TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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08.06.2013 Views

estano sono poche, spesso frammentarie e di controversa datazione. 3 La questione più rilevante e spinosa è quella riguardante la datazione e l’autenticità dell’opera tramandata con il titolo di Tevcnh grammatikhv, che per secoli ha costituito il fulcro e la base della riflessione grammaticale greca. 4 La Téchnē è stata considerata la più antica testimonianza di uno studio sistematico e completo della lingua greca. L’opera era attribuita a Dionisio Trace, vissuto intorno al 100 a. C. ad Alessandria ed allievo del famoso grammatico Aristarco 5 , ma fin dall’antichità sono stati sollevati dubbi riguardo all’autenticità del trattato nella sua interezza. La questione, riproposta in epoca recente da Di Benedetto, secondo il quale la Téchnē sarebbe un manuale tardo, da collocarsi tra il III e il V secolo d. C. 6 , è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi. 7 Gli esiti e le conseguenze di tale dibattito devono essere attentamente valutati, in quanto una postdatazione dell’opera indurrebbe a spostare dal II secolo a. C. ai secoli successivi il fissarsi di un sistema teorico, che è stato il punto di riferimento imprescindibile di ogni successiva elaborazione grammaticale, e a riconsiderare l’evoluzione storica delle teorie grammaticali greche. 8 3 Si veda per esempio quanto dice Robins: “we know the names of several important grammarians in the Greek world who were active in the first centuries BC and AD, and we desperately need to find out what was going on in the Greek world between the times of Dionysius and Apollonius over a span of about three hundred years. Among the grammarians of the Augustan age was Tryphon, who has left us no extant texts, but who was regarded by Priscian as second only to Apollonius in his authority on grammar” (1995: 16). 4 L’edizione di riferimento della Téchnē è quella di Uhlig (1883, GG I 1); si veda inoltre Pecorella (1962). Tra le traduzioni: Lallot (1989) e Bécares Botas (2002). 5 Vissuto nel II sec. a. C. 6 Di Benedetto ha trattato l’argomento in due articoli del 1958 e 1959. È utile riportare le conclusioni dello studioso: “1) La Techne non è la prima trattazione sistematica in materia, opera di uno scolaro di Aristarco, ma un modesto manuale, composto come altri trattatelli e i Canones di Teodosio, intorno al IV sec. d. C. (più precisamente si oscilla tra il III e il V sec. d. C.). Essa è un documento della cultura grammaticale di questi secoli, priva ormai di spirito creativo e ridotta a mere compilazioni, come Pseudo-Trifone. 2) La storia della grammatica greca va vista in un modo completamente diverso da come la delineava nel secolo scorso lo Steinthal: grammatici come Trifone e Abrone acquistano una importanza molto maggiore, in quando sono essi che tra il I sec. a. C. e il I sec. d. C. giungono ad una prima sistemazione, a cui seguì nel secolo seguente quella più organica e più completa con Apollonio. 3) Per quel che riguarda la storia della grammatica latina, cadono le tesi simili a quella del Barwick, il quale postulava all’origine una grammatica scolastica, basata su quella di Dionisio Trace.” (1959: 118). 7 Per un’illustrazione del dibattito sulla questione si vedano: Pecorella (1962: 7-10), Lallot (1989: 19- 30), Robins (1995: 13-24). Nel 1993 si è tenuto un convegno per fare il punto delle varie posizioni sui problemi relativi alla Téchnē (Law e Sluiter (eds.) 1995). La citazione più antica della Téchnē è quella di Sesto Empirico (I, 57 e riguarda la definizione della grammatica che troviamo nel paragrafo 1 della Téchnē). In Apollonio si trovano rare menzioni di Dionisio Trace, mentre compaiono molto più frequentemente Trifone, Aristarco, Zenodoto ecc. (si veda l’elenco che ne dà Lallot 1997: 15-17). Si veda anche Matthaios (2009). 8 Secondo Di Benedetto, nonostante gli studi e le riflessioni sulla lingua precedenti, è nel I sec. a. C. che la scienza grammaticale “acquista dunque la consapevolezza della sua autonomia” (1958: 200). 8

La Téchnē si presenta come un manuale tecnico, probabilmente finalizzato all’apprendimento e all’insegnamento della lingua, nel quale i vari concetti grammaticali sono definiti in modo scarno ed essenziale. 9 Dei venti capitoli, di cui l’opera si compone, i primi dieci, meno omogenei dei successivi, contengono una definizione della grammatica come disciplina, la sua distinzione in sei parti e una parziale descrizione di esse. La seconda sezione è dedicata all’analisi delle otto parti del discorso, tra le quali il verbo. 10 La datazione della parte sul verbo è particolarmente controversa, è dunque necessario ribadire che, solo nel caso in cui la si dovesse ritenere autentica, la Téchnē costituirebbe la più antica opera grammaticale, nella quale viene data un’esplicita definizione del verbo e delle sue caratteristiche. In ogni caso, anche se fosse collocata in epoca più tarda, coeva o successiva ad Apollonio Discolo, la Téchnē resterebbe comunque l’unica trattazione sistematica e completa della lingua greca (e quindi anche del verbo) che abbiamo, essendo le altre testimonianze grammaticali costituite per lo più da frammenti, o da trattazioni di argomenti specifici. Al centro di questa analisi è l’opera di Apollonio Discolo, grammatico attivo ad Alessandria nel II sec. d. C.. 11 Apollonio occupa il posto di maggior rilievo Nel caso in cui si considerasse la Téchnē tarda, la più antica fonte grammaticale in nostro possesso sarebbe Apollonio Discolo (II secolo d. C.). In questo studio si segue a grandi linee la tesi di Di Benedetto, ritenendo la Téchnē non autentica nella forma in cui ci è stata tramandata (pur non escludendo l’ipotesi di un nucleo originale antico). 9 Il manuale ebbe molta fortuna, per una valutazione dei motivi del suo successo si veda Frede (1987). 10 Secondo Di Benedetto: “I §§6-20 costituiscono dunque una tevcnh grammatikhv, che si rivela come una compilazione posteriore ad Apollonio, da attribuirsi al III-V sec. d. C. A questa parte sistematica, che costituisce il grosso dell’opera sono premessi alcuni paragrafi (§§1-5) che si aprono con la definizione della grammatica. Questo risponde ad uno schema che nel IV sec. d. C. era ormai quasi costante. [...] il compilatore della Téchnē, così come aveva fatto Sesto nel II sec. d. C. scrivendo il libro contro i grammatici, risalì alla prima trattazione della grammatica che si aveva in lingua greca, i Paraggevlmata di Dionisio. [...] Non sappiamo però se il compilatore presentò egli stesso tutta l’opera come di Dionisio Trace oppure se la falsa attribuzione, dovuta alla presenza della definizione di Dionisio in testa all’opera, si sia avuta solo successivamente: è certo però che già nel VI sec. d. C., la Téchnē era considerata come di Dionisio Trace nella tradizione armena, ma già nello stesso secolo vengono avanzate le prime autorevoli critiche all’autenticità dell’opera.” (1959: 114). 11 Le opere di Apollonio hanno avuto una notevole fortuna nel corso dei secoli, tranne alcuni periodi di oblio. A questo riguardo si veda il profilo tracciato da Bécares Botas (1987: 64). Ad Apollonio si ricollega Prisciano, le cui Institutiones costituiscono la base delle grammatiche posteriori. In seguito, Apollonio fu sempre studiato, sia attraverso la tradizione latina, sia per studio diretto, soprattutto nell’Umanesimo con la riscoperta del greco. Poi ebbe un periodo di declino e la sua rinascita si può segnare con l’edizione di Bekker del 1817. Da ricordare l’edizione completa dei grammatici greci di Uhlig 1878-1910 (che include anche le opere minori curate da Schneider 1910). Negli anni ottantanovanta dell’900 sono stati pubblicati molti studi su Apollonio e su alcuni problemi riguardanti le 9

estano sono poche, spesso frammentarie e di controversa datazione. 3 La questione<br />

più rilevante e spinosa è quella riguardante la datazione e l’autenticità dell’opera<br />

tramandata con il titolo di Tevcnh grammatikhv, che per secoli ha costituito il fulcro<br />

e la base della riflessione grammaticale greca. 4 La Téchnē è stata considerata la più<br />

antica testimonianza di uno studio sistematico e completo della lingua greca. L’opera<br />

era attribuita a Dionisio Trace, vissuto intorno al 100 a. C. ad Alessandria ed allievo<br />

del famoso grammatico Aristarco 5 , ma fin dall’antichità sono stati sollevati dubbi<br />

riguardo all’autenticità del trattato nella sua interezza. La questione, riproposta in<br />

epoca recente da Di Benedetto, secondo il quale la Téchnē sarebbe un manuale tardo,<br />

da collocarsi tra il III e il V secolo d. C. 6 , è ancora oggetto di discussione tra gli<br />

studiosi. 7 Gli esiti e le conseguenze di tale dibattito devono essere attentamente<br />

valutati, in quanto una postdatazione dell’opera indurrebbe a spostare dal II secolo a.<br />

C. ai secoli successivi il fissarsi di un sistema teorico, che è stato il punto di<br />

riferimento imprescindibile di ogni successiva elaborazione grammaticale, e a<br />

riconsiderare l’evoluzione storica delle teorie grammaticali greche. 8<br />

3 Si veda per esempio quanto dice Robins: “we know the names of several important grammarians in<br />

the Greek world who were active in the first centuries BC and AD, and we desperately need to find<br />

out what was going on in the Greek world between the times of Dionysius and Apollonius over a span<br />

of about three hundred years. Among the grammarians of the Augustan age was Tryphon, who has left<br />

us no extant texts, but who was regarded by Priscian as second only to Apollonius in his authority on<br />

grammar” (1995: 16).<br />

4 L’edizione di riferimento della Téchnē è quella di Uhlig (1883, GG I 1); si veda inoltre Pecorella<br />

(1962). Tra le traduzioni: Lallot (1989) e Bécares Botas (2002).<br />

5 Vissuto nel II sec. a. C.<br />

6 Di Benedetto ha trattato l’argomento in due articoli del 1958 e 1959. È utile riportare le conclusioni<br />

dello studioso: “1) La Techne non è la prima trattazione sistematica in materia, opera di uno scolaro di<br />

Aristarco, ma un modesto manuale, composto come altri trattatelli e i Canones di Teodosio, intorno al<br />

IV sec. d. C. (più precisamente si oscilla tra il III e il V sec. d. C.). Essa è un documento della cultura<br />

grammaticale di questi secoli, priva ormai di spirito creativo e ridotta a mere compilazioni, come<br />

Pseudo-Trifone. 2) La storia della grammatica greca va vista in un modo completamente diverso da<br />

come la delineava nel secolo scorso lo Steinthal: grammatici come Trifone e Abrone acquistano una<br />

importanza molto maggiore, in quando sono essi che tra il I sec. a. C. e il I sec. d. C. giungono ad una<br />

prima sistemazione, a cui seguì nel secolo seguente quella più organica e più completa con Apollonio.<br />

3) Per quel che riguarda la storia della grammatica latina, cadono le tesi simili a quella del Barwick, il<br />

quale postulava all’origine una grammatica scolastica, basata su quella di Dionisio Trace.” (1959:<br />

118).<br />

7 Per un’illustrazione del dibattito sulla questione si vedano: Pecorella (1962: 7-10), Lallot (1989: 19-<br />

30), Robins (1995: 13-24). Nel 1993 si è tenuto un convegno per fare il punto delle varie posizioni sui<br />

problemi relativi alla Téchnē (Law e Sluiter (eds.) 1995). La citazione più antica della Téchnē è quella<br />

di Sesto Empirico (I, 57 e riguarda la definizione della grammatica che troviamo nel paragrafo 1 della<br />

Téchnē). In Apollonio si trovano rare menzioni di Dionisio Trace, mentre compaiono molto più<br />

frequentemente Trifone, Aristarco, Zenodoto ecc. (si veda l’elenco che ne dà Lallot 1997: 15-17). Si<br />

veda anche Matthaios (2009).<br />

8 Secondo Di Benedetto, nonostante gli studi e le riflessioni sulla lingua precedenti, è nel I sec. a. C.<br />

che la scienza grammaticale “acquista dunque la consapevolezza della sua autonomia” (1958: 200).<br />

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