Stop all'erosione Sino - Il Verde Editoriale
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<strong>Stop</strong> all’erosione<br />
Un’area d’elevato interesse<br />
naturalistico localizzata sulla<br />
costa meridionale dell’isola<br />
di Lampedusa è stata<br />
interessata da un intervento<br />
di ripristino ambientale<br />
a basso impatto<br />
Testo e foto di Giuseppe Messana,<br />
dottore forestale libero professionista,<br />
socio effettivo Aipin sezione Sicilia;<br />
Gino Menegazzi, ingegnere libero<br />
professionista, socio esperto<br />
Aipin sezione Campania<br />
57 • ACER 1/2010<br />
INGEGNERIA NATURALISTICA LA SPIAGGIA DEI CONIGLI DI LAMPEDUSA (AG)<br />
L’intervento di<br />
consolidamento<br />
del versante nei punti<br />
a elevata pendenza<br />
ha previsto l’impiego<br />
di una serie di materiali<br />
tra i quali la rete in<br />
geojuta, apposta come<br />
rivestimento superficiale,<br />
contemporaneamente alla<br />
messa a dimora di cespi<br />
e piante (marzo 2007).<br />
<strong>Sino</strong> a oggi gli interventi di recupero<br />
ambientale attraverso tecniche<br />
di ingegneria naturalistica<br />
hanno interessato prevalentemente l’area<br />
centro-europea. L’esempio riporta, invece,<br />
l’utilizzo di tecniche idonee all’aumento<br />
della stabilità dei versanti interessati<br />
da fenomeni di dissesto superficiale<br />
dovuto a processi di erosione idrica di<br />
tipo incanalato in un contesto litoraneo<br />
caratterizzato da elevate temperature e<br />
insolazione e da precipitazioni scarse e<br />
irregolari, spesso concentrate in pochi<br />
giorni piovosi, in un ambito insulare a<br />
elevato pregio biogeografico e paesag-<br />
gistico. Le tecniche di ingegneria naturalistica<br />
si sono diffuse nel Dopoguerra<br />
maggiormente in Paesi quali Austria,<br />
Germania e Svizzera e hanno visto perfezionare<br />
tecniche già consolidate da secoli,<br />
soprattutto mediante l’utilizzo di specie<br />
arbustive, prime fra tutte i salici.<br />
Gli ambiti costieri siciliani sono stati<br />
interessati da tecniche di ripristino<br />
ambientale a basso impatto già all’inizio<br />
del secolo scorso, ma si trattava di ambiti<br />
dunali nei quali si tentò di mitigare l’intensa<br />
erosione eolica a tutela della fascia<br />
litoranea con semplici interventi di<br />
impianto di siepi di erbe perenni<br />
ESTRATTO DA<br />
ACER<br />
©IL VERDE EDITORIALE<br />
MILANO<br />
▼
ESTRATTO DA<br />
ACER<br />
©IL VERDE EDITORIALE<br />
MILANO<br />
come Saccharum spp., Arundo spp.<br />
ecc., o di latifoglie esotiche come Acacia<br />
spp. Nel caso di fenomeni di erosione di<br />
tipo incanalato nelle scarpate prossime<br />
alle spiagge sabbiose, l’incoerenza e<br />
l’erodibilità dei suoli portano a un rapido<br />
rimaneggiamento morfologico dei<br />
versanti, con trasporto di materiale terroso<br />
e roccioso incoerente che si accumula<br />
sulla spiaggia. Nel caso della Spiaggia<br />
dei Conigli di Lampedusa (AG) i processi<br />
erosivi superficiali costituiscono una<br />
grave minaccia anche per diverse specie<br />
animali legate all’area. Per esempio, l’alterazione<br />
delle caratteristiche sedimentologiche<br />
della spiaggia rischia di<br />
compromettere il successo riproduttivo<br />
della tartaruga Caretta caretta, che vi<br />
depone le uova. La Spiaggia dei Conigli<br />
è un’area d’elevato interesse naturalistico<br />
e paesaggistico localizzata sulla costa<br />
meridionale dell’isola di Lampedusa,<br />
nell’arcipelago delle Pelagie. Quest’ultimo<br />
è situato nello Stretto di Sicilia a 128<br />
km dalla costa della Tunisia e appartiene<br />
alla piattaforma continentale africana.<br />
L’isola, estesa circa 20,2 km2 , presenta<br />
un bioclima riferibile al tipo infra-mediterraneo<br />
(secondo la classificazione di<br />
Rivas-Martínez).<br />
L’intervento di recupero ambientale<br />
della Spiaggia dei Conigli s’inserisce<br />
nell’ambito dell’azione C.1 del progetto<br />
Life 2003 Nat/It/000163 “Riduzione<br />
dell’impatto delle attività umane su Caretta<br />
e Tursiope e loro conservazione in Sicilia”,<br />
promosso dalla Provincia Regionale<br />
di Agrigento in collaborazione con<br />
▼<br />
INGEGNERIA NATURALISTICA<br />
l’Associazione generale cooperative<br />
italiane della pesca, Cts, Legambiente<br />
Comitato regionale siciliano, Telespazio<br />
e Università degli studi di Torino.<br />
Le cause del dissesto<br />
L’intervento promosso da Legambiente<br />
Comitato regionale siciliano, ente<br />
gestore della Riserva naturale orientata<br />
“Isola di Lampedusa”, ha previsto la<br />
realizzazione di opere di ingegneria naturalistica<br />
di diversa tipologia e ha riguardato<br />
la sistemazione di parte dell’area a<br />
monte della spiaggia. L’intervento ha<br />
interessato un’area pari a 12.245 m 2 ed è<br />
stato avviato nell’aprile del 2006 con la<br />
realizzazione di opere di sostegno, di<br />
stabilizzazione superficiale e di controllo<br />
dell’erosione, cui è seguita la messa a<br />
dimora di piante autoctone nelle aree a<br />
SCHEDA TECNICA<br />
Titolo progetto Progetto Life Natura 2003 Nat/It/000163, Azione C1:<br />
“Interventi di recupero ambientale della Spiaggia<br />
dei Conigli a Lampedusa”<br />
Tipo di intervento Recupero ambientale di versante costiero con tecniche<br />
di ingegneria naturalistica<br />
Luogo Lampedusa e Linosa (AG) - Spiaggia dei Conigli<br />
Superficie 12.245 m 2<br />
Tempo di realizzazione Aprile 2006 - maggio 2007<br />
Progettista Giuseppe Messana, forestale libero professionista<br />
e direttore lavori<br />
Consulenti Tommaso La Mantia, Gino Menegazzi, Salvatore Pasta<br />
alla progettazione<br />
e direzione lavori<br />
Committente Legambiente - Comitato regionale siciliano<br />
Impresa esecutrice Lavori in economia<br />
Costo complessivo € 80.847,89<br />
monte, lungo la pista che dalla strada litoranea<br />
porta alla Spiaggia dei Conigli.<br />
I lavori per la realizzazione della pista,<br />
eseguiti in passato per facilitare l’accesso<br />
a un’abitazione privata, hanno nel<br />
tempo innescato i seguenti fenomeni di<br />
dissesto: alterazione dell’originario aspetto<br />
di versante a gradinata, frutto di una<br />
secolare azione di erosione differenziata<br />
operata dall’acqua di ruscellamento sulle<br />
rocce a differente grado di resistenza<br />
meccanica e chimica; rottura, nella parte<br />
a monte, di un diaframma roccioso che<br />
fungeva da spartiacque, con il conseguente<br />
drenaggio verso la Spiaggia di maggiori<br />
quantità d’acqua; deflusso concentrato<br />
di acque di origine meteorica lungo la<br />
sede della pista stessa, con l’innesco di<br />
fenomeni di erosione lineare che, a partire<br />
dalla sede della pista di accesso, hanno<br />
ACER 1/2010 • 58
interessato il tratto di versante a valle con<br />
la conseguente formazione di solchi<br />
sempre più profondi. <strong>Il</strong> materiale dilavato<br />
o trasportato (fine e grossolano) si è<br />
accumulato sulla spiaggia sottostante<br />
modificandone progressivamente l’originaria<br />
granulometria e riducendo le<br />
zone idonee alla deposizione e all’incubazione<br />
delle uova di Caretta caretta.<br />
Sull’intero versante, prima dell’intervento<br />
si potevano contare tredici solchi di<br />
erosione, talora coalescenti nella parte<br />
basale del versante.<br />
L’ambito presentava una situazione di<br />
criticità maggiore nella zona centrale,<br />
con due vaste aree ampiamente erose. I<br />
settori Est e Ovest del versante presentavano<br />
solchi meno profondi in virtù di un<br />
minore scorrimento d’acqua e di una<br />
minore pendenza. Tali settori manifestavano<br />
tuttavia chiari segni di degradazione<br />
causati dal calpestio, in quanto<br />
numerosi fruitori attraversavano il<br />
pendio per accedere più rapidamente alla<br />
spiaggia. Un’azione di sbarramento delle<br />
acque a monte e di recinzione con paletti<br />
in legno e cordame di canapa era già<br />
stata messa in atto nel 2005 e ha contribuito<br />
a ridurre in maniera consistente ed<br />
evidente tali fenomeni.<br />
Gli interventi realizzati hanno tenuto<br />
nel giusto conto alcuni limiti tecnici<br />
imposti da alcune peculiarità di Lampedusa<br />
come: l’elevato valore naturalistico<br />
e paesaggistico dell’area; la presenza sul<br />
cantiere di sporadici individui appartenenti<br />
a specie vegetali da preservare; l’assenza<br />
nell’isola di imprese specializzate<br />
59 • ACER 1/2010<br />
INGEGNERIA NATURALISTICA<br />
nel settore dell’ingegneria naturalistica<br />
cui affidare, per intero o per fasi particolari,<br />
la realizzazione dei lavori; il difficile<br />
reperimento del terreno vegetale e la<br />
difficoltà di trasporto dello stesso sul<br />
cantiere; la difficoltà di reperire da fornitori<br />
locali materiale specifico e di consumo;<br />
la continua e concomitante fruizione<br />
turistica dei luoghi prossimi al cantiere<br />
nell’arco di tutto il periodo di intervento.<br />
L’intervento realizzato<br />
Le opere previste hanno riguardato<br />
inizialmente il riempimento dei solchi di<br />
erosione più profondi con materiale<br />
roccioso a granulometria decrescente,<br />
utile per la loro parziale ricolmatura,<br />
intervallando lungo il solco degli steccati<br />
verticali composti da tavole di abete,<br />
incassate nelle pareti laterali del solco per<br />
almeno 5 cm, tenute da barre in ferro da<br />
costruzione infisse nel terreno per una<br />
profondità pari almeno a un terzo della<br />
lunghezza massima della barra utilizzata,<br />
con un’interdistanza tra due steccati<br />
successivi inferiore ai 2 m e la distanza<br />
delle barre sull’allineamento di circa 40<br />
cm. Questo al fine di realizzare un vero e<br />
proprio muro a secco drenante utilizzando<br />
il materiale in situ e ripristinando, nei<br />
limiti del possibile, l’originaria conformazione<br />
del rilievo. In taluni casi è stata<br />
realizzata una palizzata in tronchi di<br />
castagno sul piano di posa costituito dal<br />
coronamento degli steccati. Sulla superficie<br />
superiore degli impietramenti è stato<br />
disposto un sottile strato di terra per facilitare<br />
un più rapido insediamento della<br />
QUADRO RIASSUNTIVO<br />
DEI COSTI DELL’INTERVENTO<br />
Manodopera € 40.014,41<br />
Materiali da costruzione € 8.551,63<br />
Materiali di consumo € 1.902,04<br />
Noli a caldo € 2.388,00<br />
Impianto di irrigazione<br />
Pannelli informativi<br />
€ 1.557,55<br />
e tabella segnaletica € 2.109,63<br />
Attrezzature per lavori € 3.681,36<br />
Trasporto piante dal vivaio<br />
di Caltanissetta a Lampedusa € 1.538,07<br />
Spese tecniche<br />
di progettazione, direzione<br />
lavori, assistenza di cantiere € 14.732,90<br />
Imprevisti € 3.480,97<br />
Totale € 80.847,89<br />
vegetazione sia naturale sia impiantata.<br />
Al di sopra di tale strato, in alcune aree si<br />
sono realizzate delle tasche vegetative<br />
costituite da una stuoia biodegradabile in<br />
fibra mista (paglia e cocco), disposta su<br />
due strati e riempita mediante la posa di<br />
uno strato di terreno vegetale misto a<br />
concime organico pellettato, così da favorire<br />
la crescita della vegetazione. I teli di<br />
biostuoia sono stati stesi srotolandoli<br />
dall’altro verso il basso, avendo cura di<br />
addossarli alla palizzata sottostante, dopo<br />
aver rimodellato il piano di posa in modo<br />
da eliminare piccoli solchi; successivamente<br />
si è provveduto al ribaltamento<br />
della biostuoia a formare la tasca. La<br />
stuoia è stata bloccata mediante infis-<br />
Da sinistra a destra, la Spiaggia<br />
dei Conigli a Lampedusa prima<br />
dell’inizio dei lavori di ripristino;<br />
il versante con i fossi di erosione in<br />
primo piano oggetto dell’intervento;<br />
▼<br />
uno degli interventi previsti<br />
consistente nella realizzazione<br />
di steccati composti da tavole<br />
di abete e barre in ferro, posti al fine<br />
di raggiungere il livello definitivo<br />
del piano retrostante riconfigurato<br />
con l’apporto di pietrame<br />
con granulometria crescente e<br />
regolarizzato con l’apporto di terreno.<br />
Talvolta si è previsto di porre<br />
delle palizzate sul coronamento<br />
degli steccati per la riconfigurazione<br />
morfologica dei solchi di erosione.<br />
ESTRATTO DA<br />
ACER<br />
©IL VERDE EDITORIALE<br />
MILANO
ESTRATTO DA<br />
ACER<br />
©IL VERDE EDITORIALE<br />
MILANO<br />
sione di tondini metallici piegati a<br />
“U”. Questi tondini sono stati posti a<br />
circa un metro, in corrispondenza delle<br />
sovrapposizioni e lungo la parte centrale<br />
dei singoli teli. Sulle superfici più irregolari<br />
si è realizzata una picchettatura più<br />
densa, fino a valori di 2-4 picchetti/m2 . In<br />
testa alla palizzata i teli sono stati bloccati<br />
con pietre di piccole dimensioni.<br />
Sui canali di erosione meno profondi e<br />
lungo aree a modesta pendenza si sono<br />
realizzate delle palizzate in legname di<br />
castagno, talvolta legate a picchetti di<br />
ferro che sono stati infissi nel terreno per<br />
40 cm, a una distanza di 1 m e legati a<br />
tronchi. La tecnica di realizzazione delle<br />
palizzate ha previsto l’uso di picchetti di<br />
ferro in sostituzione di quelli in legno,<br />
per la natura calcarea della roccia affiorante.<br />
Le stesse tasche vegetative poste<br />
al di sopra degli steccati sono state realizzate<br />
anche sul retro delle palizzate, a<br />
formare dei cuscini larghi circa 30 cm<br />
per tutta la lunghezza della palizzata, allo<br />
scopo di trattenere il terreno concimato<br />
dove far attecchire le piante.<br />
Dove i fenomeni di erosione erano<br />
limitati a un leggero avvallamento, talvolta<br />
accentuato dal calpestio, si è ricorso<br />
anche a sbarrare la via preferenziale<br />
dell’erosione utilizzando piccoli massi in<br />
pietra al fine di formare dei muretti a<br />
secco, sul retro dei quali si è provveduto<br />
a riportare del terreno e a piantare delle<br />
piantine ben radicate o dei bulbi, prelevati<br />
per lo più ai margini dell’area.<br />
Oltre alla biostuoia, per formare le<br />
tasche vegetative è stato utilizzato un<br />
biofeltro costituito da fibre vegetali e<br />
trucioli di legno, montato su un supporto<br />
in rete foto-ossidabile e biodegradabile.<br />
▼<br />
INGEGNERIA NATURALISTICA<br />
Talune aree sono state rivestite con la<br />
geojuta, biorete antierosiva costituita da<br />
fibre di juta con una maglia aperta di<br />
dimensioni medie 1x1,5 cm circa, la cui<br />
funzione è quella di rallentare la velocità<br />
di scorrimento dell’acqua superficiale,<br />
fornendo quindi una funzione antierosiva<br />
a breve termine. L’elevata resistenza alla<br />
trazione di questo materiale lo rende<br />
idoneo per sopportare modeste aperture<br />
della rete, sulle quali si è eseguita la messa<br />
a dimora di piante. Inoltre, essendo dotata<br />
di una buona ritenzione idrica, la juta<br />
favorisce l'attecchimento degli individui<br />
impiantati, creando un microclima ideale<br />
per lo sviluppo delle piante. L’intervento,<br />
eseguito progressivamente a partire<br />
dall’inverno 2006 sino alla primavera del<br />
2007, ha visto la messa a dimora di 4846<br />
individui ad habitus prevalentemente<br />
erbaceo e arbustivo, utilizzando piantine<br />
Le specie autoctone<br />
messe a dimora<br />
Anagyris foetida, Arbutus unedo,<br />
Atriplex halimus, Ceratonia siliqua,<br />
Coridothymus capitatus, Coronilla<br />
valentina, Crithmum maritimum,<br />
Dianthus rupicola, Erica<br />
multiflora, Euphorbia dendroides,<br />
Glaucium flavum, Hyparrhenia hirta,<br />
Hypericum aegypticum, Inula<br />
crithmoides, Juniperus turbinata,<br />
Limoniastrum monopetalum, Lycium<br />
intricatum, Myrtus communis,<br />
Pancratium maritimum, Periploca<br />
angustifolia, Phagnalon rupestre,<br />
Phagnalon saxatile, Pistacia<br />
lentiscus, Prasium majus, Salsola<br />
oppositifolia, Senecio cineraria,<br />
Teucrium fruticans.<br />
Sopra, da sinistra a destra,<br />
l’azione di ricucitura dei canali<br />
di erosione con gli steccati<br />
e il riempimento con pietrame ha<br />
previsto la stesura di una biostuoia<br />
in fibra mista di paglia e cocco,<br />
disposta su due strati. <strong>Il</strong> riempimento<br />
del cuscino vegetativo così formato<br />
è stato eseguito con la posa di terreno<br />
vegetale misto a concime organico<br />
e torba; la biostuoia è stata poi<br />
rivestita con un modesto strato di<br />
terreno;<br />
a tergo di alcune palizzate si sono<br />
realizzate delle tasche vegetative<br />
costituite da biofeltro in fibre vegetali<br />
e trucioli di legno per rendere più<br />
efficace la successiva messa a dimora<br />
di piante.<br />
ottenute da semi (vedi box sopra), talee e<br />
cespi di provenienza locale.<br />
Una realtà in continua<br />
evoluzione<br />
A distanza di tre anni dalla realizzazione<br />
dell’intervento, confrontando le previsioni<br />
di progetto, la situazione ex-ante<br />
dell’intera area e i lavori eseguiti, si può<br />
affermare che le criticità riguardanti le<br />
caratteristiche di instabilità del versante e<br />
l’apporto detritico e terroso che si manifestava<br />
in passato sono state notevolmente<br />
ridotte, così come sulla pista di accesso<br />
alla spiaggia, creando le condizioni<br />
ottimali per la messa a dimora e per la<br />
rinnovazione naturale.<br />
Dove le condizioni stazionali sono più<br />
proibitive per l’insediamento spontaneo<br />
della vegetazione, le opere di ingegneria<br />
naturalistica realizzate e la specie introdotte,<br />
in relazione all’elevato livello di<br />
attecchimento raggiunto, permettono di<br />
ACER 1/2010 • 60
prevedere una evoluzione futura verso<br />
forme di gariga ricca di elementi arbustivi.<br />
Le azioni di monitoraggio effettuate<br />
con cadenza regolare a partire dal termine<br />
dei lavori mostrano l’ottima riuscita<br />
degli interventi: all’aprile 2008 si è registrato<br />
infatti una tasso di mortalità pari al<br />
9%, valore eccezionale se si considerano<br />
le difficoltà connesse con le peculiarità<br />
locali su accennate. I rilievi fitosociologici<br />
effettuati nell’aprile 2009 confermano<br />
che i risultati dell’azione proposta sono da<br />
ritenersi in generale positivi e in molti casi<br />
eccellenti, registrando incrementi diffusi<br />
della copertura vegetale autoctona rappresentata<br />
anche da nuove plantule di specie<br />
legnose insediatesi spontaneamente<br />
nell’area d’intervento. ■<br />
Si ringraziano vivamente Angelo Dimarca,<br />
responsabile del Dipartimento conservazione<br />
natura di Legambiente Sicilia, Giuseppina Nicolini<br />
direttrice della Riserva naturale orientata<br />
“Isola di Lampedusa” e tutti gli operatori<br />
della riserva stessa, Tommaso La Mantia del<br />
Dipartimento di colture arboree dell’Università<br />
degli studi di Palermo, Salvatore Pasta,<br />
INGEGNERIA NATURALISTICA<br />
consulente per la parte botanica della progettazione<br />
e direzione lavori dell’intervento.<br />
Bibliografia<br />
CAVAZZA S., 2004. <strong>Il</strong> controllo dell’erosione<br />
idrica ed eolica in zone<br />
caldo-aride. Atti del convegno<br />
“L’ingegneria naturalistica in ambiente<br />
mediterraneo”, Pisa.<br />
LIGATO D., MARASCIULO T., PASCAREL-<br />
LA F., GUERRA M., 2001. Atlante delle<br />
opere di sistemazione dei versanti.<br />
ANPA Unità interdipartimentale rischio<br />
idrogeologico - Roma, 113 pp.<br />
BOMBACE M., DE DOMENICO R., LO<br />
VALVO F., NICOLINI G., 2001. Interventi<br />
finalizzati alla salvaguardia<br />
del sito di ovideposizione della tartaruga<br />
marina Caretta caretta L. a<br />
Lampedusa. Naturalista Siciliano,<br />
S. IV, XXV (Suppl.), 111-119.<br />
PASTA S., LA MANTIA T., 2003. Note sul<br />
paesaggio vegetale delle isole minori<br />
circumsiciliane. II. La vegetazione<br />
pre-forestale e forestale nelle isole<br />
del Canale di Sicilia: dalla ricostruzione<br />
storica alla gestione futura.<br />
Annali dell’Accademia Italiana di<br />
Scienze Forestali, vol. LI, 77-124.<br />
PICCHI S., SCALERA R., ZAGHI D., 2006.<br />
<strong>Il</strong> bilancio di Life Natura in Italia.<br />
Indicazioni e prospettive per il futuro.<br />
Ministero ambiente e tutela del<br />
territorio - Direzione generale protezione<br />
della natura, Roma, 224 pp.<br />
Abstract<br />
<strong>Stop</strong>ping erosion<br />
The Spiaggia dei Conigli (Rabbit<br />
beach), an area of high natural interest<br />
located on the Southern coast of the<br />
island of Lampedusa, has been subject to<br />
various bioengineering works to stabilize<br />
and keep under control the deep fissures<br />
caused by erosion in an area of<br />
12,245 m 2 above the beach. After building<br />
support works, many grass and<br />
shrub species were planted, from local<br />
seeds, cuttings and plant divisions.<br />
ESTRATTO DA<br />
ACER<br />
©IL VERDE EDITORIALE<br />
MILANO