08.06.2013 Views

informa - consorzio biogas

informa - consorzio biogas

informa - consorzio biogas

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SPECIALE DIGESTATO<br />

Trattamento<br />

del digestato:<br />

quali<br />

tecnologie?<br />

Le alternative disponibili<br />

ai fi ni del recupero o della<br />

rimozione dei nutrienti<br />

Nicola Frison,<br />

Dipartimento di Scienze Ambientali,<br />

Università Ca’ Foscari di Venezia<br />

Francesco Fatone,<br />

David Bolzonella<br />

Dipartimento di Biotecnologie,<br />

Università degli Studi di Verona<br />

PROCESSI CONSERVATIVI<br />

L’effettiva implementazione della Direttiva Nitrati nel nostro Paese (DM 7 aprile 2006)<br />

determina la necessità di mettere in campo opportune tecnologie fi nalizzate nalizzate al controllo<br />

dei nutrienti rilasciati nell’ambiente. nell’ambiente. Quello che appare un gravame legislativo<br />

in molti casi si rivela in realtà un’ottima opportunità opportunità per la fabbricazione “in casa” di<br />

nutrienti, se non addirittura fertilizzanti fertilizzanti a norma, utili utili per le attività aziendali con conseguenteseguente<br />

riduzione delle spese di approvvigionamento.<br />

Al fi ne di defi nire la miglior scelta tecnologica adottabile, o la miglior fi liera di tecnologie<br />

più idonee alle proprie esigenze, risulta fondamentale una attenta caratterizzazione<br />

del digestato prodotto in azienda. La distribuzione dell’azoto tra frazione ammoniacale,<br />

quindi solubile, e perciò molto mobile, ed azoto organico (particolato) nei<br />

digestati può essere molto variabile andando dall’80% circa tipico dei refl ui suinicoli a<br />

valori inferiori al 50% dell’azoto presente nel digestato. Proprio questa distribuzione<br />

deve guidare la scelta della tecnologia più idonea al caso specifi co.<br />

Lo studio delle caratteristiche del digestato e la scelta della tecnologia più idonea<br />

risultano evidentemente ancor più fondamentali alla luce della assegnazione dei bonus<br />

per il recupero/rimozione dell’azoto previsti dal Decreto 6 luglio 2012: tali premi<br />

possono infatti pesare per 15, 20 o 30 /MWh e risultare pertanto determinanti nel<br />

business plan a sostegno del piano industriale studiato.<br />

Di seguito vengono indicate le caratteristiche delle principali tecnologie disponibili<br />

ad oggi sul mercato, limitandosi a quelle già mature e maggiormente utilizzate a<br />

livello aziendale.<br />

Separazione solido / liquido (disidratazione)<br />

Il digestato, prima di essere sottoposto a qualsiasi trattamento di recupero/rimozione,<br />

è sottoposto ad una preventiva operazione di separazione solido/liquido fi nalizzata<br />

a separare la parte organica (il solido) ed i nutrienti ad essa associati minimizzando<br />

il più possibile la presenza<br />

di acqua che avrebbe come<br />

unico risultato la “diluizione”<br />

di queste sostanze e l’aumento<br />

dei costi di trasporto.<br />

I tipici sistemi di separazione<br />

solido/liquido adottati per il<br />

trattamento del digestato e<br />

le relative prestazioni sono<br />

riportati in Tabella 1.<br />

Tabella 1 - Sistemi di separazione e prestazioni<br />

Sistema<br />

separativo<br />

Rulli<br />

contrapposti<br />

Compressore<br />

elicoidale<br />

Effi cienza di<br />

separazione<br />

(massa), %<br />

Sostanza<br />

secca<br />

%<br />

Essiccazione<br />

Il processo di essicazione (Figura 1) sfrutta l’eccesso di energia termica rilasciata dalla<br />

co-generazione del <strong>biogas</strong> e/o recuperata dai fumi di scarico per ridurre il contenuto<br />

di umidità dalla frazione solida ottenuta per separazione solido/liquido del digestato,<br />

o, più raramente, trattando direttamente il digestato tal quale. È un processo che già<br />

presenta una buona maturità commerciale: decine sono ormai gli esempi applicativi<br />

in impianti operanti nella pianura padana. In generale, le richieste termiche sono,<br />

mediamente, dell’ordine di 0.9-1.1 MWh termici per m 3 di acqua evaporata. Occorre<br />

tener presente che l’energia termica disponibile risulta limitata in periodo invernale.<br />

Il vantaggio fondamentale di tale tecnologia è una diminuzione considerevole dei<br />

volumi in gioco con rifl essi positivi anche nella gestione extra-aziendale (dislocazione<br />

dei fl ussi di nutrienti). La frazione solida essiccata, che può contenere fi no al 92-95%<br />

di solidi totali, può essere venduta come fertilizzante se risulta in conformità con il<br />

Regolamento CEE 1069/2009. Durante il processo essiccativo l’ammoniaca presente<br />

in fase acquosa volatilizza assieme al vapore acqueo e viene intercettata per mezzo di<br />

acido solforico recuperando solfato d’ammonio che può essere venduto come fertilizzante<br />

secondo quanto previsto dal d.lgs 75/2010. I costi di investimento risultano ad<br />

oggi molto variabili a seconda delle aziende interpellate, ma si possono collocare in<br />

Azoto<br />

%<br />

Fosforo<br />

%<br />

10-30 20-50 10-30 15-40<br />

10-25 20-50 10-30 15-40<br />

Centrifuga 10-25 40-80(°) 10-40(°) 30-70(°)<br />

(°) i valori più elevati fanno riferimento alla centrifugazione assistita da polielettrolita<br />

27

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!