La regolazione della dinamica tariffaria (ppt)
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<strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> <strong>dinamica</strong> delle<br />
tariffe<br />
Fabiana Monacciani
I principali modelli di<br />
<strong>regolazione</strong><br />
ROR e Price cap
Formulazione generale (1)<br />
<strong>La</strong>ffont e Tirole<br />
T = tariffa<br />
a = “fixed fee”<br />
C = costi di produzione<br />
T = a + (1-β)C<br />
01 = frazione dei costi a carico dell’impresa
Formulazione generale (2)<br />
<strong>La</strong>ffont e Tirole<br />
T = a + (1-β)C<br />
Se β=0<br />
T = a + C<br />
• I costi di produzione sono totalmente trasferiti nella<br />
tariffa<br />
• All’impresa è consentito guadagnare, per ciascuna<br />
unità venduta, un ammontare pari ad a<br />
• Il regime regolatorio è il ROR (copertura dei costi e<br />
remunerazione adeguata del capitale investito)<br />
Averch e Johnson [1962]<br />
• Applicazione, in passato, nei servizi infrastrutturali
Formulazione generale (3)<br />
<strong>La</strong>ffont e Tirole<br />
T = a + (1-β)C<br />
Se β=1<br />
T = a<br />
• Tutti i costi di produzione sono a carico<br />
dell’impresa<br />
• Il regime regolatorio è il price cap (fissazione<br />
prezzo max)<br />
• Attuale applicazione nei servizi infrastrutturali
Formulazione generale (4)<br />
<strong>La</strong>ffont e Tirole<br />
• Regimi regolatori intermedi<br />
T = a + (1-β)C<br />
Se 01<br />
• Al crescere di β aumenta il potere incentivante dello<br />
schema regolatorio all’efficienza produttiva, perché<br />
l’impresa è maggiormente incentivata a ridurre i costi di<br />
produzione al fine di trattenere, come profitti, la<br />
differenza tra prezzi e costi<br />
• Al diminuire di β aumenta l’efficienza allocativa poiché<br />
l’impresa, che vede coperti i costi di produzione dalla<br />
tariffa, è capace di produrre un output più prossimo a<br />
quello socialmente ottimo
Alcuni confronti<br />
• ROR vs assenza di <strong>regolazione</strong><br />
• Price cap vs assenza di <strong>regolazione</strong><br />
• ROR vs price cap
ROR (1)<br />
• E’ consentito all’impresa di guadagnare un “equo”<br />
saggio di rendimento del capitale<br />
• Non è consentito all’impresa di conseguire profitti<br />
che vadano oltre tale saggio<br />
• L’ impresa può scegliere la combinazione<br />
produttiva (K e L) ottimale, l’ammontare di output, i<br />
prezzi, purchè si rispetti il vincolo (R-C)/K
ROR (2)<br />
(R-C)/K
ROR (3)<br />
(pq-wL)/K
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
Obiettivi:<br />
• Evidenziare le differenze di<br />
comportamento rispetto al ROR<br />
• Mettere in luce le inefficienze del ROR
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
Q = output<br />
K e L = inputs<br />
r e W = costi unitari fattori di produzione
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
Qual è l’output Q* che l’impresa<br />
deciderà di produrre?<br />
Su quale punto del sentiero di<br />
espansione dell’output si<br />
posizionerà l’impresa?<br />
L’impresa sceglierà di produrre<br />
Q* che massimizzi π
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
• L’impresa sceglierà di produrre Q* che<br />
massimizzi π<br />
• π è funzione <strong>della</strong> scala di produzione<br />
• π dipende dal livello di input poiché<br />
K e L Q p π
Poiché i profitti possono aumentare o<br />
diminuire all’aumentare degli input,la<br />
relazione tra profitti e input è chiamata<br />
“profit hill” (collina dei profitti)<br />
π = f (K, L)
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
• In M si ha max π<br />
• Alla base <strong>della</strong><br />
profit hill si ha π=0
Il comportamento di un’impresa non regolata
Il comportamento di un’impresa non regolata<br />
Per comprendere il modo in cui l’impresa non regolata sceglie il livello di<br />
input K* e L* ed output Q*, sovrapponiamo due grafici<br />
L’impresa sceglierà di posizionarsi in M, determinando automaticamente L* e K*
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
• Il ROR restringe le opzioni di scelta dell’impresa<br />
• L’impresa non regolata che può scegliere K, L, Q e p<br />
• L’impresa regolata con ROR può scegliere solo quei<br />
livelli di K,L,Q e p che non portino ad un π superiore a<br />
quello consentito<br />
π
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
Il piano di vincolo che definisce i profitti<br />
“consentiti” all’impresa<br />
All’aumentare di K aumentano i profitti consentiti<br />
ESEMPIO<br />
CASO 1<br />
f-r = 2%<br />
K = 10.000.000<br />
Π c = 200.000<br />
CASO 2<br />
f-r = 2%<br />
K = 20.000.000<br />
Π c = 400.000<br />
L’incremento di π<br />
consentito per ogni unità<br />
di K è pari a (f-r), mentre<br />
non dipende dalla<br />
quantità di L utilizzata
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
I profitti “consentiti” all’impresa<br />
•L’impresa regolata massimizza π posizionandosi sul punto più alto <strong>della</strong> collina tagliata<br />
•L’impresa sceglie la combinazione di K e L che fornisce il maggior π sulla collina tagliata
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
I profitti “consentiti” all’impresa<br />
•L’impresa regolata massimizza π posizionandosi sul punto più alto <strong>della</strong> collina tagliata<br />
•L’impresa sceglie la combinazione di K e L che fornisce il maggior p sulla collina tagliata
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
Si rappresenti su un grafico l’intersezione <strong>della</strong> collina dei profitti con il piano di vincolo<br />
<strong>La</strong> curva di vincolo rappresenta le possibili combinazioni di K e L per cui, data la domanda<br />
e la funzione di produzione, i profitti consentiti coincidono con i profitti realizzabili in<br />
assenza di vincoli
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
Si rappresenti su un grafico l’intersezione <strong>della</strong> collina dei profitti con il piano di vincolo<br />
L’impresa regolata si posizionerà in R, che è il punto in cui ad essa è consentito di<br />
guadagnare maggior profitto, visto che la quantità di K è massima
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
• A dx di R (+K) si ottengono profitti minori<br />
•A sn di R (-K) i profitti consentiti sono minori
Comportamento di un’impresa regolata con ROR<br />
Alcuni principali risultati:<br />
• L’impresa regolata usa più capitale dell’impresa non regolata<br />
• Il rapporto K/L dell’impresa regolata è inefficientemente elevato,<br />
dato il suo livello di output (effetto A-J)<br />
• L’impresa regolata produce il maggior livello di output possibile,<br />
dato K e L<br />
• Quando il saggio equo di rendimento è ridotto verso il costo del<br />
capitale, l’impresa aumenta il consumo di K
L’impresa regolata usa più capitale dell’impresa non regolata<br />
•Un’impresa è considerata regolata se il piano di vincolo passa al di sotto dell’apice<br />
<strong>della</strong> collina dei profitti<br />
•<strong>La</strong> curva di vincolo deve racchiudere M<br />
•Ciò significa che il punto sulla curva di vincolo con maggiore capitale (R) si trova<br />
sempre necessariamente a dx di M
Il rapporto K/L dell’impresa regolata è inefficientemente<br />
elevato, dato il suo livello di output<br />
Lo stesso ammontare di bene può essere prodotto a meno costo con meno K e più L<br />
rispetto a quello che l’impresa regolata sceglie<br />
L’impresa può produrre lo stesso livello di output ad un costo minore spostandosi in F
Quando f è ridotto verso r, l’impresa<br />
aumenta il consumo di K<br />
<strong>La</strong> pendenza del piano del vincolo (f-r) diminuisce e quindi l’impresa<br />
massimizza il suo profitto consentito spostandosi da K 0 a K 1
Quando f è ridotto verso r, l’impresa<br />
aumenta il consumo di K<br />
<strong>La</strong> pendenza del piano del vincolo (f-r) diminuisce e quindi l’impresa<br />
massimizza il suo profitto consentito spostandosi da K 0 a K 1
Se f = r all’impresa conviene chiudere
Conclusioni<br />
Il ROR comporta due inefficienze<br />
Produttiva<br />
(elevato K/L per il suo livello di output)<br />
(produzione a più bassi costi con –K e + L)<br />
Allocativa<br />
(si potrebbe produrre di più,<br />
sostenendo gli stessi costi)
Come ridurre le inefficienze<br />
Maggiori informazioni a disposizione del Regolatore su tecnologia<br />
dell’impresa o prezzi dei fattori di produzione<br />
Meccanismi incentivanti di <strong>regolazione</strong> che spingano l’impresa ad<br />
adottare la stessa funzione obiettivo del Regolatore<br />
Trasferimenti all’impresa pari<br />
al surplus dei consumatori<br />
(Loeb e Magat)<br />
Trasferimenti all’impresa inversamente<br />
proporzionali ai costi dichiarati<br />
(<strong>La</strong>ffont e Tirole)
Price cap<br />
Consiste nel porre un tetto ai prezzi dei beni e/o<br />
servizi prodotti dall’impresa, oltre il quale non è<br />
possibile andare<br />
T = a + (1-β)C<br />
Se β=1<br />
T = a
Price cap: aspetti dinamici<br />
Nel tempo potrebbero variare sia la domanda,<br />
sia i costi, sia la tecnologia<br />
(extraprofitti? perdita?)<br />
Il cap deve variare nel tempo<br />
indici di prezzo (RPI)<br />
per proteggere l’impresa<br />
dalle variazioni di costo che<br />
vanno al di la del suo controllo<br />
T = a (1+ RPI – X)<br />
aumenti di efficienza (X)<br />
dell’impresa nel tempo
Price cap<br />
1) Il Regolatore definisce un<br />
prezzo max (“cap”) a cui<br />
l’impresa regolata può<br />
vendere il suo prodotto<br />
2) L’impresa può stabilire un<br />
prezzo più basso o uguale<br />
al cap e può trattenere per<br />
sé i profitti generati a quel<br />
prezzo.<br />
Incentivo<br />
all’efficienza<br />
<strong>La</strong> riduzione dei<br />
costi può essere<br />
trattenuta come<br />
profitto
Comportamento di un’impresa regolata con PC<br />
Assenza di<br />
<strong>regolazione</strong><br />
Scelta ottimale dell’impresa regolata<br />
Sul sentiero di espansione (minor costo)<br />
quantità domandata<br />
ad un prezzo pari al<br />
price cap<br />
Isoquanto sempre al<br />
di sopra di M
Comportamento di un’impresa regolata con PC<br />
• Efficienza produttiva<br />
• No efficienza allocativa<br />
• Produzione inferiore a quella ottimale<br />
Se l’impresa non può essere<br />
sussidiata si può porre un cap pari<br />
al prezzo che si registra<br />
nell’intersezione tra sentiero di<br />
espansione e curva di zero profitti<br />
Attenzione all’asimmetria<br />
informativa!
ROR vs PC<br />
Supponiamo che P cap = P R<br />
K ROR<br />
Impresa regolata con ROR sceglie il punto R, vendendo la quantità Q R ad un prezzo P R<br />
Impresa regolata con PC si sposta in C poichè l’output, e quindi il prezzo, non cambiano<br />
ma l’impresa riduce i suoi costi, producendo l’output con la combinazione più<br />
conveniente l’impresa ottiene benefici, non i consumatori<br />
il surplus totale aumenta (W=S+απ)
PC e impresa multiprodotto<br />
• Un cap per singolo prodotto<br />
• Price cap aggregato su un paniere di prodotti<br />
Rees e Vickers<br />
Vincolo sull’indice dei prezzi<br />
Σw ip i
Regolazione con yardstick competition<br />
• Farrell (1957)<br />
• Schleifer (1985) e Aigner (1968)<br />
• Schumpeter e l'idea di “imprenditore<br />
innovatore”.
Regolazione con yardstick competition<br />
Imprenditore innovazione<br />
spillover<br />
riduzione<br />
costi<br />
competitor<br />
apprendimento<br />
P<br />
r<br />
o<br />
c<br />
e<br />
s<br />
s<br />
o<br />
c<br />
o<br />
n<br />
t<br />
i<br />
n<br />
u<br />
o
Regolazione con yardstick competition<br />
i<br />
n<br />
f<br />
o<br />
r<br />
m<br />
a<br />
z<br />
i<br />
o<br />
n<br />
e<br />
Regolatore<br />
Impresa regolata<br />
Impresa regolata<br />
Impresa regolata<br />
Asimmetria informativa<br />
Impresa regolata
Regolazione con yardstick competition<br />
• Riduzione dei costi<br />
• Riduzione asimmetria informativa<br />
Prezzi
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
• Le imprese forniscono i dati al Regolatore sulla<br />
cui base è possibile calcolare, attraverso<br />
metodologie di regressione statistica, la pendenza<br />
<strong>della</strong> funzione di costo medio<br />
• Le imprese possono applicare un prezzo pari al<br />
costo medio del settore.<br />
• <strong>La</strong> retta di regressione rappresenta un<br />
benchmark, che viene considerato dal regolatore<br />
come un limite oltre il quale le imprese hanno<br />
l’obbligo di non spingersi
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
C<br />
Impresa inefficiente<br />
Impresa efficiente<br />
q
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
• In generale, nei primi anni <strong>della</strong> <strong>regolazione</strong> il<br />
regolatore fissa un banchmark che può essere<br />
raggiunto agevolmente da tutte le imprese<br />
regolate (es.retta di regressione calcolata con i<br />
dati di tutte le imprese)<br />
• Dopo un periodo di assestamento, si può<br />
intraprendere un percorso che porta<br />
all'assunzione di un benchmark più stringente.
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
• Metodo del fine-tuning (se si vogliono mantenere in<br />
vita le imprese meno efficienti almeno per un periodo<br />
di tempo sufficiente a ricollocare le risorse umane in<br />
eccesso nelle imprese meno efficienti)<br />
• Metodo <strong>della</strong> doccia fredda (prezzo = CM imprese più<br />
efficienti. Genera riduzione esorbitante delle imprese<br />
in un breve periodo di tempo. Problema statistico,<br />
scarsità e diminuzione del benessere sociale)
Frontiera efficiente<br />
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
PRO CONTRO<br />
i consumatori guadagneranno grazie al fatto che pagheranno prezzi<br />
inferiori<br />
le risorse produttive che venivano utilizzate nelle imprese meno<br />
efficienti possono essere usate in altri settori<br />
può creare dei problemi nel momento in cui le strutture produttive delle<br />
imprese sono di tipo statico, cioè sono difficilmente modificabili<br />
Se le strutture produttive sono rigide nel breve periodo ma flessibili nel<br />
lungo sarebbe meglio utilizzare un banchmark medio. In questo modo le<br />
imprese che nel breve periodo non possono effettuare dei cambiamenti<br />
subiranno delle perdite che sono inferiori a quelle subite con l'utilizzo <strong>della</strong><br />
frontiera efficiente. Inoltre, nel lungo periodo si potranno fare dei<br />
cambiamenti che porteranno a una riduzione dei costi
Yardstick competition: aspetti applicativi<br />
• <strong>La</strong> teoria economica ci dice che gli obiettivi posti in<br />
essere dal regolatore (es il banchmark) devono<br />
essere raggiungibili e credibili.<br />
• Se l'obiettivo è raggiungibile l'impresa è incentivata a<br />
raggiungere una diminuzione dei costi perché se tali<br />
costi sono inferiori al benchmark essa ottiene dei<br />
profitti.<br />
• Se l'impresa regolata considera che l'obiettivo del<br />
banchmark è irraggiungibile non effettua neanche le<br />
ricerche per raggiungerlo visto che l'attività di ricerca<br />
ha un costo.
Problemi e vantaggi dello Y C<br />
• Elevato potere incentivante<br />
• Nella realtà è difficilmente realizzabile<br />
visto che sono presenti numerosi costi e<br />
rischi.
Limiti Y C<br />
• Per poter determinare il livello di costo efficiente per ogni<br />
impresa regolata, si devono avere dei dati comparabili.<br />
• Per essere comparabili i dati devono essere calcolati da<br />
tutte le imprese con la stessa metodologia contabile.<br />
• Il cambiamento nel regime contabile ha elevati costi<br />
operativi<br />
• Impatto sulla qualità del bene servito e sui danni<br />
ambientali causati dai metodi produzione.<br />
• Determinazione del benchmark<br />
• Variabilità dei costi dovuta a inefficienza o a diversità dei<br />
mercati?<br />
• Mercati regolati con un esiguo numero di imprese
Vantaggi Y C<br />
• la competizione comparata porta a una<br />
riduzione nei prezzi.<br />
• la possibilità di identificare il leader nei<br />
costi (e con essa la frontiera efficiente),<br />
così che le altre imprese possono<br />
imparare da essa e quindi si raggiunge<br />
una riduzione generalizzata dei costi.
Regolazione con Profit sharing<br />
Meccanismo che consente la ripartizione dei<br />
profitti, ma eventualmente anche delle perdite,<br />
che superano un determinato livello considerato<br />
“normale”, tra impresa regolata e consumatori<br />
<strong>La</strong> partecipazione ai profitti da parte dei consumatori<br />
avviene di consueto mediante una riduzione dei prezzi<br />
oppure attraverso rimborsi effettuati nel periodo<br />
successivo alla rilevazione dell’eccesso di profitto<br />
Banded rate of return Dividend sharing
Profit sharing VS price cap<br />
Entrambi comportano una distribuzione dei profitti<br />
<strong>La</strong> <strong>regolazione</strong> con Price cap<br />
stimola l’impresa a comportamento<br />
efficiente perché le consente di<br />
trattenere le riduzioni dei costi che è<br />
riuscita a conseguire, fino al termine<br />
dell’intervallo regolatorio. <strong>La</strong><br />
partecipazione dei consumatori alle<br />
riduzioni dei costi avviene mediante<br />
due percorsi: revisione periodica<br />
(risparmi di costo non prevedibili) e<br />
grandezza X (riduzioni di costo<br />
prevedibili)<br />
Nella <strong>regolazione</strong> con Profit<br />
sharing la partecipazione dei<br />
consumatori ai profitti è<br />
immediata e finisce per<br />
disincentivare l’impresa a<br />
ridurre i costi.<br />
L’incentivo alla riduzione dei costi è tanto minore quanto più elevata è la<br />
quota di profitto che viene attribuita ai consumatori (sharing parameter)