pecore 608.438 25.630 42 48,7 1 2.473<br />

Arieti 9.029 491 54 51,0 251<br />

Totale 6.347.553 106.533 17 54,8 58.394<br />

Gregge composto da tipi locali, Bergamasca e derivati, Suffolk e derivati; il limite di molti sistemi<br />

di produzione ovina in montagna è dato dalla difficoltà di valorizzare un prodotto allevato al<br />

pascolo per un’intera stagione d’alpeggio (agnello pesante) e non solo l’agnello da latte<br />

La produzione principale dell’allevamento ovino in Italia è rappresentata dal latte. Gli agnelli delle<br />

razze da latte non si prestano all’ingrasso e vengono macellati precocemente. La produzione di<br />

agnelloni è limitata alle razze da carne e agli incroci tra razze da latte e da carne. Tra le razze da<br />

latte la più importante è la Sarda diffusa in buona parte d’Italia seguita dalla Comisana (di origine<br />

siciliana ma con presenza anche al Centro Italia). Al Nord la produzione di latte ovino è limitata al<br />

Piemonte dove troviamo la pecora delle Langhe e la Frabosana-Roaschina. La Sarda si è diffusa<br />

anche al Nord (allevata quasi sempre da pastori sardi), nell’Appennino emiliano e ligure e persino<br />

nelle montagne venete e friulane. Le razze da carne specializzate in Italia sono la Bergamasca-<br />

Biellese, la Fabrianese (derivata dalla Bergamasca mediante incrocio con popolazioni<br />

appenniniche), l’Appenninica (derivata da varie popolazioni merinizzate e influenzata dalla<br />

Bergamasca). La Merinizzata italiana (Gentile di Puglia) in seguito alla perdita di valore della lana<br />

merinizzata europea a fronte del basso prezzo della lana australiana di migliore qualità e anch’essa<br />

come altre razze merinizzate divenuta razza da carne. Anche altre razze minori al Nord e al Sud<br />

sono divenute razze da carne. La Bergamasca grazie al sistema di allevamento transumante e alla<br />

riduzione dei costi di alimentazione che ne consegue è utilizzata per produrre prodotti tardivi<br />

(agnelloni pesanti e castrati) che in altri contesti di allevamento non trovano condizioni di<br />

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