Madonna in Gloria, S. Crescentino e veduta del Monastero di S ...
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Ceramiche restaurate dall’Ex Convento <strong>di</strong> Santa Chiara.<br />
Relazione <strong>di</strong> restauro<br />
Andrea Pierleoni<br />
Il rapporto con L’ISIA risale al 2008 quando fui <strong>in</strong>caricato per la realizzazione<br />
<strong>del</strong> primo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> progetti <strong>in</strong>erenti il recupero e restauro <strong>di</strong> materiale ceramico<br />
r<strong>in</strong>venuto nell’ex monastero <strong>di</strong> Santa Chiara a Urb<strong>in</strong>o.<br />
Le ceramiche provengono dall’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong> ex monastero e sono state ritrovate<br />
durante lavori <strong>di</strong> restauro. Gli operai, durante i lavori avevano attentamente<br />
raccolto e depositato all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> scatole tutto quello che era venuto alla<br />
luce.<br />
I frammenti si presentavano ricoperti <strong>di</strong> terra ed il nucleo più consistente era<br />
rappresentato da maiolica policroma databile tra il ’400 e il ’600 con alcune eccezioni<br />
riguardanti alcuni frammenti <strong>in</strong> vetro, osso e corallo. Una parte dei<br />
frammenti <strong>del</strong> ritrovamento si riferiva <strong>in</strong>vece a ceramica popolare, d’uso domestico.<br />
La prima cosa che si è pensato <strong>di</strong> fare è stata quella <strong>di</strong> effettuare la selezionatura<br />
<strong>di</strong> queste due tipologie, focalizzando lo stu<strong>di</strong>o sulla maiolica policroma,<br />
senza tralasciare però una piccola campionatura <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong> ceramica<br />
d’uso. La selezionatura è stata eseguita <strong>in</strong> laboratorio dove dopo una attenta<br />
<strong>di</strong>visione <strong>del</strong> materiale per stile, forma ed epoca, si è potuta effettuare una ricerca<br />
più approfon<strong>di</strong>ta andando a <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare tutte quelle ceramiche che potevano<br />
essere recuperate attraverso il restauro. Insieme alla Direzione dei<br />
Lavori, si è deciso <strong>di</strong> selezionare solo quelle ceramiche che presentavano almeno<br />
il c<strong>in</strong>quanta percento <strong>del</strong>la loro forma e le caratteristiche per la ricostruzione.<br />
Qu<strong>in</strong><strong>di</strong> su queste si è proceduto con il restauro.<br />
La prima fase è stata quella <strong>di</strong> ripulire i frammenti dai depositi <strong>di</strong> terriccio attraverso<br />
bagni <strong>in</strong> acqua dem<strong>in</strong>eralizzata, e una volta asciugati si è proceduto<br />
al loro consolidamento con soluzione consolidante a bassa concentrazione.<br />
Il passo successivo è stato quello <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>collaggio utilizzando collante <strong>di</strong> tipo<br />
reversibile.<br />
Le parti mancanti sono state ricostruite utilizzando appositi gessi e stucchi. In<br />
seguito si è proceduto al restauro pittorico <strong>del</strong>le parti <strong>in</strong>tegrate, dove <strong>in</strong> accordo<br />
con la Direzione dei Lavori si è deciso per la tecnica <strong>del</strong> “sotto-tono”,<br />
lasciando così all’osservatore sia la piena lettura <strong>del</strong>l’opera che l’<strong>in</strong><strong>di</strong>vidua-<br />
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