Oltre alle norme Din si riporta la tabella di misurazione dell’effetto del freddo tratta dal sito www.nimbus.it e la tabella di definizione dei campi di valori individuabili con la velocità del vento in km/h. Tabella 8 : misurazione dell’effetto del freddo 36
4.6 Gli ambienti severi caldi Negli ambienti severi caldi si verifica l’innalzamento della tem<strong>per</strong>atura del nucleo corporeo, di conseguenza il sistema termoregolatore attiva una serie di meccanismi <strong>per</strong> dissipare l’eccesso di calore (vasodilatazione, sudorazione etc...). Quando tali meccanismi non sono sufficienti <strong>per</strong> garantire lo stato di Omeotermia, si possono avere disturbi patologici più o meno gravi determinati da disordini dovuti alla instabilità del sistema cardio-circolatorio e squilibri elettrolitici, con conseguenze talvolta <strong>per</strong>sino fatali. Il rischio maggiore è rappresentato dal colpo di calore. Quest’ultimo è dovuto a diversi fattori, quali l’elevata tem<strong>per</strong>atura ambientale, l’acclimatazione inadeguata, nonché a fattori legati strettamente alle caratteristiche individuali. Il colpo di calore si manifesta improvvisamente con cefalea, vertigini, astenia, disturbi addominali e può portare al delirio. Quando tale tem<strong>per</strong>atura sale sopra i 42 °C circa, numerosi organi possono essere danneggiati e si può arrivare alla morte nel 15-25% dei casi. Altre patologie legate ad una prolungata esposizione al caldo sono le seguenti. - Crampi da calore: dovuti a una sudorazione abbondante e prolungata che porta a una <strong>per</strong>dita di sali minerali (deficit ionico). - Disidratazione: legata a <strong>per</strong>dite di liquidi con la sudorazione e ad un insufficiente reintegro. - Esaurimento da calore: subentra in genere dopo un lungo <strong>per</strong>iodo di immobilità in ambiente caldo oppure alla cessazione di un lavoro faticoso e prolungato in ambiente caldo. E’ dovuto a insufficienza o collasso circolatorio che può tradursi anche in una breve <strong>per</strong>dita di coscienza. Se non trattato, può portare al colpo di calore. I fenomeni sopradescritti, nel lavoro all’a<strong>per</strong>to, hanno rilevanza soprattutto nel <strong>per</strong>iodo estivo, ovvero nei giorni così detti di canicola. In tale condizione climatica l’organismo è fortemente sollecitato, in particolar modo se il tasso di umidità è molto elevato. Ma l’eccesso di calore in un ambiente di lavoro può essere anche conseguenza di particolari lavorazioni o uso di attrezzature di lavoro (es: stesura di manti im<strong>per</strong>meabili o stradali). Un’altro fenomeno di cui occorre tener conto quando l’irraggiamento solare è molto intenso, e quindi soprattutto in estate, è la presenza di ozono nell’atmosfera. L'ozono è un gas dall'odore caratteristico, le cui molecole sono formate da tre atomi di ossigeno. Se da una parte esso è un gas essenziale alla vita sulla Terra, <strong>per</strong> via della sua capacità di assorbire la luce ultravioletta, dall’altra esso è anche altamente velenoso <strong>per</strong> gli esseri viventi. I valori più alti di ozono si registrano nel tardo pomeriggio, fra le 16.00 e le 18.00. Particolarmente nocivo è l’ozono che si forma in prossimità del suolo, il quale può avere l’effetto di un gas irritante. Fra gli altri problemi che può causare una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di ozono, troviamo: - bruciore agli occhi; - irritazioni della gola; - irritazioni della faringe; - insufficienza respiratoria; - mal di testa. Se da una parte è importante considerare fattori oggettivi come tem<strong>per</strong>atura dell’aria, umidità relativa, ozono, dall’altra è importante tener conto dei fattori che variano da soggetto a soggetto: isolamento termico del vestiario, tipo di dieta, tipo di attività, assunzione di farmaci, attività metabolica, tipologia corporea (l’obesità o la magrezza riducono la tolleranza al caldo) , età (la tolleranza al caldo diminuisce con l’età), sesso (le donne soffrono il caldo più degli uomini). Occorre inoltre tenere in considerazione le cosiddette ondate di calore, che si verificano a fine primavera o all’inizio dell’estate. Infatti il rischio, in questi casi è più elevato in ragione del fatto che il fisico non ha avuto il tempo di acclimatarsi al caldo. L’acclimatazione completa richiede dagli 8 ai 12 giorni e scompare dopo 8 giorni. 37