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La storia di Marinella
I bambini che nascono in campagna. Nascono già uomini. Nascono già donne. Io sono
nato in campagna. Marinella, era mia cugina. E' nata donna. E' morta donna. A vent'anni.
Perchè, noi, che nasciamo in campagna, non siamo mai stati bambini. Marinella viveva
nella sua casa. C' era un unico cortile. Io ero nella mia casa. Il cortile era mio e di
Marinella. In campagna, ci sono i cortili. Unici. Vivevamo come fratello e sorella. In
campagna, si vive tutti, come fratelli e sorelle. Marinella era brava a scuola. Gli piaceva
Berlinguer. L' otto marzo, tutti gli anni, portava i fiori, alle donne del paese. Marinella la
conoscevano in tanti. Il mio era un paese di campagna. Io credevo che nei paesi di
campagna, non si morisse giovani. Io credevo che nei paesi di campagna, non si morisse
donne. O uomini. Io credevo che nei paesi di campagna, si morisse vecchi. Invece
Marinella morì. Leucemia fulminante. Tre giorni, all' ospedale di Bologna. Tre giorni. C'
era un cortile. Dove gli uomini e le donne, correvano, come bambini. Senza essere mai
stati bambini. Il giorno del funerale di Marinella, suo padre. Lo zio Frigerio, era
abbracciato alla bara. Ancora aperta. Perchè sei morta? Perchè? Urlava. E piangeva. Io
guardavo. E piangevo. Non riuscivo a smettere, di correre. Nel cortile. Non sono mai
andato nel cimitero. Ma ci penso. Leucemia. Cosa costa la ricerca della scienza. Per non
morire ancora. Costa, un carro armato. Cento carri armati. Mille carri armati. Ieri. O forse
un giorno come un altro. il Parlamento ha finanziato le Missioni Militari. All' unanimità.
Grazie, Fratelli d' Italia. Grazie, Teste di Cazzo. Sono passati gli anni, del mio cortile. Lo zio
Frigerio, poi, è morto. Tumore. Come sua figlia. Cosa costa la ricerca? Un
cacciabombardiere. Una portaerei. Io ho solo un cortile. Nella mia testa, c' è sempre quel
cortile. Ma le cose non cambiano. Fratelli d' Italia, sono sempre là. Loro, sono rimasti
bambini. Non hanno cortili. E giocano, alla guerra. E se non partissi anch'io, sarebbe una
viltà. Teste di Cazzo, non partono. Mai. Sono altri a partire. Ai lati del nostro cortile.
C’erano campi. Di grano. I carri armati. Sulle spighe. Hanno ucciso Marinella. Ma adesso,
un funerale. Per voi. Fratelli d’ Italia. Un funerale, per Teste di Cazzo. Io non vado al
cimitero. Nella mia memoria. Ho un cimitero. Mia memoria di vecchio. Che mai siamo
stati bambini.
16 agosto 2010 Giuliano Bugani
operaio, giornalista, poeta