1. I materiali naturali
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<strong>1.</strong> I <strong>materiali</strong> <strong>naturali</strong><br />
<strong>1.</strong>1 Caratteristiche petrografiche<br />
del materiale roccia
<strong>1.</strong> I <strong>materiali</strong> <strong>naturali</strong><br />
<strong>1.</strong>1 Caratteristiche petrografiche<br />
del materiale roccia
Distribuzione geografica quantitativa della produzione lapidea.<br />
I principali paesi produttori di grezzo su scala mondiale (2003)<br />
VALORI DI PRODUZIONE DI MATERIA PAESI PRODUTTORI<br />
GREZZA<br />
Produzione > 10.000.000 tonn./anno ITALIA, CINA, INDIA<br />
7.000.000 tonn./anno
Evoluzione della produzione grezza mondiale di <strong>materiali</strong> lapidei<br />
(tra parentesi l’incremento percentuale rispetto all’anno precedente)<br />
ANNO PRODUZIONE COMPLESSIVA MONDIALE<br />
(tonnellate annue)<br />
1926 <strong>1.</strong>790.000<br />
1976 17.800.000<br />
1986 2<strong>1.</strong>710.000<br />
1996 47.000.000<br />
1997 5<strong>1.</strong>000.000 (+9%)<br />
1998 60.000.000 (+18%)<br />
1999 62.000.000 (+3%)<br />
2000 64.500.000 (+4%)<br />
2001 70.500.000 (+9%)<br />
2002 77.000.000 (+9%)
Distribuzione geografica delle cave attive in Lombardia<br />
Il solo settore lapideo bresciano ha:<br />
un fatturato di 300.000.000 €<br />
1000 dipendenti ed altri 400 addetti dell’indotto.<br />
Nel 2004 il solo Consorzio Produttori Marmo Botticino Classico ha:<br />
300 dipendenti,<br />
produzione annua materiale grezzo escavato 180.000 ton,<br />
fatturato di 35.000.000 €<br />
esportazione diretta = 50% (con alcune ditte che raggiungono l’85%)<br />
esportazione complessiva = 80%
ELEMENTI MINERALI ROCCE<br />
Le rocce sono composte da minerali.<br />
I minerali sono formati dall’aggregazione di diversi elementi.<br />
Sulla superficie terrestre vi sono 8 elementi nettamente più abbondanti degli altri:<br />
elemento simbolo % in volume % in peso<br />
ossigeno O 93.7 45.6<br />
silicio Si <strong>1.</strong>8 27.3<br />
alluminio Al <strong>1.</strong>3 8.4<br />
ferro Fe <strong>1.</strong>03 6.2<br />
calcio Ca 0.86 4.7<br />
magnesio Mg 0.29 2.8<br />
sodio Na 0.47 2.3<br />
potassio K 0.43 <strong>1.</strong>8<br />
altri 0.12 0.9<br />
Dall’unione di questi otto elementi si ha la gran parte dei minerali presenti sulla crosta<br />
terrestre.
magnetite<br />
2%<br />
argille<br />
4%<br />
olivina<br />
3%<br />
miche<br />
5%<br />
anfiboli<br />
5%<br />
pirosseni<br />
11%<br />
calcite<br />
2%<br />
quarzo<br />
12%<br />
dolomite<br />
1%<br />
Abbondanza relativa dei principali minerali<br />
presenti sulla crosta terrestre (in rosso i silicati)<br />
altri<br />
5%<br />
k feldspato<br />
12%<br />
plagioclasi<br />
38%
Definizione di roccia e classificazione genetica<br />
Le rocce sono <strong>materiali</strong> <strong>naturali</strong> costituiti dalla aggregazione di uno o più minerali tra loro legati<br />
da forze di coesione che non possono essere vinte da modeste sollecitazioni meccaniche, né dal<br />
contatto con acqua, anche se prolungato.<br />
In base alla loro genesi, si distinguono:<br />
le rocce ignee (o magmatiche), che derivano dalla solidificazione di masse fuse<br />
le rocce sedimentarie, che si formano spesso (ma non è l’unica sequenza di processi possibile) a<br />
seguito di una serie di fenomeni come la disgregazione e l’alterazione di rocce preesistenti, il<br />
trasporto e la sedimentazione in acqua dei clasti e la loro successiva diagenesi in prossimità<br />
della superficie terrestre, in condizioni di pressioni e temperature non elevate<br />
le rocce metamorfiche, che derivano dalla trasformazione di rocce preesistenti (ignee,<br />
sedimentarie o già metamorfiche) che avviene ben al di sotto della superficie terrestre, in<br />
condizioni di elevate pressioni e/o temperature.<br />
La descrizione delle rocce può essere fatta con strumenti diversi:<br />
• analisi al microscopio ottico su sezione sottile (30 micrometri) in luce ordinaria e polarizzata<br />
• analisi al microscopio elettronico SEM (soprattutto per le argille)<br />
• analisi chimica (può non essere sufficiente)<br />
• osservazione del campione macroscopico
La formazione delle rocce ignee<br />
Le rocce ignee derivano dalla solidificazione di un magma (fluido) silicatico che<br />
cristallizza formando una serie di minerali.<br />
In base alla posizione ove ha luogo la solidificazione rispetto alla superficie terrestre, si<br />
distinguono rocce ignee:<br />
• vulcaniche (o effusive, che cristallizzano sulla superficie terrestre)<br />
• plutoniche (o intrusive, formatesi ben in profondità al di sotto della superficie),<br />
• ipoabissali, che cristallizzano a limitata profondità.
Tessitura delle rocce ignee<br />
Il magma in via di raffreddamento impiega tempi diversi a solidificare soprattutto in<br />
funzione delle dimensioni della massa magmatica e della sua posizione rispetto alla<br />
superficie terrestre:<br />
• una lava eruttata da un vulcano si raffredda in tempi molto brevi;<br />
• per un corpo di notevoli dimensioni posto in profondità, il tempo necessario al<br />
raffreddamento può essere dell’ordine di alcuni milioni di anni. Tanto più è lungo<br />
questo tempo, cioè più è lento il raffreddamento, tanto maggiore è la possibilità per<br />
i minerali di formarsi compiutamente e di assumere dimensioni maggiori.<br />
In funzione del tempo di raffreddamento si avranno tre tipi di tessiture (col termine<br />
tessitura si indicano le caratteristiche di forma e dimensioni dei singoli minerali ed i<br />
rapporti reciproci tra di essi):<br />
• vetrosa<br />
• olocristallina<br />
• porfirica
Rocce vulcaniche: tessitura vetrosa<br />
nelle rocce effusive i tempi di raffreddamento sono inevitabilmente molto brevi e ciò porta ad una<br />
tessitura vetrosa, in cui i minerali sono tanto piccoli da non poter essere distinti ad occhio nudo,<br />
oppure, addirittura, gli elementi non hanno avuto il tempo di organizzarsi in reticoli cristallini.<br />
Esempio:<br />
basalto
Rocce plutoniche:<br />
tessitura<br />
olocristallina<br />
Tutti i minerali sono<br />
ben sviluppati in<br />
quanto la velocità di<br />
raffreddamento è<br />
stata lenta<br />
Esempio: granito
Rocce ipoabissali: tessitura<br />
porfirica<br />
una terza diffusa tessitura delle<br />
rocce ignee è costituita da grossi<br />
cristalli (detti fenocristalli) immersi<br />
in una massa di fondo fine o vetrosa.<br />
La tessitura viene definita porfirica e<br />
avrebbe origine dalla<br />
cristallizzazione lenta, in ambiente<br />
intrusivo, dei fenocristalli a cui<br />
seguirebbe un raffreddamento veloce<br />
dovuto allo spostamento del magma<br />
in via di raffreddamento sulla<br />
superficie terrestre o in prossimità di<br />
questa.<br />
Esempio: porfido
Alcune caratteristiche fisiche dei minerali che condizionano l’aspetto estetico<br />
e le caratteristiche meccaniche della roccia che formano<br />
Colori più frequenti:<br />
bianco, rosa, rosso, verde, nero, grigio, nocciola<br />
Grana (dimensioni):<br />
• grana grossolana: i minerali hanno dimensioni dell’ordine di alcuni millimetri<br />
• grana fine: i minerali si distinguono appena ad occhio nudo<br />
• grana media.<br />
• rocce equigranulari, dove tutti i minerali hanno approssimativamente le stesse dimensioni<br />
• rocce inequigranulari.<br />
Alterazione: tracce più o meno marcate di scoloriture che possono interessare singoli minerali<br />
oppure la roccia nel suo insieme e che sempre indicano, da un punto di vista meccanico, un<br />
indebolimento del materiale.
Lucentezza (capacità del minerale di riflettere la luce):<br />
• vitrea (quarzo)<br />
• metallica (biotite, magnetite)<br />
• traslucida (feldspati)<br />
• opaca (plagioclasi)<br />
• madreperlacea (muscovite)<br />
Sfaldatura (tendenza di un minerale a dividersi lungo ben definiti piani):<br />
• hanno sfaldatura evidente: muscovite, biotite, clorite, pirosseni, anfiboli<br />
• non hanno sfaldatura: quarzo, olivina<br />
Solubilità all’acido cloridrico diluito al 5 %:<br />
• consente di riconoscere la presenza di calcite, che reagisce violentemente liberando<br />
anidride carbonica, e di distinguerla così dalla dolomite, molto simile per gli altri<br />
caratteri diagnostici, la quale non reagisce.<br />
• nelle rocce che contengono sia calcite che minerali delle argille (frazione terrigena, che<br />
non reagisce) permette di stimare la quantità di quest’ultima.<br />
Forma cristallina: può talvolta costituire un aiuto nel riconoscimento dei minerali, anche se va<br />
ricordato che questi assumono una forma regolare solo in determinate condizioni<br />
genetiche. Caratteristica nelle rocce è la costante irregolarità della forma dei cristalli di<br />
quarzo.
Termine<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
minerale<br />
Talco<br />
Gesso<br />
Calcite<br />
Fluorite<br />
Apatite<br />
Feldspato<br />
Quarzo<br />
Topazio<br />
Corindone<br />
Diamante<br />
Durezza: la Scala di Mohs<br />
Si definisce durezza la resistenza del minerale alla scalfittura<br />
descrizione della durezza<br />
si può scalfire facilmente con l’unghia<br />
si può scalfire con l’unghia<br />
si scalfisce facilmente con l’acciaio, non scalfisce il vetro<br />
si scalfisce con l’acciaio, non scalfisce il vetro<br />
si scalfisce con l’acciaio, non scalfisce il vetro<br />
scalfisce l’acciaio con difficoltà<br />
scalfisce l’acciaio ed il vetro<br />
scalfisce facilmente l’acciaio ed il vetro<br />
scalfisce facilmente l’acciaio ed il vetro<br />
scalfisce facilmente l’acciaio ed il vetro
La classificazione delle<br />
rocce ignee<br />
Spoleto.<br />
Piazza Campello.<br />
Colonne in Granito Rosa di Baveno.
La classificazione delle rocce ignee<br />
Per la classificazione delle rocce ignee si impiega il metodo proposto da A. L. Streckeisen ed<br />
adottato dall’International Union of Geological Sciences, che consiste nell’impiego di<br />
cinque diagrammi triangolari suddivisi in campi a ciascuno dei quali corrisponde un<br />
nome litologico. I diagrammi hanno ai vertici alcuni silicati comuni.<br />
Per le rocce plutoniche con indice di colore inferiore a 90 si fa riferimento ad un doppio<br />
triangolo dove, ai vertici del triangolo superiore, sono posti il quarzo (Q), gli<br />
alcalifeldspati (A) e i plagioclasi (P); al vertice del triangolo inferiore vi è il gruppo dei<br />
feldspatoidi (F), silicati che sono incompatibili con il quarzo.<br />
I 26 campi indicano i diversi tipi litologici di rocce ignee plutoniche, tra le quali in natura<br />
sono nettamente più diffuse quelle del diagramma superiore e, tra queste, quelle di<br />
composizione granitica, granodioritica e tonalitica.
Doppio triangolo di Streckeisen per rocce intrusive con M < 90 %<br />
Graniti ad alcalifeldspati<br />
Graniti<br />
Quarzomonzoniti<br />
Quarzosieniti<br />
Quarzosieniti ad alcalifeldspati<br />
Monzoniti<br />
Sieniti<br />
Sieniti ad alcalifeldspati<br />
Sieniti foidifere ad alcalifeld.<br />
Sieniti a foidi<br />
Monzoniti a foidi<br />
Monzosieniti foidiche<br />
Sieniti foidiche<br />
A<br />
Q = quarzo; A = alcalifeldspati;<br />
P = plagioclasi; F = foidi (feldspatoidi)<br />
Q<br />
F<br />
90<br />
60<br />
60<br />
20<br />
5<br />
P<br />
10<br />
Quarzoliti<br />
Quarzograniti<br />
Granodioriti<br />
Tonaliti<br />
Quarzo-monzodioriti<br />
Quarzodioriti<br />
Monzodioriti<br />
Dioriti e gabbri<br />
Monzodioriti e monzogabbri a<br />
foidi<br />
Dioriti e gabbri a foidi<br />
Monzodioriti e monzogabbri<br />
foidici<br />
Dioriti e gabbri foidici<br />
Foidoliti
M.Bianco<br />
Argentera<br />
Principali corpi intrusivi ed effusivi nelle Alpi<br />
Masino Bregaglia<br />
Bernina<br />
Graniti dei Laghi<br />
Ivigna Bressanone<br />
Sondalo<br />
Adamello<br />
M. Lessini<br />
Plateau Porfirico Atesino<br />
Cima d’Asta<br />
Colli Euganei<br />
Vedrette di Ries
Le rocce sedimentarie si formano sulla superficie terrestre, o a piccola profondità, per un<br />
insieme di processi di trasformazione (processi di diagenesi o di litificazione) che porta<br />
allo stato di roccia depositi inorganici od organici che si sono accumulati<br />
progressivamente.<br />
conglomerati<br />
arenarie<br />
siltiti<br />
argilliti<br />
Rocce sedimentarie<br />
terrigene organogene chimiche<br />
rocce bioclastiche<br />
rocce biocostruite<br />
evaporiti<br />
depositi di piattaforma
Rocce formate dalla diagenesi di una terra:<br />
Rocce terrigene<br />
dimensioni dei grani (mm) nome della roccia nome del terreno di partenza<br />
> 200 conglomerato blocchi e massi<br />
200 - 60 conglomerato ciottoli<br />
60 - 2 conglomerato ghiaia<br />
2 - 0.06 arenaria sabbia<br />
0.06 - 0.002 siltite limo (silt)<br />
< 0.002 argillite argilla<br />
Conglomerato e breccia<br />
Siltite + argillite = pelite<br />
Nelle rocce terrigene vi sono quindi clasti che possono essere costituiti da frammenti di rocce<br />
(soprattutto nei conglomerati e nelle arenarie), oppure da minerali o da frammenti di<br />
minerali delle rocce d’origine (soprattutto nelle arenarie e nelle siltiti) che si sono<br />
formati a seguito di processi di degradazione prevalentemente di tipo fisico, oppure<br />
ancora da nuovi minerali (nelle argilliti) formatisi dalla trasformazione di minerali del<br />
gruppo delle argille (fillosilicati) che si erano prodotti soprattutto a seguito di processi di<br />
degradazione chimica di rocce preesistenti.
Conglomerato
Rocce organogene<br />
L’accumulo delle parti minerali (gusci e<br />
scheletri costituiti da carbonato di<br />
calcio CaCO 3 o da silice SiO 2 ) di<br />
animali morti porta alla formazioni di<br />
rocce bioclastiche che, proprio in<br />
quanto formate dall’assemblaggio di<br />
clasti, presentano analogie con le rocce<br />
terrigene già descritte.<br />
Rocce bioclastiche costituite da gusci<br />
calcarei di lamellibranchi<br />
L’accumulo di parti vegetali (alghe,<br />
altofusti ed erba), in particolare<br />
lungo le paludi costiere ma anche in<br />
bacini palustri di acqua dolce, porta<br />
invece, per parziale decomposizione,<br />
alla formazione di torba la quale, per<br />
diagenesi, può trasformarsi in<br />
carbone (in base al rango, o maturità,<br />
cioè l’entità delle trasformazioni<br />
subite, si distinguono: legno, torba,<br />
lignite, litantrace, antracite).
Foraminiferi, diatomee e coccoliti al microscopio elettronico
Sezione sottile di una roccia organogena costituita da gasteropodi conservati<br />
interi o in frammenti
Rocce biocostruite. Costa orientale dell’Africa Centrale: barriere coralline<br />
laguna di retroscogliera<br />
barriera
Valle di San Lucano (Dolomiti): esempio di barriera corallina<br />
Verso la linea di costa Livello medio del mare<br />
Laguna di retroscogliera<br />
barriera<br />
Zona di avanscogliera<br />
H = 900 m
Le rocce chimiche<br />
Si formano per:<br />
• precipitazione chimica diretta di sali, eventualmente favorita dall’azione di batteri,<br />
• l’azione di fissazione operato da vari organismi, primi fra tutti alcuni tipi di alghe,<br />
• accumulo di sfere di diametro per lo più compreso tra 0,5 e 1,0 mm che si formano per<br />
accrescimento concentrico di CaCO 3 attorno ad un nucleo dato da un frammento di conchiglia.<br />
Nella fascia compresa tra i tropici, nelle lagune costiere spesso associate alle barriere coralline o in<br />
aree con fondali poco inclinati, dove gli apporti terrigeni provenienti dai corsi d’acqua sono<br />
limitati o addirittura nulli, si depositano abbondanti carbonati dando luogo a spessi depositi noti<br />
come piattaforme carbonatiche.<br />
In pianure costiere o in bacini marini periodicamente isolati dal mare aperto, in zone a clima arido,<br />
per successiva deposizione di carbonati, solfati e cloruri e prendono il nome complessivo di<br />
“evaporiti”.<br />
Le più comuni rocce di questo tipo sono:<br />
• i carbonati (in particolare calcari CaCO 3 e dolomie Ca,Mg (CO 3) 2,<br />
• i solfati (soprattutto gesso, cioè solfato di calcio idrato CaSO 4 * 2 H 2O),<br />
• i cloruri (salgemma NaCl).<br />
Variazioni cicliche del livello marino, del contenuto salino dell’acqua del mare, della quantità di<br />
apporti terrigeni, della temperatura e dell’attività degli organismi marini, così come periodici<br />
apporti di prodotti vulcanici, favoriscono la formazione di strati nei depositi di piattaforma.
Distribuzione attuale delle principali scogliere coralline e piattaforme<br />
carbonatiche<br />
Scogliera continua e discontinua piattaforma
Nomenclatura delle rocce composte da calcite CaCO 3<br />
e dolomite (Ca, Mg) (CO 3 ) 2<br />
% di calcite nome della roccia<br />
% di dolomite<br />
100<br />
95<br />
90<br />
50<br />
10<br />
0<br />
calcare<br />
calcare magnesiaco<br />
calcare dolomitico<br />
dolomia calcarea<br />
dolomia<br />
0<br />
5<br />
10<br />
50<br />
90<br />
100
% di calcite<br />
100<br />
95<br />
85<br />
75<br />
65<br />
35<br />
25<br />
15<br />
5<br />
0<br />
nome della roccia<br />
calcare<br />
calcare deb. marnoso<br />
calcare marnoso<br />
marna calcarea<br />
marna<br />
marna argillosa<br />
argilla marnosa<br />
argilla deb. marnosa<br />
argilla<br />
% di argilla<br />
Nomenclatura delle rocce composte da calcite ed argilla<br />
0<br />
5<br />
15<br />
25<br />
35<br />
65<br />
75<br />
85<br />
95<br />
100
Rocce di piattaforma carbonatica: il calcare di Botticino (Formazione della Corna)
Le operazioni di<br />
taglio in cava hanno<br />
messo in evidenza<br />
gli strati (banchi) in<br />
cui è suddivisa la<br />
roccia.<br />
Ogni banco ha<br />
spessore di circa 3<br />
m<br />
Strato deposto per primo
Spoleto.<br />
Torre del Duomo (XII Secolo).<br />
Torre in blocchi di calcare ottenuti dallo<br />
spoglio di edifici di età romana.
Spoleto. Portico (fine 1400) del Duomo, in<br />
calcari bianchi e rossi.
Le rocce metamorfiche<br />
Le rocce metamorfiche derivano dalla trasformazione delle associazioni di minerali,<br />
delle strutture e delle tessiture di rocce preesistenti che avvengono quando queste si<br />
trovano in un ambiente chimico-fisico molto diverso da quello in cui si erano<br />
formate.<br />
Le trasformazioni avvengono prevalentemente senza variazioni del chimismo<br />
complessivo della roccia di partenza e senza fusione della stessa. La tipologia e<br />
l’entità di queste trasformazioni sono determinate, in gran parte, dalle condizioni<br />
di temperatura e di pressione esistenti all’interno della porzione di crosta terrestre<br />
ove ha luogo il metamorfismo.<br />
Le rocce metamorfiche possono derivare:<br />
• da rocce sedimentarie (si parla allora di rocce parametamorfiche),<br />
• da rocce ignee (ortometamorfiche)<br />
• da rocce già metamorfosate da processi più antichi (polimetamorfiche).
Molte rocce metamorfiche sono caratterizzate<br />
da specifiche tessiture, cioè da particolari<br />
distribuzioni e rapporti tra i diversi minerali<br />
che le compongono, spesso legate alla direzione<br />
di applicazione delle pressioni durante il<br />
processo metamorfico.<br />
In particolare si distinguono foliazioni e<br />
lineazioni; le prime sono costituite da ripetute<br />
superfici nella roccia dovute a livelli a diversa<br />
composizione mineralogica, a diversa<br />
granulometria dei cristalli oppure ad<br />
orientazioni preferenziali di minerali lamellari.<br />
Un tipo particolare e molto frequente di<br />
foliazione dovuta ad orientazione preferenziale<br />
di minerali lamellari è la scistosità, data dalla<br />
presenza ripetuta, in rocce a grana media o<br />
grossolana, di letti di mica muscovite con<br />
subordinata biotite alternati a livelli di diversa<br />
composizione mineralogica.<br />
Tessiture delle rocce metamorfiche<br />
muscovite<br />
quarzo<br />
muscovite<br />
Foliazione per<br />
alternanza di livelli a<br />
diversa composizione<br />
mineralogica
Sezione sottile di una roccia metamorfica con i minerali isoorientati
Esempio di roccia lineata: gneiss lineato<br />
(lineazione per orientazione preferenziale di minerali allungati)
Tipi di metamorfismo: il metamorfismo regionale<br />
Il metamorfismo regionale è caratterizzato<br />
da gradienti di temperatura medi ed alti e si<br />
sviluppa su vaste estensioni interessate da<br />
fenomeni orogenetici, in cui sono quindi<br />
presenti pressioni orientate che<br />
normalmente danno luogo a foliazioni e<br />
lineazioni nella roccia.<br />
Sul terreno si riconoscono fasce regolari con<br />
intensità del metamorfismo subito dalle<br />
rocce crescente in direzione dell’asse<br />
orogenetico.<br />
grado molto basso<br />
Alpi centro-occidentali: fasce di<br />
metamorfismo regionale crescente nel<br />
senso indicato dalle frecce
Il metamorfismo di contatto è dovuto all’innalzamento della temperatura prodotto dai corpi<br />
intrusivi nelle rocce incassanti. I gradienti termici sono molto elevati, mentre le pressioni sono<br />
generalmente limitate.<br />
Attorno al corpo intrusivo si genera un’aureola (che può essere suddivisa in zone caratterizzate da<br />
minerali diversi in funzione delle temperature raggiunte) di rocce metamorfosate. L’ampiezza è<br />
funzione, tra l’altro, della temperatura del magma e del volume dell’intrusione. L’acqua che, più o<br />
meno abbondante, può essere contenuta nel magma sotto forma di vapore tende a circolare, per<br />
moto convettivo, nelle rocce incassanti soprattutto se queste sono sufficientemente permeabili e può<br />
dare luogo a manifestazioni superficiali utilizzabili come energia geotermica.<br />
Il metamorfismo di contatto produce rocce prive di laminazioni e foliazioni in quanto le pressioni in<br />
gioco sono limitate e non incidono sulla tessitura.<br />
pianta<br />
plutone<br />
Aureole a metamorfismo decrescente<br />
A B<br />
Assenza di<br />
metamorfismo<br />
A B<br />
plutone<br />
sezione<br />
Prima aureola<br />
Seconda aureola<br />
Assenza di metamorfismo
Roccia metamorfica<br />
isotropa o quasi isotropa:<br />
il marmo
Litotipo<br />
Gneiss<br />
Micascisti<br />
Filladi<br />
Calcescisti<br />
Prasiniti<br />
Anfiboliti<br />
Serpentiniti<br />
Quarziti<br />
Marmi<br />
Granuliti<br />
Minerali e caratteristiche<br />
Anfiboli, plagioclasi<br />
Serpentino<br />
Quarzo nettamente prevalente<br />
Alcune rocce metamorfiche<br />
Feldspato, quarzo, miche; tess. scistosa ma<br />
buona res. mecc.; grana medio o grossa<br />
Miche, feldspato, quarzo; tess. nettamente<br />
scictosa; grana media o grossa<br />
Miche e cloriti; tess. scistosa; grana fine<br />
Calcite, miche, clorite, quarzo; tess. foliata<br />
Clorite, anfiboli, albite, epidoto ± quarzo<br />
Calcite e/o dolomite; roccia isotropa<br />
Pirosseni, feldspati; roccia isotropa<br />
Tipo e grado metamorfico<br />
Regionale di grado medio ed alto<br />
Regionale di grado da molto basso a<br />
medio<br />
Regionale di grado molto basso<br />
Regionale di grado basso<br />
Regionale di grado molto basso e<br />
basso<br />
Regionale di grado basso e medio<br />
Regionale di grado molto basso<br />
e basso<br />
Regionale di ogni grado<br />
Regionale di ogni grado e di contatto<br />
Regionale di alto grado e pressione<br />
intermedia
Il Duomo di Milano: marmo di<br />
Candoglia (VB)
Il Duomo di Milano: marmo di<br />
Candoglia su un basamento di<br />
gneiss della Val d’Ossola