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sono gli stimoli che animano i versi. Perfetto è il primo dei due canti, che segue il racconto<br />

senza perdersi, senza affanno, con <strong>una</strong> capacità registica e fotografica <strong>da</strong> grande<br />

artista. Nel secondo, <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong>tervengono pensieri e idee apparentemente estranei alla<br />

storia di Molly, e i trapassi <strong>da</strong> questa alle considerazioni generali risultano anacolutici,<br />

forzati, bizzarri, addirittura <strong>in</strong>coerenti, dettati <strong>da</strong> <strong>una</strong> volontà più oratoria che poetica.<br />

In particolare, il prefuturistico <strong>in</strong>no al progresso e al trionfo della tecnologia (<strong>in</strong> xv<br />

e xvi), metaforizzato <strong>da</strong>ll’immag<strong>in</strong>e del fiume che scorre impetuoso verso il mare,<br />

trasformando la materia naturale <strong>in</strong> energia ed elettricità, sembrerebbe <strong>in</strong> evidente<br />

contraddizione con l’elogio della vita semplice che dom<strong>in</strong>a il primo canto. O, almeno,<br />

costituisce <strong>una</strong> brusca <strong>in</strong>terruzione nel flusso del racconto. 3<br />

Soffermiamoci sugli aspetti che più si riferiscono al tema di questo convegno: la<br />

situazione dell’emigrante, l’immag<strong>in</strong>e dell’America, il problema nazionale. Il nucleo<br />

tematico o ideologico del poemetto è il confronto tra chi resta e chi parte, decl<strong>in</strong>ato<br />

<strong>in</strong> <strong>una</strong> serie di contrapposizioni tra l’antico e il nuovo, i vecchi e i giovani, lavoro artigianale<br />

e lavoro <strong>in</strong>dustriale, il mondo agricolo delle fate e quello meccanizzato della<br />

produzione di massa. In questa serie, positivo è immancabilmente il primo term<strong>in</strong>e:<br />

la nonna, e non la bamb<strong>in</strong>a, la tessitura manuale e non quella meccanica. Queste sfere<br />

non comunicano, ma si scontrano ed escludono a vicen<strong>da</strong>. La nonna e la nipot<strong>in</strong>a non<br />

si capiscono; <strong>una</strong> dice “nieva” e l’altra capisce “never” (I, iv-v). È vero che <strong>da</strong> un certo<br />

punto <strong>in</strong> avanti tra le due com<strong>in</strong>cia <strong>una</strong> sorta di comprensione non l<strong>in</strong>guistica, <strong>una</strong><br />

soli<strong>da</strong>rietà tutta umana, ma questa soli<strong>da</strong>rietà, questa vic<strong>in</strong>anza di cuori risulta fatale:<br />

la vecchia muore proprio della malattia della nipote; l’America, <strong>in</strong>carnata <strong>da</strong> Molly,<br />

uccide l’Italia <strong>in</strong>carnata <strong>da</strong>lla nonna. “Die” è il verbo di Molly, ripetuto sette volte<br />

nelle terz<strong>in</strong>e f<strong>in</strong>ali del primo canto; il verbo americano per eccellenza, <strong>in</strong> sarcastica<br />

– e raff<strong>in</strong>ata – rima con “Italy”. La nonna <strong>da</strong>pprima non capisce il verbo, che la timorosa<br />

nipot<strong>in</strong>a pronuncia, ma, poi, aiutata <strong>da</strong>lla mimica della bamb<strong>in</strong>a, ne comprende<br />

il significato e lo traduce: “morire”. E “morire” ridice Molly nella frase di chiusura: la<br />

3. Non escludo, però, - e qui anticipo riflessioni che svilupperò più avanti – che l’immag<strong>in</strong>e<br />

del fiume impetuoso sia metafora anche di qualcos’altro – il che risolverebbe l’apparente contraddizione:<br />

e cioè del movimento del popolo verso l’autorealizzazione. Essenziale, <strong>in</strong>fatti, è la<br />

componente nazionalistica <strong>in</strong> Italy, come cercherò di illustrare nel seguito di questo <strong>in</strong>tervento.<br />

Lo stesso teorico del nazionalismo italiano, Enrico Corrad<strong>in</strong>i, <strong>da</strong>l quale Pascoli fu notevolmente<br />

<strong>in</strong>fluenzato, scrisse: “perché la nazione sia così, e così agisca, bisogna immag<strong>in</strong>are un vigor<br />

di vita che tutta l’attraversi <strong>da</strong>lle orig<strong>in</strong>i al term<strong>in</strong>e, che non è la sua f<strong>in</strong>e, come <strong>una</strong> fiumana che<br />

va impetuosa <strong>da</strong>lla sorgente al mare. E questa è la virtù nazionale” (Enrico Corrad<strong>in</strong>i, Scritti e<br />

discorsi. 1901-1914, a cura di Lucia Strapp<strong>in</strong>i, Tor<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>audi, 1980, pp. 94-95). E, a proposito<br />

della tecnologia, lo stesso Corrad<strong>in</strong>i scrisse: “Io penso che si potrebbe dividere la storia del<br />

genere umano <strong>in</strong> tre grandi epoche: l’epoca <strong>in</strong> cui l’uomo fu nudo, solo e <strong>in</strong>erme; l’epoca <strong>in</strong><br />

cui domò ed ebbe alleati pochi animali domestici, come il bue e il cavallo, e poche forze della<br />

natura, come il vento e il fuoco; l’epoca <strong>in</strong> cui f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> cui ha domato ed ha alleati gli<br />

spiriti medesimi di tutte le forze naturali, come il calore e l’elettricità. In questa epoca, <strong>in</strong> cui<br />

noi siamo, il ritmo della vita è straord<strong>in</strong>ariamente violento e fulm<strong>in</strong>eo. È <strong>da</strong>to <strong>da</strong>lle macch<strong>in</strong>e<br />

colossali e terribili del lavoro e della distruzione, che sono qualcosa di mezzo per il loro organismo<br />

vivente, velocità e forza, tra l’uomo e la natura, tra la volontà dell’uomo e le energie della<br />

natura.” (ibidem, p. 65) Per semplificare la lettura di questo <strong>in</strong>tervento, ho deciso di segnalare<br />

nelle note a piè di pag<strong>in</strong>a, a com<strong>in</strong>ciare <strong>da</strong> questa, i punti di contatto del pensiero di Pascoli<br />

con quello di Corrad<strong>in</strong>i. Ma so bene che la questione meriterebbe di essere trattata a parte <strong>in</strong><br />

un diffuso saggio.<br />

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