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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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casi, cioè, non si può dire esattamente dove le azioni siano collocate sulla linea del<br />

tempo.<br />

Non bisogna dimenticare, tuttavia, che in tutti gli scoli queste parentele sono<br />

spiegate sulla base della morfologia. Questo vuol dire che la somiglianza formale ha<br />

probabilmente giocato un ruolo importante nella suddivisione delle parentele, come<br />

detto esplicitamente dallo scolio GG I 3: 249, 33 e ss. Tale principio formale è<br />

evidente anche quando si parla dei Modi al di fuori dell’Indicativo, che come ci dice<br />

Cherobosco (GG IV 2: 5, 31 e ss.) presentano i tempi ‘uniti’ a coppie<br />

(sunezeugmevnoi), e per questo il Presente equivale al PR e all’IMPf, e così via,<br />

secondo le coppie viste finora. Di questo parleremo più avanti, nel capitolo sugli altri<br />

Modi.<br />

Tornando al piano del contenuto semantico, abbiamo visto che in queste<br />

descrizioni i vari commentatori accordano un’importanza e una posizione diversa<br />

alla componente di localizzazione temporale e a quella aspettuale, vediamo ora in<br />

dettaglio quanto emerge riguardo a quest’ultima.<br />

3.2 suntevleia e paravtasi~<br />

Oltre al tempo, è indubbiamente identificabile anche la componente, che con<br />

terminologia moderna definiamo aspettuale. Senza voler attribuire agli antichi<br />

l’elaborazione concettuale di tale categoria, si deve riconoscere, tuttavia, che per<br />

esprimere le caratteristiche aspettuali vengono usati dai grammatici antichi dei<br />

termini specifici. Il fatto che sia operata una separazione dei due piani, aspettuale e<br />

temporale, è chiaramente indicato nello scolio GG I 3: 249, 14, in cui si parla di<br />

crovno~ e e[rgon come se fossero distinti. Lo scoliaste descrive infatti l’IMPf come<br />

un passato per quanto concerne il tempo, e secondo l’estensione per quello che<br />

riguarda la modalità di svolgimento.<br />

La terminologia usata per le descrizioni aspettuali, nei passi analizzati, riguarda<br />

essenzialmente i tratti di compiutezza-completezza e incompiutezza-estensione, e si<br />

applica esplicitamente al Pf, al PPf, all’IMPf e al PR (più raramente); nulla si dice<br />

invece del FU e per l’AO non è del tutto chiaro se si dica qualcosa o meno, come<br />

vedremo tra poco. Per quanto riguarda i termini indicanti la compiutezza, notiamo il<br />

gruppo semantico legato al tevlo~, ovvero tevleio~, suntevleia, ejntevleian, e quello<br />

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