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versificazione italiana. Croce, come c’era <strong>da</strong> aspettarsi, con<strong>da</strong>nnò il risultato. 4 Cont<strong>in</strong>i,<br />

altrettanto prevedibilmente, apprezzò proprio il pluril<strong>in</strong>guismo della composizione e<br />

nella sua antologia della letteratura dell’Italia unita, man<strong>da</strong>ndo al diavolo l’unità del<br />

poemetto, <strong>in</strong>serì esclusivamente la lassa più ibri<strong>da</strong>. Questi due atteggiamenti, diversi<br />

ma non opposti, hanno dom<strong>in</strong>ato la critica f<strong>in</strong>o a oggi: <strong>da</strong> <strong>una</strong> parte, il rifiuto e lo<br />

schifo e la preferenza per il Pascoli familiare, il Pascoli “frammentista”, <strong>da</strong>ll’altra <strong>una</strong><br />

misurata, menomante, snobistica curiosità per il mostro. Nei Meridiani curati <strong>da</strong> Cesare<br />

Garboli, per citare un significativo esempio di critica recente, di Italy non troviamo<br />

traccia. Neanche nei classici saggi di Debenedetti.<br />

Per fort<strong>una</strong>, non sono mancati critici che di Italy hanno voluto considerare non<br />

solo la l<strong>in</strong>gua o l’espressione, ma anche il contenuto – se così vogliamo chiamarlo –, e<br />

perciò hanno valutato, s<strong>in</strong>e ira et studio, la poesia nel quadro di un discorso non puramente<br />

stilistico: basti ricor<strong>da</strong>re Giovanni Getto, Giuseppe Nava, Emerico Giachery. 5<br />

Dal contenuto bisogna ripartire per comprendere l’importanza diciamo culturale che<br />

Italy ha nell’opera complessiva di Pascoli e, al tempo stesso, nel quadro della nostra<br />

tormentata, magmatica, a volte vergognosa modernità.<br />

*<br />

Italy – abbiamo visto – parla di emigrazione. Non si tratta di un hapax tematico, né<br />

di un argomento solo occasionale. Riferimenti, immag<strong>in</strong>i e pensieri sull’emigrazione<br />

si trovano sparsi <strong>in</strong> tutta l’opera novecentesca di Pascoli – sia poesie sia discorsi, che<br />

precedono di poco o seguono alla composizione di Italy. Tra le poesie nom<strong>in</strong>eremo, nei<br />

Nuovi poemetti, Pietole (1909), che ha <strong>in</strong> esergo “Sacro all’Italia esule”, come Italy ha<br />

<strong>in</strong> esergo “Sacro all’Italia ram<strong>in</strong>ga”, e con Italy costituisce un ideale dittico, e Gli emigranti<br />

nella l<strong>una</strong> (pubblicato nel 1905 come Emigranti); <strong>in</strong> Odi e <strong>in</strong>ni (1906), Gli eroi<br />

del Sempione e Inno degli emigranti italiani a Dante (che si conclude come Italy con<br />

un “sì”); tra i discorsi, La messa d’oro (1905), L’eroe italico (discorso letto a Mess<strong>in</strong>a<br />

il 2 giugno 1901, nel giorno anniversario della morte di Garibaldi), Italia! (1911), La<br />

grande Proletaria si è mossa (1911), Una festa italica (1906), Una sagra (1900). 6<br />

L’emigrazione, per Pascoli, non è <strong>una</strong> semplice metafora, la proiezione su schermo<br />

nazionale di <strong>una</strong> nevrosi <strong>in</strong>fantile, ma <strong>una</strong> questione centrale, ideologica e politica<br />

– forse la questione più grossa, dopo quella familiare, cui Pascoli si sia mai dedicato.<br />

La messa d’oro, che è di poco posteriore a Italy, denuncia il fenomeno migratorio e il<br />

fallimento dell’alternativa coloniale:<br />

Non è felice la nostra Patria, o padre! Ella è ristretta e povera per i suoi<br />

4. Sia per ragioni stilistiche sia perché non considerava l’emigrazione un fenomeno negativo:<br />

vedi Giovanni Getto, Pascoli e l’America, <strong>in</strong> “Nuova antologia”, settembre-dicembre 1956, p.<br />

175 (il saggio <strong>in</strong>tero va <strong>da</strong> p. 159 a p. 178; poi <strong>in</strong> Carducci e Pascoli, Bologna, Zanichelli, 1957,<br />

pp. 153-185).<br />

5. Giovanni Getto, Pascoli e l’America, cit.; Giachery, Il canto dell’Italia ram<strong>in</strong>ga, cit.; Giovanni<br />

Pascoli, Poesie, a cura di Giuseppe Nava, M<strong>in</strong>erva Italica, 1971, pp. 134-5.<br />

6. Questi discorsi sono raccolti nel volume Pensieri e discorsi, Bologna, Zanichelli, 1907,<br />

<strong>da</strong> cui citerò; a eccezione, ovviamente, di Italia! e La grande proletaria si è mossa, raccolti <strong>in</strong><br />

Patria e umanità, Bologna, 1913.<br />

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