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“Il valore formativo dell’educazione letteraria che, <strong>in</strong>sistendo sulla letteratura<br />
come punto di <strong>in</strong>contro fra il passato e il presente, la storia materiale e<br />
l’immag<strong>in</strong>ario, il cosciente e il rimosso dell’esperienza esistenziale e culturale,<br />
fra noi e gli “Altri”, sviluppi le capacità cognitive, immag<strong>in</strong>ative e critiche<br />
dei giovani”.<br />
(Dal documento approvato al convegno ADI di Monopoli del settembre<br />
2006)<br />
Quest’anno “<strong>Milano</strong> <strong>da</strong> <strong>leggere</strong>” si decl<strong>in</strong>a nel <strong>leggere</strong> “l’altro”: <strong>Milano</strong> è la città<br />
simbolo dell’emigrazione, l’esempio per cogliere la relazione tra culture diverse.<br />
Leggere l’altro ci è sembrato il messaggio per conoscere ciò che si ritiene lontano, per<br />
far cadere i veli del pregiudizio, per congiungere le lontananze, per coprire le distanze.<br />
La scuola è un osservatorio privilegiato per il riconoscimento dell’altro come risorsa<br />
e ricchezza di possibilità. Problematizzare l’<strong>in</strong>contro tra culture e <strong>da</strong>re spessore alla<br />
riflessione che tutti gli <strong>in</strong>contri comportano ci è parso un modo concreto per coniugare<br />
le pratiche educative con la <strong>in</strong>esauribile fonte della letteratura.<br />
Abbiamo scelto due percorsi: uno di taglio più letterario, l’altro più “umano”.<br />
Il primo parla di grandi classici e mostra alcune delle strade che il pensiero letterario<br />
ha aperto per <strong>leggere</strong> l’altro e il mondo, non escludendo un altro che genera turbamento<br />
e difficoltà. Si vuole dimostrare che sono esistiti sempre mondi lontani che la<br />
letteratura ha esam<strong>in</strong>ato, e “ci ha <strong>in</strong>vitato a non temere la distanza, la diversità, la complessità.”<br />
Penso alle relazioni su Vittor<strong>in</strong>i o Pavese che hanno guar<strong>da</strong>to all’America<br />
più di 50 anni fa, a Pascoli che ha <strong>in</strong>ventato nuove parole per parlare di immigrazione,<br />
ma anche a un altro non diverso etnicamente ma solo “diverso” <strong>da</strong> noi, “altro”, <strong>in</strong>conoscibile,<br />
perturbante...Cerchiamo di <strong>leggere</strong> <strong>una</strong> cultura decl<strong>in</strong>ata al plurale.<br />
Per <strong>da</strong>re un contributo a <strong>una</strong> problematica attuale e alquanto <strong>in</strong>trigante abbiamo<br />
pensato di <strong>in</strong>vitare degli scrittori che <strong>in</strong> modo particolare si sono occupati di immigrazione,<br />
hanno vissuto l’immigrazione o hanno parlato di altre culture. Questa è la<br />
secon<strong>da</strong> stra<strong>da</strong> per “attualizzare” e sviluppare <strong>in</strong> modo concreto l’<strong>in</strong>contro con l’altro<br />
e problematizzarlo nelle nostre classi.<br />
Dunque buon lavoro e grazie ancora a tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione<br />
di queste due giornate.<br />
Presiederà la prima sessione il Professor Francesco Spera, qui <strong>in</strong> rappresentanza<br />
del Magnifico Rettore.<br />
Nel r<strong>in</strong>graziarlo, ricordo che è membro presso la Giunta e il Comitato delle Silsis lombarde<br />
e membro del Direttivo ADI.<br />
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