08.06.2013 Views

IL DIZIONARIO DEL SINGLE - Giano Bifronte

IL DIZIONARIO DEL SINGLE - Giano Bifronte

IL DIZIONARIO DEL SINGLE - Giano Bifronte

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

di Claudia Giannini.<br />

<strong>IL</strong> <strong>DIZIONARIO</strong> <strong>DEL</strong> <strong>SINGLE</strong><br />

Manuale di pronto soccorso per solitari, spose abbandonate<br />

sull’altare, refrattari alla convivenza, renitenti al<br />

matrimonio. Vademecum per ambosessi, insomma, che,<br />

vivendo soli per necessità o per scelta, si trovino a militare<br />

nel sempre più nutrito ed agguerrito esercito dei single.


AMICI. Un single senza amici è una tragedia. un controsenso e l’anticamera del<br />

lettino dell’analista. Perché gli amici - con l’aggiunta di pochi parenti stretti e ben<br />

collaudati - sono ciò che distingue il single dalla persona sola. Difatti, non tutto<br />

ciò che luccica, nella vita del single, è oro puro. C’è parecchio ciarpame e anche<br />

qualche solenne buggeratura. Ma grazie al cielo, l’adattamento all’ambiente è ciò<br />

che caratterizza le specie viventi, ivi incluse le meno evolute: c’è una speranza<br />

per ciascuno di noi. E anche un ambiente vuoto di tutto, all’infuori di questi<br />

ineluttabili noi stessi, può riservare - e lo vedremo - squisitissime piacevolezze.<br />

Ma gli amici ci vogliono. Uno, due, il minimo magari. Mai un telefono perennemente<br />

muto; mai due occhi da guardare all’infuori di quelli, mai cordiali, delle uova per<br />

l’appunto all’occhio; mai qualcuno che, con il trasporto che solo la vera amicizia sa<br />

dare, ti dia appassionatamente del cretino; tutto ciò può risultare, alla lunga,<br />

deprimente fino al suicidio. E dunque soppesatevi senza indulgenza: se<br />

concluderete di essere troppo antipatici, troppo mediocri, troppo sgradevoli per<br />

potervi fare degli amici, mettete un annuncio su una rubrica per cuori solitari e<br />

ponete fine alla vostra condizione di single. Fateci caso: gente che nessuno si<br />

sognerebbe di accettare per amico è tuttavia spesso solidamente maritata o<br />

ammogliata. Potrebbe essere dunque l’ultima spiaggia e l’unica soluzione.<br />

ARREDAMENTO. Terreno minatissimo. Il single tende difatti ad<br />

inciampare in stereotipi difficilmente sopportabili: generi come il sessantottino<br />

(cuscini in terra e manifesti del Che), la zitellina muffita (centrini , tendine coi<br />

volant, statuine di Capodimonte e gabbietta coi canarini), l’ultramoderno tutto<br />

design (del tipo: l’ho fatto fare all’architetto, io non ci capisco niente ma in<br />

compenso sono pieno di soldi). C’è un modo certo per evitare simili trappole:<br />

sottraete mobili e suppellettili alla dimora degli anziani genitori e di zii e parenti<br />

vicini e lontani. Se, come meritate, vi faranno ruzzolare per le scale, ripiegate sui<br />

rigattieri. In entrambi i casi, l’accozzaglia di pezzi che ne risulterà conferita alla<br />

vostra casa un’aria saporosa e vissuta, che in mancanza di un gusto sicuro è<br />

sempre meglio di niente.


AUTOMOB<strong>IL</strong>E. Niente deodoranti (né per l’abitacolo, né per il vostro alito<br />

nei momenti cruciali). Niente pupazzetti appesi, né teneri né spiritosissimi.<br />

Niente papà non correre: se avete figli sparsi non sarà il caso di informarne il<br />

inondo intero al primo passaggio.<br />

BAGNO. Il fatto che lo usiate da soli non può essere un alibi: calze e mutande<br />

stese ad asciugare. asciugamani sfilacciati e scompagnati, farmaci specifici per<br />

disturbi imbarazzanti in bella mostra sulle mensole, per non parlare delle<br />

incrostazioni di sporcizia, tutto ciò non è ammissibile in nessun bagno, e meno che<br />

mai in quello di un single.<br />

BARCA. In linea di massima, si verifica più facilmente che il single abbia la<br />

barca, e che la single venga invitata in barca. Se lui ha la barca, è probabile che<br />

non abbia troppa difficoltà nel fare un fischio e ritrovarsela piena di amici. A<br />

meno che non sia un navigatore solitario, in questo caso non farà fischi e non vi<br />

porterà con lui, a meno che non vi chiamiate Armaduk.<br />

Tranne che da costui dunque, la single potrà essere invitata in barca. Sarà bene<br />

distinguere: c’è chi usa le barche per tenerle ancorate in un porticciolo alla moda.<br />

E in questo caso è più comodo l’albergo. C’è chi le usa per navigare. In questo caso<br />

non si potrà scendere in qualunque momento. Meglio accertarsi prima, dunque,<br />

delle reali capacità del nocchiero e di eventuali difetti di carattere del medesimo<br />

che in alto mare potrebbero risultare irritanti quali: propensione all’alcolismo,<br />

pazzia latente, licantropia, Rexona che lo pianta sempre in asso.


BIANCHERIA. Probabilmente non avrete mai l’occasione di esibirla. Ma<br />

anche in questa sciagurata ipotesi l’averla sempre in ordine e se possibile<br />

terribilmente chic vi solleverà lo spirito e vi rialzerà, quando la stenderete ad<br />

asciugare, nell’opinione dei vicini.<br />

BOLLETTE. Duplice calamità: tocca sborsare i soldi per pagarle e tocca, per<br />

riuscire a farlo, perdere intere mattinate. È vitale, giacché prevedibilmente non<br />

si riuscirà a trovare nessuno che risolva per noi la prima parte del problema,<br />

trovare almeno chi si incarichi di andarle a pagare per noi. Può essere il collega<br />

che ci fa l’occhio da pesce, o un amico fortunosamente beccato al volo mentre sta<br />

andando a pagare le sue (attenzione, in questo caso vince chi ha lo scatto più<br />

veloce; un’esitazione, e vi ritroverete a pagare le bollette di tutti e due). Oppure<br />

ci si potrà rivolgere ad una delle mille agenzie specializzate in tutto: dal portare<br />

fuori il cane a far pipì al pagare appunto le bollette.<br />

CASA. Si può essere single per vocazione, per scelta o per ripiego. Può trattarsi<br />

di un’esaltante conquista o di una dolorosa, e mal sopportata, necessità. Single si<br />

nasce, o si diventa in seguito a divorzi, vedovanze o sparizioni senza neanche un<br />

biglietto di colei/colui con cui la mattina dopo dovevate convolare e già gli<br />

avevate intestato la villetta al mare. In ogni caso, la casa è il pulito locale - amato<br />

o odiato - della vita del single. Meglio amarla: non si riuscirà mai a starne lontani<br />

abbastanza a lungo. Il single deve avere dunque una casa accogliente, e in essa un<br />

televisore che funziona, un impianto stereo ad altissima fedeltà, libri e riviste<br />

ancora da leggere in quantità, e sempre qualcosa da aggiustare o da rimettere in<br />

ordine: guai, quando non si abbia voglia di Tv, di musica o di letture, non avere<br />

proprio niente da fare.<br />

COLLEZIONI . Anche queste, per l’appunto, sono indispensabili nella casa di<br />

un single. Amandole, amerà di più la casa che le contiene. Potrà rimirarle,<br />

spolverarle, catalogarle e rimetterle in ordine e trascorrere così una serata<br />

deprimente ma fattiva. In più, sarà un eccellente argomento di conversazione,<br />

per rompere il ghiaccio, con la nuova conquista appena accalappiata.


CUCINA. Il single, indipendentemente dal suo sesso, tende a dimenticare di<br />

averla: meglio un toast consumato guardando la faccia di un barista che una<br />

succulenta cenetta consumata guardando le mattonelle della cucina. Oltretutto<br />

l’idea di sporcare, solo per se stessi, anche un unico pentolino si scontra di norma<br />

contro invincibili resistenze.<br />

Meglio dunque dotare il proprio frigorifero di alimenti che necessitino di una<br />

preparazione nulla o minima, ma che almeno, sotto il profilo nutrizionale, non<br />

risultino troppo malsani. Formaggi, prosciutto, mozzarella, yogurt, sedani. carote<br />

e finocchi, frutta fresca sono tutte cose che si possono aggredire così, nude e<br />

crude, prelevandole direttamente dal frigorifero. Anche le uova, purché non<br />

siano ormai complete di pulcino (che andrebbe cotto) possono essere consumate<br />

crude. E poi, peccate: col paté, col salmone affumicato, col caviale, con la polpa di<br />

granchio, i cuori di palma, mangos, bottarga e trote affumicate. Perché, sta bene<br />

non sporcare le pentole, ma è inutile imporsi penitenze. Potrete scoprire che è<br />

anche questo uno dei vantaggi della vita da single: potersi permettere ciò che, se<br />

si avesse famiglia, non ci si potrebbe permettere più.<br />

DENARO. Per non essere troppo mortificante, la vita da single deve,<br />

necessariamente, essere una vita dispendiosa. Più dispendiosa, almeno, della vita<br />

in coppia. Il single mangia spesso fuori casa, manda in lavanderia anche i calzini,<br />

vive all’insegna dell’improvvisazione e dunque trova muffito in frigorifero il<br />

filettino che si era comprato con tanto amore dopo essersi fatto spiegare dalla<br />

mammina come cucinarlo alla Strogonoff e invece, guarda un po’, proprio questa<br />

settimana mai una sera a casa. E poi la settimana dopo, quando hai detto col<br />

cavolo che ci casco un’altra volta, compro solo un etto di caffè, eccoti lì, solo<br />

davanti al frigorifero dove sfolgoranti si esibiscono: mezzo limone spremuto, una<br />

bottiglia di acqua minerale semivuota, una crosta di parmigiano.<br />

A quel punto, dato che la depressione incalza e si vive una sola volta, un colpo di<br />

telefono alla solita agenzia e in un lampo si riceve a domicilio, a scelta:


cenetta cinese, pizza capricciosa, ostriche e champagne, ed analoghe deliziose<br />

(e giustamente dispendiose) specialità dello chef.<br />

Dunque, non solo il single è costretto a fare i conti unicamente col proprio stipendio,<br />

ma in più (leve farli con la propria disorganizzazione, la propria necessità di<br />

ricorrere agli altrui servigi, ed anche con l’esigenza di affrontare un minimo di<br />

spese di rappresentanza. A meno di non essere oltre che single anche orsi (e può<br />

essere una fortuna), un minimo di relazioni sociali si impongono, e ciò impone la<br />

frequentazione di ristoranti, teatri, e locali in genere, la partecipazione a gite e<br />

vacanze, l’invio di un pensierino a chi ti ha ospitato oggi sperando che ti ospiti di<br />

nuovo domani, e via dicendo.<br />

DONNA. Uomo o donna che sia, il single ha bisogno di una donna. A ore, si<br />

capisce. Se si sarà riusciti a strappare alla casa paterna (o almeno ad ottenere<br />

sistematicamente in prestito) la vecchia tata. la vita può essere guardata con<br />

ottimismo. Altrimenti, saranno dolori. E terrori. Perché facilmente alla donna ad<br />

ore il single dovrà affidare la propria casa e le chiavi della medesima. E finché<br />

non sarà sparita tutta l’argenteria ereditata dalla nonna non si saprà se era il<br />

caso di fidarsi. D’altra parte, non si può fare altro che rischiare. Licenziarsi dal<br />

lavoro per potere essere in casa a controllare la donna a ore significherebbe non<br />

avere più i soldi per pagarla.


ELETTRODOMESTICI. Alcool, droghe, appropriazioni indebite,<br />

peccati veniali o mortali, nulla tenta il single quanto l’acquisto di un<br />

elettrodomestico. Uno qualunque - dal televisore all’arricciaburro elettrico - e in<br />

definitiva, uno dopo l’altro, tutti. Ne possiede, di norma, un repertorio<br />

impressionante. Può fare la pasta con la forza di cento braccia, cucinare a<br />

microonde, friggere senza odori, stirare senza più filo, stanare quel diavolo di<br />

sporco, farsi i boccoli anche in taxi, affettare, stappare, grattugiare, impastare,<br />

centrifugare. lucidare, aspirare, trapanare, climatizzare, umidificare.<br />

Ovviamente, non sa neppure come si usi uno solo di quei costosissimi attrezzi, e la<br />

rude colf ciabattona che ha arruolato spazza i pavimenti con una vecchia scopa<br />

spettinata, gli fa la pasta a mano che la forza di cento braccia ce l’ha lei, e manca<br />

poco che gli macini il caffé pestandolo nel mortaio.<br />

Ma l’elettrodomestico rassicura e dà tanto l’idea di avere davvero una casa. E in più<br />

nessuno toglierà al single - di norma incline a comportamenti ansiosi - la<br />

persuasione che un giorno potrebbe trovarsi nella necessità di affettare, nel giro<br />

di qualche secondo, decine di metri lineari di salame, tagliato fino.<br />

ESCA. Voce del verbo uscire, o vermetto - o succedanei - che attira la preda verso<br />

la trappola? Tutta la differenza sta in un accento che nella nostra lingua,<br />

oltretutto nomi si scrive, ma che può cambiare la vita di una persona, se infatti<br />

l’esca (con la e aperta) ha funzionato, e la preda è stata intrappolata, è<br />

necessario - (qualora s’intenda permanere nella propria condizione di single -<br />

cambiare l’accento (e in effetti anche i toni) ed ottenere che esca, che sloggi.<br />

Qualora non sì riesca ad uscire incolumi da questo acrobatico cambio d’accento,<br />

questo modesto dizionarietto potrebbe non servire più: si sarebbe infatti<br />

trapassati o nel regno dei più, o in quello degli accoppiati.


ESTETICA. Per il single, più che per chiunque altro, dovrebbe essere una<br />

religione. Non è detto che il single o la single debbano per forza dare la caccia ad<br />

un partner. Sempre più spesso, al contrario, si è single per scelta e, se non<br />

proprio per vocazione, quanto meno per aver verificato che, tra tanti mali, può<br />

essere di gran lunga il minore. Ciò non toglie che un aspetto gradevole serva a<br />

facilitare i rapporti sociali, necessari ai single più che a chiunque altro.<br />

FAMIGLIA. Nessuno ha il senso della famiglia quanto il single. È lui che a<br />

Natale, colto da sindrome dell’albero, arriva a casa dei genitori con un abete alto<br />

due metri che non passa per le porte, e freneticamente si dà ad addobbarlo come<br />

faceva da piccolo, con l’ovatta e i dolcini. Salvo accorgersi - mentre in cima adì<br />

una scala tenta acrobaticamente il tocco finale del puntale - che ce n’è un altro,<br />

già interamente addobbato, nell’angolo opposto del salone, e forse per questo<br />

mamma e papà avevano quello sguardo preoccupato.<br />

Il single ricorda compleanni e onomastici di tutta la famiglia, nel terrore che la<br />

famiglia dimentichi i suoi. È uno sfrenato corteggiatore di zie, alle quali invia<br />

cartoline da ogni angolo del mondo e regala dolcini perché dimentichino per un<br />

attinio il diabete che sta scavando la loro fossa. Ne riceve in cambio calzini<br />

rammendati, camicie stirate, orli di pantaloni rifatti, bottoni attaccati e inviti a<br />

cena quando ormai non rimane che il suicidio. Se ha una nonna, se la coccola: solo<br />

lei fa ancora quei biscottini al profumo d’infanzia, che dopo avere inzuppato il<br />

decimo nel cioccolato caldo vien voglia di farsi raccontare di quando la balena<br />

ingoiò Geppetto.<br />

Ma il single può essere un reduce: reduce da un’esperienza di accoppiato. In questo<br />

caso, a meno che non ci siano nuovi partner della vecchia metà ad impedirglielo,<br />

andrà a godersi anche lì, a casa dell’ex, un po’ di senso della famiglia. E se ci sono<br />

figli di mezzo, tanto meglio: sbafare pranzi e cene, guardare la televisione<br />

beatamente sprofondato nel divano e coi piedi sul tavolino del salotto dell’ex,<br />

diventa un dovere nei confronti dei propri pargoli. E solo il fatto che questi ultimi<br />

siano così insopportabili scongiura, in quelle circostanze, il rischio di cedere<br />

all’impulso di rimanere indefinitamente lì.<br />

FESTE. Ovviamente, pullulano di single. Si può dire che siano state inventate solo<br />

per strapparli alla loro solitudine. A volte tale scopo viene raggiunto in via<br />

definitiva: due single, generalmente di sesso diverso, si incontrano, si piacciono,<br />

si ubriacano sorseggiando con determinazione il medesimo, disgustosissimo<br />

cocktail guadagnano insieme la porta e si espongono, per il resto della vita, alle<br />

noie di una dichiarazione congiunta dei redditi.


GIARDINAGGIO. O anche, si capisce, terrazzaggio, balconaggio,<br />

davanzalaggio, dal momento che non sempre è possibile disporre di un giardino, e<br />

questo non significa che si debba rinunciare al giardinaggio. Zappettare,<br />

concimare, rinvasare, potare ed innaffiare sono oltretutto attività che, se praticate<br />

con scrupolo, occupano parecchio tempo. In più, appurato ormai<br />

incontrovertibilmente che, parlando loro con toni affettuosi, le piantine crescono<br />

meglio, sarà un‘ottima occasione per fare quattro chiacchiere nei momenti di<br />

solitudine. Ovviamente non andranno tenuti in nessun conto gli sguardi<br />

compassionevoli di chi, sapendovi dediti a tali conversazioni, vi pronosticherà un<br />

imminente ricovero in clinica psichiatrica. Al più, potrete cominciare ad<br />

immaginare di avere bisogno di uno specialista quando vi accorgerete che ha<br />

vostra dedizione comincia ad essere compensata, e che il basilico ha preso a<br />

rispondervi.<br />

GUARDAROBA. Si intende qui affrontare non il problema del look, ma<br />

quello dell’armadio che deve essere ampio, spazioso, ospitale, esagerato. Difatti,<br />

una della prime cose della quali ci si accorge intraprendendo una vita da single, è<br />

che gli abiti, mon tornano da soli nell’armadio come sempre si era creduto.<br />

Superato l’iniziale sbigottimento e rivolto un pensiero commosso alla mamma, alla<br />

tata o alla ex sposa che evidentemente sì incaricavano della bisogna, occorrerà<br />

rassegnarsi all’idea che, d’ora in avanti, toccherà rimettere in ordine le proprie<br />

cose. E a quel punto, un armadio capiente renderà la vita enormemente più facile.<br />

Al cospetto di un armadio che certamente scoppierebbe qualora dovesse<br />

contenere ancora una sola cravatta, l’atteggiamento più frequente è la rinuncia. È<br />

così che si comincia ad ammucchiare l’ammucchiabile sulla sedia ai piedi del letto,<br />

ed è così che si finisce per andare in giro con gli abiti spiegazzati ed un calzino<br />

che, nella confusione, occhieggia dal taschino della giacca.


In ogni caso, anche il single più diligente, disposto a pigiare con cura ogni cosa nel suo<br />

armadietto, scoprirebbe che, una volta strappata a quel groviglio per indossarla,<br />

la giacca di cachemire che era costata un mese di stipendio, pare appena<br />

prelevata a una bancarella dell’usato.<br />

Dunque: ridurre drasticamente il numero degli abiti o aumentare altrettanto<br />

drasticamente la capienza dell’armadio.<br />

INDIRIZZI (e numeri di telefono). Si dividono in due categorie: gli utili e i<br />

dilettevoli. Ma, in molti casi, potrebbero essere tutti catalogati alla lettera P<br />

sotto una voce omnicomprensiva: Pronto soccorso. Il single sviluppa infatti<br />

facilmente sindromi ansiose. E così può essere altrettanto vitale poter<br />

raggiungere nel cuore della notte la mamma per farsi giurare che quei dolorini<br />

dalla parte del fegato sono frutto degli stravizi delle ultime settimane e non di<br />

un male innominabile e fatale, o raggiungere telefonicamente chi vi rende<br />

tollerabile una serata di solitudine recapitandovi a domicilio ostriche e<br />

champagne.<br />

Inoltre, poiché anche nella vita del single o della single più ricercati e fascinosi ci sarà<br />

fatalmente qualche serata infausta in cui il telefono proprio non suona, in cui non<br />

si riesce a trovare proprio nessuno con cui andare a farsi una pizza, è<br />

fondamentale conoscere l’indirizzo di almeno un noleggiatore di videocassette<br />

specializzato nella distribuzione, illegale ma fondamentale, di cassette di film di<br />

freschissima uscita nelle sale cinematografiche: i soli che nelle serate di più<br />

acuta depressione possano essere visti senza meditare il suicidio.


INVITI. Vivere da soli e non fare né ricevere inviti configura una situazione<br />

assai prossima all’eremitaggio, che sarebbe meglio godersi in pizzo ad una<br />

montagna che non un condominio. Se dunque guardandovi intorno non scorgete<br />

stelle alpine né stambecchi e nonostante ciò siete al settimo giorno consecutivo<br />

di sofficini ai funghi consumati in solitudine sul tavolo della cucina, abbiate pietà<br />

di voi stessi e del vostro fegato e scegliete un modo, uno qualunque, per evadere<br />

dalla pericolosa situazione di isolamento nella quale vi trovate. I metodi sono<br />

molteplici: mettere un annuncio su una rubrica per cuori solitari, dedicarsi<br />

all’assidua frequentazione di vecchie zie, iscriversi a qualunque cosa (palestre di<br />

body building, corsi di giardinaggio o di alta cucina, partiti politici, dopolavoro,<br />

associazioni di volontariato, società segrete). Tutto potrà servire per fare nuove<br />

conoscenze e rastrellare inviti.<br />

Da un single, oltretutto, per lo più non ci si aspetta neppure che ricambi: si sa che la<br />

sua casa è troppo piccola e la sua disorganizzazione troppo grande. Gli si chiede<br />

soltanto, dunque, oli essere di gradevole compagnia e preferibilmente di<br />

bell’aspetto:<br />

in questo caso sarà possibile invitarlo (o invitarla) ogni volta che ci si trovi alle prese<br />

con un amico (o un‘amica) sfidanzati o sfamigliati di fresco da accasare, e con i<br />

quali il single, ovviamente, si guarderà bene dall’accasarsi.<br />

LETTO. Single sta per singolo, solo, uno. Gli compete, dunque, il letto ad una<br />

piazza. Conie quando era piccolo? Come in ospedale? Come se nella vita non gli<br />

dovesse capitare mai, ma proprio mai di infilarsi sotto le lenzuola in compagnia?


E perciò, come si vede, gli compete ma non è detto che gli piaccia. Può darsi, al più, il<br />

monacale lettino ad una piazza tenti, per un attimo, chi si ritrovi a militare tra i<br />

single dopo essersi congedato, più o meno bellicosamente, da un regolamentare<br />

coniuge. In questo caso, la scelta dello striminzito giaciglio può simboleggiare un<br />

taglio netto con il proprio passato, lettone compreso, oppure può rappresentare<br />

una scelta obbligata per chi trovandosi d’improvviso solo in un lettone progettato<br />

per due, rischierebbe di trascorrere le proprie notti a singhiozzare piuttosto<br />

che a ronfare.<br />

Ma poiché il letto singolo simboleggia anche l’ineluttabilità della propria solitudine<br />

(che anche il single pia incallito pretende invece di poter liberamente scegliere<br />

giorno per giorno), quasi mai smunte brandine arredano la camera da letto dei<br />

single.<br />

Il dilemma dunque si restringe: lettone a due piazze o, salomonica via di mezzo, letto a<br />

una piazza e mezza? Mi dice un amico: A due piazze, così dormo tutto<br />

spampanato come piace a me, un braccio qui e una gamba laggiù, e non c’è nessuno<br />

a rompermi l’anima. E un altro: A una piazza e mezza, che tanto puoi lo stesso<br />

spampanarti come vuoi, e non hai quell’aria da vorrei ma non posso, vorrei essere<br />

in due e invece eccomi qua – come dire? - sono solo ma chi vuole si accomodi che<br />

tanto c’è posto. Ribatte il primo: A due piazze, ché se una sera ti capita -. come<br />

dire? - un ospite, si sta comodi anche in due. E l’altro ancora: A una piazza e<br />

mezza,chein due ci si sta comodi lo stesso ma senza esagerare, e l’ospite capisce<br />

che non è il caso di portarsi dietro anche i bauli, perché più di tanto, lì dentro in<br />

due non ci si resiste.<br />

Come si vede dunque, la scelta è del tutto personale. E la cosa pia saggia è farsi<br />

guidare dalle dimensioni della biancheria e delle coperte che si possiedo.<br />

LIBRI. Così come gli accoppiati, i single possono rifulgere per la loro esemplare<br />

ignoranza. Ma. come gli accoppiati, converrà che non dimentichino che una casa<br />

senza una sedia o una poltrona risulterà certamente più accogliente di una casa<br />

senza un libro, ricordando che qualche volta in una serata di pioggia. Un buon<br />

libro può dare più calore di un’intera famiglia.


MALATTIA. Ahimé: è su questo doloroso scoglio che tante fulgide carriere da<br />

single sono definitivamente naufragate. Qualcuno ha ceduto al primo<br />

raffreddore, qualcuno alla prima tonsillite con febbre a 39, quasi nessuno ha<br />

resistito al colpo della strega con conseguente immobilità a letto ed impossibilità<br />

a prepararsi da soli neppure un tè con l’acqua dello scaldabagno.<br />

È per lo più a questo punto che - di fronte a malanni variamente penosi e perniciosi, ma<br />

penosissimi e perniciosissimi per chiunque si sia trovato a viverli in totale<br />

solitudine - molti single hanno fatto fagotto. Incuranti anche della sicura perdita<br />

della caparra versata anticipatamente, hanno abbandonato con precipitazione la<br />

deliziosa mansardina con vista su gatti e tetti, l’appartamento nel centro storico,<br />

il bicamere con affaccio sul cortile che per di più ha le scale che puzzano a tutte<br />

le ore di minestrone ma che sembrava un paradiso, la libertà e la dimostrazione<br />

che non ha bisogno di nessuno, almeno fino a quando la salute lo assiste.<br />

Ed infatti il problema sorge ed esplode quando la salute non lo assiste più. Due linee di<br />

febbre, e anche il single più motivato e determinato medita un inglorioso ritorno<br />

a casa da mamma, da quella rompiscatole che gli ha avvelenato dieci anni di<br />

matrimonio, ma che almeno quando serviva un’aspirina gliela la dava, insomma a<br />

casa di qualcuno, chiunque sia, ma qualcuno che sentendosi morire nel cuore della<br />

notte si possa chiamare al proprio capezzale.<br />

MAMMA. Serve al single per fuggirne e vivere da solo. Per incolparla della turbe<br />

che oggi gli impedisce di vivere serenamente con qualcuno accanto, invece di<br />

vivere da solo. Ma serve anche per sapere che in qualunque ora del giorno e della<br />

notte si potrà tornare da lei, e avere cosi tutta la serenità che ci vuole per<br />

vivere da solo.


MANIE. È inevitabile: chiunque abbia vissuto da solo abbastanza a lungo, ha le<br />

sue manie. Si può diventare maniaci dell’ordine o del disordine; non poter vivere<br />

se c’è una cicca nel portacenere e non poter vivere se il portacenere non è pieno<br />

di cicche; non sopportare il frigorifero vuoto perché sennò si sente diseredato,<br />

non sopportare nel frigorifero pieno perché sennò tanto valeva che si facesse<br />

una famiglia numerosa. Il single avrà manie innocue o irritanti, piccole o grandi,<br />

una sola o una carrettata, ma ne avrà. Lasciategliele: è andato a vivere da solo<br />

anche per potersele coltivare.<br />

NATALE (e feste comandate). A questo riguardo, i single si dividono tra coloro<br />

che hanno una famiglia che in tali circostanze assicuri loro ricovero, affetto, aria<br />

di festa; e chi una famiglia non ce l’ha. Questi ultimi saranno allora costretti a<br />

cercare il focolare di qualche amico al quale scaldarsi o ad inghiottire dosi<br />

appena meno che letali di sonnifero per avere la certezza di riacquistare lucidità<br />

soltanto quando il giorno di festa è sicuramente, irrimediabilmente finito.<br />

Naturalmente, esistono anche rocciosissimi single che delle feste se ne buggerano;<br />

che quando scocca la mezzanotte, a Capodanno, non sollevano neppure il naso dal<br />

libro che, dimentichi del inondo, stanno leggendo; che la notte di Natale<br />

beatamente si piazzano davanti alla TV in compagnia di mezzo pollo di<br />

rosticceria, un sacchetto di noci e una bottiglia di frizzantino tanto per<br />

cambiare, e si spanciano dal ridere alle battute dei comici dello spettacolo di<br />

Capodanno.<br />

Ma si tratta di eccezioni che sfiorano l’impossibile, e che non converrà tentare di<br />

imitare pena, dopo aver dato il primo morso alla coscia di pollo, l’irrefrenabile<br />

smania di suicidarsi conficcandosi in petto l’osso della medesima.


NOTTE. Pullula di single. Si sospetta anzi che molti single siano divenuti tali solo<br />

per potersela spassare dopo la mezzanotte senza doversi inventare ogni volta una<br />

riunione fiume in ufficio, o senza doversi trovare davanti, rincasati, la mamma<br />

ancora in piedi alle quattro del mattino, tutta spettinata nella vestagliona di lana,<br />

che non riusciva a dormire non solo per la preoccupazione di non sapere dove eri<br />

finita, ma anche per l’impazienza di spiegarti che se continui così col cavolo lo<br />

trovi un cretino che ti sposa.<br />

E invece, senza mamme, mogli, mariti o conviventi a qualunque titolo, la notte è tua. E<br />

di fatti quasi sempre una carriera da single inizia così: in giro tutte le notti, mai<br />

a casa prima delle tre, cornetti caldi all’alba e musica, sigarette e drink per tutta<br />

la notte. In genere, si tratta di ritmi che possono essere mantenuti<br />

sufficientemente a lungo soltanto da coloro che, ricchi di famiglia, contano su<br />

rendite sostanziose. Gli altri, costretti a dividersi tra nottate di baldoria e<br />

mattinate in ufficio, dopo il primo coccolone con faccia sui rigatoni durante la<br />

pausa mensa, in genere decidono di folleggiare con maggiore moderazione.<br />

ORDINE. Per il single, come si è detto, è sovente una mania. Provvidenziale,<br />

tuttavia: ahilui, nessuno toglierà di mezzo i calzini che spogliandosi ha lanciato sul<br />

lampadario, né vuoterà i portacenere che ha lasciato pieni di cicche o riporrà<br />

nell’armadio il golf che ha abbandonato sulla sedia. Una settimana senza<br />

rimettere ordine, dunque, e per arrivare dal salotto alla camera d a letto gli<br />

toccherà farsi largo con una ruspa. E intanto in cucina i piatti sporchi faranno la<br />

muffa, il barattolo dello zucchero lasciato aperto pullulerà di formiche e l’avanzo<br />

dello spuntino di tre sere prime emanerà miasmi d’inferno. In genere, a meno che<br />

non vi sia naturalmente portato, il single novellino stenta, inizialmente, ad<br />

accettare come ineluttabile la necessità di tenere in ordine la propria casa e le<br />

proprie cose. Tuttavia, con l’esclusione dei disordinati costituzionali - quelli per<br />

l’appunto che se non trovano almeno un paio di calzini in frigorifero o un bicchiere<br />

nel cassetto della biancheria si sentono male, - quasi sempre chi vive da solo<br />

finisce per diventare ordinato. E ciò per la semplice ragione che un po’ d’ordine<br />

gli rende più facile la vita. Il guaio è che, a quel punto, perniciosissimi ed<br />

insopportabili sindromi maniacali sono in agguato. Ormai, il single ha imparato che<br />

i bicchieri vanno lì, i calzini lì, e che i pomodori in frigorifero sono tanto carini se<br />

sono allineati a due a due. Provate a spettinargli la geometria dei pomodori, e<br />

saprete cos’è uno sguardo carico d’odio.


ORRORE. Ovvero, il film dell’orrore. Ricordate le risate, quella volta, uscendo<br />

tutti insieme dal cinema dove proiettavano quel film di morti viventi, schizzi di<br />

sangue, bambini indemoniati, sospiri d’oltretomba, spuntini a base di reperti da<br />

sala settoria, maniaci in agguato sul pianerottolo del terzo piano? Ricordate come<br />

palesemente finto quel sangue, comicamente bieco quell’assassino? Ecco non<br />

provateci se siete soli e in televisione danno un film tutto brividi e sussulti. Il<br />

sangue della vittima avrà ancora l’aspetto di un sughino al pomodoro e basilico, ma<br />

potreste cominciare a sentire scricchìolii, maniglie che girano, passi nel<br />

corridoio, occhi che vi spiano, gelide mani che vi si posano sul collo. Vi sarete<br />

anche spanciati dal ridere, quella volta con gli amici, ma questa volta, da soli,<br />

potreste condannarvi ad una nottata d’insonnia e di terrore. Provate, col<br />

telecomando: c’è sempre un canale dove stanno facendo un sano, tranquillizzante,<br />

soporifero quiz.<br />

PARTY. Uno tira l’altro, come le ciliegie. Ce ne sono di pirotecnici e di soporiferi,<br />

di grandiosi e di micragnosi, qualche volta ci si abbuffa e qualche volta è tanto se<br />

offrono un salatino, una volta si conosce gente così interessante e quell’altra<br />

pareva una riunione di condominio, ma è comunque buona regola frequentarne il<br />

maggior numero possibile. Le prime volte ci si potrà imbucare al seguito di<br />

qualche amico, e poi, pian piano, gli inviti arriveranno. Qualcuno potrà essere<br />

lasciato cadere, ma senza esagerare: mondanamente non è detto che gli assenti<br />

abbiano sempre torto, ma è garantito che finiscano per essere facilmente<br />

dimenticati. E un single ha, sì, soprattutto bisogno di amici, ma quando gli amici<br />

non ci sono ha bisogno, spesso, almeno di gente.<br />

PIGIAMA. Flanellona dl’inverno, e niente d’estate. Tanto, chi lo vede? E se c’è<br />

qualcuno che lo o la vede vuol dire che sarà il caso di indossare ciò che diceva di<br />

indossare per la notte Marylin Monroe: due gocce di profumo.


PORTIERE. Può essere un complice e può essere un nemico. Ma se l’ostilità del<br />

proprio portiere è sgradevole per tutti, per il single è decisamente perniciosa.<br />

Esagerate dunque in mance, saluti e carinerie: si riveleranno tutti investimenti<br />

redditizi. Nessuno come chi vive solo ha bisogno di chi gli ritiri pacchi e<br />

telegrammi quando non è in casa, gli vada a comprare la mozzarellina quando è<br />

malato, gli procuri una colf fidata, gli porti il cane a fare pipì, gli ripari il<br />

rubinetto che perde e sia disposto a giurare a quella signorina così nervosa che il<br />

signore, ieri sera, non ha ricevuto proprio nessuna biondina, s’immagini, a parte lei<br />

il dottore non riceve mai nessuno.<br />

PROVVISTE. A tale riguardo i single si dividono in due categorie: quelli che<br />

non le fanno, e quelli che le fanno e le sbagliano. I primi possiedono un frigorifero<br />

con tre limoni e mezza minerale, e una credenza contenente caffé, zucchero e un<br />

vasetto di marmellata mai aperto perché, mancando infallibilmente il pane, non si<br />

sa dove spalmarla. I secondi soffrono prevalentemente di sindromi ansiose, e un<br />

timore perenne di morire di fame acquastano tutto in formato famiglia e<br />

prediligono di norma generi altamente deperibili il cui destino è quello, dopo una<br />

fugace permanenza in frigorifero, di passare direttamente dal venditore alla<br />

pattumiera.<br />

QUANDO. Quando intraprendere una carriera da single? A parte gli eventi<br />

ineluttabili, si tratta di una scelta che andrebbe operata solo dopo aver<br />

accertato di possedere tutti i requisiti per sbrigarsela da soli senza sentirsi soli.<br />

Ma sebbene alla condizione di single si finisca spesso non solo per adattarsi, ma<br />

per scoprirvi a lungo andare, in qualche caso, squisite cd irrinunciabili<br />

piacevolezze, il fatto è che, quasi sempre, ci si ritrova a vivere da soli non per<br />

scelta ma per necessità. È a partire dai 25-30 anni che il single può cominciare ad<br />

essere considerato tale. E da allora in poi non è detto che si viva da soli per<br />

vocazione e non per necessità.<br />

In compenso, l’esercito dei single aumenta anno dopo anno, l’essere in sempre più<br />

numerosa compagnia li fa sentire sempre meno reietti e derelitti, il prossimo<br />

comincia a guardarli come fortunati furbacchioni, e addirittura l’industria, capito<br />

l’andazzo, ha preso a coccolare il single rifornendolo di tutto. E così, non solo<br />

compaiono sul mercato confezioni di surgelati e scatolette da una sola porzione,<br />

ma si producono mini-lavatrici per bucatini piccini picciò o normali lavatrici che<br />

possono lavare anche soltanto due mutande e tre calzini, e si pubblicano libri di<br />

cucina intitolati «Buon appetito, single», dove gli ingredienti delle ricette sono<br />

tutti calcolati per una sola persona.


QUANTO. Quanto si può resistere nella condizione di single? Un’ora o una<br />

vita: dipende dal temperamento e dalle occasioni, Ma non c’è dubbio: per chi<br />

l’abbia vissuta sufficientemente a lungo, quella di single è un’esperienza che<br />

segna un carattere per tutta la vita. Tic e manie, una volta acquisiti, non<br />

scompaiono mai più del tutto. Chi aveva finito per parlare da solo continuerà a<br />

farlo. Chi si era abituato ad andare a dormire alle nove e svegliarsi alle tre di<br />

notte per farsi due spaghetti alla carbonara, difficilmente sopporterà senza<br />

fatica gli orari di una famiglia normale. Chi era abituato a trascorrere mezze<br />

mattinate in ammollo nel bagnoschiuma, difficilmente si rassegnerà all’idea di<br />

dover uscire perché altrimenti voi, là fuori, scoppiate.<br />

Il vantaggio, per chi si accasa con un single strappandolo alla sua solitudine, è di<br />

trovarsi a che fare con un individuo abituato all’autonomia, e che non si aspetta<br />

che altri facciano ciò +che può fare da se. Lo svantaggio è che abituato ad<br />

occuparsi solo di sé, il single continuerà a farlo, ignorando i vostri problemi e le<br />

vostre esigenze.


RAMMENDI . . . e bottoni da attaccare, orli da cucire, macchie da togliere.<br />

Sono tutte cose che il single non sa fare e preferisce non imparare a fare.<br />

Altrettanto dicasi della single, ovviamente, giacché quasi più nessuna mamma è<br />

riuscita, o ha avuto voglia di provare ad insegnare adì una figlia i più elementari<br />

rudimenti di economia domestica e faccende limitrofe. Dunque, perché la sua vita<br />

non sia un inferno e i suoi abiti non siano uno scempio, i single ambosessi<br />

dovranno, prima ancora di trovare una casa che li accolga, procurarsi qualcuno<br />

che li accudisca.<br />

I più giovami, titolari ancora di almeno una nonna, sono i più fortunati: nomi c’è nonna<br />

che ti neghi un rammendo. La mamma, viceversa, solo qualche volta lo fa: vuoi<br />

perché, ancora troppo giovane e pimpante, ha altro da fare che occuparsi dei tuoi<br />

bottoni; vuoi perché scegliendo di vivere da solo, abbandonando la sua casa<br />

accogliente, l’hai gettata in un abisso di disperazione e adesso vuole fartela<br />

pagare o per lo meno convincerti che la tua vita lontano da lei è un inferno e ti<br />

conviene tornare; vuoi perché spera che le difficoltà della vita da solo ti<br />

convincano a tornare da quella cara ragazza tanto dolce che avevi sposato da<br />

appena un anno, e non vuole convincersi che quella ragazza tanto dolce già da sei<br />

mesi si era innamorata di un altro e ti ha messo alla porta per intraprendere una<br />

felice convivenza con lui.<br />

Una discreta garanzia è rappresentata dalle zie: cuciono, rammendano, accorciano,<br />

allungano, ma in cambio pretendono di vederti andare in deliquio per il polpettone<br />

che è la loro specialità e che da anni, immancabilmente, pare impastato col<br />

calcestruzzo, e una volta alla settimana vogliono essere accompagnate al<br />

concerto.<br />

E’ per scongiurare tutto questo che molti single hanno imparato, toccando prodigiose<br />

vette di virtuosismo, l’arte del rammendo invisibile.<br />

REGALI. Nel bilancio del single la voce regali deve per forza di cose avere un<br />

certo spazio. Avendo bisogno, per campare decentemente, della collaborazione di<br />

parecchie persone, gli converrà metterle nella disposizione d’animo più<br />

favorevole. E dunque allungherà mance sempre un pochino superiori al necessario,<br />

porterà fiori alla mamma e profumi alla zia, fazzolettini ricamati alla vecchia<br />

tata che gli confeziona periodicamente quei succulenti minestroni coi quali si<br />

mangia per un’intera settimana.


SALOTTO. Qualora possa disporre di un salotto sufficientemente accogliente<br />

e capiente, il single avrà risolto un bel po’ dei suoi problemi. Aprire aghi altri il<br />

proprio salotto è il più sicuro passaporto per il salotto degli altri. Rimarrà, il<br />

giorno dopo, il problema dei bicchieri da lavare, delle cicche da recuperare nei<br />

vasi da fiori, delle macchie di liquorino appiccicoso sul divano bianco. Ma in<br />

compenso, a patto di non essere troppo scostanti e di consentire ai propri amici<br />

di portare con sé i loro amici, si potrà allargare il giro delle proprie conoscenze, e<br />

garantirsi la possibilità, in futuro, di andare a sbrodolare sui divani degli altri.<br />

SOLITUDINE. Tanto vale che il single lo metta in preventivo fin dal primo<br />

giorno: può avere amici, amori, affetti quanti ne vuole. Ma arriverà il giorno in cui<br />

avrà voglia di trovare un piede allungando il piede nel letto e non lo troverà.<br />

Arriverà il giorno in cui avrà il bisogno di raccontare a qualcuno le proprie<br />

angosce esistenziali nel cuore della notte, e non sarà sicuro di poter fare, senza<br />

essere mandato a quel paese, nessun numero di telefono. Arriverà la sera in cui<br />

tutti, ma proprio tutti, hanno già qualcosa da fare. Arriverà insomma il giorno,<br />

magari un giorno solo, in cui la solitudine sarà pesante. Senza contare coloro per i<br />

quali la solitudine è pesante tutti i giorni. Saperlo, esserci preparati, ovviamente<br />

è già qualcosa. Ma altrettanto ovviamente, non è tutto e talvolta può diventare<br />

psicologicamente preoccupante.


SURGELATI. È probabile che il numero dei single sia andato aumentando di<br />

pari passo con la diffusione dei surgelati. Il single può fare a meno della<br />

caffettiera, ma non del freezer; se poi potrà permettersi anche un forno a<br />

microonde, la vita gli sorriderà definitivamente. In commercio, nel reparto<br />

surgelati di qualunque supermercato, esistono ormai, già cotte e bisognose<br />

soltanto di una scaldatina, ghiottonerie da grand-gourmet degne dei migliori<br />

ristoranti. In genere si tratta di porzioni per due persone, ed è l’ideale sia per<br />

galeotte cenette a due, sia per abboffarsi perdutamente quando si è da soli,<br />

consolandosi così delle pene della solitudine.<br />

TELEFONO. Il single potrà farsi mancare i soldi per comprare il pane, ma<br />

mai quelli per pagare la bolletta del telefono. Se vivendo in due un telefono<br />

staccato per morosità rappresenta un disservizio e una rottura di scatole<br />

vivendo in uno rappresenta la morte civile.<br />

E, nelle fantasie tipicamente ansiose di chi vive da solo, la morte pura e semplice: solo<br />

pochi fra i single potrebbero sopportare di trovarsi da soli una notte dopo l’altra<br />

senza un telefono perfettamente funzionante accanto al letto, senza supporre di<br />

poter avere prima o poi bisogno di collegarsi precipitosaniente con il 113 per un<br />

improvviso malore, uno scassinatore sul punto di abbattere la porta blindata, un<br />

violentatore in agguato sul pianerottolo.


Al telefono il single dovrà necessariamente collegare una segreteria telefonica.<br />

Questa gli procurerà la disperante certezza di non essere stato cercato proprio<br />

da nessuno durante tutta la giornata, ma in compenso toglierà ai soliti<br />

furbacchioni la possibilità di giurargli che lo avevano cercato ripetutamente<br />

senza mai trovano in casa. Inoltre qualche volta potrà addirittura procurargli la<br />

consolazione di trovare qualche messaggio affettuoso, intrigante, invitante.<br />

Quando ai rompiscatole, si potrà sempre assicurare loro che non si è richiamato<br />

perché, accidenti a lei, quella segreteria una volta funziona e cinque mio, e il loro<br />

messaggio non è stato registrato. La scusa è banale, ma la berrebbe chiunque. E’<br />

infatti opinione di tutti che le segreterie telefoniche funzionino tutte proprio<br />

così: una volta su cinque. In realtà le segreterie funzionano tutte perfettamente.<br />

Ma ha menzogna in questione è talmente diffusa, che più nessuno crede ad una<br />

segreteria telefonica funzionante.<br />

TELEVISIONE. Provvidenziale elettrodomestico che ha scongiurato il<br />

suicidio di parecchi single, vuoi facendoli addormentare sul più bello, mentre<br />

ancora non riuscivano a decidersi tra il gas e i barbiturici, vuoi consentendo loro<br />

di collegarsi telefonicamente con la cartomante in diretta non-stop fino a tarda<br />

notte, ottenendone previsioni di un futuro esaltante, che sarebbe stato un<br />

peccato non godersi togliendosi la vita.<br />

TINTORIA. Gli altri se ne servono per la pulizia di piumoni, coperte, golf di<br />

cachemire, giacche e cappotti. Per il single è il luogo nel quale si portano a lavare<br />

calzini, mutande, canottiere, servizi all’americana e strofinacci da cucina.<br />

UDITORIO. Costretto, tra le mure domestiche, a farne a meno, il single non<br />

per questo rinuncerà definitivamente al piacere della conversazione. E difatti<br />

molti single sono riconoscibili, per strada, per via della caratteristica abitudine<br />

dì parlare da soli.


(Nota di Gandalf: … abitudine oggi meno facilmente riconoscibile dato l’intenso uso di<br />

auricolari per cellulari per cui è ora nella norma vedere persone parlare e<br />

gesticolare, apparentemente al vento, come poveri dementi. )<br />

UNGHIE. Il single deve imparare a sfoderarle in molti casi: quando qualcuno<br />

attenta alla sua condizione di single, ad esempio. E può essere l’amica<br />

caritatevole che, straziata dal tuo permanere nella condizione di zitella pretende<br />

di presentarti un bello scapolone una settimana sì e una settimana no, sorda alle<br />

tue assicurazioni che zitella, come dice lei, hai deciso di morirci.<br />

Inoltre potrà essere necessario sfoderare le unghie per tenere alla larga la mamma,<br />

che periodicamente pretende di piombarti a casa per rimettere un po’ d’ordine in<br />

casa tua e che si avventa a rifarti il letto incurante della terrorizzata biondina<br />

che ci sta dentro.<br />

Bisognerebbe tenere alla larga anche l’amico di passaggio, che si presenta con le<br />

valigie chiedendo ospitalità per una sera soltanto, - non ti disturbare, dormo sul<br />

divano - e poi quel divano non lo molla più, il tuo salotto diventa una stalla, e la<br />

sera non ti lascia nemmeno guardare la televisione perché scusa sai, ma io se<br />

faccio tardi mi passa l’ora e poi non mi addormento più.<br />

UNO. Tra i rischi insiti nel vivere da soli, figura quello di concentrarsi<br />

esageratamente sul fatto di far parte di un nucleo familiare composto di una sola<br />

persona, se stessi. Ciò può comportare una maniacale attenzione nel pretendere<br />

che tutto, ma proprio tutto nella propria casa sia rigorosamente in confezione da<br />

uno. I single vittime di questa sindrome sono quelli che, al mercato,<br />

pateticamente acquistano un’arancia per volta, due carotine e una zucchina. Sono<br />

quelli che quando rinnovano la posateria comprano una forchetta un cucchiaio e<br />

un coltello. Sono quelli che single ci sono nati, e che single converrà lasciarli<br />

senza tentare in nessun modo di recuperarli alla società: un’operazione che,<br />

quand’anche vi riusciste, con tipi così non si sa a chi gioverebbe.<br />

UXORICIDIO. Una delle tante strade che portano alla vita da single. A<br />

meno che non si siano lasciati in giro troppi indizi perché in quel caso, con il<br />

sovraffollamento delle carceri, difficilmente si potrebbe ottenere una cella<br />

tutta per sé.


VACANZE (e viaggi). Possono essere impiegate con due opposti obiettivi:<br />

godersi la propria condizione di single, o porvi fine. Nell’un caso o nell’altro mete<br />

e modi di norma coincidono: il single aborrirà le pensioncine familiari gravide di<br />

marmocchi frignanti e sceglierà invece formule e soluzioni che gli promettano<br />

gradevoli incontri. Il (o la) single prevalentemente interessato a vacanze con<br />

risvolti sentimentali, precari o durevoli che debbano essere, potrà optare per i<br />

villaggi di vacanze: la socializzazione è garantita e qualora i soggetti con cui<br />

socializzare non siano troppo entusiasmanti, ci si sarà almeno assicurata ha<br />

consolazione di pantagrueliche abboffate.<br />

Meglio comunque, per tutti, il viaggio, da praticarsi imprescindibilmente in gruppo:<br />

trovarsi da soli, con la propria valigia, nel bel mezzo del Nepal potrebbe suscitare<br />

penose crisi di sconforto. Quanto al gruppo, purché si sia scelta la formula che,<br />

dopo un attento esame di coscienza e in tutta sincerità, sì sarà ritenuta la più<br />

adatta a se stessi, alle proprie abitudini, si avranno buone probabilità di trovarsi<br />

a condividere la vacanza con gente abbastanza simile a se stessi. Ciò che,<br />

partendo da soli, rappresenta una fondamentale condizione per non rimpiangere<br />

di essere partiti. Viaggi-avventura, dunque, se si è autenticamente avventurosi,<br />

viaggi culturali se reperti archeologici e visite alla casa natale del poeta<br />

sinceramente attraggono, viaggi ovattati ed opulenti, se del confort non si<br />

saprebbe mai fare a meno.


VICINI. C’è un detto che informa che «neanche la regina può fare a meno della<br />

vicina». Si ha motivo di sospettare che si tratti di un’esagerazione: difficilmente<br />

sul pianerottolo, sua maestà troverebbe qualche estranea con la quale far<br />

comunella. Ma per i single i vicini rivestono sicuramente un ruolo fondamentale,<br />

che sarebbe sciocco, ed autolesionista, ignorare. Sarà dunque una buona regola<br />

cercare di intrattenere con il maggior numero di loro rapporti di cordialità, in<br />

modo che all’occorrenza si possa bussare alla loro porta in tutta serenità.<br />

Naturalmente, bisognerà evitare che la propria ansia di cordialità sconfini<br />

nell’invadenza, perché in quel caso si potrebbe bussare perdutamente per ore<br />

senza ottenere nessun segno di vita. Un vicino con il quale si sia riusciti a<br />

simpatizzare, oltretutto, non farà finta di niente scorgendo uno scassinatore<br />

intento ad armeggiare con la serratura della vostra porta.<br />

ZERBINO. Al riguardo il single non ha né particolari cautele da osservare, né<br />

gravi problemi da risolvere. Può collocare davanti alla propria porta lo zerbino<br />

che gli pare: piccolo, grande, alto un palmo o sottile, variopinto o in tinta<br />

naturale. Insomma: sul rapporto tra single e zerbino non c’è assolutamente nulla<br />

da dire, e se la voce in questione figura nel presente dizionario, è solo perché<br />

pochissime voci interessanti iniziano con la lettera Z, e ciò nonostante questa<br />

pagina, in qualche modo, va ugualmente riempita.<br />

ZIE. Perché siano utili devono essere zitelle (pardon, single. In ogni caso, vedi<br />

sotto). Se non lo sono avranno infatti presumibilmente qualche sciagurato figlio<br />

proprio uguale a voi, e saranno troppo prese ad occuparsi dei fatti suoi per<br />

badare ai vostri. E ciò le renderà del tutto superflue nella vostra vita. La zia<br />

senza famiglia, viceversa, avrà come problema esistenziale dominante quello<br />

dell’impiego del tempo libero. E voi, con spirito caritatevole, la aiuterete ad<br />

occuparlo.<br />

La zia offre infatti mille possibilità d’impiego. Può essere utilizzata per accudire il<br />

vostro gatto o i pesci rossi quando siete in vacanza, ma può anche riattaccare<br />

bottoni, fare orli, togliere macchie indelebili. Indispensabile per confezionarvi<br />

parmigiane di melanzane, lasagne al forno, sughini che poi, confezionati in<br />

porzioni singole, congelerete per godervi in qualunque momento pantagruelici<br />

manicaretti solitari. Senza contare che la zia può essere sempre impiegata per<br />

raccontare che sta malissimo e che dovete accudirla, quando vorrete togliervi<br />

qualche rompiscatole di torno.


ZITELLO (e zitella). Il single ama, talvolta, darsi ironicamente dello zitello. La<br />

zitella pretende di essere chiamata single. Ma, che si usi un termine o l’altro, in<br />

realtà non cambia nulla. Tanto più che è già cambiato l’atteggiamento con il quale<br />

la condizione di single - o di zitello - viene vissuta dai protagonisti e dal resto del<br />

mondo. Oggi infatti, sempre più spesso, quella di vivere da soli è una scelta<br />

meditata e consapevole e non più un mesto ripiego.<br />

fine

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!