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S. ALFONSO M. DE' LIGUORI DEL GRAN MEZZO DELLA ...

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mette piede al primo, così non si giunge a Dio che per mezzo di Gesù Cristo, e non si<br />

giunge a Gesù Cristo che per mezzo di Maria. La chiama poi la massima sua fiducia, e tutta<br />

la ragione di sua speranza, perché Iddio, come suppone, tutte le grazie che a noi dispensa,<br />

vuol che passino per mano di Maria. E conclude finalmente dicendo, che tutte le grazie che<br />

desideriamo, dobbiamo domandarle per mezzo di Maria, perché ella ottiene quando cerca,<br />

e le sue preghiere non possono essere respinte.<br />

E con sentimento conforme a san Bernardo parlano anche sant’Efrem: Noi non abbiamo<br />

altra fiducia se non quella che è da te, o Vergine sincerissima (De Laud. B. M. V.). San<br />

Ildefonso: Tutti i beni che la divina Maestà decretò di loro compartire, stabilì di<br />

consegnarli nelle tue mani. Perciocché a te sono affidati i tesori e gli ornamenti delle<br />

grazie (De Cor. Virg. c. 15). S. Germano: Se tu ci abbandoni, che sarà di noi, o vita dei<br />

Cristiani? (De Zon. B. V.). S. Pier Damiani: Nelle tue mani sono tutti i tesori delle divine<br />

commiserazioni (De Nat. S. I.). S. Antonio: Chi domanda senza di essa tenta di volare<br />

senza ali (P. 4 tit. 15. c. 22). San Bernardino da Siena in un luogo dice: Tu sei la<br />

dispensatrice di tutte le grazie; la nostra salute è in tua mano. In altro luogo non solo<br />

dice, che per mezzo di Maria si trasmettono a noi tutte le grazie, ma anche asserisce, che la<br />

Beata Vergine, da che fu fatta madre di Dio, acquistò una certa giurisdizione sopra tutte le<br />

grazie, che a noi si dispensano (Serm. De Nativ. B. M. V. c. 8). E poi conchiude: Perciò si è<br />

che tutti i doni, le virtù, le grazie si dispensano per le mani della medesima a chi vuole, e<br />

come vuole. Lo stesso scrisse S. Bonaventura: Tutta la divina natura essendo stata<br />

nell’utero della Vergine, ardisco dire, che questa Vergine dal cui seno come da un oceano<br />

della divinità derivano i fiumi di tutte le grazie, acquistò una tal quale giurisdizione sopra<br />

tutte le effusioni delle grazie.<br />

Onde poi molti teologi fondati sulle autorità di questi santi piamente e giustamente hanno<br />

difesa la sentenza, che non vi è grazia che a noi si dispensa, se non per mezzo<br />

dell’intercessione di Maria; così il Vega, il Mendozza, il Paciucchelli, il Segneri, il Poirè, il<br />

Crasset, e molti altri autori col dotto Padre Natale di Alessandro, il quale scrisse: Dio vuole<br />

che tutti i beni aspettiamo da Lui, mediante la potentissima intercessione della Vergine<br />

Madre, quando la invochiamo come conviene (Epist. 76 in calce, t. 4, Moral.). E ne adduce<br />

in conferma il riferito passo di S. Bernardo: Questo è il volere di Colui che il tutto volle<br />

darci per Maria (Serm. De Aquaed.). E lo stesso dice il P. Contensone, il quale sulle parole<br />

di Gesù in croce dette a S. Giovanni: Ecco la tua madre, così soggiunse: Quasi dicesse,<br />

niuno sarà partecipe del mio sangue se non per intercessione di mia madre. Le piaghe<br />

sono fonti di grazie, ma a nessuno deriveranno i rigagnoli, se non per il canale di Maria.<br />

O Giovanni discepolo, tanto sarai da me amato, quanto avrai amato Lei (Theol. ment. et<br />

cord. t. 2, 1. 10. d. 4. C. l.). Del resto è certo, che se Dio gradisce, che noi ricorriamo ai<br />

Santi, tanto più gli piacerà che ci avvaliamo dell’intercessione di Maria, acciocché ella<br />

supplisca col suo merito la nostra indegnità, secondo parla S. Anselmo. Parlando poi S.<br />

Tommaso della dignità di Maria, la chiama quasi infinita (1 part. q. 25. a. 6. ad 4.). Onde a<br />

ragione dicesi, che le preghiere di Maria sono più potenti appresso a Dio, che le preghiere<br />

di tutto il Paradiso insieme.<br />

Conclusione<br />

Terminiamo questo primo punto, concludendo insomma da tutto quel che si è detto, che<br />

chi prega, certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i beati, eccettuati i<br />

bambini, si sono salvati col pregare. Tutti i dannati si sono perduti per non pregare; se<br />

pregavano non si sarebbero perduti. E questa è, e sarà la loro maggiore disperazione<br />

nell’inferno, l’aversi potuto salvare con tanta facilità, quant’era il domandare a Dio le di lui<br />

grazie, ed ora non essere i miseri più a tempo di domandarle.

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