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Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

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appetibilità relativa ad altre essenze;<br />

penetrabilità della formazione vegetale;<br />

successione di cicli di defogliazione<br />

Esperienze di utilizzo del pascolo con asini<br />

Di notevole interesse appaiono le recenti esperienze di utilizzo del pascolo con asini per la gestione<br />

delle praterie di interesse naturalistico dell’ambiente insubrico. Tali esperienze avviate a metà degli<br />

anni ’90 sul Monte S.Giorgio nel Canton Ticino Moretti et al. (2001) hanno trovato seguito in<br />

Lombardia nell’ambito del Parco Naturale del Monte Barro. Attualmente (2002) anche il Parco del<br />

campo dei Fiori (ha manifestato interesse ad intraprendere analoghe inziative) L’obiettivo della<br />

gestione di queste praterie, che presentano una grande biodiversità vegetale e animale, consiste<br />

nella loro conservazione attraverso interventi di eliminazione selettiva delle specie-bersaglio<br />

responsabili dell’impoverimento floristico delle praterie stesse. Tali specie “indesiderate” nel Parco<br />

del Monte Barro (importante area protetta ricca di oltre 1000 specie vegetali compresi molti<br />

endemismi) sono rappresentate da Laserpitium siler (ombrellifera di grandi dimensioni), Carex<br />

humilis e Molinia sp. E, secondariamente, da Geranium samguineum, Rubus sp. e Pteridium<br />

aquilinum. Villa (2001). Gli interventi contro tali essenze effettuati a cura del Parco hanno<br />

compreso anche il diserbo selettivo (sia contro le essenze legnose che contro Pteridium aquilinum),<br />

intervento apparentemente in conflitto con le finalità e i criteri di gestione di un’area protetta ma<br />

significativo dell’importanza attribuita al valore della biodiversità da preservare. La gestione con gli<br />

asini si prefigge il controllo di Carex humilis, Molinia arundinacea e Laserpitium siler. Dal punto<br />

di vista dei costi degli interventi (anni 1998-2000) mentre quelli di decespugliamento sono risultati<br />

compresi tra 10 (intervento leggero) e 25 milioni di lire/ha e quelli di sfalcio intorno a 5 milioni/ha,<br />

il pascolo con gli asini ha comportato un costo di gestione (escluso l’acquisto degli animali, delle<br />

vasche d’abberata e dei recinti) di 1,3 milioni/ha.<br />

Le esperienze svizzere indicano che l’introduzione del pascolo asinino in quanto modalità di<br />

gestione naturalistica favorisce nell’ambiente dei prati magri insubrici abbondanza delle specie di<br />

invertebrati mentre l’assenza di interventi porta all’impoverimento di questa presenza faunistica.<br />

Confronto con la gestione con il pascolo (1994-1998) e l’assenza di intreventi in due aree del Monre S.Giorgio (TI)<br />

Cat.invertebra<br />

ti<br />

Numero di specie<br />

Nessuna gestione Pascolo biennale con asini in agosto<br />

(loc. Paruscera)<br />

(loc. Costa)<br />

Prima Dopo Prima<br />

Dopo<br />

(1988-90) (1998) (1988-90)<br />

(1998)<br />

Rapaloceri 55 31 17 22<br />

Ragni 47 37 31 37<br />

Pascolo di servizio in funzione paesistica, turistica, naturalistica.<br />

L’impiego degli erbivori domestici nell’ambito di programmi di difesa dagli incendi boschivi rappresenta<br />

un esempio di una nuova dimensione dell’attività pastorale: il “pascolo di servizio”, attività che si<br />

caratterizza per l’assunzione da parte di finalità diverse dalla produzione di alimenti di un ruolo<br />

prevalente nella motivazione economica dell’attività pastorale stessa.<br />

Il paese dove l’utilizzo del pascolo di servizio per la prevenzione degli incendi (mediante pascolo del<br />

sottobosco, pulizia delle fasce tagliafuoco ecc.) è più sviluppato è la Francia dove si è sviluppati veri e<br />

propri sistemi <strong>pastorali</strong> di servizio dove la nuova funzione è coniugata con la tradizionale transumanza tra<br />

le Alpi e la costa mediterranea o che prevedono il sorgere di nuovi allevamenti in contesti forestali<br />

(Balent, 1996). Tale attività trova esempio nei greggi utilizzati per la manutenzione del verde periurbano<br />

(Avogadri, 1999), delle piste da sci, delle aree di pertinenza aeroportuale (nelle aree di pertinenza<br />

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