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S. ALFONSO M. DE' LIGUORI DEL GRAN MEZZO DELLA ...

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M’invocasti nella tribolazione, ed io ti liberai: ti esaudii nella cupa tempesta: feci prova di<br />

te alle acque di contraddizione (Sal 80,7).<br />

Le altre condizioni finalmente, che assegna S. Tommaso alla preghiera, sono che si preghi<br />

devotamente, e con perseveranza. Devotamente, s’intende con umiltà e confidenza; con<br />

perseveranza, senza lasciar di pregare sino al la morte. Or di queste condizioni, cioè<br />

dell’umiltà, confidenza e perseveranza, che sono le più necessarie alla preghiera, bisogna<br />

qui di ciascuna distintamente parlare.<br />

III. - PREGARE CON UMILTÀ.<br />

Quanto l’umiltà sia necessaria alla preghiera.<br />

Il Signore ben guarda le preghiere dei suoi servi, ma dei servi umili (Sal 101,18). Altrimenti<br />

non le riguarda, ma le ributta. Dio resiste ai superbi, e agli umili dà la grazia (Gc 6,6). Dio<br />

non sente le orazioni dei superbi, che confidano nelle loro forze, e perciò li lascia nella loro<br />

propria miseria; ed in tale stato essi, privi del divino soccorso senza dubbio si perderanno.<br />

Ciò piangeva Davide: Io, diceva, ho peccato, perché non sono stato umile (Sal 118,67). E lo<br />

stesso avvenne a S. Pietro, il quale quantunque fosse stato avvisato da Gesù Cristo, che in<br />

quella notte tutti essi discepoli dovevano abbandonarlo: Tutti voi patirete scandalo per me<br />

in questa notte (Mt 26,31), egli nondimeno invece di conoscere la sua debolezza, e di<br />

domandare aiuto al Signore per non essergli infedele, troppo fidando nelle sue forze, disse,<br />

che se tutti l’avessero abbandonato, egli non l’avrebbe mai lasciato: Quando anche tutti<br />

fossero per patire scandalo per te, non sarà mai che io sia scandalizzato (Mt 26,33). E<br />

ancorché il Redentore nuovamente gli predicesse, che in quella notte prima di cantare il<br />

gallo l’avrebbe negato tre volte, pure fidando nel suo animo si vantò dicendo:<br />

Quand’anche dovessi morire teco, non ti negherò (Ibid. 35). Ma che avvenne? Appena il<br />

miserabile entrò nella casa del Pontefice e fu rimproverato per discepolo di Gesù Cristo,<br />

egli tre volte infatti lo negò con giuramento, dicendo di non averlo mai conosciuto (Ibid.<br />

72). Se Pietro si fosse umiliato, e avesse domandata al Signore la grazia della costanza, non<br />

lo avrebbe negato.<br />

Dobbiamo tutti persuaderci, che noi stiamo come sulla cima di un monte sospesi<br />

sull’abisso di tutti i peccati, e sostenuti dal solo filo della grazia; se questo filo ci lascia, noi<br />

certamente cadiamo in tale abisso, e commetteremo le scelleratezze più orrende: Se Dio<br />

non mi avesse soccorso, sarei caduto in mille peccati, ed ora starei nell’inferno (Sal<br />

93,17); così diceva il Salmista, e così deve dire ognuno di noi. Questo intendeva ancora san<br />

Francesco di Assisi, quando diceva, ch’esso era il peggiore peccatore del mondo. Ma, padre<br />

mio, gli disse il compagno, questo che dite, non è vero; vi sono molti nel mondo che<br />

certamente sono peggiori di voi. Sì che è troppo vero quel che dico, rispose il Santo,<br />

perché se Dio non mi tenesse le mani sopra, io commetterei tutti i peccati.<br />

E’ di fede che senza l’aiuto della grazia non possiamo noi fare alcuna opera buona, e<br />

neppure avere un buon pensiero. Gli uomini, dice S. Agostino, senza la grazia, nulla<br />

possono fare di bene o col pensare, o con l’operare (De correct. et grat. c. II). Come<br />

l’occhio non può vedere senza la luce, così diceva il Santo, l’uomo non può fare alcun bene<br />

senza la grazia. E prima già lo disse l’Apostolo: Non perché noi siamo idonei a pensare<br />

alcuna cosa da noi come da noi, ma la nostra idoneità è da Dio (2 Cr 3,5). E prima<br />

dell’Apostolo lo disse già Davide: Se il Signore non edifica egli la casa, invano si<br />

affaticano quelli che la edificano (Sal 126,1). Indarno si affatica l’uomo a farsi santo, se Dio<br />

non vi mette la sua mano: Se il Signore non sarà egli il custode della città, indarno vigila<br />

colui che la custodisce (Ibid.). Se Dio non custodisce l’anima dai peccati, invano attenderà<br />

ella a custodirsi con le sue forze. E perciò si protestava poi il santo Profeta: Dunque non<br />

voglio sperare nelle mie armi ma solo in Dio che può salvarmi (Sal 42,7).

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