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bugani raccolta.pdf - Operai Contro

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All’operaio giornalista poeta Giuliano Bugani<br />

PREFAZIONE<br />

Solo noi oggi possiamo capire. All’operaio giornalista poeta è la realtà che gli esplode<br />

dentro. E' un uomo che produce schegge, ma non muore, non si piange addosso, se le<br />

strappa una ad una e con furore le rilancia. Devono colpire operai come lui, che provochino<br />

nuove esplosioni e nuove schegge. Per colpire a fondo devono essere veloci, lucide essenziali,<br />

e lo sono: vanno dritte al cervello, dritte per bucare tutte le false rappresentazioni<br />

della realtà, tutti i paraventi, le incrostazioni mentali. Fra scheggia e scheggia non può<br />

esserci connessione formale, congiunzione grammaticale, non risulterebbero così affilate,<br />

così puntute. Solo un susseguirsi temporale e il punto agisce come totale segmentazione.<br />

Dove andranno a colpire, chi le ricomporrà provocando nuove esplosioni? Gli schiavi moderni,<br />

gli operai, ma non tutti, forse oggi pochi. Ma saranno quelli che capiranno, che sapranno<br />

leggere in una lingua inusuale i terribili contrasti che sono dentro la realtà che vivono<br />

e che solo loro possono capirli come contrasti che prima o poi esploderanno, spazzando<br />

via tutto.<br />

L’operaio si definisce giornalista, poeta. Ha dovuto prendere a prestito queste definizioni<br />

ma a leggere i suoi scritti si scopre che è altro. Non è un poeta come siamo abituati a leggerli,<br />

non scrive poesie dove in forme linguistiche ad effetto esprime stati d’animo, ricordi,<br />

sensazioni inerenti a quella che si dice esistenza umana. Non è un giornalista, non si limita<br />

a raccontarci i fatti, a fotografare una realtà e descriverla. Non fa in alcuni momenti<br />

il poeta e in altri il giornalista, come tanti altri letterati a stipendio, è solo un operaio che<br />

guarda la realtà dal lato dello schiavo, scopre in ogni fatto, in ogni agire pubblico il tentativo<br />

sociale di legittimare la schiavitù del lavoro per il padrone, di continuare a sottomettere<br />

la propria classe, quella degli operai. Il prodotto letterario di questo sguardo di parte,<br />

cattivo poteva esprimersi con frasi compiute, in versetti? Non poteva. Gli scritti dell’operaio<br />

giornalista poeta dovevano riflettere una realtà che contiene in se gli elementi di<br />

una potenziale esplosione sociale e cosi sono stati costruiti, a schegge che arrivino lontano.<br />

<strong>Operai</strong> <strong>Contro</strong> riconosce nei contenuti di questi scritti, nella loro fattura, il manifestarsi, in<br />

modo letterario della voglia di rivolta, della necessità di una nuova rivoluzione sociale dei<br />

moderni schiavi del capitale. Gli operai che li leggeranno capiranno ed impareranno.<br />

Enzo Acerenza ( operaio INNSE )

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