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illuminazione e microclima - Istituto Tecnico per Geometri "Guarino ...

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5. Misure di prevenzione e protezione<br />

5.1 Misure organizzative<br />

Ai fini dell’esposizione ad alte tem<strong>per</strong>ature occorre articolare il turno di lavoro in maniera tale da<br />

evitare di lavorare nelle ore dalle 11,00 alle 15,00 (12,00 – 16,00 con l’ora legale), quando gli UV<br />

sono più intensi e la tem<strong>per</strong>atura ambientale è più elevata; in tali ore si devono privilegiare<br />

compiti che si svolgono in ambienti co<strong>per</strong>ti, fissi o provvisionali. Spostare gli orari di lavoro,<br />

sfruttando le prime ore del mattino, può essere una soluzione <strong>per</strong> evitare l’esposizione ai raggi<br />

UV e alla canicola. Occorre inoltre prevedere una rotazione dei compiti lavorativi alternando<br />

all’interno del turno di lavoro attività all’a<strong>per</strong>to e al chiuso, e attività al sole con attività<br />

all’ombra. Al di sopra dei 30°C, ogni ora, è bene effettuare una pausa di almeno 5 minuti in un<br />

luogo fresco ed ombreggiato. Quando si su<strong>per</strong>ano i 35°C, o i 32°C in caso di clima afoso (umidità<br />

relativa su<strong>per</strong>iore a 75%) occorre incrementare la pausa a 15 minuti ogni ora.<br />

In generale occorre comunque realizzare una progressiva acclimatazione <strong>per</strong> le esposizioni<br />

sistematiche alle alte tem<strong>per</strong>ature.<br />

Durante l’orario di picco di ozono, a fine pomeriggio (16.00 – 18.00) bisogna evitare lavori<br />

particolarmente pesanti.<br />

E’ obbligatorio fornire ai lavoratori tutte le informazioni sul rischio, sui possibili danni e sulla<br />

loro gravità, sui sintomi di allarme, sulle misure di prevenzione adottate e sui comportamenti di<br />

salvaguardia da tenere.<br />

In tutte le lavorazioni in cui è stato valutato un rischio di stress da calore è sempre obbligatoria la<br />

sorveglianza sanitaria.<br />

5.2 Alimentazione<br />

Quando si lavora a tem<strong>per</strong>ature comprese fra i 25°C e i 30°C occorre assumere liquidi in quantità<br />

sufficiente, in modo da reintegrare quanto <strong>per</strong>so con la sudorazione. Preferibilmente acqua<br />

potabile o tè leggermente dolce, evitando bevande alcoliche o zuccherate. Al di sopra dei 35°C<br />

(o anche meno in presenza di afa) è bene assumere minimo 3-5 decilitri di acqua 2-3 volte ogni<br />

ora. I liquidi vanno assunti prima che si faccia sentire la sete. La somministrazione di acqua deve<br />

essere accompagnata da quella dei sali minerali <strong>per</strong>si con la sudorazione, in particolare sodio e<br />

potassio.<br />

Durante le giornate più fredde si consiglia di somministrare ai lavoratori razioni molto<br />

energetiche, aumentando il contenuto di concentrati e limitando la quantità di fibre. Quest’ultime,<br />

infatti, alle basse tem<strong>per</strong>ature, tendono a diminuire la digeribilità e, quindi, il valore nutrizionale<br />

dei cibi. Al contrario di come spesso si crede, bisogna inoltre evitare di bere alcolici. Questi<br />

infatti favoriscono l’abbassamento della tem<strong>per</strong>atura corporea, inducendo ipoglicemia, e<br />

favoriscono la vasodilatazione e quindi la cessione di tem<strong>per</strong>atura all’esterno (contrastando il<br />

meccanismo di difesa dal freddo dell’organismo). Sono quindi da preferire bevande<br />

vasocostrittrici come il caffè.<br />

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