Diapositiva 1 - Università degli Studi di Urbino
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Fisiologia dello Sport (7 CFU) 2013<br />
Dott. Davide Lattanzi<br />
davide.lattanzi@uniurb.it Tel: 0722 304310
Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra della Vita e dell’Ambiente (DiSTeVA)<br />
Sezione <strong>di</strong> Fisiologia<br />
Neuroscienze<br />
NEUROGENESI NELL'ADULTO<br />
PLASTICITA’ DEL SISTEMA NERVOSO<br />
PERIFERICO, FATTORI DI CRESCITA E<br />
ATTIVITA’ MOTORIA.<br />
PLASTICITA' DEI CERCUITI NERVOSI<br />
SVILUPPO DEL S.N.C. E VITAMINA E<br />
EPILESSIA E VITAMINA E<br />
Fisiologia Ambientale
Neurogenesi nel mammifero adulto<br />
5 µm
Plasticità del sistema nervoso periferico:<br />
Fattori <strong>di</strong> crescita e attività motoria.<br />
Poli-innervazione
% Poly-innervation<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
CONTROLS RUNNERS REVERSER<br />
*<br />
*<br />
7 (6,6) 10 (8,5) 15 (7,5,5) 25 (5,4) 40 (3,2)<br />
Days from nerve crush<br />
*<br />
*
<strong>Stu<strong>di</strong></strong>o del funzionamento dell’organismo umano attraverso la<br />
Fisiologia<br />
Fisiologia dello Sport: stu<strong>di</strong>o delle variazioni cui vanno incontro le<br />
funzioni dell’organismo durante la pratica dell’attività fisica e dello<br />
sport<br />
Passaggio dall’ inattività all’esercizio<br />
Esercizio acuto<br />
Esercizio ripetuto
Per svolgere l’attività motoria<br />
l’organismo deve compiere<br />
molteplici adattamenti che<br />
richiedono interazioni complesse<br />
tra <strong>di</strong>versi sistemi funzionali.<br />
-sistema scheletrico<br />
-sistema car<strong>di</strong>ovascolare e<br />
respiratorio<br />
-sistema tegumentario<br />
-sistema urinario<br />
-sistema nervoso e endocrino<br />
Adattamenti a livello cellulare e<br />
molecolare<br />
Es. contrazione muscolare
ANATOMIA FISIOLOGIA<br />
FISIOLOGIA DELL’ESERCIZIO<br />
(stu<strong>di</strong>o delle mo<strong>di</strong>ficazioni dei sistemi e delle<br />
funzioni dell’organismo in risposta<br />
all’esercizio fisico acuto o cronico)<br />
FISIOLOGIA DELLO SPORT<br />
Applica i concetti della fisiologia dell’esercizio<br />
fisico all’allenamento dell’atleta e allo<br />
sviluppo della prestazione sportiva)
Es. 1)<br />
Fisiologia dell’esercizio fisico: ci ha permesso <strong>di</strong> capire come il nostro organismo<br />
utilizzi gli alimenti durante l’esercizio<br />
Esercizio bassa intensità, consumo <strong>di</strong> grassi<br />
Esercizio prolungato ad alta intensità consumo <strong>di</strong> carboidrati<br />
Fisiologia dello Sport: utilizzando queste conoscenze ci permette <strong>di</strong>:<br />
-aumentare il carico <strong>di</strong> carboidrati<br />
-<strong>di</strong>minuire il tasso <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> carboidrati durante la prestazione<br />
-migliorare la <strong>di</strong>eta alimentare <strong>degli</strong> atleti per minimizzare il rischio <strong>di</strong> esaurimento<br />
delle scorte <strong>di</strong> carboidrati<br />
Es. 2)<br />
Fisiologia dell’esercizio fisico: ha in<strong>di</strong>viduato l’overtraining (quando gli stimoli<br />
dell’allenamento superano la capacità <strong>di</strong> adattamento dell’organismo)<br />
Fisiologia dello sport: utilizza questi dati per ridurre il rischio <strong>di</strong> overtraining
Galeno: De fascius (primo secolo d.C.)<br />
Andrea Vesalio: De humani corporis fabrica (1543)<br />
Rinascimento della me<strong>di</strong>cina.<br />
1660 microscopio ottico, 1950 elettronico.<br />
Séguin e Lvoisier (1793) descrizione del consumo <strong>di</strong><br />
ossigeno in un soggetto sano durante attività motoria<br />
1888 primo strumento per misurare il consumo <strong>di</strong><br />
ossigeno durante l’ascensione in montagna<br />
1889 Primo testo de<strong>di</strong>cato all’esercizio fisico “physiologie<br />
des exercises du corps (Fernand LaGrange)<br />
Harvard Fatigue Laboratory: (1926-1947) contributo<br />
enorme al mondo della fisiologia dello esercizio e dello<br />
sport.<br />
1966 re-introduzione dell’ago biopsia per lo stu<strong>di</strong>o<br />
biochimico del muscolo nell’esercizio
Google libri
ERGOMETRO (ergo = lavoro, metro = misura) strumento che permette <strong>di</strong><br />
standar<strong>di</strong>zzare e <strong>di</strong> misurare la quantità e l’intensità dell’attività fisica<br />
Il Cicloergometro: usato in posizione eretta o supina<br />
-A frizione meccanica: la resistenza può essere variata, importante conoscere la<br />
frequenza <strong>di</strong> pedalata<br />
-A resistenza elettrica: la resistenza aumenta automaticamente quando<br />
<strong>di</strong>minuisce la frequenza <strong>di</strong> pedalata, erogazione <strong>di</strong> potenza costante.<br />
Vantaggi: si misura meglio la pressione<br />
del sangue, si possono fare prelievi <strong>di</strong><br />
sangue durante l’attività, il lavoro non<br />
<strong>di</strong>pende dal peso corporeo<br />
Svantaggi: alcune variabili fisiologiche<br />
non raggiungono il massimo.
Nastri trasportatori, tapis roulant, treadmill<br />
Vantaggi: non è necessario monitorare continuamente l’intensità <strong>di</strong> lavoro,<br />
attività naturale, il soggetto me<strong>di</strong>o mostra le variazioni massime dei parametri<br />
fisiologici.<br />
Svantaggi: strumento più costoso e ingombrante, <strong>di</strong>fficilmente si può misurare la<br />
pressione sanguigna, <strong>di</strong>fficile prelevare il sangue.
DIVERSI ERGOMETRI<br />
Sono costruiti per valutare atleti specializzati in con<strong>di</strong>zioni simili a quelle<br />
dell’allenamento o gara.
Allenamento<br />
L’attività fisica ripetuta porta ad una risposta a lungo termine dell’organismo<br />
Questi adattamenti migliorano la capacità <strong>di</strong> effettuare l’esercizio e l’efficienza.<br />
Es. allenamento contro resistenze sviluppa la forza muscolare<br />
allenamento aerobico sviluppa l’efficienza car<strong>di</strong>aca e polmonare e aumenta la<br />
capacità <strong>di</strong> resistenza.
Soggettività: alcuni soggetti mostrano notevoli miglioramenti con un dato programma<br />
altri non mostrano variazioni (sensibili e insensibili).<br />
Specificità: il programma <strong>di</strong> allenamento deve sollecitare i sistemi fisiologici utili per<br />
raggiungere la prestazione ottimale nella <strong>di</strong>sciplina prescelta per ottenere adattamenti<br />
specifici<br />
Reversibilità: quando si interrompe l’allenamento la con<strong>di</strong>zione fisica <strong>di</strong>minuisce …<br />
programma <strong>di</strong> mantenimento<br />
Sovraccarico progressivo: l’intensità, la durata o il carico vanno aumentati nel corso<br />
dell’allenamento.<br />
Difficie/facile : sessioni <strong>di</strong> allenamento intenso stressano l’organismo quin<strong>di</strong> sono<br />
necessari perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> recupero.<br />
Perio<strong>di</strong>zzazione : macrociclo (circa 1 anno) <strong>di</strong>viso in <strong>di</strong>versi mesocicli a seconda del<br />
numero <strong>di</strong> gare.
Ripasso <strong>di</strong> Fisiologia Cellulare<br />
Il neurone<br />
La giunzione neuromuscolare<br />
La cellula muscolare
Stimolo ambientale (meccanico, termico, luminoso, chimico)<br />
Risposta dell’organismo finalisticamente significativa<br />
(motoria, secretoria…)<br />
Recettori sensoriali- effettori (elementi eccitabili capaci <strong>di</strong><br />
generare e ricevere “messaggi” sotto forma <strong>di</strong> segnali<br />
elettrici)<br />
Organismi unicellulari – funzione recettrice e effettrice nella<br />
stessa cellula<br />
Organismi pluricellulari – gli organi recettori ed effettori si<br />
allontanano<br />
esigenza evolutiva <strong>di</strong> una terza classe <strong>di</strong> cellule eccitabili : i<br />
neuroni<br />
I neuroni consentono una rapida comunicazione tra<br />
recettori ed effettori<br />
Ramón y Cajal [1852-1934].<br />
Premio Nobel per la Me<strong>di</strong>cina nel<br />
1906.
I neuroni non sono in continuità con le altre cellule (organi recettori e organi effettori)<br />
Sinapsi (zone <strong>di</strong> apposizione) - <strong>di</strong>scontinuità fisica fra due cellule<br />
Il messaggio viene trasmesso e non perde l’informazione<br />
I neuroni possono formare aggregati<br />
multineuronici con complessità<br />
elevatissima<br />
gli aggregati multineuronici oltre a<br />
condurre i messaggi possono<br />
eleborarli grazie alla loro funzione<br />
integrativa<br />
Es. funzioni intellettive
Corpo cellulare (contiene il nucleo e vari organelli)<br />
Dendriti (polo recettivo)<br />
Assone (polo trasmittente)<br />
Dendriti numerosi con numerose<br />
ramificazioni<br />
Assone unico che si stacca dal soma nel cono<br />
d’emergenza<br />
Il neurone come tutte le cellule è delimitato dalla<br />
membrana cellulare<br />
- Nucleo<br />
- Nucleolo (sintesi RNA ribosomiale)<br />
-Reticolo endoplasmatico<br />
-Apparato <strong>di</strong> Golgi<br />
-Mitocondri<br />
-Lisosomi<br />
-Citoscheletro
I potenziali d’azione<br />
-Corredo <strong>di</strong> canali ionici voltaggio-<strong>di</strong>pendenti<br />
appropriato<br />
-Il potenziale d’azione segue cronologicamente lo<br />
stimolo (depolarizzante) ma evolve in maniera<br />
in<strong>di</strong>pendente da esso.<br />
-Diversi potenziali d’azione (muscolo scheletrico,<br />
muscolo car<strong>di</strong>aco, neurone)<br />
-Nei neuroni permettono la trasmissione delle<br />
informazioni, nel muscolo sono responsabili della<br />
contrazione.<br />
Caratteri generali<br />
Fenomeno transitorio: 1-2 ms nei neuroni,<br />
5-10 ms nel muscolo scheletrico,<br />
100-300 ms nelle cellule miocar<strong>di</strong>che.<br />
- Fase <strong>di</strong> depolarizzazione<br />
- Spike<br />
- Fase <strong>di</strong> ripolarizzazione<br />
- Potenziale postumo
1) Soglia del potenziale d’azione: depolarizzazione<br />
<strong>di</strong> circa 15 mV. Stimoli liminari, sottoliminari e<br />
sovraliminari.<br />
2) Legge del “tutto o nulla”: ampiezza e decorso<br />
temporale in<strong>di</strong>pendenti dai caratteri dello<br />
stimolo. Se lo stimolo è sottoliminare non si<br />
osserva risposta (nulla), se lo stimolo è liminare o<br />
sovra liminare la risposta è massima (tutto).<br />
3) Refrattarietà: Dopo aver generato un potenziale<br />
d’azione la membrana attraversa un periodo <strong>di</strong><br />
refrattarietà allo stimolo.<br />
Refrattarietà assoluta: nessuno stimolo, <strong>di</strong> nessuna<br />
intensità può evocare un nuovo potenziale<br />
d’azione<br />
Refrattarietà relativa: segue la r. assoluta si può<br />
evocare un nuovo potenziale d’azione purché lo<br />
stimolo sia <strong>di</strong> intensità maggiore (innalzamento<br />
della soglia)
4) Accomodazione: alcune cellule eccitabili<br />
rispondono ad uno stimolo duraturo con una<br />
scarica <strong>di</strong> potenziali d’azione. Altre cellule invece<br />
generano un solo potenziale d’azione all’inizio dello<br />
stimolo (accomodazione).<br />
Dipende dal corredo <strong>di</strong> canali voltaggio-<strong>di</strong>pendenti<br />
presenti nella membrana cellulare<br />
Chiuso – aperto - inattivato
Propagazione del potenziale d’azione<br />
-Si sposta alle zone vicine<br />
-Si trasmette mantenendo la stessa<br />
forma<br />
-Si creano correnti elettriche intra<br />
e extra-cellulari (correnti<br />
elettrotoniche)<br />
-Membrana eccitabile (si rigenera il<br />
potenziale d’azione)<br />
-Va in tutte le <strong>di</strong>rezioni ma non può<br />
tornare in<strong>di</strong>etro (refrattarietà)
Potenziali propagati<br />
-velocità <strong>di</strong> propagazione elevata (su tutta la membrana eccitabile)<br />
-Ampiezza invariabile (sempre massimale)<br />
-Transitorio (si estingue spontaneamente)<br />
-Non sono sommabili<br />
-Presentano refrattarietà<br />
Vantaggi: comunicazione rapida a grande <strong>di</strong>stanza<br />
Svantaggi: 1 potenziale d’azione non dà informazioni sulle<br />
caratteristiche dello stimolo.<br />
mantengono sempre lo stesso segno (depolarizzazione)<br />
Strutture encoders percepiscono lo stimolo e generano scariche <strong>di</strong><br />
potenziali d’azione.
Assone: struttura deputata alla conduzione dei potenziali d’azione.<br />
Fibre amieliniche: (vertebrati e invertebrati)<br />
Fibre mieliniche: (vertebrati)<br />
Amieliniche = neurite sprovvisto <strong>di</strong> membrane accessorie,<br />
assolemma e assoplasma privo <strong>di</strong> organuli cellulari.
Fibre<br />
mieliniche<br />
La cellula gliale si avvolge a spirale sull’assone.<br />
Mielina = 70% lipi<strong>di</strong>, 30% proteine (alto contenuto <strong>di</strong> colesterolo)
Fibre mieliniche: il neurite o cilindrasse è coperto da manicotti <strong>di</strong><br />
mielina; scoperto nei no<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ranvier (3-5 µm)<br />
1 manicotto – 1 cellula<br />
nervi periferici (cellule <strong>di</strong> Schwann)<br />
sistema nervoso centrale (cellule della glia)<br />
Più <strong>di</strong> 100 avvolgimenti attorno all’assone (funzione <strong>di</strong> isolante elettrico)
Conduzione saltatoria nelle fibre mieliniche<br />
Manicotti <strong>di</strong> mielina:<br />
aumentano la resistenza <strong>di</strong><br />
memebrana, non c’è<br />
deca<strong>di</strong>mento elettrotonico<br />
No<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ranvier: alta<br />
concentrazione <strong>di</strong> canali<br />
voltaggio-<strong>di</strong>pendenti per il<br />
K + e Na +<br />
Il potenziale d’azione si<br />
rigenera nei no<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ranvier
Interazioni fra neuroni: la trasmissione sinaptica<br />
1 neurone del SNC – 1000 sinapsi<br />
10 11 neuroni<br />
10 14 sinapsi (nel nostro sistema nervoso)<br />
Sinapsi chimiche<br />
sinapsi elettriche (gap-junction o giunzioni<br />
comunicanti)
Potenziali locali: potenziali <strong>di</strong> recettore<br />
potenziali post-sinaptici<br />
-Generati in porzioni <strong>di</strong> membrana prive <strong>di</strong><br />
canali voltaggio-<strong>di</strong>pendenti ma provviste<br />
<strong>di</strong> canali ligando-<strong>di</strong>pendenti o meccano<strong>di</strong>pendenti<br />
-Trasmissione per via elettrotonica –<br />
deca<strong>di</strong>mento – breve <strong>di</strong>stanza<br />
-Graduali – l’ampiezza e la durata<br />
riflettono quella dello stimolo<br />
-Non ubbi<strong>di</strong>scono alla legge del “tutto o<br />
nulla”<br />
-Non presentano refrattarietà<br />
-Sono sommabili spazialmente e<br />
temporalmente<br />
Vantaggi: comunicano fedelmente<br />
l’informazione sulla durata e l’intensità<br />
dello stimolo comunicano l’informazione<br />
sul segno + e –
Integrazione sinaptica<br />
Differenze tra giunzione neuro muscolare e sinapsi su neuroni nel sistema nervoso<br />
centrale<br />
Es. motoneurone – ogni attività<br />
sinaptica sia eccitatoria che inibitoria<br />
- 0,2 – 0,4 mV<br />
Depolarizzazione <strong>di</strong> circa 10 mV per<br />
raggiungere la soglia del potenziale<br />
d’azione<br />
Sommazione dei potenziali postsinaptici<br />
eccitatori e inibitori<br />
L’effetto eccitatorio o inibitorio non<br />
<strong>di</strong>pende solamente dal tipo <strong>di</strong><br />
neurotrasmetitore ma anche dal tipo<br />
<strong>di</strong> recettore attivato.
L’ampiezza dello stimolo viene tradotto in frequenza dei potenziali d’azione
Sinapsi elettriche e chimiche
Sinapsi elettrica<br />
Alta velocità<br />
Bi<strong>di</strong>rezionali o uni<strong>di</strong>rezionali<br />
Controllate dai livelli <strong>di</strong> calcio, pH e<br />
voltaggio.<br />
Forma intima <strong>di</strong> comunicazione chimica<br />
Presenti nelle strutture dove e’ necessaria<br />
un forte sincronizzazione cellulare (es.<br />
miocar<strong>di</strong>o)
Infrarosso Fluorescenza (alexa in rosso)<br />
Cellula registrata<br />
Car<strong>di</strong>omiociti <strong>di</strong> topo<br />
Immagini sovrapposte<br />
La <strong>di</strong>ffusione dell’alexa nelle cellule vicine a<br />
quella registrata e le loro contrazioni<br />
sincrone sotto stimolazione <strong>di</strong>mostrano la<br />
presenza <strong>di</strong> gap-junction.
Sinapsi chimica (Giunzione neuromuscolare)
-Motoneuroni<br />
- Fibre mieliniche<br />
-1 motoneurone- centinaia <strong>di</strong> fibre muscolari (unità<br />
motoria)<br />
- 1 fibra muscolare – 1 giunzione neuromuscolare<br />
- Pre-sinaptico (bottoni terminali)<br />
- Fessura sinaptica (20-30 nm)<br />
- Lamina basale<br />
- 1 placca motrice – 300000 vescicole contenenti acetilcolina<br />
- Post-sinaptico con pieghe giunzionali<br />
- Potenziale d’azione pre-sinaptico – apertura dei canali del Ca 2+ voltaggio <strong>di</strong>pendenti<br />
- Esocitosi me<strong>di</strong>ata da Ca 2+ (circa 120 vescicole <strong>di</strong> neurotrasmettitore)<br />
- Legame dell’acetilcolina al recettore post-sinaptico (nicotinico) – 2 molecole <strong>di</strong> Ach sulle<br />
2 subunità <br />
- Pervietà del canale a Na + , K + e Ca 2+
Fattore <strong>di</strong> sicurezza<br />
Fatica sinaptica (stimolazione del pre-sinaptico<br />
a 100 Hz per alcuni minuti)<br />
Depolarizzazione post-sinaptica <strong>di</strong> 50-70 mV (potenziale<br />
<strong>di</strong> placca)<br />
Potenziale d’azione post-sinaptico<br />
Propagazione del potenziale d’azione (tubuli a T)<br />
Fuoriuscita dal reticolo sarcoplasmatico <strong>di</strong> Ca 2+<br />
Contrazione
Contrazione muscolare
Funzioni del muscolo (movimento, forza)<br />
Scheletrico (ossa dello scheletro)<br />
Car<strong>di</strong>aco (cuore)<br />
Liscio (stomaco, vescica, vasi……)<br />
striati<br />
Scheletrico (controllato dai motoneuroni)<br />
Liscio (controllato dal sistema nervoso<br />
autonomo e dal sistema endocrino)
Il muscolo scheletrico rappresenta<br />
il 40% del peso corporeo<br />
Responsabile del mamtenimento<br />
della postura e del movimento<br />
-Origine: punto piu’ vicino al tronco o all’osso più stabile<br />
- Inserzione: punto <strong>di</strong> impianto piu’ <strong>di</strong>stale o più mobile<br />
Avvicinamento dei centri delle ossa – Flessore<br />
Allontanamento dei centri delle ossa - Estensore<br />
Estensore<br />
Flessore<br />
Muscoli antagonisti
Fibra muscolare<br />
Sincizio cellulare<br />
Assi longitu<strong>di</strong>nali in parallelo<br />
-Sarcolemma<br />
-Sarcoplasma<br />
-Miofibrille (fasci <strong>di</strong> proteine contrattili ed<br />
elastiche)<br />
-Reticolo sarcoplasmatico (tubuli longitu<strong>di</strong>nali e<br />
cisterne terminali)<br />
-Tubuli a T<br />
-Triade (1 tubulo a T + 2 cisterne terminali)<br />
-Granuli <strong>di</strong> glicogeno e mitocondri
1 fibra muscolare – migliaia <strong>di</strong> miofibrille<br />
-Miosina<br />
-Actina<br />
-Tropomiosina<br />
-Troponina<br />
-Titina<br />
-Nebulina<br />
Miosina:<br />
contrattili<br />
Miofibrilla<br />
regolatorie<br />
accessorie<br />
-2 catene pesanti (code lineari<br />
intrecciate e 2 teste globose)<br />
-2 catene leggere associate alle teste<br />
globose<br />
250 molecole <strong>di</strong> miosina formano un<br />
filamento spesso
1 fibra muscolare – migliaia <strong>di</strong> miofibrille<br />
-Miosina<br />
-Actina<br />
-Tropomiosina<br />
-Troponina<br />
-Titina<br />
-Nebulina<br />
Actina:<br />
contrattili<br />
Miofibrilla<br />
regolatorie<br />
accessorie<br />
Proteina globulare G actina<br />
Le molecole <strong>di</strong> G actina polimerizzano<br />
a formare F actina<br />
2 catene <strong>di</strong> F actina si avvolgono a<br />
formare un filamento sottile
Il sarcomero<br />
Disco Z: struttura proteica (ancoraggio filamenti<br />
sottili)<br />
Banda I: banda chiara formata da filamenti sottili<br />
Banda A: Banda scura formata da filamenti spessi<br />
Zona H: regione centrale della banda A<br />
Linea M: sito <strong>di</strong> attacco dei filamenti spessi<br />
1 filamento spesso – 6 filamenti sottili<br />
1 filamento sottile – 3 filamenti spessi
1954 teoria dello scorrimento dei filamenti.<br />
Rilasciamento – ampia banda I<br />
Contrazione<br />
I <strong>di</strong>schi Z si avvicinano<br />
Banda I e zona H si accorciano<br />
Banda A rimane costante
La miosina è una<br />
proteina motrice che<br />
converte l’energia<br />
accumulata nel legame<br />
chimico dell’ATP in<br />
energia meccanica che<br />
consente il movimento.<br />
Funzione ATPasica della<br />
miosina<br />
Energia potenziale<br />
come variazione<br />
dell’angolo tra<br />
molecola <strong>di</strong> miosina e<br />
actina.
Tropomiosina: polimero proteico che avvolge il<br />
filamento <strong>di</strong> actina bloccando parzialmente i siti <strong>di</strong><br />
legame per la miosina.<br />
Troponina: proteina legante il Ca 2+ che controlla la<br />
posizione della tropomiosina.<br />
Siti parzialmente occupati: legame debole tra<br />
actina e miosina.<br />
- Troponina C<br />
- legame con Ca 2+ citosolico<br />
-Sblocco dei siti <strong>di</strong> legame per la miosina<br />
-Colpo <strong>di</strong> forza<br />
I cicli contrattili hanno luogo fino a quando i siti<br />
leganti sono scoperti.<br />
Saggio <strong>di</strong> motilità in vitro
I recettori per la <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>na<br />
(DHP) sono legati<br />
meccanicamente ai recettori<br />
per la riano<strong>di</strong>na (RyR)<br />
Recettori DHP sensibili al<br />
voltaggio<br />
Transiente <strong>di</strong> Ca 2+ citosolico<br />
Rilasciamento – attività delle<br />
pompe per il Ca 2+
Movimento e rilascio dei ponti trasversali<br />
Attività delle pompe del Ca 2+<br />
1) ATP <strong>di</strong>sponibile – poche contrazioni<br />
Contrazione muscolare e ATP<br />
2) Fonte <strong>di</strong> energia <strong>di</strong> riserva – fosfocreatina (PCr)<br />
Il gruppo posfato delle PCr viene trasferito all’ ADP per mezzo della creatinfosfochinasi (CPK)<br />
3) Glucosio – glicolisi – piruvato, in presenza <strong>di</strong> ossigeno – ciclo dell’acido citrico – 30 molecole<br />
ATP<br />
4) Concentrazione <strong>di</strong> ossigeno bassa – glicolisi anaerobica (glucosio – acido lattico – 2 ATP)<br />
5) Beta-ossidazione <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi (in presenza <strong>di</strong> ossigeno)
Tipologie <strong>di</strong> fibre muscolari<br />
Mammifero tipo I e tipo II<br />
Tipo II <strong>di</strong>vise in :<br />
IIA, IID o IIX e IIB<br />
Nell’uomo troviamo I, IIA e IIX<br />
(nell’uomo le fibre che venivano chiamate IIB sono ora le IIX)
Fibre ossidative a contrazione lenta (tipo I)<br />
Classificazione delle fibre muscolari scheletriche<br />
Fibre glicolitiche a contrazione rapida (II B) (più veloci)<br />
Fibre ossidative a contrazione rapida (II A) (più lente nel gruppo delle tipo II)<br />
Fibre interme<strong>di</strong>e tra IIB e IIA sono le IIX
Fibre <strong>di</strong> tipo I (fibre lente)<br />
Isoforma della catena pesante della miosina<br />
MHC-β/slow<br />
Minore velocità dell’attività ATPasica nella<br />
famiglia delle miosine<br />
Anche Troponina e Tropomiosina cambiano <strong>di</strong><br />
isoforma da un tipo <strong>di</strong> fibra all’altro.<br />
L’actina non ha isoforme <strong>di</strong>verse<br />
Linea Z più spessa rispetto alle fibre <strong>di</strong> tipo II<br />
Minor sviluppo dei sistemi <strong>di</strong> accoppiamento<br />
eccitazione contrazione (tubuli T, reticolo<br />
sarcoplasmatico e proteine associate)<br />
Minori recettori per la <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>na (DHPR)
SERCA2a (in queste fibre e quelle car<strong>di</strong>ache)<br />
Proteina Fosfolambano interagisce con SERCA2a e la<br />
inibisce<br />
Azione betha-adrenergica – fosforilazione del<br />
fosfolambano<br />
Cessazione dell’inibizione su SERCA2a
Fibre <strong>di</strong> tipo II<br />
Velocità <strong>di</strong> contrazione da 3 a 5 volte maggiore rispetto alle tipo I<br />
MHC-2A, MHC-2B, MHC-2X<br />
Velocità ATPasica maggiore in 2B, minore in 2°, interme<strong>di</strong>a in 2X<br />
Isoforme <strong>di</strong>verse anche delle catene leggere<br />
Nelle fibre IIB MLC-3f (responsabile della grande velocità)
Sistema <strong>di</strong> accoppiamento eccitazione contrazione<br />
Molto più sviluppato rispetto alle fibre <strong>di</strong> tipo I.<br />
Maggiore volume dei tubuli T rispetto al volume<br />
cellulare.<br />
Maggiore livello <strong>di</strong> DHPR (da tre a 5 volte rispetto<br />
tipo I).<br />
Reticolo sarcoplasmatico più sviluppato.<br />
SERCA1a 5 volte più abbondante rispetto alle tipo I<br />
Flussi <strong>di</strong> calcio più abbondanti e veloci attraverso il<br />
reticolo sia in uscita che in entrata.<br />
Contrazione e rilasciamento più veloci.
- Fibre glicolitiche a contrazione rapida: glicolisi anaerobica, produzione <strong>di</strong> acido lattico<br />
Meno vasi ematici, meno mitocondri, <strong>di</strong>ametro maggiore (fibre bianche)<br />
Si affaticano più facilmente<br />
- Fibre ossidative a contrazione lenta: fosforilazione ossidativa<br />
Presentano più mitocondri, più vasi ematici nel tessuto connettivo, mioglobina (fibre rosse)<br />
- Fibre ossidative a contrazione rapida: contengono un po’ <strong>di</strong> mioglobina, usano una<br />
combinazione <strong>di</strong> metabolismi (ossidativo e glicolitico)
Sud<strong>di</strong>visione in base alla fatica<br />
Tipo I - Fibre lente e resistenti alla fatica ( ST ).<br />
Caratterizzate da un basso contenuto <strong>di</strong> Glicogeno e da una elevata concentrazione <strong>di</strong><br />
Mitocondri (dove hanno luogo le reazioni aerobiche), nonché da una ricca<br />
capillarizzazione. Adatte per bassi livelli <strong>di</strong> forza con attività prolungata, tipo la<br />
maratona.<br />
Tipo II (fast twitch)<br />
Tipo IIB - Fibre veloci e poco resistenti alla fatica ( FF fast fa<strong>di</strong>guable).<br />
Hanno un elevata concentrazione <strong>di</strong> glicogeno, ma un basso contenuto <strong>di</strong> Mitocondri.<br />
Impegnate per sforzi <strong>di</strong> elevata intensità, con durata breve o intermittente.<br />
Tipo IIA - Fibre veloci e resistenti alla fatica ( FR fa<strong>di</strong>gue resistant). Interme<strong>di</strong>e fra lente<br />
e veloci. Hanno un elevato contenuto <strong>di</strong> enzimi glicolitici ed ossidativi. Utilizzate per<br />
sforzi prolungati con intensità relativamente elevata.<br />
Tipo IIX<br />
Hanno caratteristiche istochimiche interme<strong>di</strong>e tra le fibre del tipo IIa e IIb.
Marcatore per le ATPasi della<br />
miosina<br />
Diversi sistemi <strong>di</strong> classificazione<br />
delle fibrocellule muscolari
Esistono forme <strong>di</strong> transizione (forme ibride)<br />
Contenuto <strong>di</strong> MHC-IIX e MHC-IIB ------- sono le fibre IIXB o IIBX<br />
Contenuto <strong>di</strong> MHC-IIX e MHC-IIA ------- sono le fibre IIXA o IIAX<br />
Contenuto <strong>di</strong> MHC-IIA e MHC-I ---------- sono le fibre IIC e IC<br />
La transizione può <strong>di</strong>pendere dall’attività
Reclutamento delle fibre muscolari<br />
Reclutamento or<strong>di</strong>nato in base alla <strong>di</strong>mensione dei<br />
motoneuroni (soglia <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong>versa)<br />
Fibre <strong>di</strong> tipo IIX
La tensione sviluppata dalla contrazione <strong>di</strong>pende dalla<br />
lunghezza dei sarcomeri prima che inizi la contrazione<br />
-Alla lunghezza ottimale c’è un maggior numero <strong>di</strong> ponti<br />
trasversali tra filamenti spessi e sottili.<br />
-Singola scossa<br />
-Tetano incompleto<br />
-Tetano completo
L’unità motoria: costituita da<br />
1 motoneurone e da tutte le<br />
fibrocellule muscolari da esso<br />
innervate.
In tutti i muscoli i tre tipi <strong>di</strong> fibre muscolari, FF, FR e S, sono normalmente presenti, anche<br />
se varia la loro percentuale. La velocità con cui il muscolo sviluppa tensione e la durata<br />
della contrazione, <strong>di</strong>pendono dal prevalere <strong>di</strong> un tipo <strong>di</strong> fibra rispetto alle altre.<br />
Es. EDL e soleo nel ratto<br />
Scossa semplice<br />
Tetano<br />
incompleto<br />
Affaticabilità<br />
S (I) FR (IIA) FF (IIX)
Affaticamento muscolare<br />
Fatica: il muscolo non è più in grado <strong>di</strong> generare o mantenere la potenza attesa<br />
-Affaticamento centrale (sensazione soggettiva <strong>di</strong> stanchezza, precede la fatica nel muscolo)<br />
-Affaticamento periferico<br />
- Patologie neuromuscolari (lenta sintesi <strong>di</strong> ACh nei terminali)<br />
- Esercizio submassimale protratto (deplezione <strong>di</strong> glicogeno –<br />
modulazione del rilascio <strong>di</strong> Ca 2+ dal reticolo sarcoplasmatico)<br />
-Esercizio massimale <strong>di</strong> breve durata (aumento <strong>di</strong> P i - rallenta il<br />
rilascio <strong>di</strong> P i dalla miosina e altera il colpo <strong>di</strong> forza)
Utilizzazione dei muscoli<br />
Agonisti (muscoli primi responsabili del movimento)<br />
Antagonisti (muscoli che si oppongono agli agonisti)<br />
Sinergici (muscoli che assistono gli agonisti) (contributo nella <strong>di</strong>rezione del movimento)<br />
Tipi <strong>di</strong> contrazione muscolare<br />
Concentrica (accorciamento del muscolo, contrazione <strong>di</strong>namica)<br />
Statica (isometrica, non c’e’ accorciamento e l’angolo dell’articolazione non cambia)<br />
Eccentrica (il muscolo viene stirato, contemporaneamente i ponti trasversali<br />
funzionano e contrastano l’allungamento del muscolo) es. bicipite brachiale, <strong>di</strong>stensione<br />
del gomito per portare in basso un oggetto pesante)
Tensione muscolare:<br />
Forza esercitata dal muscolo / area <strong>di</strong> sezione (N / m 2 )<br />
Carico: forza esercitata da un peso sul muscolo<br />
Contrazione isometrica e isotonica<br />
Contrazione isometrica: non c’è<br />
spostamento del carico<br />
Contrazione isotonica: spostamento<br />
del carico, il muscolo si accorcia
Isometrica
Isotonica
Produzione <strong>di</strong> forza <strong>di</strong>pende:<br />
-dal tipo e dal numero <strong>di</strong> unità motorie attivate<br />
- dalle <strong>di</strong>mensioni del muscolo<br />
- dalla lunghezza iniziale del muscolo (componente elastica e numero <strong>di</strong> ponti<br />
trasversali)<br />
- dall’angolo articolare<br />
- dalla velocità <strong>di</strong> contrazione<br />
Inserzione a 1/10 della <strong>di</strong>stanza tra fulcro<br />
dell’articolazione e resistenza es. peso sulla mano<br />
Per un peso <strong>di</strong> 5 kg<br />
Forza esercitata dal muscolo si 50 kg<br />
Angolo ottimale per il bicipite brachiale 100°
Contrazione isotonica relazione forza e velocità<br />
La velocità <strong>di</strong> accorciamento del muscolo <strong>di</strong>pende<br />
da tre fattori:<br />
- Carico applicato (la velocità con la quale un<br />
ponte trasversale ruota, a parità <strong>di</strong> attività<br />
ATPasica, <strong>di</strong>pende dal carico applicato sul ponte<br />
stesso)<br />
- Attività ATPasica della miosina<br />
- Massima forza isometrica sviluppata
Contrazione isotonica relazione forza e velocità<br />
La velocità <strong>di</strong> accorciamento è massima (Vmax) per carico 0 ed è 0 per carichi uguali<br />
alla tensione isometrica massima, che il muscolo può sviluppare (P0).<br />
Per P > P0 la velocità è negativa: il muscolo si allunga invece <strong>di</strong> accorciarsi.<br />
L’allungamento aumenta la tensione ad un valore > P0 finché a circa 2P0 il muscolo<br />
cede (ce<strong>di</strong>mento apparato contrattile) e si allunga rapidamente.<br />
La potenza (F x v) è 0 per carico 0 o carico = P0 ed ha un picco massimo per una<br />
velocità ottimale intorno a 1/3 Vmax o per una forza 1/3 Po
La tensione che il muscolo sviluppa durante la contrazione <strong>di</strong>pende dalla lunghezza a cui si<br />
trovano le fibre muscolari quando inizia la contrazione.<br />
La tensione sviluppata da un muscolo è <strong>di</strong>visibile in due componenti:<br />
• Tensione passiva: Tensione sviluppata quando il muscolo viene allungato. Aumenta con<br />
l’aumentare della lunghezza delle fibre muscolari e <strong>di</strong>pende dalle componenti elastiche del<br />
muscolo (tessuto connettivo, titina). Tutti i corpi elastici, allungati, sviluppano una<br />
tensione, che tende ad opporsi allo stiramento stesso.<br />
• Tensione attiva. E’ la tensione che si genera nel muscolo durante la contrazione.<br />
• Tensione totale. E’ la somma della tensione passiva ed attiva.<br />
Componente contrattile<br />
Componente elastica in parallelo<br />
Componente elastica in serie
La tensione prodotta, ad una determinata lunghezza, è la somma della tensione<br />
passiva (PRECARICO) e della tensione attiva (tensione che il muscolo sviluppa<br />
quando si contrae in con<strong>di</strong>zioni isometriche).<br />
L max, rappresenta la lunghezza ottimale alla quale si ottiene la massima tensione<br />
attiva.
Lunghezza ottimale del<br />
sarcomero 2- 2,2 µm<br />
Numero <strong>di</strong> interazioni<br />
massime
Quando il muscolo si contrae spostando un carico<br />
compie un lavoro<br />
W = L x D<br />
W = lavoro prodotto<br />
L = carico<br />
D = spostamento
Muscolo liscio
Controllo motorio
2 emisferi<br />
Collegati dal corpo<br />
calloso<br />
4 lobi principali:<br />
1) Frontale (controllo<br />
motorio, intelligenza<br />
generale)<br />
2) Temporale (input<br />
u<strong>di</strong>tivi)<br />
3) Parietale (input<br />
sensoriali generali)<br />
4) Occipitale (input<br />
visivi)
Diencefalo (talamo e ipotalamo)<br />
Talamo: centro <strong>di</strong> integrazione<br />
sensoriale, tutte le informazioni tranne le<br />
olfattive, smistamento verso la corteccia<br />
Ipotalamo: mantenimento dell’omeostasi<br />
Regolazione della pressione sanguigna, frequenza e contrattilità car<strong>di</strong>aca,<br />
respirazione, <strong>di</strong>gestione<br />
Temperatura corporea<br />
Bilancio idrico<br />
Controllo neuroendocrino<br />
Emozioni<br />
Sete<br />
Fame<br />
Cicli sonno veglia
Cervelletto<br />
Tronco cerebrale<br />
Origine <strong>di</strong> 10 paia <strong>di</strong> nervi cranici<br />
Centri <strong>di</strong> regolazione per il respiro e funzione<br />
car<strong>di</strong>ovascolare.<br />
Formazione reticolare effetti su: funzione muscoli<br />
scheletrici, tono muscolare, funzioni car<strong>di</strong>ovascolari e<br />
respiratorie, veglia e sonno)<br />
Midollo spinale
Sistema nervoso periferico<br />
43 paia <strong>di</strong> nervi:<br />
12 paia <strong>di</strong> nervi cranici collegati con<br />
l’encefalo<br />
31 paia <strong>di</strong> nervi spinali collegati con<br />
il midollo spinale<br />
Apparato sensoriale, origine dei<br />
neuroni sensitivi:<br />
Vasi sanguigni e linfatici,organi<br />
interni, organi <strong>di</strong> senso, muscoli e<br />
ten<strong>di</strong>ni.<br />
Apparato motorio (somatico)
Sistema nervoso autonomo:<br />
Simpatico, parasimpatico e enterico<br />
Simpatico e parasimpatico:<br />
Neuroni sensitivi con assoni nei nervi<br />
spinali e cranici<br />
Motoneuroni pregangliari e<br />
postgangliari
I motoneuroni non hanno il<br />
corpo nel midollo spinale ma nei<br />
gangli del sistema nervoso<br />
autonomo.<br />
motoneuroni del SNA sono detti<br />
postgangliari<br />
Sono attivati dai pregangliari che<br />
hanno il corpo nel midollo<br />
spinale e tronco dell’encefalo.<br />
Le vie sensitive oltre che inviare<br />
informazioni al midollo spinale<br />
sinaptano anche nei gangli del<br />
SNA<br />
Riflessi autonomi<br />
Sinapsi <strong>di</strong>ffuse (numerose<br />
varicosità)
I neuroni<br />
postgangliari<br />
ortosimpatici si<br />
trovano <strong>di</strong>stanti dagli<br />
organi bersaglio<br />
(gangli paravertebrali)<br />
I neuroni<br />
postgangliari del<br />
parasimpatico si<br />
trovano nei gangli<br />
parasimpatici (in<br />
prossimità o dentro<br />
gli organi bersaglio)<br />
Ramo comunicante bianco: assoni dei neuroni pregangliari<br />
Ramo comunicante grigio: fibre postgangliari
MOTRICITA’<br />
statica: mantenimento della postura attraverso la contrazione<br />
continua <strong>di</strong> gruppi muscolari; costituisce anche la base per i<br />
cambiamenti posturali e per gli aspetti <strong>di</strong>namici<br />
<strong>di</strong>namica: movimenti, cioè cambiamenti della posizione del corpo<br />
rispetto a un sistema <strong>di</strong> riferimento esterno e/o cambiamenti della<br />
posizione relativa dei segmenti (riflessi, schemi motori ciclici,<br />
movimenti volontari)<br />
aspetti particolari della motricità (comprendenti sia aspetti statici<br />
che <strong>di</strong>namici): mimica, fonazione, scrittura, movimenti oculari
• tutti gli aspetti della motricità si realizzano me<strong>di</strong>ante il controllo <strong>di</strong><br />
ciascun motore muscolare (muscoli), determinandone momento per<br />
momento forza e lunghezza<br />
• per la realizzazione dei <strong>di</strong>versi aspetti della motricità, i motori<br />
muscolari devono essere controllati tenendo in considerazione non solo<br />
lo scopo dell’atto motorio, ma anche la posizione iniziale del corpo e dei<br />
suoi segmenti e le forze che possono aiutare o ostacolare l’atto motorio<br />
(attrito interno e esterno; forze elastiche interne e esterne; forze<br />
viscose)<br />
•la realizzazione dell’atto motorio procede da una rappresentazione<br />
simbolica e astratta nei centri gerarchicamente superiori (scopo dell’atto<br />
motorio) alla realizzazione effettiva (gestione <strong>di</strong> contrazioni e<br />
rilasciamenti muscolari)
ORGANIZZAZIONE GERARCHICA CONTROLLO MOTORIO<br />
Ogni livello ha una sua autonomia decisionale e organizzativa,<br />
nel senso che ha in sé le strutture circuitali che gli permettono<br />
<strong>di</strong> gestire il proprio livello della motricità, senza l’intervento<br />
dei centri superiori;<br />
• Ogni livello può essere però mo<strong>di</strong>ficato nel suo<br />
funzionamento, cioè nel modo <strong>di</strong> organizzare l’aspetto della<br />
motricità a cui è de<strong>di</strong>cato, da coman<strong>di</strong> provenienti dai livelli<br />
superiori;<br />
•Ogni livello, per realizzare l’effettivo output motorio, utilizza,<br />
in parte o completamente, le strutture circuitali dei livelli<br />
gerarchicamente inferiori, assumendone il controllo.
Tre livelli nell’organizzazione del controllo della<br />
motricità<br />
• Movimenti riflessi (schemi coor<strong>di</strong>nati involontari <strong>di</strong> contrazioni e<br />
rilasciamenti muscolari prodotti da stimoli periferici) es. animali decerebrati<br />
Riflessi da stiramento – recettori muscolari<br />
Riflessi <strong>di</strong> retrazione – recettori cutanei<br />
• Schemi motori ciclici (masticazione, deglutizione, grattamento contrazioni<br />
alternate dei flessori e estensori nelle attività locomotorie)<br />
Midollo spinale e tronco dell’encefalo, possono manifestarsi spontaneamente o in<br />
seguito a stimoli periferici.<br />
• Movimenti volontari ( si propongono <strong>di</strong> raggiungere uno scopo specifico)<br />
Avviati anche da stimoli esterni (es. semaforo rosso)<br />
Vengono perfezionati con la pratica che ci permette <strong>di</strong> prevedere e evitare gli<br />
ostacoli esterni e le perturbazioni da essi provocate.
Organizzazione gerarchica dei sistemi motori<br />
Midollo spinale: livello più basso, circuiti per riflessi e<br />
movimenti automatici ritmici<br />
Circuiti monosinaptici (neurone sensitivo primario e<br />
motoneurone) o circuiti polisinaptici<br />
I centri superiori possono agire su questi circuiti<br />
Motoneuroni “via finale comune” <strong>di</strong> tutte le azioni motorie<br />
Tronco dell’encefalo: sistemi <strong>di</strong>scendenti me<strong>di</strong>ali (controllo<br />
della postura, integrano informazioni visive, vestibolari e<br />
somatosensitive) e sistemi <strong>di</strong>scendenti laterali (controllano<br />
maggiormante i muscoli più <strong>di</strong>stali per i movimenti<br />
finalizzati).<br />
Corteccia: tratto cortico-spinale dall’area motoria primaria<br />
e aree premotorie ai circuiti del midollo spinale, la<br />
corteccia controlla anche i circuiti a livello del tronco<br />
dell’encefalo.<br />
Aree premotorie: coor<strong>di</strong>nazione e pianificazione delle<br />
sequenze complesse <strong>di</strong> movimenti.<br />
Cervelletto e nuclei della base: controllo su corteccia<br />
cerebrale e tronco dell’encefalo, minore controllo dei<br />
circuiti spinali.
2 mo<strong>di</strong> per correggere le perturbazioni esterne<br />
-Feed-back: controllo istante per istante es. mantenere la postura e impugnare oggetti<br />
guadagno mantenuto basso per evitare gran<strong>di</strong> errori.<br />
-Feed-forward: controllo anticipatorio . Es. Per controllo postura e movimento<br />
Es. prima <strong>di</strong> alzare un braccio si contraggono i muscoli nelle gambe per mantenere la<br />
postura<br />
Es. l’atto <strong>di</strong> afferrare una palla è avviato dallo stimolo visivo, viene predetto il percorso<br />
che farà la palla, dopo averla afferrata entra in gioco il controllo a feed-back
Es gatto con lesione a livello cervicale su treadmill<br />
con ostacolo<br />
Manca l’informazione visiva e quin<strong>di</strong> l’inibizione<br />
corticale sull’attività oscillatoria del circuito per la<br />
deambulazione, il gatto alza la zampa solamente<br />
dopo aver sbattuto sull’ostacolo.
Movimenti volontari<br />
Equivalenza motoria: le <strong>di</strong>verse azioni motorie hanno in comune alcune caratteristiche<br />
anche quando vengono eseguite in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi.<br />
Esempio scrittura con mano o con piede.<br />
Rappresentazione astratta del movimento a livello cerebrale<br />
La velocità e l’accelerazione del movimento della mano variano in modo proporzionale<br />
alla <strong>di</strong>stanza del bersaglio quin<strong>di</strong> il SNC non si basa solamente sul feed-back per<br />
compiere e arrestare il movimento. Quin<strong>di</strong> l’ampiezza del movimento viene pianificata<br />
prima dell’inizio del movimento stesso. La rappresentazione della pianificazione del<br />
movimento viene detta “programma motorio”.<br />
Il programma motorio specifica le caratteristiche spaziali del movimento e gli angoli <strong>di</strong><br />
rotazione delle articolazioni (cinematica del movimento).<br />
Tempo <strong>di</strong> reazione: tempo tra presentazione dello stimolo e inizio della risposta<br />
volontaria…..<strong>di</strong>pende dal numero <strong>di</strong> stazioni sinaptiche interposte.<br />
Risposta volontaria a stimoli propriocettivi (80-120 ms)<br />
Risposta riflessa a stimoli propriocettivi (40 ms)
Midollo spinale<br />
Le fibre afferenti primarie stabiliscono<br />
connessioni con 4 tipi <strong>di</strong> neuroni:<br />
1) Interneuroni locali<br />
2) Neuroni propriospinali<br />
3) Neuroni <strong>di</strong> proiezione<br />
4) Motoneuroni<br />
Motoneuroni: nuclei motori (colonne<br />
longitu<strong>di</strong>nali da 1 a 4 segmenti spinali)<br />
regola prossimo-<strong>di</strong>stale<br />
Per muscoli <strong>di</strong>stali, motoneuroni più laterali<br />
Per muscoli prossimali, motoneuroni più<br />
me<strong>di</strong>ali<br />
Neuroni propriospinali: ascendono e<br />
<strong>di</strong>scendono, contattano interneuroni e<br />
motoneuroni <strong>di</strong> altri segmenti<br />
I me<strong>di</strong>ali molto lunghi, permettono una<br />
coor<strong>di</strong>nazione dei muscoli assiali per il<br />
mantenimento della postura.<br />
Neuroni propriospinali laterali, più corti<br />
quin<strong>di</strong> connettono meno segmenti spinali.<br />
Muscoli <strong>di</strong>stali, maggior grado <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> movimento.
Il tronco dell’encefalo<br />
Nuclei motori per i muscoli facciali<br />
e vie me<strong>di</strong>ali e laterali che proiettano al<br />
midollo spinale<br />
Postura<br />
Vie me<strong>di</strong>ali, tre tratti principali:<br />
Tratti vestibolo spinali (me<strong>di</strong>ale e laterale)<br />
Tratti reticolo spinali (me<strong>di</strong>ale e laterale)<br />
Tratto tettospinale<br />
Terminazioni sugli interneuroni e neuroni<br />
propriospinali lunghi della parte<br />
ventrome<strong>di</strong>ale (controllo della postura)<br />
Vie laterali<br />
Tratto rubrospinale, terminazioni sugli<br />
interneuroni della parte dorso laterale,<br />
implicato nel controllo del movimento <strong>degli</strong><br />
arti <strong>di</strong>retto ad uno scopo es. raggiungimento<br />
e manipolazione.<br />
Muscoli<br />
<strong>di</strong>stali
Stimolazione elettrica della<br />
corteccia: movimento nella parte<br />
controlaterale del corpo<br />
La corteccia cerebrale agisce sia<br />
<strong>di</strong>rettamente che in<strong>di</strong>rettamente sui<br />
motoneuroni.<br />
-Fibre cortico-bulbari<br />
-Fibre cortico-spinali<br />
-Azione in<strong>di</strong>retta sui motoneuroni<br />
spinali attraverso le vie <strong>di</strong>scendenti<br />
del tronco dell’encefalo.<br />
Corteccia motrice primaria (area 4 <strong>di</strong><br />
Brodmann)<br />
Corteccia premotoria (area 6)
Le principali afferenze corticali alle aree motorie<br />
provengono dalle aree associative prefrontali,<br />
parietali e temporali.<br />
Dirette soprattutto alla corteccia premotoria e<br />
motoria supplementare.
Transcranial magnetic stimulation<br />
(TMS) is a noninvasive method to cause<br />
depolarization in the neurons of the<br />
brain.<br />
TMS uses electromagnetic induction to<br />
induce weak electric currents using a<br />
rapidly changing magnetic field.<br />
Stimolazione<br />
Corteccia motoria primaria<br />
(movimenti semplici controlaterali)<br />
Corteccia premotoria (movimenti<br />
complessi controlaterali)<br />
Corteccia motoria supplementare<br />
(movimenti complessi bilaterali)
1) I RIFLESSI SPINALI<br />
Il riflesso è una risposta motoria a uno stimolo, in<strong>di</strong>pendente dalla volontà.<br />
Il riflesso è rapido, stereotipato.<br />
Gli stimoli che li evocano arrivano da recettori muscolari, articolari e cutanei.<br />
I circuiti che li me<strong>di</strong>ano si trovano interamente nel midollo spinale.<br />
I riflessi possono essere mo<strong>di</strong>ficati in modo tale da potersi adattare al compito motorio<br />
che si sta eseguendo.<br />
I riflessi sono integrati da coman<strong>di</strong> motori generati dal sistema nervoso centrale al fine<br />
<strong>di</strong> produrre movimenti che possano adattarsi a con<strong>di</strong>zioni ambientali <strong>di</strong>verse.
Neuroni afferenti (funzione <strong>di</strong> conduzione dai recettori al centro nervoso)<br />
Interneuroni (trasmissione complessa ad altri neuroni del centro nervoso)<br />
Neuroni efferenti (inviano i messaggi agli organi effettori es. muscoli)
Adattabilità dei riflessi<br />
Es <strong>di</strong> una persona inginocchiata in posizione eretta<br />
1 mano perturbazione<br />
1 mano tavolo o tazza piena <strong>di</strong> liquido<br />
La risposta riflessa <strong>degli</strong> estensori del gomito dell’arto controlaterale <strong>di</strong>pende dal<br />
compito motorio che sta eseguendo l’arto.
Riflesso flessorio <strong>di</strong> retrazione<br />
Rapida retrazione <strong>di</strong> un arto in<br />
risposta a stimolo dolorifico<br />
È un riflesso spinale (rimane dopo<br />
resezione del midollo spinale e<br />
quin<strong>di</strong> esclude i livelli superiori)<br />
Il riflesso crociato aumenta la<br />
stabilità posturale<br />
Questo riflesso è semplice ma<br />
costituisce un atto motorio<br />
completo<br />
La forza e l’ampiezza del<br />
movimento <strong>di</strong>pendono dallo<br />
stimolo es. stufa tiepida e bollente
Vie polisinaptiche nel midollo<br />
spinale<br />
I circuiti intrinseci spinali che<br />
controllano il cammino hanno<br />
parecchi interneuroni in comune<br />
con i circuiti che me<strong>di</strong>ano i<br />
riflessi flessori
Si oppone all’allungamento del muscolo<br />
Stimolazione <strong>di</strong> alcuni motoneuroni<br />
Inibizione <strong>di</strong> altri motoneuroni<br />
Innervazione reciproca: utile nei riflessi ma<br />
anche nei movimenti<br />
A volte <strong>di</strong>venta vantaggioso ottenere<br />
una co-contrazione <strong>degli</strong> agonisti e<br />
antagonisti<br />
Rigi<strong>di</strong>tà dell’articolazione<br />
Gli interneuroni inibitori Ia ricevono<br />
segnali inibitori e eccitatori dalle vie<br />
<strong>di</strong>scendenti<br />
I centri sovraspinali possono cambiare il<br />
rapporto tra eccitazione e inibizione<br />
E quin<strong>di</strong> ridurre l’inibizione reciproca.
Altra classe <strong>di</strong> interneuroni inibitori:<br />
Cellule <strong>di</strong> Renshaw<br />
Azione inibitoria ricorrente sui motoneuroni<br />
Regolano l’eccitabilità e quin<strong>di</strong> la frequenza <strong>di</strong><br />
scarica dei motoneuroni<br />
Regolano anche i motoneuroni che innervano i<br />
muscoli sinergici e interneuroni Ia<br />
Le vie <strong>di</strong>scendenti che controllano le cellule <strong>di</strong><br />
Renshaw regolano così i muscoli dell’intera<br />
articolazione.
Organizzazione <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>vergente delle vie riflesse<br />
Amplificazione dei segnali in ingresso e coor<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> muscoli<br />
Es gastrocnemio <strong>di</strong> gatto<br />
Ogni fibra sensitiva Ia contatta tutti i motoneuroni del muscolo omonimo<br />
Queste fibre contattano motoneuroni anche dei muscoli sinergici
Interneuroni Ib<br />
Ricevono segnali eccitatori convergenti<br />
Informazioni <strong>degli</strong> organi ten<strong>di</strong>nei <strong>di</strong><br />
Golgi<br />
Stimolazione delle fibre afferenti dagli<br />
organi ten<strong>di</strong>nei = inibizione <strong>di</strong>sinaptica o<br />
trisinaptica dei motoneuroni del<br />
muscolo omonimo (inibizione autogena)<br />
Gli interneuroni Ib ricevono anche da<br />
fibre Ia, da fibre dei recettori cutanei, da<br />
fibre provenienti da articolazioni e fibre<br />
<strong>di</strong>scendenti eccitatorie e inibitorie.<br />
-Funzione protettiva quando la tensione<br />
muscolare <strong>di</strong>venta troppo alta.<br />
-Funzione durante le attività motorie<br />
Es afferrare un oggetto delicato.<br />
Afferenze cutanee, articolari e<br />
ten<strong>di</strong>nee…limitazione della tensione
I riflessi che interessano i muscoli<br />
<strong>degli</strong> arti sono me<strong>di</strong>ati da vie<br />
spinali e sovraspinali<br />
Es improvviso stiramento del<br />
muscolo flessore del pollice<br />
Risposta M1 e M2<br />
In questa patologia gli assoni<br />
<strong>di</strong>scendenti dei neuroni della<br />
corteccia motrice si biforcano e<br />
contattano motoneuroni<br />
omologhi <strong>di</strong> entrambi i lati<br />
Nell’arto controlaterale risposta<br />
M2 senza M1
Reclutamento<br />
Le risposte dei motoneuroni ai segnali afferenti <strong>di</strong>pendono dalle loro proprietà<br />
passive.<br />
I più piccoli attivati per primi i più gran<strong>di</strong> per ultimi<br />
La forza <strong>di</strong> contrazione <strong>di</strong> un muscolo <strong>di</strong>pende da:<br />
1) La frequenza <strong>di</strong> scarica dei motoneuroni<br />
2) Il numero <strong>di</strong> motoneuroni (unità motorie) attivati
La forza <strong>di</strong> contrazione <strong>di</strong> un muscolo <strong>di</strong>pende<br />
da:<br />
1) La frequenza <strong>di</strong> scarica dei motoneuroni<br />
2) Il numero <strong>di</strong> motoneuroni (unità motorie)<br />
attivati
I riflessi da stiramento rinforzano i coman<strong>di</strong> motori centrali<br />
I riflessi propriocettivi svolgono un’importante ruolo funzionale nella regolazione dei<br />
movimenti volontari ed automatici.<br />
Segnali propriocettivi: segnali che arrivano da recettori muscolari, articolari e cutanei.<br />
Questi vengono innescati ad esempio durante il movimento.<br />
I segnali propriocettivi possono contribuire alla genesi <strong>di</strong> attività motorie nel corso<br />
dell’esecuzione <strong>di</strong> movimenti già avviati.<br />
L’uscita motoria viene aggiustata in relazione alle con<strong>di</strong>zioni biomeccaniche del corpo e<br />
<strong>degli</strong> arti.
La locomozione<br />
Vari tipi <strong>di</strong> locomozione: nuoto, strisciare per terra, volo, cammino.<br />
Tutte queste forme si basano su movimenti ritmici e alternati del corpo o delle appen<strong>di</strong>ci<br />
Azione motoria stereotipata costituita da una serie ripetitiva <strong>degli</strong> stessi movimenti<br />
I movimenti locomotori vengono aggiustati finemente in ogni istante per adattarsi alle<br />
variazioni delle con<strong>di</strong>zioni esterne.<br />
1) Come vengono generati gli schemi ritmici dalle cellule nervose?<br />
2) Quali sono i meccanismi che regolano i movimenti locomotori?
-Per generare schemi motori <strong>di</strong> base del cammino non sono necessarie formazioni<br />
sovraspinali<br />
-La ritmicità <strong>di</strong> base del cammino è prodotta da circuiti neuronali situati<br />
interamente nel midollo spinale<br />
-Questi circuiti possono essere attivati da segnali tonici <strong>di</strong>scendenti<br />
-Le reti neuronali spinali che generano gli schemi motori ritmici vengono regolate<br />
da segnali che arrivano dai propriocettori <strong>degli</strong> arti
IP: ileo-psoas<br />
GL e GM: gastrocnemio laterale e me<strong>di</strong>ale<br />
BP: bicipite posteriore<br />
RF: retto del femore<br />
Sart m Sart a: sartorio me<strong>di</strong>ale e anteriore<br />
TA: tibiale anteriore<br />
Il passo viene <strong>di</strong>viso in 4 fasi:<br />
Flessione<br />
Prima estensione(E1)<br />
Seconda estensione (E2)<br />
Terza estensione (E3)<br />
F, E1 oscillazione<br />
E2, E3 appoggio<br />
Schema motorio del cammino:<br />
complessa sequenza <strong>di</strong> contrazione dei<br />
<strong>di</strong>versi muscoli<br />
Flessori nella fase F<br />
Estensori nella fase E<br />
VL, VM e VI: vasto laterale, me<strong>di</strong>ale e interme<strong>di</strong>o
Fase F: flessione dell’anca, del<br />
ginocchio e della caviglia<br />
Fase E1: estensione <strong>di</strong> ginocchio e<br />
caviglia ancora flessione dell’anca.<br />
Il piede si sposta in avanti e fa si<br />
che la gamba si prepari a sostenere<br />
il peso del corpo.<br />
Fase E2: inizio della fase <strong>di</strong><br />
appoggio, flessione del ginocchio e<br />
caviglia, allungamento dei muscoli<br />
estensori (eccentrico) contratti<br />
dovuto al trasferimento <strong>di</strong> peso.<br />
Fase E3: estensione <strong>di</strong> anca,<br />
ginocchio e caviglia, forza<br />
propulsiva.
Modello a due emi-centri: le vie <strong>di</strong>scendenti attraverso i neurotrasmettitori monoamminergici<br />
dei propri assoni vanno ad eccitare interneuroni inibitori facenti parte <strong>di</strong> circuiti spinali a due<br />
emi-centri. Un emi-centro produrrebbe attività sui MN flessori, altro sui MN estensori (Brown<br />
1911, 1912)<br />
Il sistema <strong>di</strong> interneuroni che genera le raffiche <strong>di</strong> attività nei motoneuroni dei muscoli flessori<br />
inibisce il sistema <strong>degli</strong> interneuroni che genera le raffiche nei motoneuroni dei muscoli<br />
estensori e viceversa.
Generatori centrali <strong>di</strong> schemi motori (GCS)<br />
Rete neuronale capace <strong>di</strong> generare schemi ritmici <strong>di</strong> attività motoria in assenza <strong>di</strong><br />
segnali sensitivi fasici provenienti dai recettori periferici.<br />
La generazione dell’attività motoria ritmica <strong>di</strong>pende da tre fattori:<br />
1) Proprietà cellulari dei neuroni che compongono la rete<br />
2) Proprietà delle sinapsi<br />
3) Caratteristiche delle interconnessioni fra i neuroni<br />
Es della respirazione: neuroni autoritmici che generano spontaneamente raffiche <strong>di</strong><br />
attività (potenziali d’azione)<br />
Locomozione evento episo<strong>di</strong>co, quin<strong>di</strong> è necessaria una modulazione dei neuroni<br />
generatori endogeni <strong>di</strong> raffiche <strong>di</strong> attività.<br />
Le seguenti caratteristiche della rete possono dare avvio ad attività ritmiche<br />
Rimbalzo post-inibitorio (aumento <strong>di</strong> eccitabilità dopo un evento inibitorio)<br />
Depressione sinaptica<br />
SPIKE CALCIO<br />
-50 mV<br />
INIBIZIONE
Gli schemi del cammino vengono regolati da <strong>di</strong>versi segnali:<br />
1) Segnali somatosensitivi provenienti dai recettori muscolari e cutanei<br />
2) Segnali provenienti dall’apparato vestibolare<br />
3) Segnali visivi<br />
I propriocettori (recettori muscolari e articolari) sono attivati dal cammino e portano<br />
una regolazione automatica <strong>di</strong> questo<br />
Gli esterocettori (nella cute) adeguano il cammino agli stimoli esterni<br />
I segnali afferenti somatosensitivi regolano il ciclo del passo<br />
Es gatto decerebrato e spinale: la frequenza del passo <strong>di</strong>pende dalla velocità della<br />
pedana. La fase <strong>di</strong> appoggio viene <strong>di</strong>minuita e la fase <strong>di</strong> oscillazione rimane<br />
costante.
Aumento della frequenza del passo<br />
Diminuzione della fase <strong>di</strong> appoggio<br />
Fase <strong>di</strong> oscillazione costante<br />
Segnali sensitivi che segnalano la fine della fase<br />
<strong>di</strong> appoggio, contribuiscono all’inizio della fase<br />
<strong>di</strong> oscillazione<br />
Ipotesi <strong>di</strong> Sherrington: responsabili i<br />
propriocettori dei muscoli dell’anca.<br />
In gatti spinali, l’estensione dell’anca (che imita<br />
la fase finale della fase <strong>di</strong> apoggio) porta<br />
all’attivazione dei flessori.<br />
Si ha contemporanea inibizione del semi-centro<br />
dei muscoli estensori.
Anche i fusi neuromuscolari e i corpi ten<strong>di</strong>nei <strong>di</strong> Golgi dei muscoli estensori regolano le<br />
fasi del cammino.<br />
Se stimoliamo queste afferenze sensitive si prolunga la fase <strong>di</strong> appoggio<br />
Quando <strong>di</strong>minuisce il carico sull’arto può iniziare la fase <strong>di</strong> oscillazione.<br />
3 vie eccitatorie dai muscoli estensori ai motoneuroni <strong>degli</strong> stessi muscoli:<br />
1) Via monosinaptica fibre Ia<br />
2) Via <strong>di</strong>sinaptica fibre Ia e Ib<br />
3) Via polisinaptica dalle fibre Ia e Ib<br />
La via polisinaptica comprende il semicentro dei muscoli estensori e il generatore<br />
centrale del ritmo, quin<strong>di</strong> oltre a regolare il livello <strong>di</strong> attività <strong>degli</strong> estensori regola<br />
anche la durata della fase <strong>di</strong> appoggio.<br />
La via <strong>di</strong>sinaptica è attiva solamente durante l’estensione.
Gli esterocettori (nella cute) adeguano il cammino agli stimoli esterni<br />
Es. Gatto spinale<br />
Stimolo meccanico lieve sulla parte dorsale della zampa nella fase <strong>di</strong> oscillazione<br />
Eccitamento motoneuroni muscoli flessori e inibizione <strong>di</strong> quelli per gli estensori.<br />
Rapida flessione della zampa, ed elevazione per superare un ostacolo.<br />
Questa risposta è intatta nei gatti spinali quin<strong>di</strong> e’ me<strong>di</strong>ata da circuiti a livello del<br />
midollo spinale.
Regolazione sovraspinale del cammino ad opera <strong>di</strong> tre sistemi <strong>di</strong>stinti<br />
1) Il primo attiva il sistema locomotorio spinale e controlla la velocità del cammino<br />
2) Il secondo conferisce un maggior grado <strong>di</strong> precisione allo schema motorio in<br />
risposta ai segnali provenienti dagli arti<br />
3) Il terzo guida i movimenti <strong>degli</strong> arti in risposta segnali visivi<br />
I segnali che attivano la locomozione e ne controllano la velocità vengono trasmessi<br />
al midollo spinale da neuroni glutamatergici i cui assoni contribuiscono a formare<br />
la via reticolospinale. (Es. <strong>di</strong> stimolazione del tronco dell’encefalo a <strong>di</strong>versa<br />
intensità)<br />
Quando il cammino viene guidato dalla vista la corteccia motrice interviene per<br />
conferire precisione ai movimenti del passo (es. animale con danni alla corteccia<br />
motoria)<br />
Il cervelletto controlla l’accuratezza <strong>degli</strong> schemi motori regolando le caratteristiche<br />
temporali e l’intensità dei segnali <strong>di</strong>scendenti.
Elettrodo a Array (a Schiera)
Fenomeni <strong>di</strong> plasticità sinaptica
MOVIMENTI VOLONTARI<br />
• sono <strong>di</strong>retti a uno scopo<br />
• richiedono un periodo <strong>di</strong> elaborazione lungo<br />
• sono soggetti a appren<strong>di</strong>mento
MOVIMENTI VOLONTARI<br />
• sono <strong>di</strong>retti a uno scopo<br />
• richiedono un periodo <strong>di</strong> elaborazione lungo<br />
• sono soggetti a appren<strong>di</strong>mento<br />
La formulazione dello scopo precede la programmazione e<br />
l’esecuzione del movimento. Nella formulazione dello scopo<br />
possono entrare molti elementi provenienti dalla sensibilità interna<br />
e/o esterna e/o dalle memorie. La rappresentazione neurale dello<br />
scopo si può considerare in relazione causale rispetto al<br />
movimento. Dunque, a <strong>di</strong>fferenza dei riflessi, in cui lo stimolo ha<br />
un ruolo <strong>di</strong> unico (necessario e sufficiente) evocatore del<br />
movimento, nel caso dei movimenti volontari lo stimolo può essere<br />
uno <strong>degli</strong> elementi informativi che contribuiscono a formare il<br />
quadro finalistico del movimento.
MOVIMENTI VOLONTARI<br />
• sono <strong>di</strong>retti a uno scopo<br />
• richiedono un periodo <strong>di</strong> elaborazione lungo<br />
• sono soggetti a appren<strong>di</strong>mento<br />
Il periodo <strong>di</strong> elaborazione, che precede l’effettivo inizio del<br />
movimento e che segue le prime attività neurali che possono essere<br />
messe in relazione al movimento, è molto lungo rispetto ai tempi<br />
che intercorrono fra stimolo e risposta nei movimenti riflessi. Il<br />
lungo tempo <strong>di</strong> elaborazione è dovuto alla complessità dei circuiti<br />
neurali (numero <strong>di</strong> sinapsi che vengono attivate in serie) che<br />
precedono l’attivazione dei motoneuroni.
MOVIMENTI VOLONTARI<br />
• sono <strong>di</strong>retti a uno scopo<br />
• richiedono un periodo <strong>di</strong> elaborazione lungo<br />
• sono soggetti a appren<strong>di</strong>mento<br />
La ripetizione frequente dell’atto motorio mo<strong>di</strong>fica l’esecuzione<br />
dello stesso atto. In particolare, migliora la precisione e<br />
<strong>di</strong>minuisce il tempo <strong>di</strong> esecuzione e il tempo <strong>di</strong> latenza rispetto a<br />
un comando <strong>di</strong> esecuzione.
• Il SNC prefigura il risultato delle azioni motorie in modo<br />
in<strong>di</strong>pendente dalla sequenza delle singole contrazioni<br />
muscolari che compongono il movimento<br />
• Il tempo impiegato per rispondere a uno stimolo aumenta<br />
all’aumentare delle informazioni necessarie all’esecuzione<br />
del compito motorio e alle possibili alternative<br />
• La precisione <strong>di</strong> esecuzione è inversamente correlata alla<br />
velocità del movimento
Organizzazione somatotopica della corteccia motrice<br />
primaria<br />
La faccia e le <strong>di</strong>ta sono più estese per il maggior<br />
controllo corticale che possiedono
Corteccia motrice primaria: l’area dalla quale è possibile evocare movimenti con<br />
la minima intensità <strong>di</strong> stimolazione.<br />
Mappe somatotopiche, costruite attraverso stimolazione corticale<br />
Marcia Jacksoniana: Crisi epilettica parziale (FOCALE) senza per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza. Si hanno<br />
contrazioni che iniziano in un <strong>di</strong>stretto qualsiasi del corpo e si estendono<br />
progressivamente ai muscoli vicini, seguendo la <strong>di</strong>stribuzione caratteristica dell'area<br />
motoria<br />
Le terminazioni dei singoli assoni cortico-spinali <strong>di</strong>vergono e si <strong>di</strong>stribuiscono a<br />
motoneuroni che innervano <strong>di</strong>versi muscoli<br />
Organizzazione concentrica: i siti che influenzano i muscoli <strong>di</strong>stali sono al centro<br />
<strong>di</strong> un’area più vasta che contiene anche siti che influenzano muscoli più<br />
prossimali (ridondanza della rappresentazione corticale)<br />
In questo modo un segnale che attiva una certa zona corticale può attivare una<br />
certa combinazione <strong>di</strong> muscoli.
Aree premotorie<br />
4 aree premotorie principali nei primati<br />
Nella convessità laterale: aree premotorie<br />
laterale ventrale e laterale dorsale<br />
Nella superficie me<strong>di</strong>ale dell’emisfero: area<br />
motrice supplementare e aree motorie del giro<br />
del cingolo<br />
La stimolazione delle aree premotorie evoca<br />
movimenti complessi che interessano più<br />
articolazioni simili ai movimenti coor<strong>di</strong>nati<br />
naturali <strong>di</strong> prensione e raggiungimento.<br />
Stimolazione delle aree supplementari<br />
movimenti bilaterali complessi.<br />
Proiettano alla corteccia motrice primaria e al<br />
midollo spinale
Afferenze dell’area motrice<br />
primaria<br />
• dalle aree premotorie<br />
• dalle aree somatosensitive<br />
(3,1,2) AFFERENZA<br />
ORGANIZZATA<br />
SOMATOTOPICAMENTE<br />
• dalle aree parietali posteriori<br />
<strong>di</strong> convergenza plurimodale (5)<br />
• dal cervelletto<br />
• dai nuclei della base<br />
Afferenze dell’area premotoria<br />
• dalle aree 5 e 7 (plurimodali)<br />
•dal cervelletto<br />
• dai nuclei della base
L’organizzazione somatotopica può essere mo<strong>di</strong>ficata<br />
Es. appren<strong>di</strong>mento<br />
Es. lesioni cerebrali<br />
Esperimento su Scimmie Scoiattolo<br />
1)Occlusione <strong>di</strong> una piccola arteria corticale.<br />
2)Morte dei neuroni nella corteccia motrice primaria per il<br />
controllo della mano e <strong>di</strong>ta.<br />
Gruppo allenato alla prensione<br />
Gruppo non allenato<br />
ES. vibrisse<br />
denervate<br />
Nel gruppo allenato l’area per la mano e le <strong>di</strong>ta restante si<br />
espande e occupa quella per il gomito e spalla. Gli animali<br />
recuperano la funzione
Le fibre del tratto cortico-spinale influenzano i motoneuroni spinali attraverso connessioni<br />
<strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette.<br />
Le connessioni <strong>di</strong>rette sui motoneuroni α permettono <strong>di</strong> controllare pochi muscoli<br />
Es movimenti delle <strong>di</strong>ta senza movimento dell’articolazione<br />
Le connessioni in<strong>di</strong>rette sugli interneuroni del midollo spinale controllano un numero <strong>di</strong><br />
muscoli maggiore e quin<strong>di</strong> controllano movimenti che coinvolgono più articolazioni es nel<br />
cammino.<br />
L’attività dei singoli neuroni della corteccia motrice primaria è correlata con la forza<br />
muscolare<br />
1960 Edward Evarts<br />
L’attività dei singoli neuroni della corteccia motrice primaria varia quando<br />
La scimmia flette o estende un’articolazione del braccio contro-laterale<br />
Le variazioni dell’attività dei neuroni cominciano circa 100 ms prima<br />
dell’inizio del movimento.<br />
La frequenza <strong>di</strong> scarica varia in rapporto alla forza sviluppata e alla<br />
<strong>di</strong>rezione del movimento.
Neuroni della corteccia<br />
motoria primaria<br />
Fasico-tonici: l’attività<br />
comincia con una raffica<br />
<strong>di</strong> potenziali d’azione<br />
quando aumenta la<br />
forza poi si stabilizza ad<br />
un valore costante<br />
quando la forza viene<br />
mantenuta costante.<br />
Tonici: aumenta<br />
l’attività con l’aumento<br />
della forza poi rimane a<br />
valori elevati.
Quali sono gli aspetti del movimento che vengono co<strong>di</strong>ficati dai neuroni della<br />
corteccia motrice?<br />
Apostolos Georgopoulos: gruppi <strong>di</strong> scimmie addestrate a spostare una barra verso<br />
bersagli visivi in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>verse.<br />
Registrazioni dell’attività dei neuroni della corteccia motrice primaria.<br />
Ogni neurone 1 vettore (la lunghezza in<strong>di</strong>ca il livello <strong>di</strong> attività in una <strong>di</strong>rezione).<br />
Più cellule si sommano generando un vettore <strong>di</strong> popolazione
La <strong>di</strong>rezione del movimento viene co<strong>di</strong>ficata dall’attività <strong>di</strong> popolazioni <strong>di</strong> neuroni<br />
della corteccia motrice.<br />
1) I singoli neuroni della corteccia motrice scaricano preferenzialmente in relazione<br />
a movimenti in particolari <strong>di</strong>rezioni<br />
2) Nella figura (A) si vede l’attività <strong>di</strong> un neurone che scarica con frequenza più alta<br />
per movimenti eseguiti in <strong>di</strong>rezioni comprese tra 90° e 225°
Visione d’insieme sul controllo motorio<br />
La corteccia motrice non è una semplice mappa motoria del corpo<br />
I singoli muscoli e articolazioni sono rappresentati ripetutamente (mosaico complesso<br />
per attivare combinazioni <strong>di</strong> movimenti adeguati)<br />
Diversi muscoli rappresentati da gruppi <strong>di</strong> neuroni ramificati che si connettono con i<br />
nuclei motori.<br />
Minor ramificazione per i muscoli <strong>di</strong>stali (controllo più in<strong>di</strong>pendente)<br />
L’esecuzione <strong>di</strong> un nuovo movimento richiede l’elaborazione da parte <strong>di</strong> numerose aree<br />
motorie e parietali (correzione continua <strong>degli</strong> errori).<br />
Quando il comportamento motorio <strong>di</strong>venta più preciso c’è meno bisogno <strong>di</strong> analizzare<br />
informazioni sensoriali e <strong>di</strong> aggiornare lo schema motorio (lavorano meno neuroni)<br />
Es. La corteccia motrice supplementare lavora solamente quando si apprende un<br />
movimento.
La postura<br />
Il sistema posturale deve:<br />
1) Mantenere una posizione eretta stabile<br />
2) Deve generare risposte che anticipano i movimenti volontari finalizzati<br />
3) Deve adattarsi alle con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />
Postura: posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre (sistema <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>nate egocentriche) e rispetto all’ambiente circostante (sistema <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate<br />
exocentriche). Terzo sistema <strong>di</strong> riferimento è quello gravitazionale (sistema <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>nate georcentrico).<br />
Equilibrio posturale: con<strong>di</strong>zione in cui tutte le forze che agiscono sul corpo sono<br />
bilanciate.<br />
Equilibrio statico: il corpo rimane nella posizione che si intende assumere<br />
Equilibrio <strong>di</strong>namico: il corpo esegue un movimento senza perdere l’equilibrio
Il mantenimento della postura in un campo <strong>di</strong> forza<br />
gravitazionale è un processo attivo, prevalentemente<br />
in<strong>di</strong>pendente dalla coscienza, che comporta continui<br />
aggiustamenti sia dell’angolazione che della rigi<strong>di</strong>tà delle<br />
articolazioni ottenute me<strong>di</strong>ante variazioni (in più o in meno)<br />
della contrazione (forza e lunghezza) <strong>di</strong> flessori e estensori.
Risponde a 2 domande:<br />
Qual è la <strong>di</strong>rezione verso l’alto?<br />
Dove sto andando?<br />
Risponde misurando le<br />
accelerazioni lineari e angolari<br />
del capo me<strong>di</strong>ante 5 organi <strong>di</strong><br />
senso posizionati nell’orecchio<br />
interno.<br />
Sistema vestibolare<br />
Sensibile alle accelerazioni (gravità, accelerazioni lineari, rotazioni, orientamento<br />
nelle 3 <strong>di</strong>mensioni).<br />
Utricolo e sacculo: accelerazioni lineari (orizzontali, verticali)<br />
3 canali semicircolari: accelerazioni angolari.
Orecchio interno:<br />
Labirinto osseo e membranoso, 3 canali semicircolari (canale orizzontale, superiore e<br />
posteriore), 2 organi otolitici (utricolo e sacculo)<br />
Ogni canale termina nell’utricolo, che a sua volta comunica con il sacculo (dotto reuniens)<br />
Comunicazione tra sacculo e coclea.<br />
Ogni ampolla contiene un organo sensoriale (cresta ampollare) con cellule cigliate<br />
vestibolari
Organi sensoriali<br />
nelle ampolle<br />
Ogni ampolla contiene un organo sensoriale (cresta ampollare) con cellule cigliate<br />
vestibolari. (fibre afferenti primarie che decorrono nel nervo vestibolare)<br />
Le ciglia sono immerse in una massa gelatinosa (cupola) che occlude l’ampolla. I<br />
movimenti dell’endolinfa generati da accelerazioni angolari provocano deflessione della<br />
cupola e quin<strong>di</strong> flessione delle ciglia.
Gli otoliti aumentano il peso specifico della<br />
membrana otolitica, in questo modo anche<br />
accelerazioni lineari come quelle date dalla<br />
forza <strong>di</strong> gravità vengono percepite.<br />
Organi sensoriali nell’utricolo e sacculo.<br />
Macula dell’utricolo e macula del sacculo.<br />
Le ciglia sono immerse nella membrana<br />
otolitica<br />
massa gelatinosa con otoliti (cristalli <strong>di</strong><br />
carbonato <strong>di</strong> calcio)
Trasduzione vestibolare<br />
La flessione verso il chinociglio aumenta la<br />
conduttanza per i cationi (depolarizzazione)<br />
e aumenta il rilascio <strong>di</strong> neurotrasmettitore<br />
(glutamato o aspartato).<br />
Le fibre afferenti vengono eccitate.<br />
La flessione nella <strong>di</strong>rezione apposta provoca<br />
iperpolarizzazione quin<strong>di</strong> minor rilascio <strong>di</strong><br />
neurotrasmettitore
Es. Canali orizzontali<br />
Le ciglia <strong>di</strong> ogni cresta ampollare<br />
sono orientate nella stessa <strong>di</strong>rezione<br />
Canali orizzontali verso l’utricolo<br />
Altri canali in <strong>di</strong>rezione opposta<br />
Es del movimento rotatorio del capo.<br />
In un’ampolla abbiamo eccitazione<br />
nell’altra inibizione
Organi otolitici<br />
Le cellule cigliate non sono orientate<br />
tutte nella stessa <strong>di</strong>rezione<br />
Sono orientate in riferimento ad una<br />
scanalatura (striola)<br />
Nell’utricolo sono <strong>di</strong>sposte verso la<br />
stirola (curvilinea)<br />
Nel sacculo sono orientate in <strong>di</strong>rezione<br />
opposta alla striola (curvilinea)<br />
Es. L’utricolo risponde all’inclinazione del<br />
capo o all’accelerazione lineare in ogni<br />
<strong>di</strong>rezione. L’inclinazione del capo in ogni<br />
<strong>di</strong>rezione depolarizza alcune cellule<br />
cigliate e iperpolarizza altre cellule<br />
cigliate.<br />
Segnale complesso che permette al<br />
cervello <strong>di</strong> determinare la posizione del<br />
capo.
Vie vestibolari centrali<br />
Le fibre afferenti vestibolari proiettano al tronco dell’encefalo attraverso il nervo<br />
vestibolare (corpi cellulari nel ganglio <strong>di</strong> Scarpa)<br />
Terminano nei nuclei vestibolari (porzioni rostrali del bulbo e caudali del ponte)<br />
ed emettono collaterali che arrivano al cervelletto.<br />
Vie principali che partono dai nuclei vestibolari:<br />
1) Fascicolo longitu<strong>di</strong>nale me<strong>di</strong>ale (destinato ai nuclei oculomotori) (riflesso<br />
vestibolo-oculare)<br />
2) Tratti vestibolospinali laterale e me<strong>di</strong>ale (controllano rispettivamente i<br />
muscoli del tronco e del collo) (riflesso vestibolo-cervicale).<br />
3) Proiezioni al cervelletto alla formazione reticolare, al complesso vestibolare<br />
controlaterale e al talamo.
Canali semicircolari<br />
Nuclei oculomotori<br />
Midollo spinale<br />
Me<strong>di</strong>ale (eccitatorio)<br />
Organi otolitici<br />
Cervelletto<br />
Formazione reticolare<br />
Nuclei vestibolari controlaterali<br />
Midollo spinale<br />
Superiore (inibitorio)<br />
Controllo sguardo<br />
<strong>di</strong>scendente<br />
Integrazione segnali<br />
motori<br />
Canali semicircolari<br />
Organi otolitici<br />
postura<br />
laterale<br />
Tratto vestibolo<br />
spinale laterale
Gli adattamenti posturali accompagnano ogni<br />
movimento che porti a uno spostamento del<br />
baricentro, e con la ripetizione vengono migliorati e<br />
appresi (cervelletto)
Riflessi vestibolo-cervicali (fissare il capo rispetto<br />
all’ambiente)<br />
Riflessi vestibolo-spinali (stabilizzazione postura)<br />
Riflessi cervico-cervicali (fissare il capo rispetto il<br />
tronco)<br />
Riflessi cervico-spinali (stabilizzazione postura)