Documento allegato - Turin D@ms Review
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Non ci sono sembrate a proposito le sue scene alla Morandi, i costumi maschili, il cortile che egli ha<br />
sostituito ad alcuni interni. […] Dove Rina Morelli, squisitissima fra le nostre attrici, non sempre ci<br />
è apparsa la brillante incantatrice che fa girar la testa a tutti esattamente i maschi presenti in scena;<br />
[…] né nel violento isterismo ostentato dal bravo Mastroianni, ch’era il cavaliere di Ripafratta,<br />
abbiam ripercorso le fasi dell’intimo, graduale disciogliersi della sua brusca durezza 1 .<br />
Bene, direi che c’è già tutto, che tutto<br />
è chiaro in queste prime annotazioni.<br />
L’autore è l’autore, e non lo si<br />
discute: è quello che la critica ha<br />
fissato in un ritratto ormai definitivo.<br />
Goldoni è aggraziato, e dunque non<br />
può essere realista. Mirandolina è<br />
una sapiente (e aggraziata) seduttrice,<br />
che conquista, a poco a poco, il ruvido<br />
misogino. Stabiliti questi paletti, il<br />
giudizio sullo spettacolo ne discende<br />
automaticamente e in maniera<br />
coerente. Rina Morelli non va bene, perché non risulta la seduttrice che dovrebbe<br />
essere. E Marcello Mastroianni nemmeno, perché perdura nel proprio “violento<br />
isterismo” anziché sciogliersi come neve misogina al sole della seduzione.<br />
Ecco, forse ha davvero ragione Siro Ferrone, quando teorizza che per capire<br />
uno spettacolo, è meglio non averlo visto 2 . Potrebbero bastare queste righe di<br />
D’Amico (senza scomodarne troppe altre), con l’integrazione di qualche fotografia<br />
di scena, per farci capire perfettamente – anche se non l’abbiamo visto – che cosa fu<br />
lo spettacolo. E, prima di tutto, che cosa non fu. Non fu la storia di una seduzione. E<br />
come avrebbe potuto essere, se il ventottenne Mastroianni era quello che è sempre<br />
stato, il bellissimo Marcello, tanto più bello perché aveva allora ventotto anni, e Rina<br />
Morelli ne aveva quarantaquattro, ed entrava in scena con il grembiule e una cesta<br />
sotto il braccio? Per quale forma di improbabile operaismo il nobile cavalier di<br />
Ripafratta avrebbe dovuto innamorarsi di questo figurino di indefessa lavoratrice? E’<br />
ben vero che Mirandolina dice di non essere una dèa del sesso (“Io non sono una<br />
ragazza. Ho qualche annetto; non son bella”), ma anche il Cavaliere è un incallito<br />
scapolone, che a lungo amici e<br />
famigliari hanno tentato di accasare:<br />
dunque anche lui avrà i suoi annetti. Un<br />
regista illustratore (che sarebbe piaciuto<br />
a Silvio D’Amico), accanto alla<br />
quarantaquattrenne Rina Morelli,<br />
avrebbe potuto scegliere, come<br />
Cavaliere, il quarantaseienne Paolo<br />
Stoppa (anziché sacrificarlo nel ruolo<br />
marginale del Marchese di Forlipopoli).<br />
Sarebbe stato tutto più semplice e più<br />
credibile. Perché diavolo non ci ha pensato, Luchino Visconti?<br />
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