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INTOLLERANZA AL LATTOSIO<br />

I meccanismi biomolecolari che regolano il metabolismo del<br />

<strong>lattosio</strong>, i sintomi dell’intolleranza , la diagnosi e la cura<br />

Dott.ssa <strong>Linda</strong> <strong>Di</strong> <strong>Mauro</strong>


IL LATTOSIO<br />

Il <strong>lattosio</strong> è un disaccaride costituito da β D-(+) g<strong>al</strong>attosio<br />

e D-(+) glucosio uniti da legame β (1 4) glicosidico<br />

Fonte di glucosio, molecola fondament<strong>al</strong>e per la vita<br />

• ATP<br />

• sintesi amminoacidi<br />

• metabolismo lipidi


IL LATTOSIO<br />

Il <strong>lattosio</strong> è presente in soluzione<br />

solo nel latte dei mammiferi e nei<br />

suoi derivati, viene sintetizzato<br />

d<strong>al</strong>la ghiandola mammaria grazie<br />

<strong>al</strong> sistema della <strong>lattosio</strong><br />

sintetasi , dimero in grado di<br />

cat<strong>al</strong>izzare il legame di una<br />

molecola di D-g<strong>al</strong>attosio con una<br />

molecola di D-glucosio attraverso<br />

la formazione di un legame β 1-4<br />

glicosidico.


IL LATTOSIO NEGLI ALIMENTI<br />

Il <strong>lattosio</strong> rappresenta il<br />

98% degli zuccheri<br />

presenti nel latte. È<br />

contenuto oltre che nel<br />

latte (circa 40% della<br />

massa secca), anche nei<br />

suoi derivati (formaggi e<br />

yogurt) e in prodotti a<br />

base di siero di latte<br />

Osserviamo come esso sia<br />

particolarmente<br />

abbondante nel latte in<br />

polvere<br />

Alimento Alimento Alimento Alimento<br />

Lattosio Lattosio Lattosio Lattosio (gr./100) (gr./100) (gr./100) (gr./100)<br />

Latte di mucca 4,7<br />

Latticello (siero del latte) 4,1<br />

Latte privo di Lattosio 0,5<br />

Latte in polvere intero 35,1<br />

Latte in polvere magro 50,5<br />

Latte di pecora 4,5<br />

Latte di capra 4,2<br />

Latte di buf<strong>al</strong>a 4,9<br />

Yogurt 3,2<br />

Panna 4,1<br />

Burro 4<br />

Fiocchi di latte 2,6<br />

Mozzarella (e formaggi freschi) 4,1<br />

Formaggino (tipo MIO) 6<br />

Ricotta di pecora 3,2<br />

Crema Bel Paese 3,2<br />

Grana Padano tracce<br />

Parmigiano stagionato tracce


METABOLISMO DEL LATTOSIO<br />

Dopo essere stato assunto con la dieta,<br />

il <strong>lattosio</strong> viene idrolizzato a livello<br />

intestin<strong>al</strong>e.<br />

L’idrolisi avviene ad opera dell'enzima<br />

lattasi, proteina integr<strong>al</strong>e dell’orletto a<br />

spazzola degli enterociti del piccolo<br />

intestino


METABOLISMO DEL LATTOSIO<br />

La lattasi è un enzima della classe delle idrolasi che cat<strong>al</strong>izza la<br />

seguente reazione di idrolisi<br />

L'enzima scinde il disaccaride <strong>lattosio</strong> nei due zuccheri che lo<br />

costituiscono: g<strong>al</strong>attosio e glucosio.


METABOLISMO DEL LATTOSIO<br />

Glucosio e g<strong>al</strong>attosio vengono assorbiti a livello intestin<strong>al</strong>e in cotrasporto con il<br />

Na+, contro il gradiente di concentrazione. Il gradiente di Na + è mantenuto d<strong>al</strong><br />

lato bas<strong>al</strong>e delle cellule epiteli<strong>al</strong>i grazie <strong>al</strong>la pompa Na + -K + -ATPasi.<br />

Attraverso diffusione passiva i due zuccheri vengono, successivamente, rilasciati<br />

nel sangue d<strong>al</strong> lato bas<strong>al</strong>e dell’enterocita.<br />

Essi giungono poi <strong>al</strong> fegato, dove il g<strong>al</strong>attosio viene convertito in glucosio.


INTOLLERANZA AL LATTOSIO<br />

È un’intolleranza <strong>al</strong>imentare molto frequente, generata d<strong>al</strong> deficit di<br />

produzione da parte degli enterociti dell’enzima lattasi<br />

Nella popolazione umana è possibile distinguere 2 fenotipi:<br />

lattasi non persistente: diminuzione dell’attività lattasica,<br />

caratteristica ancestr<strong>al</strong>e del genere umano, presente in tutte le <strong>al</strong>tre<br />

specie di mammiferi<br />

lattasi persistente : caratterizzato da livelli elevati di attività lattasica<br />

nell’adulto, comparso 10000 anni fa con lo sviluppo dell’<strong>al</strong>levamento degli<br />

anim<strong>al</strong>i. La comparsa della lattasi-persistenza ha rappresentato subito un<br />

vantaggio positivo, dato che ha permesso di utilizzare il latte come fonte<br />

di nutrimento per l’uomo per tutta la sua esistenza, e non solo nel periodo<br />

post-nat<strong>al</strong>e; come avviene natur<strong>al</strong>mente per tutti gli <strong>al</strong>tri mammiferi.


L’ESPRESSIONE<br />

L’ ESPRESSIONE DELLA LATTASI NELL NELL’UOMO UOMO<br />

Il bambino è geneticamente predisposto<br />

per digerire il <strong>lattosio</strong>, essendo in grado di<br />

produrre la lattasi.<br />

L’enzima viene espresso nell’uomo già <strong>al</strong>la<br />

L’enzima viene espresso nell’uomo già <strong>al</strong>la<br />

23° settimana di gestazione e raggiunge la<br />

concentrazione massima <strong>al</strong> termine della<br />

gravidanza. L’attività della lattasi resta<br />

<strong>al</strong>ta sino a quando il bambino rimane<br />

legato <strong>al</strong> latte come <strong>al</strong>imento per la<br />

sopravvivenza. Oltre il sesto mese di vita<br />

l’attività dell’enzima diminuisce<br />

fisiologicamente, fino a ridursi nell’adulto<br />

ad un decimo del suo v<strong>al</strong>ore <strong>al</strong>la nascita.


LE DIVERSE FORME D’ INTOLLERANZA<br />

AL LATTOSIO<br />

<strong>Intolleranza</strong> <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>: sindrome caratterizzata d<strong>al</strong>la presenza di uno<br />

o più dei seguenti sintomi: dolori addomin<strong>al</strong>i, diarrea, nausea, flatulenza,<br />

gonfiore di stomaco conseguente <strong>al</strong>l’assunzione di <strong>lattosio</strong> o di sostanze<br />

che contengono <strong>lattosio</strong> come ad esempio gli <strong>al</strong>imenti preparati con latte<br />

in polvere. La dose di <strong>lattosio</strong> che causa i sintomi suddetti è variabile da<br />

individuo ad individuo<br />

M<strong>al</strong>assorbimento del <strong>lattosio</strong>: sbilanciamento tra la dose ingerita e la<br />

capacità di idrolizzare il <strong>lattosio</strong> (diarree osmotiche)<br />

<strong>Intolleranza</strong> secondaria <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>: conseguenza di una patologia che<br />

determina lesioni <strong>al</strong>l’intestino tenue con conseguente danno enzimatico<br />

(gastroenterite, morbo di Crohn, celiachia, colite ulcerativa, sindrome del<br />

colon irritabile, radiazioni, deficit immunologici)<br />

Deficienza congenita della lattasi: mancata attività della lattasi<br />

causata da un mRNA non-senso, si manifesta non appena il neonato viene<br />

nutrito con il latte. Il deficit di elementi nutritivi determina un ritardo<br />

nella crescita, con disidratazione e rapida insorgenza di <strong>al</strong>c<strong>al</strong>osi.


CONSEGUENZE DELL’INTOLLERANZA<br />

AL LATTOSIO<br />

Lattosio non idrolizzato si accumula nella porzione dist<strong>al</strong>e del piccolo<br />

intestino<br />

Effetto osmotico con<br />

richiamo di H 0 e Na +<br />

richiamo di H20 e Na +<br />

<strong>Di</strong>arrea osmotica<br />

Fermentazione batterica: CH4, 4<br />

H H2 e CO CO2 <strong>Di</strong>stensione addomin<strong>al</strong>e, senso di gonfiore<br />

viscer<strong>al</strong>e<br />

Le feci diventano acide per la presenza di acidi grassi volatili


CARATTERISTICHE DELL’ENZIMA LATTASI<br />

L’enzima lattasi è codificato d<strong>al</strong> gene LCT che<br />

mappa sul cromosoma 2 (2q21).<br />

La proteina codificata da questo gene è una<br />

proteina integr<strong>al</strong>e di membrana e possiede sia<br />

l’attività di florizina idrolasi che l’attività di<br />

lattasica.<br />

L’attività lattasica dell’enzima è in grado di<br />

cat<strong>al</strong>izzare il clivaggio del <strong>lattosio</strong>, ma anche di<br />

<strong>al</strong>tri glucidi come il cellobiosio, il cellotriosio e<br />

cellotetrosio.<br />

L’attività florizina idrolasi è natur<strong>al</strong>mente<br />

espressa con i glicosil-ceramidi, che si trovano<br />

anch’essi <strong>al</strong>l’interno del latte.<br />

L’attività florizina-idrolasica è stata riscontrata in<br />

tutti i vertebrati, <strong>al</strong> contrario, l’attività lattasica è<br />

espressa soltanto nei mammiferi.


CARATTERISTICHE DELL’ ENZIMA LATTASI<br />

Il prodotto dell’espressione del gene LCT consiste in una proteina<br />

costituita da 1927 aminoacidi.<br />

La sequenza del gene presenta quattro ripetizioni interne (I, II,III,IV) ;<br />

le qu<strong>al</strong>i indicano che il gene LCT, nel corso dell’evoluzione molecolare, è<br />

andato incontro a due eventi di duplicazione genica.<br />

All’interno degli enterociti indifferenziati del piccolo intestino il gene<br />

LCT, costituito da 49.3 kb, viene trascritto in un mRNA di 6.2 kb.


CARATTERISTICHE DELL’ ENZIMA LATTASI<br />

La proteina nella sua forma immatura (Pre-pro-LPH) è costituita da 5<br />

domini:<br />

• un peptide segn<strong>al</strong>e, costituito da 19 aminoacidi, coinvolto nella<br />

traslocazione oltre il reticolo endoplasmatico della proteina<br />

• una larga pro-regione costituita d<strong>al</strong>le ripetizioni I e II<br />

• un dominio contenente l’attività florizina-idrolasi, sito nella ripetizione<br />

III, e l’attività lattasica, sito nella ripetizione IV<br />

• estremità C-termin<strong>al</strong>e<br />

• un piccolo dominio intracellulare <strong>al</strong> C-termin<strong>al</strong>e


PROCESSAMMENTO DELLA LATTASI<br />

La traslocazione della pre-prolattasi<br />

(Pre-pro-LPH) oltre le<br />

membrane del reticolo<br />

endoplasmatico è mediata d<strong>al</strong><br />

peptide-segn<strong>al</strong>e che viene clivato<br />

durante il processo di<br />

trasferimento.<br />

Il risultato di questo clivaggio è<br />

la formazione della pro-lattasi<br />

(Pro-LPH), ancorata <strong>al</strong>la<br />

membrana del reticolo<br />

endoplasmatico tramite<br />

l’estremità C-termin<strong>al</strong>e.<br />

La pro-lattasi (Pro-LPH)<br />

funziona come chaperone<br />

intramolecolare, necessario per<br />

il folding della pro-lattasi.


PROCESSAMMENTO DELLA LATTASI<br />

Nel reticolo endoplasmatico la<br />

pro-lattasi (Pro-LPH) forma<br />

degli omodimeri.Durante il<br />

trasporto intracellulare, essa<br />

subisce un processo di N- e Oglicosilazione<br />

nel reticolo<br />

endoplasmatico e nell’apparato<br />

del Golgi. Il clivaggio della pro-<br />

regione della lattasi avviene<br />

prima del raggiungimento della<br />

membrana del microvillo.<br />

Una volta giunta a livello della<br />

membrana del microvillo, la<br />

lattasi subisce l’ultimo processo<br />

proteolitico che porta <strong>al</strong>la<br />

formazione della struttura fin<strong>al</strong>e<br />

della proteina.


ESAMI PER DIAGNOSTICARE L’ INTOLLERANZA AL<br />

LATTOSIO<br />

test di riassorbimento del<br />

<strong>lattosio</strong>: an<strong>al</strong>isi della glicemia,<br />

prima e dopo assunzione di<br />

<strong>lattosio</strong>. Il <strong>lattosio</strong> viene<br />

convertito, d<strong>al</strong>la lattasi, nei due<br />

zuccheri che lo costituiscono:<br />

glucosio e g<strong>al</strong>attosio. Questi,<br />

assorbiti a livello intestin<strong>al</strong>e,<br />

giungono <strong>al</strong> fegato dove il<br />

g<strong>al</strong>attosio viene anch’esso<br />

convertito in glucosio. <strong>Di</strong> seguito,<br />

il glucosio d<strong>al</strong> fegato giunge <strong>al</strong><br />

circolo ematico. Una corretta<br />

attività della lattasi si<br />

evidenzierà con un aumento del<br />

tasso glicemico. Un mancato<br />

funzionamento dell’enzima si<br />

potrà osservare con l’assenza di<br />

inn<strong>al</strong>zamento del tasso glicemico.<br />

Test Test Test Test di di di di funzion<strong>al</strong>ità<br />

funzion<strong>al</strong>ità<br />

funzion<strong>al</strong>ità<br />

funzion<strong>al</strong>ità<br />

Indicazione<br />

Test Test Test Test di di di di riassorbimento riassorbimento riassorbimento riassorbimento del del del del <strong>lattosio</strong> <strong>lattosio</strong> <strong>lattosio</strong> <strong>lattosio</strong><br />

(misurazione (misurazione (misurazione (misurazione del del del del glucosio) glucosio) glucosio) glucosio)<br />

Sospetto di intolleranza <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>, carenza<br />

di lattasi<br />

Sostanza impiegata Lattosio, ottenibile in farmacia<br />

Parametro di<br />

misurazione<br />

Materi<strong>al</strong>e an<strong>al</strong>izzato<br />

Preparazione<br />

Esecuzione<br />

Interpretazione<br />

Glucosio<br />

Ogni volta 1 mL di plasma in provetta<br />

glucosio, grigia;<br />

contrassegnare in modo inequivocabile le<br />

provette per prelievi di sangue<br />

La vigilia dieta priva di <strong>lattosio</strong>, 12 h a<br />

digiuno<br />

1° prelievo di sangue per la determinazione<br />

del v<strong>al</strong>ore bas<strong>al</strong>e.<br />

Assunzione per via or<strong>al</strong>e di 50 g di <strong>lattosio</strong> in<br />

200 mL d’acqua (bambini 1 g/kg peso<br />

corporeo)<br />

2° – 5° prelievo di sangue dopo 30, 60, 120 e<br />

180 min., per la determinazione dei v<strong>al</strong>ori<br />

postprandi<strong>al</strong>i<br />

Se la glicemia non aumenta più di 1,1<br />

mmol/L rispetto <strong>al</strong> v<strong>al</strong>ore bas<strong>al</strong>e e se<br />

sopraggiungono sintomi clinici (flatulenza,<br />

crampi addomin<strong>al</strong>i e diarrea) ciò è indice di<br />

presenza di un’intolleranza <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>


ESAMI PER DIAGNOSTICARE L’ INTOLLERANZA AL<br />

LATTOSIO<br />

an<strong>al</strong>isi del pH delle feci: una<br />

mancata attività dell’enzima<br />

lattasi provoca un accumulo del<br />

disaccaride a livello intestin<strong>al</strong>e.<br />

Questo viene metabolizzato dai<br />

batteri ivi presenti con<br />

produzione di CH4,CO2 , H2 e acido<br />

lattico.<br />

Se il pH fec<strong>al</strong>e rileva un viraggio<br />

acido (circa 5.5), può essere<br />

considerato come un indicatore<br />

della presenza di acido lattico ed<br />

acidi grassi, e quindi rilevatore di<br />

una mancata attività dell’enzima<br />

lattasi.<br />

breath test: il <strong>lattosio</strong> che non<br />

viene assorbito nell’intestino<br />

crasso dà luogo <strong>al</strong>la produzione di<br />

idrogeno (H2 ) da parte della flora<br />

del colon. L’idrogeno molecolare<br />

diffonde attraverso la parete<br />

dell’intestino ed è misurabile<br />

nell’espirato. Un aumento della<br />

concentrazione di idrogeno<br />

nell’aria espirata (> 20 ppm)<br />

evidenzia pertanto l’intolleranza<br />

<strong>al</strong>imentare <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>.


ESAMI PER DIAGNOSTICARE L’ INTOLLERANZA AL<br />

LATTOSIO<br />

Per v<strong>al</strong>utare la presenza di una<br />

predisposizione nell’insorgenza<br />

dell’intolleranza <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong> è possibile<br />

avv<strong>al</strong>ersi di un importante strumento<br />

diagnostico: l’an<strong>al</strong>isi genetica.<br />

Tramite l’an<strong>al</strong>isi del DNA, a partire da<br />

un semplice prelievo di sangue, è<br />

possibile rilevare 2 importanti<br />

polimorfismi che sono correlati con il<br />

gene LCT e la cui presenza è<br />

direttamente coinvolta nell’intolleranza<br />

<strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>


ANALISI DEI POLIMORFISMI DEL GENE LCT NELLA<br />

DIAGNOSI DELL’INTOLLERANZA AL LATTOSIO<br />

La procedura diagnostica si articola in tre fasi distinte:<br />

1. Estrazione del DNA da sangue<br />

congelato con anticoagulante EDTA<br />

2. Amplificazione dei loci genetici<br />

d’interesse tramite l’utilizzo di primer<br />

biotinilati<br />

3. Ibridazione inversa dei prodotti<br />

amplificati su striscia contenente sonde<br />

oligonucleotidiche <strong>al</strong>lele specifiche<br />

immobilizzate secondo uno schema di<br />

bande par<strong>al</strong>lele. Le sequenze<br />

biotinilate legate <strong>al</strong>le sonde sono<br />

rilevate utilizzando fosfatasi <strong>al</strong>c<strong>al</strong>ina<br />

coniugata con streptoavidina e, in<br />

seguito, il relativo substrato.


POLIMORFISMI ASSOCIATI AL GENE LCT<br />

Due polimorfismi sono legati a questa regione genica nell’insorgenza di<br />

ipolattasia, e quindi diminuzione nell’espressione dell’enzima lattasi.<br />

Questi polimorfismi riguardano due transizioni nucleotidiche; e sono<br />

loc<strong>al</strong>izzati negli introni del gene MCM6 (gene coinvolto nella regolazione<br />

del ciclo cellulare), che è loc<strong>al</strong>izzato 3 kb a monte del sito di inizio del gene<br />

LCT<br />

T/C-13910<br />

LCT MCM6<br />

A/G-22018


T/C T/C-13910 13910<br />

Nel locus LCT T/C-13910 è presente una<br />

transizione nucleotidica in cui la timina è<br />

sostituita d<strong>al</strong> nucleotide citosina


A/G A/G-22018 22018<br />

Nel locus LCT A/G-22018 è presente una<br />

transizione nucleotidica in cui l’adenina è<br />

sostituita d<strong>al</strong> nucleotide guanina.


LA DIFFUSIONE DEI POLIMORFISMI<br />

ASSOCIATI AL GENE LCT A LIVELLO<br />

MONDIALE<br />

L’an<strong>al</strong>isi genetica dei polimorfismi associati <strong>al</strong> gene<br />

LCT ha permesso di stabilire come questi<br />

presentino una diversa distribuzione nelle<br />

differenti popolazioni mondi<strong>al</strong>i


LA DIFFUSIONE DEI POLIMORFISMI<br />

ASSOCIATI AL GENE LCT A LIVELLO MONDIALE<br />

Fenotipo lattasi persistente<br />

Elevata frequenza nelle popolazioni del nord e centro Europa (Finlandia, Svezia,<br />

Germania, Austria, Svizzera, Francia del nord, Gran Bretagna, Olanda, Irlanda), e nelle<br />

popolazioni nomadi dell’Africa settentrion<strong>al</strong>e e centr<strong>al</strong>e e dell’ Arabia<br />

Popolazione Popolazione<br />

Popolazione<br />

Popolazione<br />

Genotipo Genotipo Genotipo Genotipo<br />

Frequenza Frequenza Frequenza Frequenza (%) (%) (%) (%)<br />

Finlandesi<br />

Svedesi<br />

C/C 17.3<br />

T/C e T/T 82.97<br />

C/C 7.6<br />

T/C e T/T 92.4


LA DIFFUSIONE DEI POLIMORFISMI<br />

ASSOCIATI AL GENE LCT A LIVELLO MONDIALE<br />

Fenotipo lattasi persistente<br />

Bassa frequenza nelle<br />

popolazioni del<br />

Mediterraneo, Pacifico<br />

orient<strong>al</strong>e e meridion<strong>al</strong>e,<br />

Asia e Africa tropic<strong>al</strong>e<br />

Popolazione Popolazione Popolazione Popolazione (regione (regione (regione (regione e/o e/o e/o e/o paese) paese) paese) paese)<br />

Aplotipo Aplotipo Aplotipo Aplotipo<br />

Popolazioni Popolazioni Popolazioni Popolazioni<br />

13910 22018<br />

Portog<strong>al</strong>lo<br />

(n=90)<br />

It<strong>al</strong>ia centr<strong>al</strong>e<br />

(n=67)<br />

Sào Tome<br />

(n= 142)<br />

Mozambico<br />

(n=47)<br />

C G 0.62 0.87 0.94 0.99<br />

C A 0.01 0.02<br />

T A 0.37 0.13 0.04 0.01<br />

Frequenza Frequenza di di<br />

lattasi persistenza<br />

Frequenza Frequenza Frequenza Frequenza (%) (%) (%) (%) per per per per<br />

T-13910 A-22018<br />

Bantu nordest (Kenya) 0 0<br />

Beduini (Israele) 3.1 4.1<br />

P<strong>al</strong>estinesi 3.9 3.9<br />

Hazara (Pakistan) 8.0 12.0<br />

Han (Cina) 0 0<br />

Giapponesi 0 0<br />

Maya (Messico) 2.0 2.0<br />

Colombiani 0 0<br />

0.62 0.62 0.62 0.62<br />

0.24 0.24 0.24 0.24 0.08 0.08 0.08 0.08 0.02 0.02 0.02 0.02


Il test genetico ha dimostrato che<br />

l’intolleranza genetica <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong> per deficit<br />

congenito di lattasi e molto diffusa nella<br />

popolazione Sicilia Orient<strong>al</strong>e.<br />

È stata riscontrata una nettissima<br />

prev<strong>al</strong>enza della condizione omozigote<br />

mutata per i loci T/C-13910 e A/G-22018<br />

(83%, 85%)<br />

Ciò costituisce un importante dato perché<br />

prima dell’attivazione del test genetico non<br />

si conosceva la frequenza di questi<br />

polimorfismi.<br />

85% 85%<br />

83% 83%<br />

1% 1%<br />

Locus T/C-13910<br />

1% 1%<br />

Locus A/G-22018<br />

14% 14%<br />

16% 16%


LA FLORA BATTERICA E IL LATTOSIO<br />

I 2 polimorfismi sono da considerare come una “predisposizione genetica”<br />

<strong>al</strong>l’intolleranza <strong>al</strong> <strong>lattosio</strong> la cui sintomatologia insorge quando sono<br />

presenti <strong>al</strong>tri fattori tra i qu<strong>al</strong>i una notevole importanza riveste la flora<br />

batterica intestin<strong>al</strong>e<br />

E’ possibile infatti che la deficienza dell’attività della lattasi sia<br />

compensata d<strong>al</strong>l’azione della flora batterica, che si estrinseca attraverso il<br />

metabolismo dei batteri appartenenti <strong>al</strong> genere lactobacillus, i qu<strong>al</strong>i sono<br />

in grado di metabolizzare il <strong>lattosio</strong>


LA FLORA BATTERICA E IL LATTOSIO<br />

Il <strong>lattosio</strong> costituisce una fonte<br />

nutritiva per <strong>al</strong>cuni<br />

microrganismi della flora<br />

batterica intestin<strong>al</strong>e, appartenenti<br />

<strong>al</strong> genere lactobacillus.<br />

I lactobacilli sono batteri gram<br />

l'ospite stesso.<br />

positivi anaerobi facoltativi o<br />

microaerofili. La loro<br />

caratteristica metabolica consiste<br />

nel convertire il <strong>lattosio</strong>, ma<br />

anche <strong>al</strong>tri zuccheri, in acido<br />

lattico. Nell’uomo essi si<br />

riscontrano a livello intestin<strong>al</strong>e e<br />

vagin<strong>al</strong>e.<br />

I microrganismi che costituiscono la<br />

flora batterica intestin<strong>al</strong>e vivono in<br />

stretta associazione con l'ospite<br />

formando un ecosistema complesso<br />

e re<strong>al</strong>izzando una vera simbiosi con<br />

l'ospite stesso.<br />

Se, infatti, gli organismi che<br />

costituiscono la flora batterica<br />

traggono il loro sostentamento<br />

d<strong>al</strong>l'organismo che "colonizzano", è<br />

anche vero che essi apportano<br />

<strong>al</strong>l'ospite grandi benefici derivanti<br />

d<strong>al</strong>le loro attività metaboliche


LA FLORA BATTERICA E IL LATTOSIO<br />

Numerosi studi hanno v<strong>al</strong>utato<br />

l'efficacia e la tollerabilità di un latte a<br />

cui è stata aggiunta una frazione<br />

enzimatica ricca di lattasi, ottenuta da<br />

Saccharomices, in soggetti intolleranti<br />

<strong>al</strong> <strong>lattosio</strong>.<br />

Un <strong>al</strong>imento utile in caso d’intolleranza<br />

<strong>al</strong> <strong>lattosio</strong> è lo yogurt: lo Streptococcus<br />

termophilus , in esso presente,<br />

produce infatti una beta g<strong>al</strong>attosidasi<br />

attiva durante il suo transito nel tubo<br />

digerente; quindi durante la digestione<br />

dello yogurt non si “libera” nell'intestino<br />

il <strong>lattosio</strong>.


INTOLLERANZA AL LATTOSIO:<br />

GENETICHE?<br />

ALTRE CAUSE GENETICHE<br />

Recenti studi hanno affermato l’esistenza di ulteriori cause genetiche coinvolte<br />

nell’espressione dell’enzima lattasi<br />

La regione -13910, che si trova a monte del gene LCT, agisce come enhancer<br />

molecolare, l’attività di questo enancher è direttamente collegata <strong>al</strong>la presenza<br />

del polimorfismo -13910. La variante T-13910 può probabilmente essere la causa<br />

della lattasi persistenza.<br />

E’ stato dimostrato infatti che il fattore nucleare di trascrizione Oct-1 lega<br />

fortemente la variante <strong>al</strong>lelica T-13910, rispetto <strong>al</strong>la variante C-13910.<br />

L’interazione tra Oct-1 e la variante <strong>al</strong>lelica T-13910 sembra essere responsabile<br />

dell’attività stessa dell’enhancer. Mutazioni riguardanti Oct-1 comportano una<br />

down regulation di 5 volte l’attività dell’enhancer.


INTOLLERANZA AL LATTOSIO:<br />

GENETICHE?<br />

ALTRE CAUSE GENETICHE<br />

<strong>Di</strong>versi fattori di trascrizione sono in<br />

competizione nel legame col<br />

promotore prossim<strong>al</strong>e del gene LCT,<br />

la loro interazione durante lo<br />

sviluppo determina il cambiamento<br />

del pattern di espressione del gene<br />

LCT<br />

• Cdx2: ha un pattern di espressione che<br />

aumenta verso le porzioni dist<strong>al</strong>i del<br />

piccolo intestino<br />

• HNF1α: ha un pattern di espressione<br />

stabile lungo il piccolo intestino<br />

• GATA4: ha un pattern di espressione<br />

stabile lungo la porzione media e<br />

prossim<strong>al</strong>e del piccolo intestino,<br />

decrescente verso la porzione dist<strong>al</strong>e<br />

Cdx2, HFN1α e GATA4 sono importanti non<br />

solo nella regolazione dell’espressione<br />

genica di LCT, ma sono anche<br />

direttamente coinvolti nella<br />

differenziazione dell’epitelio intestin<strong>al</strong>e e<br />

nella sua corretta omeostasi.


CURARE L’INTOLLERANZA AL LATTOSIO<br />

Il cardine della terapia è la dieta a ridotto contenuto di <strong>lattosio</strong>. La<br />

quantità di <strong>lattosio</strong> tollerata dai vari soggetti è variabile, pertanto è<br />

opportuno eliminare gradu<strong>al</strong>mente gli <strong>al</strong>imenti iniziando da quelli a più<br />

<strong>al</strong>to contenuto in <strong>lattosio</strong> in modo da v<strong>al</strong>utare la soglia di tolleranza del<br />

paziente. T<strong>al</strong>i <strong>al</strong>imenti possono essere sostituiti con <strong>al</strong>imenti an<strong>al</strong>oghi<br />

privi di <strong>lattosio</strong> che attu<strong>al</strong>mente si trovano in commercio con facilità.<br />

Ove non sia possibile l’eliminazione di <strong>al</strong>cuni <strong>al</strong>imenti contenenti <strong>lattosio</strong>,<br />

è disponibile una Lattasi in compresse, che ingerita insieme <strong>al</strong> cibo aiuta<br />

nella digestione del <strong>lattosio</strong>. Una compressa di Lattasi digerisce fino a 5 g<br />

di Lattosio e cioè il contenuto di 100 ml di latte vaccino.<br />

Poiché gli <strong>al</strong>imenti contenenti grandi quantità di <strong>lattosio</strong> contengono<br />

anche grandi quantità di c<strong>al</strong>cio, è consigliabile una supplementazione di<br />

c<strong>al</strong>cio in tutti i pazienti sottoposti ad una stretta dieta di eliminazione ed<br />

in particolare nei bambini che richiedono grandi quantità di c<strong>al</strong>cio per lo<br />

sviluppo osseo.

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