Notiziario quadrimestrale dei Comuni di Baselga di Piné, Bedollo ...
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Pinè Sover Notizie la sua anima e portandola nel suo giardino nell’aldilà. Il Capodanno è localmente detto “El prìm de ‘l àn”, e vi si tiene l’usanza delle “beghenàde”: i bambini e i ragazzi devono fare a gara a chi per primo formula l’augurio di buon anno a genitori o parenti con la frase “Bon dì bon àn le vòse bòne màn” oppure “Bòn àn bòn dì le vòse bòne màn a mì”. Le “bòne màn” consistono nelle “beghenàde”, ossìa la ricompensa per l’augurio fatto con qualche moneta spicciola. L’augurio per ricevere la “bòna màn” viene rivolto in particolare, e per primi dopo i genitori, ai padrini di battesimo, i “gudàzi”. Nelle sere dei primi tre giorni dell’anno, l’1, il 2 e il 3 gennaio in ogni famiglia hanno luogo le “fumazion”: alla sera, dopo il tramonto, in un vecchio ferro da stiro devono essere poste delle braci ardenti tolte dal “fogolàr”, sopra le braci sono posti alcuni grani di incenso benedetto, chiesto opportunamente al parroco nei giorni precedenti. Fatta quest’operazione, eseguita dal capofamiglia, si crea una piccola processione formata da tutti i famigliari che visita gli ambienti della casa recitando alcuni “Pater Ave Gloria”. Un tempo durante il percorso il capofamiglia cancellava le ultime due cifre dell’anno precedente dalla scritte della “Stella”. La piccola processione si conclude dinanzi al presepio con un canto tradizionale. Tra i momenti più importanti della tradizione natalizia soverina è la “Stella”, celebrata la sera del 5 gennaio con la visita casa per casa, ancora oggi nella frazione di Piscine, dei “Tre Re” accompagnati dalla Stella, con le laude tradizionali e la benedizione della casa con l’augurio di “Pace, Gioia e Sanità”. Il 6 gennaio vi è la solenne festa dei 64 “Trèi Re”, l’Epifania(in Trentino non esiste la storpiatura della “Befàna”!). La festa non è legata nel territorio soverino all’arrivo di doni per i bambini, ma il giorno dei “Trèi Re” è invece festa della “Santa Infanzia” in cui si ricordano in modo particolare i bambini. Nelle famiglie si preparano per loro alcuni dolci da condividere nel pranzo della Festa dei Re Magi, e nel pomeriggio i bimbi con i loro famigliari si recano insieme in chiesa per una funzioncina (Santa Infanzia) che richiama l’importanza missionaria e dell’educazione cristiana per i più piccoli. Questo il sunto delle più genuine tradizioni locali che, da “santa Luzia” al “Bambinel” ai “Trèi Re”, possono essere nuovo spunto per la riscoperta della nostra identità per il recupero di importanti valori di riferimento. Roberto Bazzanella
Cultura e tradizioni Maria e Erika: 106 anni di differenza A Regnana cinque generazioni di donne Maria Mattivi nasce a Regnana il 29.11.1904, non ricorda l’ora e neanche il peso che aveva alla nascita perché a quel tempo, dice, “non si segnavano queste cose, non avevano importanza”. Erika Svaldi nasce invece a Trento il 20.10.2010 alle 00,34, alla nascita pesava kg 3.040 e tutte queste informazioni sono scritte anche sul suo braccialetto di riconoscimento dell’ospedale. Che cosa hanno in comune allora Maria ed Erika? Sono trisnonna e nipotina. Cinque generazioni di donne le separano: Maria la trisnonna, Ester la bisnonna, Narcisa la nonna, Chiara la mamma e infine Erika. In 106 anni molte cose sono cambiate. Maria racconta che quando è nata lei non esistevano i pannoloni ma “i panisei” che si dovevano lavare alla fontana, si dava ai bambini piccoli il latte di capra o di mucca e si faceva il battesimo appena nati. Perché, dice, “Non si sa mai”! 65 Numero 3 Dicembre 2010 Inoltre le donne, tempo dopo aver partorito, andavano in chiesa dal prete “a farse segnar fora, ma no so perché”! Che cosa racconterai Chiara alla tua piccola Erika quando le parlerai della sua trisnonna? “Racconterò di una persona tranquilla dal carattere forte, che sa farsi volere bene da tutti e molto aperta alle persone!!” Che cosa significa per Erika avere la fortuna di conoscere la sua trisnonna? “Secondo me sarà sicuramente una ricchezza per lei, potrà imparare dalla sua esperienza.” Ti ha dato qualche consiglio che tu hai seguito? “Certo, mi ha consigliato di non farmi dire in anticipo il sesso del nascituro, perché dice che è molto più bella la sorpresa, e noi abbiamo fatto come ci ha detto lei.” Dalle pagine di questo bollettino vogliamo fare gli auguri alla piccola Erika, a mamma Chiara e papà Daniele ed anche alla trisnonna Maria.
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Pinè Sover Notizie<br />
la sua anima e portandola nel suo<br />
giar<strong>di</strong>no nell’al<strong>di</strong>là.<br />
Il Capodanno è localmente detto “El<br />
prìm de ‘l àn”, e vi si tiene l’usanza<br />
delle “beghenàde”: i bambini e i<br />
ragazzi devono fare a gara a chi per<br />
primo formula l’augurio <strong>di</strong> buon anno<br />
a genitori o parenti con la frase “Bon<br />
dì bon àn le vòse bòne màn” oppure<br />
“Bòn àn bòn dì le vòse bòne màn a<br />
mì”. Le “bòne màn” consistono nelle<br />
“beghenàde”, ossìa la ricompensa<br />
per l’augurio fatto con qualche<br />
moneta spicciola. L’augurio per<br />
ricevere la “bòna màn” viene rivolto<br />
in particolare, e per primi dopo i<br />
genitori, ai padrini <strong>di</strong> battesimo, i<br />
“gudàzi”.<br />
Nelle sere <strong>dei</strong> primi tre giorni dell’anno,<br />
l’1, il 2 e il 3 gennaio in ogni famiglia<br />
hanno luogo le “fumazion”: alla<br />
sera, dopo il tramonto, in un vecchio<br />
ferro da stiro devono essere poste<br />
delle braci ardenti tolte dal “fogolàr”,<br />
sopra le braci sono posti alcuni grani<br />
<strong>di</strong> incenso benedetto, chiesto opportunamente<br />
al parroco nei giorni<br />
precedenti. Fatta quest’operazione,<br />
eseguita dal capofamiglia, si crea una<br />
piccola processione formata da tutti i<br />
famigliari che visita gli ambienti della<br />
casa recitando alcuni “Pater Ave Gloria”.<br />
Un tempo durante il percorso il<br />
capofamiglia cancellava le ultime due<br />
cifre dell’anno precedente dalla scritte<br />
della “Stella”. La piccola processione<br />
si conclude <strong>di</strong>nanzi al presepio<br />
con un canto tra<strong>di</strong>zionale.<br />
Tra i momenti più importanti della<br />
tra<strong>di</strong>zione natalizia soverina è la<br />
“Stella”, celebrata la sera del 5<br />
gennaio con la visita casa per casa,<br />
ancora oggi nella frazione <strong>di</strong> Piscine,<br />
<strong>dei</strong> “Tre Re” accompagnati dalla<br />
Stella, con le laude tra<strong>di</strong>zionali e la<br />
bene<strong>di</strong>zione della casa con l’augurio<br />
<strong>di</strong> “Pace, Gioia e Sanità”.<br />
Il 6 gennaio vi è la solenne festa <strong>dei</strong><br />
64<br />
“Trèi Re”, l’Epifania(in Trentino non<br />
esiste la storpiatura della “Befàna”!).<br />
La festa non è legata nel territorio<br />
soverino all’arrivo <strong>di</strong> doni per i<br />
bambini, ma il giorno <strong>dei</strong> “Trèi Re” è<br />
invece festa della “Santa Infanzia” in<br />
cui si ricordano in modo particolare i<br />
bambini. Nelle famiglie si preparano<br />
per loro alcuni dolci da con<strong>di</strong>videre<br />
nel pranzo della Festa <strong>dei</strong> Re Magi,<br />
e nel pomeriggio i bimbi con i loro<br />
famigliari si recano insieme in chiesa<br />
per una funzioncina (Santa Infanzia)<br />
che richiama l’importanza missionaria<br />
e dell’educazione cristiana per i più<br />
piccoli.<br />
Questo il sunto delle più genuine<br />
tra<strong>di</strong>zioni locali che, da “santa Luzia”<br />
al “Bambinel” ai “Trèi Re”, possono<br />
essere nuovo spunto per la riscoperta<br />
della nostra identità per il recupero<br />
<strong>di</strong> importanti valori <strong>di</strong> riferimento.<br />
Roberto Bazzanella