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08.06.2013 Views

Pinè Sover Notizie Cultura e tradizioni La Desmalgada tra riflessioni e festa Quest’anno l’evento ha interessato le malghe Stramaiolo, Vernera e Cambroncòi Si è svolta il 12 settembre nel nuovo Centro polifunzionale di Centrale la tradizionale festa della Desmalgada, che di anno in anno cresce diventando uno degli appuntamenti più importanti dell’estate pinetana, molto apprezzato da residenti e ospiti. Un giornata ricca di tradizioni e folklore (grazie anche alla presenza del Balletto Folk di Bedollo), per non dimenticare le usanze del passato che ci aiutano a rafforzare la nostra identità culturale di montagna e il nostro attaccamento al territorio. Quest’anno la desmalgada ha interessato tre malghe: Malga Vernera, Malga Stramaiolo e Malga Cambroncòi. Ben 20 allevatori hanno accompagnato a valle le loro vacche e capre (una sessantina in totale), rigorosamente addobbate con stupende ghirlande di fiori e grossi campanacci, spolverati per l’occasione! Un corteo suggestivo di suoni e colori, come a ricordare che la zootecnia di montagna è tutt’altro che scomparsa ma al contrario vuole farsi notare, e non ha perso grinta e speranza per il futuro. Questi allevatori hanno voglia di ridare voce alla loro fatica sottolineandone il suo grande valore. Non solo festa quindi, ma occasione per riflettere. Riflettere sull’importanza di un attività che può a volte sembrare lontana da noi, ma che ci riguarda tutti. Proviamo a immaginare cosa succederebbe se non vi fosse più nessuno disposto a impegnarsi 365 giorni all’anno come solo gli allevatori fanno. Che ne sarebbe del nostro territorio? Ormai è chiaro che oltre alla produzione alimentare, la zootecnia in montagna svolge altri servizi molto importanti e difficili da valutare in termini economici, come ad esempio, la salvaguardia della biodiversità: il mantenimento di aree aperte a pascolo, infatti, permette di conservare habitat specifici per determinate specie vegetali e animali 60 che, altrimenti, sarebbero destinate a scomparire. Non meno importante la cura del paesaggio, che sicuramente influisce sulla qualità della vita di chi ci vive e per l’attrattività turistica dell’area, aspetti che vanno sempre e comunque a beneficio di tutta la comunità. Molto apprezzata è stata la presenza del presidente della Provincia Lorenzo Dellai, da sempre sensibile ai problemi del mondo agricolo, soprattutto quello zootecnico, il quale ha sottolineato che non basta ricordare gli allevatori soltanto in occasioni come queste, ma lo si deve fare tutti i giorni dell’anno. Ogni mattina, infatti, l’allevatore deve prendersi cura delle sue bestie, è come se avesse una seconda grande famiglia. E in effetti la Provincia di Trento mostra grande attenzione nei confronti della zootecnia, attenzione che si traduce in aiuti concreti, indispensabili per la sopravvivenza delle nostre piccole aziende di montagna. Concorso “capo meglio addobbato” Novità per il concorso che vedeva premiare il capo meglio addobbato: quest’anno podio allargato a 3 allevatori per categoria (vacche e capre) e giuria composta da 9 persone con una scheda di valutazione che teneva conto dell’addobbo floreale, del campanaccio e dell’aspetto morfologico del capo. Dopo più di un’ora con cartellina alla mano, girovagando fra vacche e capre, i nostri giurati hanno così deciso: VACCHE 1° Avi Giovanni, Emil, Elia 2° Baldo Luigi 3° Casagranda Marco e Moreno CAPRE 1° Avi Giovanni, Emil, Elia 2° Cadrobbi Giacomo e Mattia 3° Giovannini Giovanni

Ricordo degli allevatori “storici” Quest’anno si è voluto ricordare e ringraziare gli allevatori più anziani del comune di Bedollo che hanno dedicato la loro vita all’attività zootecnica: Luigi Casagranda, Raffaele Casagranda, Adolfo Nattivi “Lopo”, Domenico Groff “Braito” e Francesco Casagranda “Checo”. È stata a loro dedicata una poesia scritta da Andrea Svaldi di Bedollo come segno di riconoscenza per il contributo che hanno dato alla comunità nel mantenere il territorio.È stato premiato con un piccolo riconoscimento l’allevatore più anziano ancora in attività Domenico Groff, meglio conosciuto come ”Braito”, classe 1928. 61 Numero 3 Dicembre 2010 All’età di 20 anni la sua famiglia si è trasferita in America e lui ha dovuto restare da solo a Regnana ad accudire gli animali. Ha sempre vissuto solo di zootecnia e ricorda quanto dura è stata la vita da allevatore, una vita di sacrifici ma ricca di passione e soddisfazioni. Un pensiero di ringraziamento e incoraggiamento viene rivolto anche ai numerosi giovani agricoltori che con impegno e passione portano avanti una tradizione troppo importante per essere dimenticata. Grazie anche a tutti i volontari che ci hanno permesso di realizzare anche quest’anno una meravigliosa festa! Samantha Casagranda Assessore Agricoltura – Bedollo

Pinè Sover Notizie<br />

Cultura e<br />

tra<strong>di</strong>zioni<br />

La<br />

Desmalgada<br />

tra riflessioni<br />

e festa<br />

Quest’anno l’evento<br />

ha interessato le<br />

malghe Stramaiolo,<br />

Vernera e<br />

Cambroncòi<br />

Si è svolta il 12 settembre nel nuovo<br />

Centro polifunzionale <strong>di</strong> Centrale la<br />

tra<strong>di</strong>zionale festa della Desmalgada,<br />

che <strong>di</strong> anno in anno cresce <strong>di</strong>ventando<br />

uno degli appuntamenti più<br />

importanti dell’estate pinetana, molto<br />

apprezzato da residenti e ospiti.<br />

Un giornata ricca <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni e folklore<br />

(grazie anche alla presenza del<br />

Balletto Folk <strong>di</strong> <strong>Bedollo</strong>), per non <strong>di</strong>menticare<br />

le usanze del passato che<br />

ci aiutano a rafforzare la nostra identità<br />

culturale <strong>di</strong> montagna e il nostro<br />

attaccamento al territorio.<br />

Quest’anno la desmalgada ha interessato<br />

tre malghe: Malga Vernera, Malga<br />

Stramaiolo e Malga Cambroncòi. Ben<br />

20 allevatori hanno accompagnato<br />

a valle le loro vacche e capre (una<br />

sessantina in totale), rigorosamente<br />

addobbate con stupende ghirlande <strong>di</strong><br />

fiori e grossi campanacci, spolverati<br />

per l’occasione!<br />

Un corteo suggestivo <strong>di</strong> suoni e colori,<br />

come a ricordare che la zootecnia<br />

<strong>di</strong> montagna è tutt’altro che scomparsa<br />

ma al contrario vuole farsi notare, e<br />

non ha perso grinta e speranza per il<br />

futuro. Questi allevatori hanno voglia<br />

<strong>di</strong> ridare voce alla loro fatica sottolineandone<br />

il suo grande valore. Non<br />

solo festa quin<strong>di</strong>, ma occasione per<br />

riflettere.<br />

Riflettere sull’importanza <strong>di</strong> un attività<br />

che può a volte sembrare lontana da<br />

noi, ma che ci riguarda tutti. Proviamo<br />

a immaginare cosa succederebbe<br />

se non vi fosse più nessuno <strong>di</strong>sposto a<br />

impegnarsi 365 giorni all’anno come<br />

solo gli allevatori fanno. Che ne sarebbe<br />

del nostro territorio? Ormai è chiaro<br />

che oltre alla produzione alimentare,<br />

la zootecnia in montagna svolge<br />

altri servizi molto importanti e <strong>di</strong>fficili<br />

da valutare in termini economici,<br />

come ad esempio, la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

della bio<strong>di</strong>versità: il mantenimento <strong>di</strong><br />

aree aperte a pascolo, infatti, permette<br />

<strong>di</strong> conservare habitat specifici per<br />

determinate specie vegetali e animali<br />

60<br />

che, altrimenti, sarebbero destinate a<br />

scomparire. Non meno importante la<br />

cura del paesaggio, che sicuramente<br />

influisce sulla qualità della vita <strong>di</strong><br />

chi ci vive e per l’attrattività turistica<br />

dell’area, aspetti che vanno sempre e<br />

comunque a beneficio <strong>di</strong> tutta la comunità.<br />

Molto apprezzata è stata la presenza<br />

del presidente della Provincia Lorenzo<br />

Dellai, da sempre sensibile ai<br />

problemi del mondo agricolo, soprattutto<br />

quello zootecnico, il quale ha<br />

sottolineato che non basta ricordare<br />

gli allevatori soltanto in occasioni<br />

come queste, ma lo si deve fare tutti<br />

i giorni dell’anno. Ogni mattina, infatti,<br />

l’allevatore deve prendersi cura<br />

delle sue bestie, è come se avesse una<br />

seconda grande famiglia. E in effetti<br />

la Provincia <strong>di</strong> Trento mostra grande<br />

attenzione nei confronti della zootecnia,<br />

attenzione che si traduce in aiuti<br />

concreti, in<strong>di</strong>spensabili per la sopravvivenza<br />

delle nostre piccole aziende<br />

<strong>di</strong> montagna.<br />

Concorso<br />

“capo meglio addobbato”<br />

Novità per il concorso che vedeva<br />

premiare il capo meglio addobbato:<br />

quest’anno po<strong>di</strong>o allargato a 3 allevatori<br />

per categoria (vacche e capre)<br />

e giuria composta da 9 persone con<br />

una scheda <strong>di</strong> valutazione che teneva<br />

conto dell’addobbo floreale, del campanaccio<br />

e dell’aspetto morfologico<br />

del capo. Dopo più <strong>di</strong> un’ora con<br />

cartellina alla mano, girovagando fra<br />

vacche e capre, i nostri giurati hanno<br />

così deciso:<br />

VACCHE<br />

1° Avi Giovanni, Emil, Elia<br />

2° Baldo Luigi<br />

3° Casagranda Marco e Moreno<br />

CAPRE<br />

1° Avi Giovanni, Emil, Elia<br />

2° Cadrobbi Giacomo e Mattia<br />

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