illuminazione e microclima - Istituto Tecnico per Geometri "Guarino ...
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I limiti di sicurezza cui riferirsi per valutare, prevenire e ridurre il rischio sono riassumibili in: • evitare un abbassamento della temperatura corporea al di sotto di 36°C; • tutelare le estremità corporee contro il danno da freddo ( mani, piedi, testa); • definire il limite massimo occasionale di una singola esposizione agli agenti ambientali, della temperatura corporea, che non deve scendere oltre i 35°C. Va inoltre ricordato come alcuni gruppi di popolazione necessitano di cautele specifiche essendo più vulnerabili ai rischi dell’esposizione al freddo, in particolare: i lavoratori più anziani, quelli con problemi circolatori, i neo assunti, i lavoratori in terapia farmacologia,le lavoratrici in gravidanza; tutte queste tipologie di lavoratori andrebbero cautelativamente escluse da esposizioni a climi severi freddi, salvo diverse e motivate valutazioni. • La valutazione del rischio in ambienti severi freddi. Le condizioni ambientali in cui si svolgono alcune lavorazioni sono tali da non permettere di essere variate; ci si trova ad esempio a dover svolgere lavori all’aperto in inverno, a latitudini o altitudini particolari, turni di lavoro notturni, lavorazioni in ambienti particolari come le gallerie, ecc. bisogna quindi regolare le condizioni organizzative in modo da ridurre i rischi da freddo, viceversa non essendo questo sufficiente bisognerà ricorrere all’individuazione e all’uso di DPI adeguati. E’ quindi indispensabile valutare lo stress da freddo sia in termini di raffreddamento generale del corpo che di raffreddamento locale di singole parti quali le estremità, capo, braccia e gambe. A tal fine un fondamentale riferimento è costituito dalla norma UNI ENV ISO 11079-2001 “Valutazione degli ambienti freddi, determinazione dell’isolamento richiesto dagli indumenti IREQ”. Il metodo di analisi e calcolo in essa contenuto permette di determinare il raffreddamento generale corporeo, attraverso il calcolo dello scambio di energia termica tra il corpo e l'ambiente, comparato con l'isolamento termico dell'abbigliamento richiesto (IREQ) per mantenere l'equilibrio termico. Per il raffreddamento locale sono utilizzati diversi altri metodi. La norma UNI ENV ISO 11079-:2001 può essere applicata ad esposizioni continue, intermittenti o occasionali, ed a lavori al chiuso e all’aperto, ma comunque in condizioni di clima severo freddo. Per determinare il bilancio dell’energia termica del corpo i fattori determinanti sono: • le proprietà termiche dell'abbigliamento, • il metabolismo energetico • le caratteristiche fisiche dell'ambiente. La norma permette di calcolare l’isolamento richiesto al vestiario al fine di operare in condizioni ambientali altrimenti proibitive e permette di determinare il tempo lavorativo massimo, il tempo di riposo necessario al recupero fisico in caso di cicli di esposizione, considerando diversi livelli di metabolismo e per diverse velocità dell’aria, fattore che, come noto, influenza proporzionalmente al suo aumentare la dispersione termica corporea. Il metodo comprende le seguenti fasi: • misurazione dei parametri microclimatici dell'ambiente; • determinazione del livello di attività (tasso metabolico); • calcolo dell'isolamento termico dell'abbigliamento richiesto (IREQ); • confronto con l'isolamento termico fornito dall'abbigliamento disponibile; • valutazione delle condizioni di equilibrio termico e calcolo della durata massima di esposizione raccomandata (DLE). 30
Figura 5 : Schema di valutazione celle condizioni operative in ambienti severi freddi, lavori all’aperto. Il valore di IREQ (Required clothing insulation index) dovuto ad Holmer (1984) e riportato nella ISO 11079 del 2001 è una misura dello stress termico determinato dagli effetti combinati dell'energia metabolica e dello scambio termico con l'ambiente, per un assegnato livello di attività, ad esempio quanto più grande è il potere raffreddante dell'ambiente, tanto più elevato è il valore di IREQ, ma per contro si riduce se ad esempio crescere l’energia metabolica da dissipare a causa del tipo di attività e del livello metabolico corrispondente. IREQ = tsk – tcl M-W– E res – Cres – E– Cres energia termica scambiata per convezione nella respirazione, in watt per metro quadro (W/m2) E energia termica scambiata per evaporazione del sudore, in watt per metro quadro (W/m2) Eres energia termica scambiata per evaporazione nella respirazione, in watt per metro quadro (W/m2) t cl temperatura superficiale dell'indumento, in gradi celsius (°C) tsk temperatura media della pelle, in gradi celsius (°C) M metabolismo energetico, in watt per metro quadro (W/m2) W potenza meccanica scambiata fra corpo e ambiente, in watt per metro quadro (W/m2) 31
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I limiti di sicurezza cui riferirsi <strong>per</strong> valutare, prevenire e ridurre il rischio sono riassumibili in:<br />
• evitare un abbassamento della tem<strong>per</strong>atura corporea al di sotto di 36°C;<br />
• tutelare le estremità corporee contro il danno da freddo ( mani, piedi, testa);<br />
• definire il limite massimo occasionale di una singola esposizione agli agenti ambientali,<br />
della tem<strong>per</strong>atura corporea, che non deve scendere oltre i 35°C.<br />
Va inoltre ricordato come alcuni gruppi di popolazione necessitano di cautele specifiche essendo<br />
più vulnerabili ai rischi dell’esposizione al freddo, in particolare: i lavoratori più anziani, quelli<br />
con problemi circolatori, i neo assunti, i lavoratori in terapia farmacologia,le lavoratrici in<br />
gravidanza; tutte queste tipologie di lavoratori andrebbero cautelativamente escluse da<br />
esposizioni a climi severi freddi, salvo diverse e motivate valutazioni.<br />
• La valutazione del rischio in ambienti severi freddi.<br />
Le condizioni ambientali in cui si svolgono alcune lavorazioni sono tali da non <strong>per</strong>mettere di<br />
essere variate; ci si trova ad esempio a dover svolgere lavori all’a<strong>per</strong>to in inverno, a latitudini o<br />
altitudini particolari, turni di lavoro notturni, lavorazioni in ambienti particolari come le gallerie,<br />
ecc. bisogna quindi regolare le condizioni organizzative in modo da ridurre i rischi da freddo,<br />
viceversa non essendo questo sufficiente bisognerà ricorrere all’individuazione e all’uso di DPI<br />
adeguati.<br />
E’ quindi indispensabile valutare lo stress da freddo sia in termini di raffreddamento generale<br />
del corpo che di raffreddamento locale di singole parti quali le estremità, capo, braccia e gambe.<br />
A tal fine un fondamentale riferimento è costituito dalla norma UNI ENV ISO 11079-2001<br />
“Valutazione degli ambienti freddi, determinazione dell’isolamento richiesto dagli indumenti<br />
IREQ”. Il metodo di analisi e calcolo in essa contenuto <strong>per</strong>mette di determinare il raffreddamento<br />
generale corporeo, attraverso il calcolo dello scambio di energia termica tra il corpo e l'ambiente,<br />
comparato con l'isolamento termico dell'abbigliamento richiesto (IREQ) <strong>per</strong> mantenere<br />
l'equilibrio termico.<br />
Per il raffreddamento locale sono utilizzati diversi altri metodi.<br />
La norma UNI ENV ISO 11079-:2001 può essere applicata ad esposizioni continue, intermittenti<br />
o occasionali, ed a lavori al chiuso e all’a<strong>per</strong>to, ma comunque in condizioni di clima severo<br />
freddo.<br />
Per determinare il bilancio dell’energia termica del corpo i fattori determinanti sono:<br />
• le proprietà termiche dell'abbigliamento,<br />
• il metabolismo energetico<br />
• le caratteristiche fisiche dell'ambiente.<br />
La norma <strong>per</strong>mette di calcolare l’isolamento richiesto al vestiario al fine di o<strong>per</strong>are in condizioni<br />
ambientali altrimenti proibitive e <strong>per</strong>mette di determinare il tempo lavorativo massimo, il tempo<br />
di riposo necessario al recu<strong>per</strong>o fisico in caso di cicli di esposizione, considerando diversi livelli<br />
di metabolismo e <strong>per</strong> diverse velocità dell’aria, fattore che, come noto, influenza<br />
proporzionalmente al suo aumentare la dis<strong>per</strong>sione termica corporea.<br />
Il metodo comprende le seguenti fasi:<br />
• misurazione dei parametri <strong>microclima</strong>tici dell'ambiente;<br />
• determinazione del livello di attività (tasso metabolico);<br />
• calcolo dell'isolamento termico dell'abbigliamento richiesto (IREQ);<br />
• confronto con l'isolamento termico fornito dall'abbigliamento disponibile;<br />
• valutazione delle condizioni di equilibrio termico e calcolo della durata massima di<br />
esposizione raccomandata (DLE).<br />
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