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ELISA BIANCHI<br />

Università degli Studi di <strong>Milano</strong><br />

Stranieri a <strong>Milano</strong><br />

Uno sguardo d’<strong>in</strong>sieme<br />

Gli immigrati <strong>in</strong> Italia alla f<strong>in</strong>e del 2006 hanno superato i 3 milioni 1 . Dalle stime<br />

fatte <strong>da</strong>lla Caritas si prevede che raddopp<strong>in</strong>o nei prossimi 5 anni. Rispetto agli altri<br />

paesi europei, il numero degli immigrati è all’<strong>in</strong>circa pari a paesi quali la Francia,<br />

Inghilterra, Spagna ma <strong>in</strong> percentuale siamo ancora lontani rispetto ad altri paesi; gli<br />

immigrati sono <strong>in</strong>fatti il 5% circa della popolazione italiana contro il 9% ad esempio<br />

<strong>in</strong> Germania e Austria. Numerosi sono stati i modelli elaborati <strong>da</strong> studiosi di diversi<br />

ambiti discipl<strong>in</strong>ari per tentare di spiegare i movimenti attuali di popolazione; si tende<br />

a dist<strong>in</strong>guere modelli che si rifanno a un livello macro di analisi, che sottol<strong>in</strong>eano<br />

<strong>in</strong> particolare il gioco delle forze economiche <strong>in</strong>ternazionali, dei differenziali demografici,<br />

del rapporto centro e periferia; modelli che si rifanno a <strong>una</strong> analisi micro,<br />

<strong>in</strong>centrata specie sulle motivazioni personali; e ultimamente modelli “<strong>in</strong>termedi”, basati<br />

essenzialmente sulla teoria dei network, sono cioè le reti familiari, amicali, della<br />

comunità che sp<strong>in</strong>gono a muoversi. In realtà nessun modello è esaustivo e ciascuno ha<br />

<strong>una</strong> propria limitata validità. In specie vengono per lo più esclusi gli aspetti legati agli<br />

ord<strong>in</strong>amenti legislativi dei s<strong>in</strong>goli stati che possono impedire ai flussi di entrare; questi<br />

ultimi allora si <strong>in</strong>dirizzano verso altri paesi. Comunque nel cosiddetto “secolo lungo”<br />

(1800-1914) percentualmente si emigrò di più e fummo noi europei a emigrare.<br />

Molti studiosi s<strong>in</strong>tetizzano sostenendo che le motivazioni degli spostamenti odierni<br />

stanno nelle tre D: democrazia, differenziale demografico, differenziale economico;<br />

ma anche questo approccio è semplificatorio e tiene poco conto del fatto che buona<br />

parte delle migrazioni avviene fra paesi <strong>in</strong> via di sviluppo, ad esempio <strong>da</strong>l Laos verso<br />

la Cambogia; <strong>in</strong> Europa uno dei paesi dove si immigra di più è l’Ucra<strong>in</strong>a, chiamata<br />

appunto “la porta fra Londra e la C<strong>in</strong>a”, paese nello stesso tempo con forte emigrazione.<br />

1. Si fa presente che i <strong>da</strong>ti riguar<strong>da</strong>nti gli stranieri <strong>in</strong> Italia e nelle suddivisioni amm<strong>in</strong>istrative<br />

variano a secon<strong>da</strong> della fonte che si considera: Istat, <strong>da</strong>ti della Caritas, M<strong>in</strong>istero dell’Interno,<br />

Regione ecc., non solo per i metodi di rilevazione ma per le differenze temporali nelle<br />

rilevazioni. Qu<strong>in</strong>di il lettore potrebbe trovare cifre diverse, ad esempio rispetto alla presenza<br />

degli stranieri.<br />

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