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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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crovnou). Per Lallot (1997 II: 216) queste espressioni con termini che riguardano la<br />

sfera temporale (come anche §99 to;n ejnestw`ta parateinomevnou) mostrano in<br />

Apollonio “l’impossibilité de concevoir l’aspectuel - perfectif vs extensif - comme<br />

détaché du temporel - respectivement passé vs présent”. Secondo lo studioso,<br />

l’Aspetto estensivo, inerente al presente, viene opposto a quello perfettivo, che<br />

invece è ricollegato al passato (§100 to parw/chmevnon kai; suntele;~ tou` crovnou)<br />

(1997 II: 215). Ciò nonostante, non si può negare che in queste descrizioni (si vedano<br />

anche i paragrafi successivi), Apollonio colga il carattere aspettuale dei Tempi e,<br />

anche se nel passo prima citato i termini usati appartengono al vocabolario<br />

temporale, sembra più forte l’idea della completezza e della compiutezza, che non<br />

quella del passato. Da notare che nell’esempio della preghiera di Agamennone<br />

compare il verbo porqevw usato all’Ott. AO. L’unione dell’AO con un verbo telico<br />

accentua la realizzazione del fine.<br />

Uhlig (GG II 2: 356) segnala un’incongruenza tra l’affermazione, fatta da<br />

Apollonio all’inizio del §100, secondo la quale i desideri riguardano fatti che non<br />

esistono (esempi con i verbi filologoi'mi e ploutoi'mi), e l’esempio con zwvoimi,<br />

che invece indica la vita che è già in corso. Per evitare questa contraddizione Uhlig<br />

ritiene che la frase “i desideri riguardano le cose che non sono presenti” si dovrebbe<br />

integrare con “nella maggior parte dei casi”. Secondo Lallot (1985: 60) l’uso di<br />

zwvoimi al PR, che è legato allo svolgimento dell’azione nel presente, per illustrare la<br />

differenza tra PR e AO, sarebbe dovuto al fatto che, per Apollonio, PR e AO sono<br />

legati ai corrispondenti valori di presente e passato che posseggono all’Indicativo.<br />

Va inoltre segnalata una questione testuale riguardante la negazione nel §100 (mh;<br />

o[ntwn pragmavtwn), che secondo Schöpsdau (1978: 285) sarebbe una svista di<br />

Apollonio e che viene soppressa da Boter (1990). 209 Questa scelta permetterebbe<br />

infatti di avere un parallelismo nella costruzione degli esempi sulla<br />

paravtasi~/teleivwsi~, perché, togliendo la negazione, entrambi riguarderebbero<br />

eventi in corso. Apparentemente infatti, sembra esserci una contraddizione, perché<br />

“le azioni che non sono” vengono poi illustrate con l’esempio di Agamennone, il<br />

quale in realtà sta già assediando Troia (porqou'nti Part. PR). Se invece, non lo<br />

consideriamo un errore, e cerchiamo di comprendere il perché di questa scelta,<br />

209 Anche secondo Ruijgh si tratterebbe di una svista. Si vedano anche Lallot (1997 II: 215) e<br />

Householder (1981: 190-192).<br />

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