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2 rodendo a rodengo Foto Fabio Astengo n Fabio Parodi Rodengo Saiano sta a Brescia come Altare sta a Savona, sia in termini di abitanti che di distanza (fatte salve le curve, che lì non esistono). La squadra di calcio è stata fondata nel 1983, nell’87 ha partecipato al primo campionato FIGC e da quel giorno non ha mai conosciuto l’onta della retrocessione, anche se nel frattempo non si è fatta mancare neanche il coinvolgimento in una partita truccata con il Sant’Angelo Lodigiano (che costò la prima promozione in C2). Nonostante la giovanissima età, le tre stagioni disputate fin qui in Lega Pro hanno visto i franciacortini qualificarsi per due volte ai playoff (eliminati rispettivamente da Lumezzane e Como). Sei promozioni in 23 anni, e la settima inseguita con ardore, potrebbero bastare per farci rodere il fegato dall’invidia; invece c’è dell’altro: Rodengo fa parte della provincia d’Italia, Brescia, con più squadre a livello professionistico (5. Napoli e Roma ne contano 4, Milano 3…). Nonostante la vicinanza, ciascuna di queste squadre ha i fondi per effettuare campionati a livello ben più che dignitoso: il Brescia è in A; Lumezzane gioca ormai stabilmente in C1 e qualche volta è anche andata ai playoff per la B; Rodengo e Feralpi non nascondono le ambizioni di promozione nella categoria superiore; Montichiari, se si dovesse presentare l’occasione, non se la farebbe certamente scappare di mano, pur senza investimenti milionari. Merito dei soldi? Senza dubbio, ma non solo: per riuscire a mantenere squadre in categorie professionistiche non bastano solo quelli. Lasciando perdere la squadra del capoluogo, troppo in alto per un possibile paragone, guardia- Dal Lunedì al Sabato orario continuato 8.15 - 20.00 Domenica mattina 9.00 - 13.00 SuPermercAto coNAD - via Servettaz, 1 Savona - Tel. 019.802.554 mo in casa alla altre quattro: il solo a reggersi unicamente sui denari (e che denari!) è il Feralpi, di proprietà di Giuseppe Pasini, che è a capo di una multinazionale dell’acciaio con una decina di stabilimenti in Europa e presidente di Federacciai; il suo nome è stato più volte avvicinato a quello di Corioni per una futura, possibile, collaborazione (o subentro) nel Brescia. Il “Lume” è retto da un presidente che, a turno, viene scelto fra gli industriali locali, gli altri stanno in disparte ma non troppo: in altre parole, a Lumezzane non c’è un imprenditore cittadino che non pensi a come dare una mano (grande o piccola che sia) alla squadra del posto. Il Montichiari, per contro, si regge su una struttura organizzativa da serie A: la società ha infatti realizzato una rete di collaborazioni con una serie di società vicine, oltre ad avere una sua società satellite, la Virtus. I monteclarensi contano anche su Montichiarello: nonostante il nome orribile la struttura è composta da due campi da 11, uno da 7 e uno da 5 tutti in erba sintetica. Un serbatoio e un’organizzazione non indifferenti nei quali pescare i giocatori del domani: se si va a vedere la rosa, infatti, su 26 giocatori ben 14 sono nati in provincia di Brescia e altri 3 sono lombardi. Il Rodengo Saiano, infine, vive in simbiosi con il paese: su 7.000 abitanti ci sono 25 soci azionisti della società, tutti gli esercizi commerciali della zona (in un modo o nell’altro) appoggiano i gialloblu, con il Comune, naturalmente, in prima fila. Un’ultima annotazione: Lumezzane, Rodengo Saiano, Montichiari e Salò, messe insieme, superano a malapena i 60.000 abitanti. Spostiamo gli occhi su Savona e pensiamo se non sarebbe il caso, oltre a rosicare, di cominciare ad imparare dagli altri. Enoteca Bolla BOTTIGLIERIA FONDATA NEL 1930 Via Monti, 16r Savona - Tel. e Fax 019 822 613 fili@cheapnet.it
Leccalecca È un Savona n Lisa Simpson protagonista Tiene banco la multa al Savona per i cori offensivi a Maroni, che nessuno dei presenti ha sentito. Presi da curiosità siamo andati a sbirciare fra le decisioni del Giudice Sportivo, fa specie leggere le motivazioni delle multe che la Lega Pro settimanalmente distribuisce in egual misura fra prima e seconda divisione: si va dalla discriminazione razziale a quella territoriale, ai fumogeni, petardi ecc. Tutte sanzioni plausibili; poi però si comincia a scivolare nel grottesco: cori offensivi nei confronti del ministro dell’interno (??), cori offensivi nei confronti dell’arbitro (???), lanci di frutta secca contro un assistente arbitrale (????), cori offensivi nei confronti dei tifosi avversari (?????). A leggerle così viene da sorridere se non proprio da ridere: si ha come l’impressione che questo mondo tenda a prendersi un po’ troppo sul serio, che sia in corso il tentativo di trasformare gli stadi in pseudo luoghi di culto nei quali osservare il più rigido silenzio, mentre gli ufficiali di gara si tramutano in veri e propri officianti un qualche rito sacro. Purtroppo per loro nel calcio moderno non c’è più niente di sacro, se non la fanatica venerazione del dio denaro; il che è una contraddizione in termini: cosa abbassa più la soglia del pudore nelle persone del vil denaro? Ecco quindi che gli pseudo luoghi di culto si scoprono essere fonti pressoché inesauribili di soldi, basta contare su validi officianti; ecco quindi che ne basta uno solo, ma zelante, per appioppare multe senza senso e fuori qualsiasi logica, in maniera da ingrassare le casse federali. Ecco quindi che le società si trovano strette fra due fuochi: chiedere l’apporto dei tifosi per evitare di giocare in un’atmosfera da cimitero e contemporaneamente sapere che il calore del pubblico sarà un’ottima scusa per farsi prelevare una fetta d’incasso. Ma dato che ad ogni azione ne corrisponde un’altra uguale e contraria, noi che non siamo insensibili a questa situazione abbiamo già un’idea per contenere i danni: le società regalino ad ogni officiante di gara un leccalecca con la faccia di Maroni, così nessuno potrà dire che non viene portato il dovuto rispetto al Ministro dell’Interno e le multe dovranno, giocoforza, stare a zero. Agenzia Marino s.r.l. via Paleocapa 18 - Savona Tel. 019 8386205 n Fabio Astengo Che scialo! L’espressione, tipicamente meridionale, ci viene naturale ripensando alle ultime due partite disputate dal Savona; il piacere nel vedere gli striscioni dominare il campo e battere due protagoniste della Lega Pro come Pro Patria e Rodengo Saiano è stato veramente notevole. Un cambio di marcia notevole tra la squadra colpita da sindrome della “prima mezz’ora” a quella autoritaria che abbiamo ammirato con la Pro Patria e poi, anche se con più fatica, con il Rodengo Saiano. Un salto di qualità che ha portato ben sei punti in due gare che, sulla carta, e rano considerate molto difficili. Naturalmente tutto questo non è avvenuto per caso ma, a seguito di una serie di motivi: Gennaro Ruotolo ha fatto tesoro di ciò che era avvenuto nelle prime due partite e ha rivisto la formazione base, la squadra è stata stimolata da un avversario di grido come la Pro Patria e ha tirato fuori il meglio di sé, infine, la condizione fisica generale è cresciuta. Il mister, in particolare, ha riportato Di Leo al centro della difesa, ha inserito sulle fasce Candolini e Mbida e ha finalmente potuto contare nuovamente sull’apporto di Paolo Ponzo, in precedenza fermato da un infortunio. I risultati si sono visti eccome! Con i bustocchi i biancoblù hanno disputato una partita praticamente perfetta, riuscendo a imbrigliare i lombardi e colpendo al momento giusto con i gol di Tarallo e Bottiglieri. Inoltre, l’inserimento dei due giovani terzini e lo spostamento di Di Leo al centro della difesa hanno contribuito a invertire il trend per quanto riguarda i gol subiti: da quattro gol in due partite a zero nelle due successive. A che partita abbiamo assistito! Il pubblico si è spellato le mani applaudendo i biancoblù e partecipando con entusiasmo, come non si vedeva da tempo, ad ogni azione dei padroni di casa. L’attesa per la trasferta di Rodengo Saiano è stata quindi vissuta con il seguente interrogativo: quel fantastico Savona era solo un sogno o può ripetersi? Visto l’esito della trasferta possiamo senza dubbio affermare che questa squadra è in grado di ripetersi ad altissimi livelli, anche se certamente la vittoria di Rodengo Saiano è stata meno netta di quella con i bustocchi. La prima frazione è stata nuovamente dominata dal Savona che ha, come si suol dire, fatto la partita, il gol è giunto grazie a una squadra presente in ogni zona del campo, attenta alle mosse degli avversari e pronta a colpire alla prima occasione. Nel secondo tempo si è dovuto fare i conti con la reazione dei lombardi, una ottima squadra, e i biancoblù sono scesi in campo con meno rabbia agonistica. Il black out è durato fino all’episodio del rigore sbagliato da Altobelli; a quel punto gli striscioni, rinfrancati dal pericolo scampato, hanno ripreso il consueto vigore portando a casa tre punti fondamentali. Trovata la “quadra” (come ha detto Di Leo a fine partita) occorre insistere e provare a fare bottino pieno con tutti, a cominciare da questa domenica con il Tritium. La vetta è lì, a soli due punti… il sogno può continuare. 3
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