08.06.2013 Views

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

Sistemi zootecnici e pastorali alpini Prof. Michele Corti ... - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

arbustiva rappresenta l’esito, oltre che dell’abbandono dello sfruttamento con il pascolo o della<br />

coltivazione foraggera, anche del degrado di coltivazioni arboree da frutto (castagneti) e di boschi<br />

cedui maggiore nel caso di superfici meno facilmente accessibili e più declivi. In altre situazioni<br />

questo tipo di formazioni boschive sono il risultato di misure di malintesa “conservazione<br />

ambientale” da parte di “piani di salvaguardia” adottati da “Parchi” e “Riserve naturali”. In queste<br />

condizioni si assiste ad un accumulo pericoloso di sostanza organica combustibile nello strato<br />

inferiore erbaceo e nello strato intermedio arbustivo. L’erba secca e il materiale accumulato negli<br />

strati inferiori possono costituire l’innesco allo sviluppo dell’incendio che la presenza dello strato<br />

intermedio arbustivo estende a tutto l’insieme della vegetazione con la conseguenza dello sviluppo<br />

di un “fuoco totale” che raggiunge elevatissime temperature. In queste condizioni il suolo subisce<br />

una forte alterazione con la formazione di uno strato impermeabile che riduce l’infiltrazione delle<br />

acque meteoriche aumentando il rischio di smottamenti.<br />

Il ruolo del pascolamento nell’ambito delle formazioni boschive suscettibili a degrado e rischio di<br />

incendi e instabilità è molteplice:<br />

• riduzione dell’accumulo di materiale combustibile negli strati inferiori;<br />

• riduzione della massa arbustiva, solitamente molto appetita, a vantaggio della vegetazione<br />

erbacea;<br />

• riduzione della vegetazione arborea degli strati più bassi grazie al brucamento dei rami più bassi<br />

(operato con particolare efficienza dalle capre fino a 1,8 m di altezza);<br />

• facilitazione della decomposizione di materiale vegetale attraverso l’azione meccanica degli<br />

unghielli<br />

Questi effetti non solo riducono (in modo più o meno efficiente in relazione alla massa raggiunta<br />

dalla vegetazione arbustiva) la biomassa potenzialmente combustibile ma creano una soluzione di<br />

continuità tra gli strati inferiori del profilo vegetazionale e quelli superiori riducendo la gravità delle<br />

conseguenze dell’incendio. Dal punto di vista più propriamente selvicolturale l’effetto di “pulizia”<br />

del sottobosco e la defogliazione dei rami più bassi delle essenze arboree nonchè l’eliminazione dei<br />

polloni possono favorire lo svettamento delle piante e l’evoluzione di boschi ad alto fusto o,<br />

quantomeno verso formazioni di maggiore qualità forestale e paesistica.<br />

Questi interventi possono risultare come conseguenza “secondaria” di un’attività agropastorale<br />

ordinaria ma possono divenire oggetto di una vera e propria politica di difesa contro gli incendi in<br />

cui l’attività pastorale è finalizzata oltre che alla pulizia del sottobosco alla creazione e alla<br />

manutenzione di fasce tagliafuoco o altre zone finalizzate alla creazione di interruzioni della<br />

presenza di materiale combustibile e “fasce tampone” disboscate tra la foresta le strade di<br />

comunicazione e le superfici agricole da dove può originarsi l’incendio. Nel Sud della Francia<br />

questa strategia è attuata mediante diverse modalità che possono prevedere degli appositi contratti<br />

tra pastori e servizio anti-incendio. In alcuni casi sono stati realizzati nell’ambito di comprensori<br />

forestali nuovi allevamenti ovicaprini per meglio rispondere alle esigenze di questa politica di<br />

difesa dagli incendi boschivi.<br />

Vale la pena rilevare che in ambito alpino l’esigenza di nuove strategie di lotta agli incendi boschivi<br />

pur interessando in modo più drammatico le Alpi marittime caratterizzate da un clima secco anche<br />

in altre aree dell’Arco Alpino durante la stagione invernale in assenza di precipitazioni e in assenza<br />

di manto nevoso gli incendi possono risultare di notevole estensione e gravità.<br />

Anche in Lombardia è in corso un’esperienza pilota promossa dalla Comunità Montana Bassa Val<br />

Seriana con il sostegno della Regione Lombardia che consiste nell’utilizzo di greggi di ovini di<br />

razza Bergamasca (1.500 capi + 50 capre ciascuno) per il pascolamento di aree facilmente e<br />

periodicamente soggette all’incendio. L’obiettivo è principalmente quello dell’eliminazione del<br />

residuo paglioso (Molinia ssp.) che costituisce ai margini delle strade e delle boscaglie facile<br />

innesco al fuoco (sempre doloso) e il contenimento della vegetazione arbustiva. Questo “pascolo di<br />

107

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!