Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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08.06.2013 Views

Tabella Distribuzione per habitat delle specie di uccelli dell’Europa occidentale in funzione dei siti di nidificazione e alimentazione (numero di specie) Habitat Nidificazione Alimentazione Suolo nudo 18 40 Cotico basso 62 57 Cotico alto (con o senza 81 47 cespugli) Cespugli 20 12 Foresta 76 30 da: S.E. Van Wieren, 1998 Come si osserva nella Tabella riportata la maggior parte delle specie di uccelli predilige le superfici a cotico alto per la nidificazione ma per le risorse trofiche la maggior parte dipende dagli spazi aperti caratterizzati dalle praterie a cotico basso. La diversità è avvertibile, al di là degli studi fitosociologici e zoologici anche attraverso elementi che possono essere colti anche dal turista. La presenza di diversi cromatismi nella copertura verde, i colori dei fiori e i voli delle farfalle sono aspetti di una qualità estetica cui corrisponde una grande biodiversità. Laddove in un prato sottoposto a concimazioni minerali, lavorazioni meccaniche, periodica risemina , le essenze erbacee sicontano sulle dita di una mano in un pascolo utilizzato in modo estensivo ma consentendo agli animali di “tenere testa” allo sviluppo vegetativo e di “restituire equamente” le sostanze nutritive con le deiezioni, in modo in pochi metri quadrati si contano decine e decine di essenze erbacee diverse. 128

La produzione di carne nei sistemi estensivi Sistemi di produzione di carne estensivi La produzione di carne nell’ambito dei zootecnici estensivi è stettamente legata alla disponibilità di abbondanti risorse pascolive in grado si far fronte alle esigenze alimentari degli animali per un lungo periodo dell’anno. Va innanzitutto premesso che un allevamento estensivo specializzato per la produzione della carne rappresenta un elemento estraneo ai sistemi agropastorali tradizionali. In passato la produzione di carne bovina rappresentava un elemento secondario nel contesto di sistemi di allevamento in cui ai bovini si chiedevano in via principale prestazioni dinamiche (trasporti agricoli, lavorazioni), produzione di latte e, solo secondariamente, di carne. In più la carne bovina non era ottenuta in via principale da determinate categorie di animali destinati alla produzione di carne, ma dai buoi e dalle vacche a fine carriera. Anche l’allevamento ovino che oggi in Europa è indirizzato in gran parte alla produzione di carne (con l’eccezione di quei sistemi mediterranei specializzati nella produzione lattea) in passato vedeva l’interesse per la carne di gran lunga preceduto da quello della produzione di lana e di latte. Lo sviluppo degli attuali sistemi estensivi di produzione di carne bovina e ovina rappresenta un esito “moderno” di un processo di specializzazione di sistemi agricoli territoriali e zootecnici. Vaste estensioni di territori “marginali” dove le forme tradizionali “miste” di produzione agrozootecnica per l’autoconsumo o per il mercato locale sono entrate in crisi per la concorrenzialità con le produzioni delle aree ad agricoltura forte e per lo spopolamento sono state interessate da forme estensive di allevamento da carne bovino od ovino “specializzato”. Il presupposto per l’affermazione di tali forme di allevamento è legato alla disponibilità di vaste superfici a pascolo non suscettibili di altre utilizzazioni agrozootecniche o forestali economicamente convenienti (morfologia, clima, pedologia, accessibilità dei mercati). L’allevamento bovino da carne (linea vacca-vitello) Una delle condizioni principali che rendono economicamente conveniente la produzione estensiva di carne bovina è rappresentato da condizioni climatiche favorevoli alla lunga durata del periodo vegetativo delle essenze pascolive ed alla produttività di biomassa vegetale. Sono condizioni che si ritrovano dove il clima non conosce gli estremi di temperature determinati dalla continentalità e/o dall’orografia, dove la piovosità è distribuita nel corso dell’anno, la radiazione solare non eccessiva. In condizioni climatiche di questo tipo è possibile praticare un allevamento “outdoor” senza che gli animali (una volta che si sia scelta la razza idonea) richiedano, anche in corrispondenza del parto, ricoveri e cure particolari. Oltre agli aspetti climatici la possibilità di esercitare l’allevamento bovino da carne estensivo è legata anche alle caratteristiche pedologiche del terreno. La presenza di suoli argillosi, unita alla concentrazione delle piogge nel periodo autunnale, limita fortemente nelle zone appenniche la possibilità di mantenere al pascolo i bovini per un periodo sufficientemente lungo dell’anno. Sulla base di queste considerazioni è evidente che in Italia gli spazi per un allevamento del tutto estensivo su ampie superfici agro-silvo-pastorali siano estremamente limitati. Vi è, però, la possibilità laddove le condizioni economiche e tecnico-economiche lo consentano, di praticare forme di allevamento semi-confinato che giustifichino i costi sostenuti per il mantenimento delle fattrici a fronte dell’unico prodotto economico: il vitello. Tali condizioni sono date da: disponibilità per una considerevole parte dell’anno di superfici pascolive non destinabili ad altre utilizzazioni agricole o forestali (pascoli magri, cespugliati, sottobosco); 129

La produzione di carne nei sistemi estensivi<br />

<strong>Sistemi</strong> di produzione di carne estensivi<br />

La produzione di carne nell’ambito dei <strong>zootecnici</strong> estensivi è stettamente legata alla disponibilità di<br />

abbondanti risorse pascolive in grado si far fronte alle esigenze alimentari degli animali per un<br />

lungo periodo dell’anno. Va innanzitutto premesso che un allevamento estensivo specializzato per<br />

la produzione della carne rappresenta un elemento estraneo ai sistemi agro<strong>pastorali</strong> tradizionali. In<br />

passato la produzione di carne bovina rappresentava un elemento secondario nel contesto di sistemi<br />

di allevamento in cui ai bovini si chiedevano in via principale prestazioni dinamiche (trasporti<br />

agricoli, lavorazioni), produzione di latte e, solo secondariamente, di carne. In più la carne bovina<br />

non era ottenuta in via principale da determinate categorie di animali destinati alla produzione di<br />

carne, ma dai buoi e dalle vacche a fine carriera.<br />

Anche l’allevamento ovino che oggi in Europa è indirizzato in gran parte alla produzione di carne<br />

(con l’eccezione di quei sistemi mediterranei specializzati nella produzione lattea) in passato vedeva<br />

l’interesse per la carne di gran lunga preceduto da quello della produzione di lana e di latte. Lo<br />

sviluppo degli attuali sistemi estensivi di produzione di carne bovina e ovina rappresenta un esito<br />

“moderno” di un processo di specializzazione di sistemi agricoli territoriali e <strong>zootecnici</strong>. Vaste<br />

estensioni di territori “marginali” dove le forme tradizionali “miste” di produzione agrozootecnica<br />

per l’autoconsumo o per il mercato locale sono entrate in crisi per la concorrenzialità con le<br />

produzioni delle aree ad agricoltura forte e per lo spopolamento sono state interessate da forme<br />

estensive di allevamento da carne bovino od ovino “specializzato”.<br />

Il presupposto per l’affermazione di tali forme di allevamento è legato alla disponibilità di vaste<br />

superfici a pascolo non suscettibili di altre utilizzazioni agrozootecniche o forestali<br />

economicamente convenienti (morfologia, clima, pedologia, accessibilità dei mercati).<br />

L’allevamento bovino da carne (linea vacca-vitello)<br />

Una delle condizioni principali che rendono economicamente conveniente la produzione estensiva<br />

di carne bovina è rappresentato da condizioni climatiche favorevoli alla lunga durata del periodo<br />

vegetativo delle essenze pascolive ed alla produttività di biomassa vegetale. Sono condizioni che si<br />

ritrovano dove il clima non conosce gli estremi di temperature determinati dalla continentalità e/o<br />

dall’orografia, dove la piovosità è distribuita nel corso dell’anno, la radiazione solare non eccessiva.<br />

In condizioni climatiche di questo tipo è possibile praticare un allevamento “outdoor” senza che gli<br />

animali (una volta che si sia scelta la razza idonea) richiedano, anche in corrispondenza del parto,<br />

ricoveri e cure particolari. Oltre agli aspetti climatici la possibilità di esercitare l’allevamento<br />

bovino da carne estensivo è legata anche alle caratteristiche pedologiche del terreno. La presenza di<br />

suoli argillosi, unita alla concentrazione delle piogge nel periodo autunnale, limita fortemente nelle<br />

zone appenniche la possibilità di mantenere al pascolo i bovini per un periodo sufficientemente<br />

lungo dell’anno.<br />

Sulla base di queste considerazioni è evidente che in Italia gli spazi per un allevamento del tutto<br />

estensivo su ampie superfici agro-silvo-<strong>pastorali</strong> siano estremamente limitati. Vi è, però, la<br />

possibilità laddove le condizioni economiche e tecnico-economiche lo consentano, di praticare<br />

forme di allevamento semi-confinato che giustifichino i costi sostenuti per il mantenimento delle<br />

fattrici a fronte dell’unico prodotto economico: il vitello. Tali condizioni sono date da:<br />

disponibilità per una considerevole parte dell’anno di superfici pascolive non destinabili ad<br />

altre utilizzazioni agricole o forestali (pascoli magri, cespugliati, sottobosco);<br />

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