08.06.2013 Views

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Dopo l’abbandono del pascolamento, e prima dell’infiltrazione degli arbusti, alcune essenze ad<br />

elevato portamento possono occupare in modo quasi esclusivo ampie superfici, una volta mature<br />

vengono allettate dalla neve e, a primavera, il suolo si presenta coperto da uno strato paglioso<br />

estremamente scivoloso. Non a caso il tipo di copertura vegetale costituita dalle graminacee a<br />

portamento elevato ormai lignificate viene localmente definito nelle zone montane “paglione” 25 .<br />

Oltre a impedire il ricaccio tale strato risulta anche negativo per la stabilità delle masse nevose, per<br />

la velocità di scioglimento della neve, per l’infiltrazione dell’acqua. Questo materiale in caso di<br />

siccità è facile innesco di incendi a volte molto estesi e, inoltre, appare di difficile degradabilità<br />

(legata alla prevalenza della componente carboniosa e all’assenza dell’apporto di azoto con la<br />

fertilizzazione animale). Il problema dell’innesco degli incendi e quindi del “paglione” riguarda<br />

principalmente la Molinia e il Brachipodium, essente tipiche di ambienti secchi dal momento che la<br />

Deschampsia è tipica di ambienti tendenzialmente umidi. Il Molinieto (associazione di cui la<br />

Molinia caerulea può essere l’unica essenza presente) può essere presente in forma quasi pura su<br />

vaste pendici asciutte o sul piano culminale. Le caratteristiche della foglia della Molinia (larghe 3-<br />

10 mm, piatte e dure) favoriscono la formazione del “paglione” con gli inconvenienti connessi. Dal<br />

punto di vista dell’utizzazione foraggera si deve osservare che la Molinia nelle fasei precoci di<br />

maturazione è ben utilizzata dagli animali al pascolo (in particolare dai caprini) mentre il<br />

Brachipodium ha valore foraggero pressoché nullo. La Deshampsia, considerata una mediocre<br />

foraggera è utilizzata abbastanza bene prima della maturazione; in caso di carico di pascolo ridotto<br />

rimangono sul pascolo i cespi con le spighe mature con un effetto negativo dal punto di vista<br />

estetico e dell’uniformità della superficie del cotico che presenta caratteristici rilievi corrispondenti<br />

ai cespi di Deschampsia (con implicazioni negative per il sentieramento da parte degli animali e<br />

dello scorrimento delle acque nonché per la facilità di progressione dell’uomo).<br />

Anche lo sviluppo di Nardus stricta, da luogo con la necrosi fogliare alla formazione di un tappeto<br />

di paglia grigia e scivolosa che presenta inconvenienti analoghi a quelli considerato nel caso di<br />

graminacee specie su ad elevato portamento. Nel caso del Nardeto l’effetto estetico negativo è<br />

legato al cromatismo e all’aspetto “arruffato” del cotico.<br />

Il degrado del cotico in seguito alla cessazione del pascolamento è il risultato di diversi processi<br />

concomitanti. Uno dei più importanti è rappresentato dalla riduzione della fertilizzazione azotata<br />

operata dagli animali. Se è vero che una fertilizzazione eccessiva (come si riscontra in sistemi non<br />

razionali di pascolo e, molto spesso, nelle aree dove gli animali sono sottoposti alla mungitura) può<br />

portare ad una drastica riduzione delle essenze erbacee presenti che finisce per essere limitate a<br />

quelle con forte tolleranza per elevate concentrazioni di sostanze azotate nel terreno (Poa alpina,<br />

ortiche, seneci, aconiti, romici) è anche vero che una fertilizzazione equilibrata come quella<br />

garantita da un pascolo estensivo ma uniforme, assicura la presenza di un numero molto più elevato<br />

di specie che nel caso di sottopascolamento o abbandono. La trasformazione di buoni pascoli in<br />

nardeti è facilmente reversibile se con il ritorno del pascolo aumenta la disponibilità di azoto<br />

necessario per lo sviluppo di buone foraggere. Se però il sottoutilizzo o l’abbandono persistono si<br />

assiste ad una successione vegetazionale caratterizzata dalla presenza di specie arbustive e la<br />

reversibilità risulta ovviamente più difficile.<br />

Il vantaggio ecologico del pascolo estensivo riguarda diversi aspetti: grado di biodiversità vegetale,<br />

grado di copertura vegetale del suolo e riduzione dell’impatto delle acque meteoriche, grado di<br />

infiltrazione delle acque, azione antierosiva dello strato radicale, formazione di humus<br />

(decomposizione più rapida dei residui vegetali per azione meccanica, fertilizzazion). In modo più<br />

o meno indiretto l’azione del pascolamento estensivo favorisce la presenza di specie selvatiche di<br />

mammiferi e di uccelli. La lepre e alcune specie di uccelli rappresentative della fauna alpina (in<br />

particolare la coturnice) vedono aumentate le loro risorse trofiche in relazione con l’azione del<br />

pascolamento che favorisce i ricacci di specie erbacee a forte appetibilità e digeribilità. Vedremo<br />

25 In Val Veddasca (Va) esiste un Monte Paglione<br />

109

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!