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nel lavoro, come nella scuola, nella società <strong>in</strong> genere.<br />

Dai son<strong>da</strong>ggi recenti gli italiani temono meno che immigrati rub<strong>in</strong>o loro il lavoro;<br />

si teme di più la crim<strong>in</strong>alità ma <strong>in</strong> realtà fra i regolari il tasso di crim<strong>in</strong>alità è bassissimo,<br />

<strong>in</strong>feriore che fra italiani; è tra i clandest<strong>in</strong>i <strong>in</strong> specie che si anni<strong>da</strong> la crim<strong>in</strong>alità.<br />

Il razzismo c’è, esplicito e latente; dove è latente e qu<strong>in</strong>di non si considera l’immigrato<br />

tout court un pericolo o un <strong>in</strong>feriore, lo si teme ad esempio per la possibile concorrenza<br />

nelle graduatorie negli asili o per le case popolari.<br />

Ormai, grazie ai ricongiungimenti familiari, sono presenti le seconde generazioni.<br />

Al 2006 585.000 sono i m<strong>in</strong>ori stranieri <strong>in</strong> Italia; fra questi il 55% è nato qui. La legge<br />

attuale al compimento del diciottesimo anno di età concede con ampio marg<strong>in</strong>e di<br />

discrezionalità la cittad<strong>in</strong>anza italiana ai m<strong>in</strong>ori qui nati; non si tratta qu<strong>in</strong>di di un<br />

diritto acquisito e può accadere che un m<strong>in</strong>ore cresciuto <strong>in</strong> Italia venga riman<strong>da</strong>to <strong>in</strong><br />

<strong>una</strong> “patria” dove non è mai stato. In Lombardia sono 104.000 i m<strong>in</strong>ori; <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di<br />

<strong>Milano</strong> 8 alunni su 100 sono stranieri. Sono ancora cifre basse rispetto ad altri paesi<br />

europei ma <strong>in</strong> fortissima crescita. Le seconde generazioni sono considerate <strong>da</strong>gli studiosi<br />

un campo di analisi specifico. Si teme la cosiddetta assimilazione verso il basso<br />

<strong>in</strong> mancanza di <strong>una</strong> politica di <strong>in</strong>tegrazione; si sottol<strong>in</strong>ea f<strong>in</strong> troppo la formazione di<br />

bande, vedi a <strong>Milano</strong> e Genova i vari articoli apparsi nella cronaca locale sulle bande<br />

giovanili di equadoregni ma anche di filipp<strong>in</strong>i. I giovani vedono che i genitori occupano<br />

posizioni lavorative subalterne; notano la scarsa <strong>in</strong>tegrazione sociale delle famiglie<br />

e sentono che le loro aspettative si realizzeranno più difficilmente di quelle dei coetanei<br />

italiani fra i quali sono cresciuti. A livello <strong>in</strong>dividuale c’è il problema di coniugare<br />

<strong>una</strong> identità plurima; vi è qu<strong>in</strong>di il problema del capitale sociale che varia a secon<strong>da</strong><br />

dei gruppi etnici; più o meno per tutti vi sono scarse risorse materiali, <strong>in</strong> primo luogo<br />

la casa. Ciò causa forti ritardi scolastici, anche perché l’italiano per chi giunge <strong>da</strong> fuori<br />

è <strong>una</strong> l<strong>in</strong>gua quasi sempre sconosciuta. A ciò si contrappone però un forte <strong>in</strong>teresse<br />

dei genitori stranieri nella riuscita scolastica de figli. Anche nell’istruzione si creano<br />

stereotipi; si tende a man<strong>da</strong>re i m<strong>in</strong>ori stranieri, specie i maschi, nelle scuole professionali;<br />

le femm<strong>in</strong>e sembrano più libere di scegliere fra i vari <strong>in</strong>dirizzi. Sulla <strong>in</strong>tegrazione<br />

delle seconde generazioni la nostra società si gioca il futuro e dispiace pertanto vedere<br />

quanto poco si faccia, almeno a livello istituzionale.<br />

Gli stranieri <strong>in</strong> Lombardia<br />

In Lombardia vi sono attualmente più di 700.000 immigrati, senza considerare i<br />

clandest<strong>in</strong>i. E’ pertanto la prima regione italiana <strong>in</strong> fatto di immigrazione. In prov<strong>in</strong>cia<br />

di <strong>Milano</strong> sono più di 334.000, l’ 8,7 della popolazione; nel comune di <strong>Milano</strong><br />

sono 162.169 tra i quali 31.807 m<strong>in</strong>ori; si tratta di circa l’11% della popolazione totale<br />

milanese, ma nel comune di Brescia la percentuale è ancora più elevata. Siamo qu<strong>in</strong>di<br />

a livelli di paesi di vecchia immigrazione. In Lombardia e prov<strong>in</strong>cia di <strong>Milano</strong> prevalgono<br />

di gran lunga gli europei, pur essendo <strong>in</strong> percentuale di meno rispetto alla media<br />

del paese (<strong>in</strong> Italia il 48,8%; <strong>in</strong> Lombardia il 35,9%, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di <strong>Milano</strong> il 32,6%).<br />

In Lombardia vi sono più africani. In prov<strong>in</strong>cia di <strong>Milano</strong> più asiatici sempre rispetto<br />

al paese.<br />

La Lombardia presenta diversi modelli economici a secon<strong>da</strong> delle prov<strong>in</strong>ce. C’è<br />

il modello metropolitano dell’economia a clessidra di cui parla Saskia Sassen che si<br />

rispecchia <strong>in</strong> <strong>Milano</strong>; <strong>in</strong> questo caso gli immigrati servono per lavori poco qualificati<br />

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