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40<br />

Conclusione dell’autore (non c’è <strong>in</strong>somma <strong>una</strong> super-cornice), l’<strong>in</strong>cipit e l’explicit di<br />

tutto il libro co<strong>in</strong>cidono con il corsivo che apre il primo capitolo e con il corsivo posto<br />

a chiusura del nono capitolo. Questi due corsivi hanno <strong>in</strong>somma <strong>una</strong> doppia valenza.<br />

E’ qui del resto che ci vengono offerte alcune chiavi di lettura privilegiate: qui il testo<br />

esibisce <strong>in</strong> modo più esplicito di quanto non avvenga altrove il modo <strong>in</strong> cui si rapporta<br />

con la tradizione.<br />

Il corsivo <strong>in</strong>iziale occupa <strong>una</strong> pag<strong>in</strong>a, o poco più (dipende <strong>da</strong>ll’edizione di cui ci<br />

serviamo) 2 , e subito lascia <strong>in</strong>tendere almeno due cose. La prima: Calv<strong>in</strong>o ha tratto<br />

ispirazione <strong>da</strong> un antico resoconto di viaggi, <strong>da</strong> quel Divisament dou monde (il<br />

Milione, nella re<strong>da</strong>zione toscana) che nacque nel 1298 <strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>contro <strong>in</strong> <strong>una</strong> prigione<br />

genovese tra il viaggiatore veneziano Marco Polo e il romanziere Rustichello <strong>da</strong> Pisa.<br />

La secon<strong>da</strong>: non siamo di fronte a un rifacimento, ma a <strong>una</strong> ri-creazione assai libera,<br />

addirittura temeraria: i personaggi stessi che ci vengono presentati come protagonisti,<br />

Marco Polo e Kublai Kan, esibiscono f<strong>in</strong> <strong>da</strong>l pr<strong>in</strong>cipio tratti psicologici assai diversi<br />

<strong>da</strong> quelli orig<strong>in</strong>ali 3 . In altri term<strong>in</strong>i: risulta evidente che il ricorso al remake e i r<strong>in</strong>vii<br />

<strong>in</strong>tertestuali al Divisament dou monde avranno nel libro di Calv<strong>in</strong>o un peso del tutto<br />

secon<strong>da</strong>rio. Proseguendo nella lettura verificheremo d’altronde come i viaggi rievocati<br />

nelle Città <strong>in</strong>visibili si compiano più nella dimensione del tempo che <strong>in</strong> quella dello<br />

spazio.<br />

Ma questa pag<strong>in</strong>a d’apertura appare s<strong>in</strong>golare anche per altri aspetti. E’ occupata<br />

<strong>in</strong>fatti <strong>da</strong> tre soli periodi: brevissimi il primo e l’ultimo, <strong>in</strong> terza persona; <strong>in</strong>solitamente<br />

ampio (più di venti righe) quello centrale, <strong>in</strong> prima persona plurale.<br />

I periodi <strong>in</strong> terza persona richiamano la nostra attenzione sul fatto che stiamo per <strong>leggere</strong><br />

un racconto di secondo grado, che il testo di Calv<strong>in</strong>o si configurerà <strong>in</strong> massima<br />

parte come registrazione dei discorsi posti sulle labbra di protagonisti-narratori, e <strong>in</strong><br />

particolare sulle labbra di Marco Polo:<br />

Non è detto che Kublai Kan cre<strong>da</strong> a tutto quel che dice Marco Polo quando<br />

gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei<br />

tartari cont<strong>in</strong>ua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione<br />

che ogni altro suo messo o esploratore. […] Solo nei resoconti di Marco<br />

Polo, Kublai Kan riusciva a discernere, attraverso le muraglie e le torri dest<strong>in</strong>ate<br />

a crollare, la filigrana d’un disegno così sottile <strong>da</strong> sfuggire al morso delle<br />

termiti. (RRII, 361)<br />

Questi due periodi ci offrono <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong>dicazioni che riguar<strong>da</strong>no i meccanismi e il<br />

significato dell’<strong>in</strong>venzione letteraria <strong>in</strong> quanto tale. Ci viene <strong>in</strong>fatti immediatamente<br />

segnalato come la stessa narrazione orig<strong>in</strong>aria non sia pienamente credibile (“Non<br />

è detto che Kublai Kan cre<strong>da</strong> a tutto quel che…”); eppure a questa narrazione viene<br />

2. Tutte le citazioni <strong>da</strong>lle Città <strong>in</strong>visibili sono tratte <strong>da</strong>l volume: Italo Calv<strong>in</strong>o, Romanzi e<br />

racconti, edizione diretta <strong>da</strong> Claudio Milan<strong>in</strong>i, a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto, vol.<br />

II, Mon<strong>da</strong>dori, <strong>Milano</strong> 1992 (= RRII).<br />

3. Sulla re<strong>in</strong>venzione calv<strong>in</strong>iana dei personaggi di Marco e Kublai si ve<strong>da</strong> la nota di Mario<br />

Barenghi <strong>in</strong> Romanzi e racconti cit., pp. 1364-1365. Sulla persistenza di temi e stilemi tipici<br />

del Milione si ve<strong>da</strong> Francesca Bernard<strong>in</strong>i Napoletano, I segni nuovi di Italo Calv<strong>in</strong>o, Bulzoni,<br />

Roma 1977, p. 170 sgg.

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