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Escursione Rifugio Parafulmine

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ESCURSIONI 2007<br />

U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti Italiani<br />

Sezione “Alberto Casari” Bergamo<br />

Gita al <strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong> m. 1536<br />

Traversata da Clusone a Gandino<br />

da Clusone m. 599 proseguimento in Bus sino alla<br />

località Spessa m. 579 indi salita al rifugio S. Lucio m.<br />

1027, al Pianone m.1142, alla Forcella Larga (ex<br />

Capanna Ilaria ora distrutta) m. 1470 ed al rifugio<br />

<strong>Parafulmine</strong> in ore 3:30. (possibilità di raggiungere la<br />

vetta del Pizzo Formico (m. 1636).<br />

Discesa: dal rifugio discesa a Gandino m.553 in ore<br />

2:30.<br />

Partenza alle ore 7:00<br />

Coordinatori: Bresciani Milena - Vecchi Gabriele.<br />

L.go Porta Nuova, 10<br />

24122 Bergamo<br />

Tel. Fax. 036.238405<br />

www.bergamo.uoei.it<br />

In caso di necessità comunicare<br />

Con il: 340.9673644


Le tappe del percorso:<br />

"SENTIERO DEL DISIOL": Spessa - (m. 592) - <strong>Rifugio</strong> S. Lucio (m. 1027)<br />

DISLIVELLO: metri 435<br />

TEMPO: ore 1,20<br />

DIFFICOLTÀ: sentiero facile costantemente in salita<br />

Dal piazzale parcheggio della Spessa (m. 592) si prende la mulattiera che sale a sinistra del rudere della seggiovia;<br />

inizialmente il percorso è tortuoso, ma dopo alcune decine di metri si immette in un ampio spiazzo soleggiato, dove<br />

fanno bella mostra dei grossi abeti. L'escursione prosegue lungo il tracciato della mulattiera che si dirige ad est in<br />

leggera salita; a destra lasciamo il sentiero del Sùcu che risale rapidamente le pendici della montagna. Entriamo<br />

poi nel fitto bosco di abeti; più oltre incontriamo il Crocefisso (m. 750) che segna la nostra deviazione per S:<br />

Lucio. Proseguendo incontriamo la prima cascina (m. 867) e, risalendo il costone verso destra, ci appare un ampio<br />

panorama sulle Alpi Orobie e su Clusone. Arriviamo poi all'incrocio con il ripido sentiero del Sùcu che avevamo<br />

incontrato appena partiti. A destra lasciamo il bianco fienile Folì (m. 918) e possiamo notare nel prato i ruderi dei<br />

pilastri della seggiovia per Pianone realizzata negli anni '50 e mai attivata. Poco oltre, sulla sinistra nel bosco,<br />

notiamo una tipica costruzione in pietra a forma di torre: si tratta di un roccolo che veniva usato per la cattura degli<br />

uccelli con le reti. Appena sopra, da destra si immette un sentiero proveniente da Beur per il ponte degli Scout; noi<br />

proseguiamo a sinistra raggiungendo le Cascine Zuccone (m. 970) e, appena oltrepassate queste, entriamo nel<br />

grande prato di S. Lucio, che raggiungiamo seguendo una leggera traccia di sentiero, non senza aver dato uno<br />

sguardo all'ampia vista che si apre sulla conca della Presolana.<br />

Facciata e terrazza del <strong>Rifugio</strong> San Lucio<br />

<strong>Rifugio</strong> San Lucio - Capanna Ilaria -<br />

Pizzo Formico (m 1637)<br />

DISLIVELLO: metri 610<br />

TEMPO: ore 1,45<br />

DIFFICOLTÀ: sentiero stretto, a tratti esposto.<br />

Raggiunto il rifugio e attraversata la sua terrazza si<br />

passa alla vicina chiesetta dedicata a San Lucio, si<br />

attraversa un prato sulla destra e si è nel bosco che<br />

va risalito fino a sbucare in una vasta conca erbosa.<br />

Seguendo il sentiero segnalato dal CAI con il<br />

segnavia n°508, si continua su carrareccia fino ad<br />

una cascina rimessa a nuovo e per conche erbose si<br />

riesce al cocuzzolo dove è ubicata la baita Pianone<br />

(m. 1142).<br />

Da qui si risale direttamente il pascolo fino ad incontrare la mulattiera che sale nel bosco prima con tornanti poi<br />

prevalentemente pianeggiante; attraversando alcuni canali che scendono dalla cresta della Montagnina (m. 1598), si<br />

raggiunge lo spartiacque tra i comuni di Clusone e Gandino e si sbuca alla forcella Larga (m. 1470) con i ruderi<br />

della vecchia capanna Ilaria e l’artistica campana di recente costruzione (1 h da San Lucio). Qui possiamo<br />

ammirare in direzione nord un ampio panorama sull'intera catena delle Orobie, mentre a sud si apre un'ampia<br />

veduta sulla sottostante conca pascoliva della Guagia. Dalla forcella, oltrepassando sulla destra la campana,<br />

riprendiamo il sentiero che ora si inerpica sul versante della Valgandino che, soleggiato e ben tracciato, ci permette<br />

di godere ad ogni sosta di un'ampia veduta sulle Prealpi Camune e sulla Pianura Padana. Ora cominciamo a vedere<br />

la maestosa croce e, continuando per sentiero in salita verso ovest, si percorre l'ultimo tratto a strapiombo sulla<br />

sottostante Valle di Sales, si giunge ad un colle e per l’ultimo ripido pendio (dopo mezz’ora circa di cammino) e si<br />

raggiunge il Pizzo Formico (m. 1637) che offre un panorama a 360° veramente mozzafiato.<br />

Da qui possiamo vedere la catena delle Prealpi Camune che si fondono con quelle della Val Trompia e del Lago<br />

d'Iseo, più sotto a destra notiamo la parte mediana e finale della Valle Seriana e i colli di Bergamo Alta. Se<br />

prestiamo attenzione, nelle giornate terse, vedremo a sud, sopra la nebbiosa pianura, la catena degli Appennini, a<br />

sinistra quelli Tosco-Emiliani, a destra i Lombardo-Liguri; più a destra è possibile osservare la catena delle Alpi<br />

Marittime e Cozie fino al Monviso dalla tipica forma a piramide.


Capanna Ilaria<br />

La Capanna Ilaria, della quale ora restano solo alcuni resti della struttura in cemento armato, fu costruita nel 1928 e<br />

dedicata ad Ilaria Maj, zia della famiglia Romelli Gervasoni che, dopo un lungo percorso burocratico, nel corso<br />

dell'anno 2007 l'ha donata al Cai per convertirla in rifugio: il gruppo CAI di Clusone ne comincerà a breve la<br />

ricostruzione.<br />

Secondo tratto dell'itinerario<br />

Pizzo Formico<br />

Il Pizzo Formico è la cima principale di una<br />

catena montuosa che sovrasta la media Valle<br />

Seriana e chiude a sud l'Altopiano di Clusone. Le<br />

altre montagne della catena sono il Corno Falò<br />

(1147 m), il Corno Guazza (1297m), la<br />

Montagnina (1598 m), la seconda cima del<br />

gruppo, e il Monte Fogarolo (1529 m). Con il suo<br />

versant sud, la catena rappresenta uno dei confini<br />

della Val Cavallina. Alle pendici della montagna<br />

si trovano numerosi centri abitati, tra i quali<br />

Gandino, Casnigo, Ponte Nossa, Parre, Clusone,<br />

Rovetta e Cerete. Tuttavia, da quest'ultimo non è<br />

visibile la cima vera e propria della catena,<br />

perché è coperta dalla presenza del Pianone<br />

(1189m), un enorme declivio che sovrasta<br />

appunto il piccolo paesino seriano.<br />

Sulla sua dorsale sono presenti numerosi rifugi o punti di appoggio per le escursioni (molto numerose d'estate,<br />

mentre d'inverno il massiccio è meta di scialpinisti, che lo affrontano sul versante sud), tra i quali ricordiamo il<br />

rifugio San Lucio, il rifugio <strong>Parafulmine</strong> e la Capanna Ilaria. La grande croce in vetta, che nelle giornate più terse è<br />

visibile anche a grande distanza, è raggiungibile da diversi sentieri, il più importante è il sentiero 508 nella<br />

numerazione CAI (quello che sale da San Lucio).<br />

Numerose sono le valli, tutte di origine fluviale, che solcano il gruppo. Si tratta per lo più di vallette di scolo, cioè<br />

originate dal passaggio di torrenti di scolo delle piogge e dello scioglimento delle nevi, e che non hanno nomi. Di<br />

queste, la valle dell'Inferno è la più importante ed è solcata dall'omonimo torrente che a Ponte Nossa confluisce nel<br />

Serio. A nord di Casnigo, subito sotto la Montagnina, è inoltre possibile effettuare la pratica dello sci di fondo.<br />

Pizzo Formico - rifugio <strong>Parafulmine</strong> (m. 1536)<br />

DISLIVELLO: metri 101 in discesa<br />

TEMPO: ore 0,30<br />

DIFFICOLTÀ: sentiero facile.<br />

Dal Pizzo Formico o direttamente dalla forcella Larga si può raggiungere facilmente il <strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong> che si<br />

può vedere quasi in cima alla sponda opposta della conca della Montagnina con i suoi lineamenti dolci e<br />

arrorondati.<br />

<strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong><br />

Il <strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong> (m. 1536) offre un adeguato alloggio in quota, nelle vicinanze della pista della Montagnina.<br />

La ristrutturazione della Baita <strong>Parafulmine</strong>, ora destinata a rifugio alpino, è il punto d’arrivo di un percorso iniziato<br />

nel 1995, volto al recupero ed alla valorizzazione degli alpeggi del nostro territorio.<br />

La Comunità Montana, nella qualità di gestore del patrimonio silvo-pastorale di sua proprietà e di proprietà del<br />

Comune di Gandino, da anni segue una serie di iniziative volte alla promozione ed allo sviluppo agrituristico del<br />

vasto comprensorio, che si sviluppa a corona sui monti della Val Gandino, con particolare attenzione agli alpeggi<br />

Pergallo e Montagnina. Tutte le iniziative intraprese, per adeguare strutture ed infrastrutture, sono state condotte<br />

considerando non solo le esigenze legate all’attività agricola dei nostri alpeggi, ma anche ponendo particolare<br />

attenzione alla promozione delle attività turistiche cosiddette “dolci”: escursionismo, mountain-bike, escursioni a<br />

cavallo, parapendio e sci da fondo. Quindi, oltre che incentivare le attività agropastorali legate alla pratica<br />

dell’alpeggio, storicamente consolidate e presenti sul territorio, sono stati promossi interventi in grado di soddisfare<br />

la crescente richiesta di spazi aperti e paesaggisticamente gradevoli, in cui svolgere attività fisica e trascorrere parte


del proprio tempo libero. Per questo motivo ogni singolo intervento è stato pensato per soddisfare differenti<br />

esigenze, facendo convivere ed integrando tra loro le attività agricole con quelle turistiche, in modo tale che l’una<br />

sia da sostegno e da stimolo all’altra. L’inaugurazione del rifugio diventa quindi non solo punto d’arrivo, ma<br />

soprattutto punto di partenza per una nuova sfida, in cui dovremo dimostrare di essere in grado di completare il<br />

cammino intrapreso, sia portando a termine gli ultimi interventi, che facendo decollare modelli gestionali ecosostenibili,<br />

dove la risorsa “territorio” resta sempre soggetto da rispettare e non oggetto da sfruttare.<br />

<strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong> - Gandino<br />

(m. 553)<br />

DISLIVELLO: metri 982 in discesa<br />

TEMPO: ore 2,30<br />

DIFFICOLTÀ: Il sentiero 549 è, a<br />

tratti piuttosto ripido e scivoloso, in<br />

alternativa si può seguire la<br />

mulattiera, facile anche se<br />

decisamente più lunga.<br />

Dal <strong>Rifugio</strong> si scende comodamente<br />

seguendo una mulattiera in leggera<br />

discesa che raggiunge il fondo della<br />

Conca della Montagnina, la stradella,<br />

deviando a sinistra, diventa<br />

<strong>Rifugio</strong> <strong>Parafulmine</strong><br />

pianeggiante e continua, sterrata fino<br />

alla località Porto Porta, da quì la<br />

mulattiera comincia a scendere in modo più rapido e il fondo della strada diventa di calcestruzzo, mentre<br />

si prosegue verso la località Monte Farno (m. 1240). Si procede quindi su strada asfaltata, lungo la val<br />

Gandino, attraversando la frazione Barzizza, fino all'abitato di Gandino.<br />

Dalla conca della Montagnina si può anche raggiungere direttamente il primo tornante della strada che<br />

parte da Barzizza, percorrendo il sentiero n° 549 che si stacca alla sinistra della strada sterrata e, dopo<br />

avere raggiunto la tribulina Guazza con l'omonimo bivacco, scende rapidamente sul versante della valle<br />

fino a incrociare il sentiero delle Cimette e, dopo un tratto su ghiaione, la strada per il Farno, in località<br />

Groaro. (ore 1,30 – ripido). Da quì, si può proseguire sulla strada asfaltata verso Barzizza oppure, senza<br />

raggiungere il tornante, continuare a scendere a sinistra sul sentiero (segnalato con bolli blù) che percorre<br />

a zig zag il ghiaione fino ad immettersi su un sentiero più pianeggiante che rapidamente raggiunge la<br />

frazione di Cirano (ad est di Gandino).

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