Il Bitto: un formaggio che fa storia1 - Ruralpini
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Figura 5 - La carta indica l’area di produzione del <strong>Bitto</strong> così come definita nella pubblicazione L’Italia dei<br />
formaggi Doc e (di cui si riproduce nella pagina successiva l’originale) riflette la supposta e grossolana<br />
equivalenza (non suffragata da alc<strong>un</strong> riferimento storico) dell’area del <strong>Bitto</strong> con il versante orobico valtellinese,<br />
<strong>un</strong>a semplificazione <strong>che</strong> ignorava come nella porzione più orientale di questo areale non si fosse mai realizzata<br />
alc<strong>un</strong>a produzione di <strong>Bitto</strong>. L’identificazione della zona di produzione del “<strong>Bitto</strong> della Valtellina” con il versante<br />
Orobico è contenuta an<strong>che</strong> nella s<strong>che</strong>da dell’ Atlante dei prodotti tipici a cura dell’ Ente Regionale di Sviluppo<br />
Agricolo della Lombardia e del Settore Agricoltura e Foreste della regione Lombardia , Milano/Segrate, 1988.<br />
(2^ Ed. 1990) pp. 36-37. “La produzione del <strong>Bitto</strong> ha luogo sul versante Orobico della Valtellina”. Queste fonti<br />
appaiono significative, al di là della loro in accuratezza perché ribadivano com<strong>un</strong>que la limitazione ad <strong>un</strong>a parte<br />
della Valtellina dell’area di produzione del <strong>Bitto</strong> negli stessi anni in cui veniva presentata la richiesta di<br />
riconoscimento della DO estesa a tutta la provincia (ossia all’intera Valtellina e la Valchiavenna).<br />
Fonte: MINISTERO DELL’AGRICOLTURA E FORESTE, L’Italia dei formaggi Doc. Un grande patrimonio, a cura di Unalat in<br />
collaborazione con l’Insor, Franco Angeli, Milano, 1992 (2^ ed.).