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tiva: egli <strong>in</strong>fatti rappresenta ossessivamente un movimento pressoché contemporaneo<br />
di avvic<strong>in</strong>amento alla donna e di allontanamento <strong>da</strong>lla donna; la comparsa della figura<br />
femm<strong>in</strong>ile sembra essere sempre legata alla sua stessa sparizione. In altre parole, e per<br />
dirla ancora con Benjam<strong>in</strong>, la poesia di Campana pare un’ossessiva messa <strong>in</strong> scena<br />
di un’esperienza dello choc. Anche <strong>in</strong> questo caso, non si tratta certo di un trauma<br />
s<strong>in</strong>golare, tutto personale, ma di qualcosa che sta al cuore dell’esperienza stessa della<br />
modernità urbana. Non a caso, <strong>in</strong>oltre, nella poesia di Campana risulta centrale la<br />
figura della prostituta: donna che si “ama” (e Campana <strong>in</strong>siste, ambiguamente, a dire<br />
che, letteralmente, ama le prostitute con cui si accompagna), e che però si perde; <strong>una</strong><br />
figura ulteriormente <strong>in</strong>tensificata e <strong>in</strong>nalzata, per così dire, al quadrato, <strong>da</strong>ll’immag<strong>in</strong>e<br />
della prostituta del porto: dove l’allontanamento pertiene non meno alla professione<br />
della donna che al luogo, tanto più che a Campana ogni città sembra <strong>una</strong> città di mare,<br />
e sembra perciò avere un porto; e naturalmente ogni città appare come <strong>una</strong> donna... e<br />
così via, secondo i vertig<strong>in</strong>osi processi associativi così caratteristici dell’opera campaniana.<br />
Il vagabondo e i suoi viaggi<br />
Per alcuni anni, all’<strong>in</strong>circa <strong>da</strong>ll’estate del 1903 alla tar<strong>da</strong> primavera del 1906, è probabile<br />
che il vagabon<strong>da</strong>ggio di Campana sia rimasto, per così dire, di piccolo cabotaggio<br />
(tenendo poi presente che si svolgeva prevalentemente a piedi), e di portata chilometrica<br />
abbastanza ridotta: limitandosi alla Toscana e all’Emilia-Romagna. Esiste<br />
però <strong>una</strong> testimonianza che va decisamente contro quest’ipotesi. L’ha raccolta Antonio<br />
Corbara, un medico faent<strong>in</strong>o appassionato di letteratura, <strong>in</strong>tervistando la famiglia<br />
Coll<strong>in</strong>a, che a Faenza ospitò spesso Campana:<br />
Il 6 gennaio 1904 la famiglia Coll<strong>in</strong>a si trovò Campana disteso a dormire<br />
sulla soglia esterna della porta di casa, cioè all’addiaccio (la notte aveva nevicato).<br />
D<strong>in</strong>o tornava <strong>da</strong>lla Russia ed era affamato. Vestiva un cappottaccio<br />
di tipo militare russo, appunto color giallo-nocciola, barba <strong>in</strong>colta, di molti<br />
giorni.<br />
Conviene perciò accogliere con molta cautela la testimonianza. D’altro canto il ricordo<br />
dei Coll<strong>in</strong>a restituisce maggiore fon<strong>da</strong>tezza all’accenno campaniano a un viaggio<br />
(semmai posteriore) a Odessa, cui avrebbe fatto seguito un periodo di peregr<strong>in</strong>azione<br />
<strong>in</strong> Russia <strong>in</strong> compagnia di <strong>una</strong> tribù di z<strong>in</strong>gari. Ci sono però parecchie testimonianze<br />
di marradesi che alludono, sia pure con qualche cautela dubitativa, a svariati viaggi di<br />
Campana verso l’est: <strong>in</strong> Russia, e anche <strong>in</strong> Turchia:<br />
Un’altra volta, tra il 1906 il 1908, <strong>in</strong> casa Coll<strong>in</strong>a si faceva come s’è detto,<br />
della musica. Campana giunse e si distese su un letto. Aspettò che f<strong>in</strong>issero<br />
di suonare, poi si levò e disse: «Riprendo il mio viaggio». Pare che an<strong>da</strong>sse a<br />
Costant<strong>in</strong>opoli.<br />
Si tratta però di ipotesi, tutto sommato piuttosto <strong>in</strong>certe, anzi dubbie senz’altro.<br />
Abbiamo però i riscontri precisi di quello che è il primo vero viaggio documentato del<br />
poeta di Marradi. Fra la metà di maggio e la f<strong>in</strong>e di giugno del 1906, mentre camm<strong>in</strong>a<br />
per la stazione ferroviaria di Bologna, Campana decide improvvisamente di partire.